In generale l'articolo sembra proporre una sorta di difesa autarchica e protezionistica.
Molte delle lamentele in quell'articolo riguardano la caduta di misure protezionstiche, che ovviamente non piace alla destra nazionalista e conservatrice ed a chi di protezionismo sopravvive.
Per esempio:
Il risultato sono gli infermieri polacchi che lavorano in Italia o i muratori e i camionisti in arrivo dall'Est Europa, dalla Slovenia o dalla Slovacchia. Tutti con contratti esteri e condizioni svincolate da qualunque tutela sindacale che rendono impossibile qualsiasi concorrenza.
Come se la concorrenza fosse garantibile solo previa tutela o protezione sindacale.
Poi la frase che credo sia assolutamente contestabile è, relativamente all'europa:
Un leviatano da cui dipende il 70 per cento della burocrazia che affonda imprese e agricoltori, tormentando i cittadini.
Che la burocrazia che oppure l'Italia sia al 70% di origine europea mi permetto di dubitarlo.
La burocrazia che opprime imprese e cittadini è al 99% italiana. Non so tuttavia per gli agricoltori.
Tutto sommato c'è del vero (l'euroburocrazia esiste e spesso sfiora il ridicolo con le storie sulla curvatura di cetriolo e banane) ma il succo è che in un mercato libero non ci possono essere protezionisimi e barriere nazionali.
Piu' che leggi "anti italiane" a me paiono leggi antiprotezionistiche.
Non credo che i consumatori italiani abbiano da perderci a stare in un mercato libero, senza dazi interni.
Personalmente come consumatore mi interessa che le arance siano buone ed economiche, quindi se arrivano anche dal marocco, meglio.
Interessa anche sapere da dove vengono e se sparisce l'obbligo di farlo (salvo carne e latticini) questo non significa che ci sia un divieto di farlo. Quindi le aziende che lo facevano prima continueranno a farlo. E se come consumatore non vedrò l'origine sulla confeszione, potrò sempre decidere di scegliere altri prodotti che invece mostrano la provenienza.
In fondo quello che dobbiamo considerare è la differenza tra un sistema costituito dal obblighi (aggirabili comunque con una frode, come una falsa attestazione) ad uno libero, in cui le aziende possono scegliere ed il consumatore pure.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)