La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Caso Englaro

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Caso Englaro

Messaggioda pianogrande il 21/01/2009, 3:04

pierodm ha scritto:Piano Grande
Parlaci di questo posto meraviglioso: immagino sia un altopiano.

I cittadini e lo stato di diritto, dici.
Mah.
Se devo fare due conti all'ingrosso, su quelli che incontro normalmente, due terzi non si pongono nemmeno lontanamente il problema: lo stato e il diritto sono in sostanza quello che il maresciallo dei carabinieri o un vigile urbano gli può o non gli può contestare. Tale e quale che se vivessero al tempo dei baroni o dei signorotti feudali, tramite il guardacaccia o il delegato del vescovo. Lo stato di diritto è più che altro il diritto dello stato, possibilmente da eludere o da usare contro il proprio vicino.


Ogni tanto ci può star bene una piccola divagazione.
Pianogrande è esattamente un altopiano. E' "la piana" di Castelluccio di Norcia.
Altezza 1.500 mt. circondata da montagne (i Sibillini) che arrivano a 2.450 (Monte Vettore).
Durante la fioritura estiva lo spettacolo è commovente.
Provate a rivedervi il film Fratello sole sorella luna.
Sono abbastanza montanaro, di nascita e per passione e sono frequentatore di questo posto.

Sì sono daccordo.
Quante volte un diritto diventa un favore!
Quante volte un posto nelle istituzioni viene usato come arma impropria!
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Caso Englaro

Messaggioda franz il 21/01/2009, 10:20

Mercedes Bresso sfida l'ordine del ministro Sacconi che vieta l'interruzione dell'alimentazione
"Sarà ricoverata in un ospedale pubblico" a spese del servizio sanitario pubblico

Il Piemonte apre a Eluana
"Siamo pronti ad accoglierla"

Beppino Englaro: "Non poteva fare di più. Ha colto tutto il nostro dramma"

TORINO - Dopo tanti no, un sì. Il presidente del Piemonte Mercedes Bresso si è detta disposta ad accogliere Eluana in una struttura pubblica. "A noi non è stato chiesto niente e non ci offriamo, però se ci verrà richiesto, non ci saranno problemi. Ovviamente in strutture pubbliche - ha detto la governatrice - perché quelle private sono sotto scacco del ministro".

Il riferimento è alla disposizione di Maurizio Sacconi che ha vietato agli ospedali - pubblici e privati convenzionati - di interrompere l'alimentazione alle persone in stato vegetativo. Un gesto di aperta sfida al ministro del Welfare quello di Mercedes Bresso, tanto più che il presidente della Regione metterebbe a disposizione un ospedale che farebbe pagare l'operazione di interruzione dell'alimentazione alle casse pubbliche.

"Credo che da un presidente di regione non ci si poteva aspettare di più", ha detto il padre di Eluana, Beppino Englaro. "Bresso ha colto perfettamente la natura del nostro dramma". Sono sette mesi che la Corte d'appello di Milano ha accolto la richiesta del padre di Eluana di interrompere il calvario della figlia in coma da 17 anni. E sette mesi che le cliniche interpellate dalla famiglia Englaro respingono tutte la richiesta di ricovero. L'ultima è stata la Regione Veneto, ma prima c'erano stati gli hospice dell'Emilia Romagna e prima ancora una clinica di Udine che ha rifiutato per timore che infrangere l'ordine del ministro la costringesse a chiudere per sempre la struttura e licenziare 300 dipendenti.

Dopo la risposta del papà di Eluana, un nuovo commento della Bresso, affidato al suo sito: "Le parole di ringraziamento di Beppino Englaro rivelano il profondo aspetto umano di questa storia. E' nostro dovere stargli vicino. Ritengo che questa tragica storia di Eluana sia una questione non più sopportabile in un paese civile: viviamo in un paese in cui non si rispetta più neppure una sentenza della Corte di Cassazione e tutto diventa materia di lotta politica, anche i dibattiti sulle grandi questioni etiche o religiose".

(20 gennaio 2009)
www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Caso Englaro

Messaggioda Paolo65 il 21/01/2009, 11:03

Spero che la Bresso vada avanti e metta fine a questa pagina vergognosa per il paese,dando seguito alla sentenza della Magistratura e permetta alla famiglia Englaro di non dover emigrare per ottenere un diritto degno di uno stato di diritto.

Faccio notare che al di fuori della sentenza ostacolata da tutti i partiti ed a livello istituzionale, non si sta facendo nulla a livello parlamentare.....come sempre del resto, attendendo solo che il tempo faccia dimenticare o perire la persona.

Purtroppo per i partiti e per il governo, la Eluana ha intenzione di vivere ancora parecchio, sputandogli in faccia ogni giorno la loro irresponsabilità civile ed umana.

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: Caso Englaro

Messaggioda pierodm il 22/01/2009, 15:05

Pianogrande
A Castelluccio di Norcia e dintorni ci sono stato una decina d'anni fa.
Un posto davvero bello, che mi ha ricordato certi paesaggi sardi, per la luminosità e la sensazione di cielo aperto.
Ma tutta quella zona è straordinaria, a cominciare dal suo "capoluogo", Norcia, con i boschi, la presenza della storia, la buona cucina.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Caso Englaro

Messaggioda Stefano'62 il 23/01/2009, 14:29

Una provocazione :
si accusano i medici che vorrebbero pietosamente lasciare morire con dignità il paziente quando è palese che non c'è più niente da fare.....non sarà invece che sono proprio quelli che in Suo nome pretendono di accanirvisi addosso,quelli che bestemmiano Dio arrogandosi il diritto di sostituirsi a Lui che ha già decretato la fine di una vita ?
Quando sono morti,sono morti.

Stefano
Stefano'62
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1814
Iscritto il: 20/12/2008, 14:36

Re: Caso Englaro

Messaggioda pianogrande il 24/01/2009, 12:54

Stefano'62 ha scritto:Una provocazione :
si accusano i medici che vorrebbero pietosamente lasciare morire con dignità il paziente quando è palese che non c'è più niente da fare.....non sarà invece che sono proprio quelli che in Suo nome pretendono di accanirvisi addosso,quelli che bestemmiano Dio arrogandosi il diritto di sostituirsi a Lui che ha già decretato la fine di una vita ?
Quando sono morti,sono morti.

Stefano


Sopratutto in casi come questo, Dio è tutto ciò che l'uomo non riesce ancora a capire, a decidere, a fare da solo.
Se cercassimo di fare questi ragionamenti sostituendo al termine Dio la presa di coscienza della nostra profonda ignoranza, forse, il progresso umano sarebbe un po' più rapido.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Caso Englaro

Messaggioda matthelm il 25/01/2009, 14:31

da "Avenire" un contributo alla riflessione.

LA CHIESA, LO STATO E IL CASO ELUANA
DOPPIA OBBEDIENZA? NO, RICHIAMO ALLA GIUSTIZIA

FRANCESCO D’AGOSTINO

C ome molti altri, ritengo che la sentenza del­la Cassazione sul 'caso Englaro' sia profon­damente sbagliata. Auspico che ad essa non ven­ga dato seguito, anche considerando che la sen­tenza si limita ad 'autorizzare' e di certo non 'im­pone' la sospensione dell’ alimentazione artifi­ciale che mantiene in vita Eluana. Plaudo al car­dinale Poletto, che ha il coraggio, con espressio­ni sobrie e rispettose, ben diverse da quelle da al­tri usate contro di lui, di chiamare con il termine più corretto la fine della vita che si sta progettan­do per la povera ragazza: 'eutanasia'. E lo rin­grazio per come sta esortando all’ obiezione di coscienza i medici che dovessero essere coinvol­ti nella morte di Eluana. Come va valutata questa posizione, che non è solo del cardinale, ma anche mia e soprattut­to di tanti altri laici e cattolici? Stiamo facendo violenza allo Stato di diritto? Stiamo calpe­stando la legalità? Rechiamo offesa allo Stato, 'unico titolare della sovranità'? Stiamo alte­rando i suoi giusti rapporti con la Chiesa? Di­rei piuttosto che stiamo richiamando lo Stato al suo dovere più autentico, che è quello di le­giferare secondo giustizia. Ragioniamo, se almeno questo ci è concesso, con un po’ di pacatezza e cerchiamo di individuare il punto centrale del dibattito. Si è detto: nel caso Englaro, il cardinale Poletto si sarebbe compor­tato correttamente se si fosse limitato a invitare i singoli medici all’obiezione. Egli invece ha solle­citato collettivamente un’intera categoria profes­sionale a mobilitarsi, per mandare a vuoto una sentenza dello Stato! Nel nome dell’ identità cat­tolica, egli avrebbe 'inventato' una sorta di 'ob­bligazione di appartenenza', ricordando ai me­dici che il dovere di ubbidire alla legge di Dio è un dovere prioritario rispetto a quello che essi han­no nei confronti dello Stato. Ma allora che ne è del­la separazione tra Stato e Chiesa e della parità morale nelle discussioni pubbliche?
Argomenti del genere dimostrano purtroppo quanto continui ad essere difficile per (alcuni) lai­cisti italiani capire in che cosa davvero si sostan­zi il principio di laicità e la distinzione (più che la 'separazione') tra Stato e Chiesa. In molti casi la Chiesa si batte (legittimamente) per se stessa, per i propri luoghi di culto, per i propri religiosi e le proprie religiose, per la tutela e la promozione della sua tradizione nel nostro Paese e dell’inse­gnamento pubblico della propria dottrina: tutte questioni di rilievo politico ed eventualmente concordatario, per regolare correttamente le qua­li la distinzione tra Stato e Chiesa è assolutamen­te indispensabile. Quando però la Chiesa inter­viene per difendere il bene umano, non lo fa per ragioni confessionali: infatti i suoi interventi sul­la vita, sulla famiglia, sulla guerra, sulla dignità dei lavoratori, sull’ umanizzazione delle pene e su tanti temi sociali non concernono i 'credenti', ma tutti gli uomini, senza distinzione alcuna. Se si fosse rivolto ai medici come singoli, il cardina­le Poletto avrebbe umiliato l’etica ippocratica, che è, da ben cinque secoli prima di Cristo, schierata a difesa della vita, riducendone indebitamente l’ambito a quello di un ristretto orizzonte con­fessionale. Paradossalmente, nel suo rivolgersi al­la classe medica in quanto tale e non ai singoli me­dici credenti, il cardinale ci ha dato una limpida lezione di laicità.
In tal modo però, insistono i laicisti, ci si chiude gli occhi di fronte al relativismo delle democrazie odierne, che riconoscono sì alla Chiesa il diritto di parlare alle coscienze, ma non quello di crea­re forme alternative di 'obbligazione religiosa', che contrasterebbero con il principio democra­tico che affida all’ autonoma decisione dei laici o­gni decisione politica concreta. L’errore sta in que­sto, che quella che i laicisti confondono con una 'obbligazione religiosa' altro non è in buona so­stanza che il costante appello perché nelle dina­miche politiche e civili ogni legge, ogni sentenza, ogni pratica sociale abbiano come propria misu­ra la giustizia. Sappiamo che nel mondo d’oggi su non poche questioni etiche e bioetiche fonda­mentali la coscienza dei cittadini è non solo divi­sa, ma addirittura lacerata. Guai però se la presa d’atto di questa lacerazione fosse utilizzata per produrre indifferenza o per legittimare qualsiasi forma di scetticismo. Sappiamo con quanta fer­mezza (alcuni) laici protestano, quando li si ac­cusa, in quanto non credenti, di non avere ade­guati valori morali. Ma se così stanno le cose, per­ché stigmatizzare interventi a difesa non dell’ au­torità del Papa, ma della vita, interventi sobri, ar­gomentati, rispettosi, autorevoli? La Chiesa non pretende una doppia ubbidienza da parte di chic­chessia: pretende, ma soprattutto prega, perché gli uomini non cessino mai di cercare la verità e di operare per il bene di tutti.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Caso Englaro

Messaggioda matthelm il 25/01/2009, 14:49

Sempre da "Avvenire" e sempre per riflettere:

«Chi ha paura dell’obiezione di coscienza?»


«La difesa dell’eutanasia viene fatta senza leggi né decisioni democratiche: e non si può parlare di autodeterminazione della paziente interessata» DI MARCO OLIVETTI

N on sembrerebbe valere la pe­na, a prima vista, ragionare sulle focose parole della pre­sidente della Regione Piemonte, Mer­cedes Bresso, la quale, con encomia­bile senso della misura, ha replicato al cardinale Poletto affermando che «non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto reli­gioso fa premio sul diritto civile». È infatti evidente che non esistono aya­tollah in Italia, ma che si sta discu­tendo su una sentenza audacemen­te creativa, che a molti – anche fra gli studiosi – appare normale e a molti altri – con titoli ed intelligenza non minore dei primi – appare una tragi­ca caricatura del diritto, sia per il suo contenuto, sia per l’autorità da cui proviene (un giudice, il quale, forse – dico forse – non è un legislatore, né una Corte costituzionale, anche se per taluni ciò non fa differenza).
Prendiamo la questione nel modo più semplice e – ci pare – incontro­verso. Esiste una enorme questione etica e giuridica su cui il Paese è di­viso e circa la quale si è svolta una complessa controversia giudiziaria, nel corso della quale sono interve­nute alcune sentenze, autorevoli al­meno per l’organo che le ha emes­se. Ed è poi intervenuto un atto go­vernativo che dà orientamenti a en­ti dipendenti dall’amministrazione statale e regionale o a soggetti con­venzionati con esse circa alcune pratiche mediche in tali luoghi. Il tutto si è verificato non nella Re­pubblica islamica iraniana, ma nel­la Repubblica italiana, uno Stato non confessionale la cui Costitu­zione garantisce sia la libertà di re­ligione, sia la libertà di manifesta­zione del pensiero. In questo contesto la presidente di una giunta regionale ha espresso la propria opinione favorevole ad ac­cogliere in una struttura sanitaria re­gionale una cittadina in stato vege­tativo persistente per porre fine allo stesso. E un altro cittadino – che per coincidenza è anche vescovo di una grande città italiana – ha esercitato il diritto di critica di tale orientamen­to, in nome di un valore che – a pre­scindere dalle controversie sulla sua esatta estensione – è fondamentale per la convivenza civile: la vita uma­na. Correlativamente, lo stesso citta­dino- vescovo ha invitato i medici pie­montesi alla obiezione di coscienza. Fin qui i fatti, che hanno scatenato il paragone con l’Iran degli ayatollah, che – con linguaggio da socialismo reale – Mercedes Bresso ha poi defi­nito, in un successivo intervento, non insultante («l’Unità» del 23 gennaio). A questo proposito si possono fare due considerazioni. In primo luogo stupisce che una esponente della si­nistra, proveniente dal mondo sin­dacale, sottovaluti in tal modo l’ap­pello all’obiezione di coscienza, an­che volendo leggerlo – come detta e­sponente ritiene – come un invito a disobbedire alle leggi. Forse che un invito del genere è inusuale in una democrazia liberale? Forse che sono ignote forme varie di «azione diretta» e di disobbedienza civile, cui mai, si­nora, i cattolici italiani (a differenza dei protestanti americani) hanno fat­to ricorso su temi pur gravi ( ad e­sempio aborto e, ora, eutanasia)? Per­ché la cultura che partorisce la pre­sidente Bresso scopre solo ora il va­lore assoluto della legalità dopo aver predicato e praticato le più varie for­me di disobbedienza per vario tem­po? È forse necessario citare i radi­cali, che sembrano essere il vero par­tito della signora Bresso, per spiega­re che cos’è la disobbedienza civile? O forse ne hanno essi il monopolio? Se questo vale per la disobbedienza civile, dovrebbe valere, a maggior ra­gione, per l’obiezione di coscienza. Anche a prescindere da tutte le nobili ragioni di quest’ultima, dovrebbe ba­stare il rilievo secondo cui essa è una tecnica per attenuare la drammati­cità di conflitti di coscienza che pos­sono darsi su questioni-limite che di­vidono il corpo sociale. In questo sen­so essa è una tecnica di civiltà. Ma i laicisti ne hanno paura: hanno pau­ra che la ribellione delle coscienze renda inoperanti le leggi inique e mo­ralmente ripugnanti che essi difen­dono o desiderano (sia detto fra pa­rentesi: nel caso dell’eutanasia il pro­blema in più sta proprio nel fatto che qui non c’è nessuna legge, nessuna decisione democratica, così come dovrebbe essere evidente che nel ca­so Englaro non c’è nessuna autode­terminazione).
L’altra questione cui è bene accen­nare è che secondo la presidente Bresso esiste una legge laica ed esi­stono opinioni religiose, che non possono essere leggi. Dietro questa visione, solo apparentemente ovvia, si nasconde l’approccio classico lai­cista sui temi eticamente sensibili, che muove dalla distinzione fra le «leggi per tutti» che devono essere laiche e basate sull’autodetermina­zione (anche quando non c’è, come si è appena detto sul caso Englaro) e le «opinioni religiose», che sono le­gittime, ma non devono interferire con l’applicazione delle leggi laiche. Di fronte a questa ottica da laicismo di Stato, si può replicare che in una società pluralista esistono visioni di­verse del bene e del giusto. Queste vi­sioni sono chiamate a confrontarsi e possono scontrarsi. Nessuna, però, gode di una legittimazione di par­tenza superiore all’altra. Ognuna del­le due visioni ha il diritto di utilizza­re tutti i mezzi previsti dall’ordina­mento per prevalere. È quanto del re­sto accade su ogni questione aperta. La lotta per prevalere sarebbe, per i cristiani, un pericoloso peccato di or­goglio, da cui è bene guardarsi co­stantemente: e ciò vale anche in que­sto caso. Così come sembrerebbe fuori luogo di fronte ai casi dram­matici, come il caso Englaro. È però necessaria un’umile risolutezza a di­fesa di chi non ha voce: qui sta la le­gittimazione morale di una battaglia. Nella quale non sarà certo una Mer­cedes «Zapatero» qualsiasi a tappar­ci la bocca.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Caso Englaro

Messaggioda matthelm il 25/01/2009, 14:53

Ho inviato questi due contributi alla driflessione per non far passare l'immagine di un PD schiacciato solo su una corrente di pensiero.
Il tema è importante e trasversale per molte forze politiche e culturali.
Mettiamo al bando i pregiudizi e la malafede degli "altri".

Tutti miriamo ad una società più giusta.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Caso Englaro

Messaggioda chango il 25/01/2009, 16:41

matthelm ha scritto:Ho inviato questi due contributi alla driflessione per non far passare l'immagine di un PD schiacciato solo su una corrente di pensiero.
Il tema è importante e trasversale per molte forze politiche e culturali.
Mettiamo al bando i pregiudizi e la malafede degli "altri".

Tutti miriamo ad una società più giusta.


dubito che tutti mirino ad una società più giusta.
anche perchè andrebbe definita rispetto a cosa una società dovrebbe essere più giusta.

difficile poi mettere al bando i pregiudizi e la malafede degli altri se poi come elemento di riflessione si porta un testo come quello di Marco Olivetti che non può che essere definito imbarazzante ed intollerante per gli argomenti che porta.

quando Olivetti scrive:"Di fronte a questa ottica da laicismo di Stato, si può replicare che in una società pluralista esistono visioni di­verse del bene e del giusto. Queste vi­sioni sono chiamate a confrontarsi e possono scontrarsi. Nessuna, però, gode di una legittimazione di par­tenza superiore all’altra. Ognuna del­le due visioni ha il diritto di utilizza­re tutti i mezzi previsti dall’ordina­mento per prevalere. È quanto del re­sto accade su ogni questione aperta." sta mostrando il totale fondamentalismo religioso che caratterizza una parte del mondo cattolico.
come si può pensare che in una società pluralista in cui esistono visioni di­verse del bene e del giusto possa/debba prevalerne una sull'altra?
non ci si rende conto della stupidità/follia di un argomentazione del genere?
non ci si rende conto che ogni persona possiede dei valori non negoziabili e vorrebbe decidere in base ad essi senza che nessuno pretenda di imporgli i suoi?
cosa impedisce ad un cittadino cattolico di decidere in base ai propri valori in caso di aborto, eutanasia ed altre materie simili?

per quanto riguarda il "metodo di lotta", quello che non è chiaro ad una parte del mondo cattolico è che l'obiezione di coscienza e la disobbedienza civile hanno la fondamentale caratteristica che le conseguenze delle proprie azioni le paga direttamente soltanto chi le pratica.
pretendere di anteporre la propria coscienza alle esigenze e alla volontà di una pazienta ( sia nel caso Englaro sia nel caso di un aborto) non ha nulla di civile, visto che le conseguenze della scelta dell'obiettore, in ultima istanza, le paga la paziente.
un'altra caratteristica dell'obiezione di coscienza dovrebbe essere quella che essa vale difronte a casi non evitabili. così era il caso per gli uomini difronte all'obbligo del servizio militare. un obbligo derivante non da una propria scelta ma da una condizione inevitabile.
così non vale per i medici e i paramedici, perchè ad oggi non esiste una legge che obblighi una precisa persone ad intraprendere la carriera medica. i possibili conflitti con la propria coscienza il cattolico dovrebbe porseli al momento di scegliere che cosa vuol fare nella vita e se decide di fare il medico, nella scelta della specializzazione da seguire.

l'obiezione di coscienza riguarda una persona in quanto cittadino, non certo chi si trova a svolgere una determinata funzione.
in quest'ultimo caso, se ci son dei problemi come la propria coscienza, l'unico comportamento possibile è abbandonare tale funzione.
chango
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 656
Iscritto il: 30/12/2008, 13:06

PrecedenteProssimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti

cron