l'economia "in nero" vale fino a 290 miliardi l'anno

[gabriele]

Togliere la no tax area di 7500 euro e rendere detraibili le spese vive di ogni giorno.

Definire "spese vive".
O eventualmente quelle "morte".

Un elenco esaustivo lo lascerei al legislatore. In mente avrei alcune voci di spesa, tipo: alimentari, sanitarie, scolastiche...

...la cosa diventa tecnica. Franz, aiutami

[franz]

Un elenco esaustivo lo lascerei al legislatore. In mente avrei alcune voci di spesa, tipo: alimentari, sanitarie, scolastiche...

...la cosa diventa tecnica. Franz, aiutami

Intendi le spese connesse ad un minimo vitale?
Se per esempio si definisce che una persona di una certa età in una certa zona ha necessità di x'mila euri all'anno, quelle sono le sue spese vive (che noon puo' tagliare) Naturalmente in due (marito e moglie) non è la semplice moltiplicazione per due. Idem se hanno anche due figli, non è la spesa minima singola per 4.
Ma basta rendere "no-tax-zone" quegli importi (il minimo vitale = esenziona da ogni imposta) e non c'è bisogno di avere spese vive da dimostrare.

[pianogrande]

Potrebbe rientrare tutto in quel reddito minimo garantito che, in un modo o nell'altro, tutti dovrebbero percepire.
Su questo argomento, pesa tantissimo proprio l'evasione fiscale che permette i fruitori di case popolari col mercedes o la precedenza sugli asili nido con mamma che accompagna i figli con la Cayenne.
Il cerchio si chiude (o meglio, non si chiude) sempre lì.
Con i falsi poveri,i falsi invalidi, i falsi malati e tutti i falsi che ciucciano soldi da chi magari non è neanche più onesto di loro ma, semplicemente, non riesce a nascondersi.

[gabriele]

Franz,
INtendo le spese minime di sopravvivenza. Il cibo al primo posto.
rendere no tax zone gli importi, magari facendo studi di settore, vuol dire fare bene o male come ora. E allora l'italiano medio rimane distratto, compiacente, annoiato nel ritirare lo scontrino...

[franz]

Franz,
INtendo le spese minime di sopravvivenza. Il cibo al primo posto.
rendere no tax zone gli importi, magari facendo studi di settore, vuol dire fare bene o male come ora. E allora l'italiano medio rimane distratto, compiacente, annoiato nel ritirare lo scontrino...

Certo, ed anche l'abitazione.
Ma appunto si parla di reddito minimo, un concetto che se vogliamo collegare a certi consumi minimo non sono uguali in tutta Italia ma variano anche del 25-30%. Questo minimo non dovrebbe essere tassato.

[gabriele]

Franz,
INtendo le spese minime di sopravvivenza. Il cibo al primo posto.
rendere no tax zone gli importi, magari facendo studi di settore, vuol dire fare bene o male come ora. E allora l'italiano medio rimane distratto, compiacente, annoiato nel ritirare lo scontrino...

Certo, ed anche l'abitazione.
Ma appunto si parla di reddito minimo, un concetto che se vogliamo collegare a certi consumi minimo non sono uguali in tutta Italia ma variano anche del 25-30%. Questo minimo non dovrebbe essere tassato.

Certamente. Lo squilibrio reddittuale ma anche di spesa alla cassa è evidente. A maggior ragione non si può imporre a priori una non tax area uguale per tutti. Il pane costa diversamente nelle varie regioni di Italia ed è anche vero che gli stipendi sono diversi proporzionalmente.

Questo minimo vitale, che lo Stato ora approssima a 7500 euro l'anno, varia di persona in persona in funzione delle uscite "vitali" indiduate da un paniere di prodotti aggiornabile. Un po' come fa l'ISTAT per le statistiche sull'inflazione.

E' ovvio che comprare una Ferrari non è come comprare un tozzo di pane.

[franz]

In un ipotetico sistema federale ci sarebbebro no-tax aree diverse e diversi redditi minimi a livello locale. Le due cose si integrerebbero.