matthelm ha scritto:Ho inviato questi due contributi alla driflessione per non far passare l'immagine di un PD schiacciato solo su una corrente di pensiero.
Il tema è importante e trasversale per molte forze politiche e culturali.
Mettiamo al bando i pregiudizi e la malafede degli "altri".
Tutti miriamo ad una società più giusta.
dubito che tutti mirino ad una società più giusta.
anche perchè andrebbe definita rispetto a cosa una società dovrebbe essere più giusta.
difficile poi mettere al bando i pregiudizi e la malafede degli altri se poi come elemento di riflessione si porta un testo come quello di Marco Olivetti che non può che essere definito imbarazzante ed intollerante per gli argomenti che porta.
quando Olivetti scrive:"Di fronte a questa ottica da laicismo di Stato, si può replicare che in una società pluralista esistono visioni diverse del bene e del giusto. Queste visioni sono chiamate a confrontarsi e possono scontrarsi. Nessuna, però, gode di una legittimazione di partenza superiore all’altra. Ognuna delle due visioni ha il diritto di utilizzare tutti i mezzi previsti dall’ordinamento per prevalere. È quanto del resto accade su ogni questione aperta." sta mostrando il totale fondamentalismo religioso che caratterizza una parte del mondo cattolico.
come si può pensare che in una società pluralista in cui esistono visioni diverse del bene e del giusto possa/debba prevalerne una sull'altra?
non ci si rende conto della stupidità/follia di un argomentazione del genere?
non ci si rende conto che ogni persona possiede dei valori non negoziabili e vorrebbe decidere in base ad essi senza che nessuno pretenda di imporgli i suoi?
cosa impedisce ad un cittadino cattolico di decidere in base ai propri valori in caso di aborto, eutanasia ed altre materie simili?
per quanto riguarda il "metodo di lotta", quello che non è chiaro ad una parte del mondo cattolico è che l'obiezione di coscienza e la disobbedienza civile hanno la fondamentale caratteristica che le conseguenze delle proprie azioni le paga direttamente soltanto chi le pratica.
pretendere di anteporre la propria coscienza alle esigenze e alla volontà di una pazienta ( sia nel caso Englaro sia nel caso di un aborto) non ha nulla di civile, visto che le conseguenze della scelta dell'obiettore, in ultima istanza, le paga la paziente.
un'altra caratteristica dell'obiezione di coscienza dovrebbe essere quella che essa vale difronte a casi non evitabili. così era il caso per gli uomini difronte all'obbligo del servizio militare. un obbligo derivante non da una propria scelta ma da una condizione inevitabile.
così non vale per i medici e i paramedici, perchè ad oggi non esiste una legge che obblighi una precisa persone ad intraprendere la carriera medica. i possibili conflitti con la propria coscienza il cattolico dovrebbe porseli al momento di scegliere che cosa vuol fare nella vita e se decide di fare il medico, nella scelta della specializzazione da seguire.
l'obiezione di coscienza riguarda una persona in quanto cittadino, non certo chi si trova a svolgere una determinata funzione.
in quest'ultimo caso, se ci son dei problemi come la propria coscienza, l'unico comportamento possibile è abbandonare tale funzione.