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Quanta solidarietà possiamo permetterci?

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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Robyn il 02/12/2014, 20:40

Sono d'accordo con mariok non si può confondere il clientelismo con il welfare,una cosa è prendersela con il clientelismo per poi prendersela con il welfare altra cosa è separare le due cose.Il welfare che in Italia non è mai esistito è stato confuso con le assunzioni nella PA ,il welfare invece ha bisogno di ammodernamento.Per ex in Italia non c'è il rmg manca il welfare familiare un piano di edilizia sociale,anche se con M Renzi si intravedono dei segnali positivi ma ancora insufficenti ,pensiamo al bonus bebè.Per ex in Italia un tempo c'era la gescal l'Ina casa che promuovevano l'edilizia popolare ma scandali e speculazioni sui terreni hanno portato all'abbandono privilegindo l'edilizia residenziale privata ,quando invece non andava eliminata l'edilizia sociale e i vari enti ad essa collegata ma riformare profondamente il modo di funzionare di questi enti in modo da eliminare clientelismi favoritismi speculazioni,ad oggi siamo il paese che non investe in edlizia sociale quando per ex in Gran Bretagna si investe molto nell'edilizia sociale.In merito a Craxi e Berlinguer è difficile dire a chi abbia dato ragione la storia.Il PSI avversava la proporzionale ed aveva capito il malfunzionamento delle istituzioni e della PA ma se inizialmente le combatteva successivamente fece l'errore di adeguarsi al mercimonio nella convinzione che senza adeguarsi non sarebbe sopravvissuto,della serie così fan tutti.Invece Berlinguer aveva intuito i limiti dei partiti socialisti che si occupavano solo dei lavoratori sindacalizzati e non di emarginati e donne e aveva disegnato la sinistra del futuro liberalelaburista.Per Berlinguer gli interessi legittimi delle imprese erano sacrosanti ed andavano assecondati andava introdotto il merito nel lavoro e l'austerità berlingueriana che si ricollegava alla questione morale era diversa da quella europea perche diceva guai a pensare solo al contrasto dell'inflazione"ci ritroveremmo in un disastro di proporzioni immani",altra cosa sfruttare il consenso per realizzare le riforme e non incanalarlo come puro e semplice trasferimento di clientele
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda pianogrande il 03/12/2014, 0:05

mariok ha scritto:Comunque mi sembra che siamo andati fuori tema.

Tornando al titolo, mi sembra che ci sia un errore di fondo: confondere solidarietà con cattiva gestione della cosa pubblica a fini clientelari.


Non mi sembra che i termini siano stati confusi.

Diciamo che la sana gestione può rendere superflua la solidarietà.

La solidarietà presuppone un trattamento che normalmente non spetterebbe ma...

La sana (onesta) gestione renderebbe disponibili risorse (quelle oggetto di furto e malaffare) per i bisogni dei cittadini.

Quindi è il termine solidarietà (dove c'è gestione truffaldina) a creare confusione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda mariok il 03/12/2014, 10:02

Quando dico che la storia ha dato torto a Berlinguer, mi riferisco alla sua "terza via", non quella di Blair, ma il progressivo inserimento nel sistema economico-sociale di elementi di socialismo, capaci di portare per via democratica al graduale superamento del capitalismo, prospettiva alla quale Berlinguer coerentemente non ha mai rinunciato.

Questa "terza via" si è men che meno realizzata in Italia, ma anche nel resto del mondo la direzione è stata tutt'altra: quella di un turbo-capitalismo e di un potere finanziario dilagante.

Credo che i motivi di questo fallimento (il secondo, dopo quello del socialismo reale) siano molteplici. Uno però mi sembra prevalente: quello di aver fatto coincidere gli "elementi di socialismo" unicamente con i meccanismi di redistribuzione e con il welfare, senza affrontare il nodo "a monte" delle nuove possibili forme di democrazia economica.

Finché la produzione della ricchezza è affidata alla proprietà privata ed al mercato (per quanto possa essere teoricamente ben regolato), ci sarà sempre più "solidarietà" che non potremo permetterci. (In questo senso intendo per "solidarietà" non la carità e tanto meno la distribuzione corporativa dei privilegi, ma la capacità di una società, attraverso le sue istituzioni democratiche, di assicurare anche ai più deboli diritti fondamentali, come la salute e l'istruzione, e pari opportunità).

Se un imprenditore non trova conveniente continuare ad investire in Italia, con quale legge lo si può obbligare a farlo, a meno di non ricadere in forme già sperimentate (e fallimentari) di statalismo e di falso collettivismo? E se le aziende chiudono o delocalizzano, con quali risorse si potrà dare sostegno a chi resta inevitabilmente senza lavoro?

Da questo punto di vista, la sinistra, quella italiana ma non solo, non è stata capace di una profonda analisi critica dei fallimenti del '900 e si dibatte ancora tra il velleitarismo e l'irrilevanza politica.

In particolare in Italia il PCI (anche quello di Berlinguer) ha sprecato malamente l'unica esperienza che poteva, se ben sviluppata, rappresentare qualcosa di nuovo: quella delle cooperative, che si sono invece adeguate alle pratiche (anche le peggiori, vedi caso Unipol - Consorte) dell'affarismo dominante in gran parte dell'economia nazionale. Per non parlare di esperienze originali e quasi uniche al mondo (tranne Germania e pochi altri casi), come quelle dell'Iri e delle aziende pubbliche in generale, certamente degenerate a causa del sistema di potere ex DC-PSI, ma rispetto alle quali la sinistra non ha certo brillato per migliori capacità di gestione e per onestà e trasparenza (vedi, ultimo ma non unico, il caso MPS).

Quanto a Craxi, al di là delle idee e delle capacità personali, come avrebbe mai potuto "modernizzare" il paese avendo alle spalle come partito un comitato d'affari?
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Robyn il 03/12/2014, 10:54

che Berlinguer intendesse inserire elementi di welfare per superare il capitalismo non la sapevo stà di fatto che il capitalismo è come la democrazia non è perfetto ma è il miglior sistema.Il capitalismo crea ricchezza ma è un pessimo distributore di ricchezza.Quando si intende interessi legittimi delle aziende si intende lo snellimento della burocrazia la diminuzione delle tasse del cuneo fiscale dell'energia di tutte quelle cose che interessano la competitività,e per quel che riguarda il lavoro l'equilibrio degli interessi in gioco.In un sistema capitalistico non possono esserci posizioni di dominio la ricchezza deve essere diffusa gli operatori banche aziende molto diffuse,parliamo di liberalizzazioni.Per ex nei mass-media più è alta l'offerta la pluralità delle reti di informazione e meglio è,male se se si riduce lo spazio perche si riduce la democrazia.Altra cosa è che bisogna ridefinire lo spazio dei partiti nella democrazia,devono cessare di occupare asl,tv,università,Pa in sintesi serve un partito lib_lab.Se i partiti occupano la Pa le tv le università etc la democrazia si restringe,soffoca in una palude.Altra cosa ancora sono le pubblic company l'azionariato diffuso che impedisce le scalate perche i monopoli sono pericolosi per la democrazia
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Iafran il 03/12/2014, 11:02

mariok ha scritto:In particolare in Italia il PCI (anche quello di Berlinguer) ha sprecato malamente l'unica esperienza che poteva, se ben sviluppata, rappresentare qualcosa di nuovo: quella delle cooperative, che si sono invece adeguate alle pratiche (anche le peggiori, vedi caso Unipol - Consorte) dell'affarismo dominante in gran parte dell'economia nazionale. Per non parlare di esperienze originali e quasi uniche al mondo (tranne Germania e pochi altri casi), come quelle dell'Iri e delle aziende pubbliche in generale, certamente degenerate a causa del sistema di potere ex DC-PSI, ma rispetto alle quali la sinistra non ha certo brillato per migliori capacità di gestione e per onestà e trasparenza (vedi, ultimo ma non unico, il caso MPS).

Quanto a Craxi, al di là delle idee e delle capacità personali, come avrebbe mai potuto "modernizzare" il paese avendo alle spalle come partito un comitato d'affari?

Allora non è tanto questione di programmi politici (discutibili quanto si vuole) ma è solo una questione dei "comitati d'affari" che si propongono a governare lo Stato e che vengono sostenuti coscientemente da alcuni (per un ritorno economico alla propria persona) e, purtroppo, votati dai cittadini fiduciosi della realizzazione delle loro proposte, ma, soprattutto, fiduciosi dell'onestà della classe politica.
Alla lunga (anche dopo un'intera vita) i nodi vengono al pettine e i cittadini disertano le urne o manifestano la loro rabbia diversamente.
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda ranvit il 03/12/2014, 11:03

Mariok
Quanto a Craxi, al di là delle idee e delle capacità personali, come avrebbe mai potuto "modernizzare" il paese avendo alle spalle come partito un comitato d'affari?


Beh, non lo sapremo mai...
E comunque quello che definisci "comitato d'affari" era un comitato dilettante rispetto a quanto avvenuto dopo....

Resto pero' convinto che Craxi fosse l'unico ad avere la capacità di fare una "bad godsberg" alla sinistra italiana, sebbene con trent'anni di ritardo.

Ma il Pci non poteva capire....troppo "chiesa" anche con Berlinguer, galant'uomo ma incapace di cogliere la modernità che avanzava (perlomeno in tempo utile; sempre in ritardo: lo Sme, la Nato, Comiso, etc)....e cosi' l'Italia è naufragata e viaggia ai confini delle nazioni sviluppate (grazie all'assenza della Chiesa, del Pci e della Cgil...).

Oggi ci prova Renzi... :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Iafran il 03/12/2014, 11:08

ranvit ha scritto:Oggi ci prova Renzi...

E domani un nuovo "uomo solo al comando" ...
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda ranvit il 03/12/2014, 11:10

Meglio un uomo solo al comando, se capace e democratico; che una banda di incapaci ed inconcludenti coglioni!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Robyn il 03/12/2014, 11:24

Il welfare serve per eliminare quelle che sono le asprezze del capitalismo non c'entra proprio niente con il superamento del capitalismo.Altra cosa che mi è sfuggita è la legge sul conflitto di interessi che ha anche un'applicazione più ampia.Ai vertici delle istituzioni non si possono fare i propri interessi.La legge esistente non prevede l'autorità cieca il blind trust a cui si affidano le proprie azioni ma solo la possibilità di vendere.Invece deve prevedere l'autorità cieca e al termine del mandato le azioni le proprietà ritornano ad essere gestite dai legittimi possessori da chi in precedenza occupava incarichi istituzionali, parlamentari ,ministri, primo ministro etc
Ultima modifica di Robyn il 03/12/2014, 11:25, modificato 1 volta in totale.
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Re: Quanta solidarietà possiamo permetterci?

Messaggioda Iafran il 03/12/2014, 11:25

ranvit ha scritto:Meglio un uomo solo al comando, se capace e democratico; che una banda di incapaci ed inconcludenti coglioni!

La statistica ti potrebbe dare torto e ritrovarti l'opposto: l'uomo sbagliato al posto di comando (la Concordia e la storia dell'Italia non ti dicono niente? Il berlusca in EU viene associato alla Concordia).
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