Non andò così perché:
In quel passaggio storico, nel Tribunale di Milano si stava celebrando il processo Mills.
http://it.wikipedia.org/wiki/David_MillsPerché tutta questa fregola per fare approvare in tempi rapidissimi il lodo Alfano?
Perché Gaetano Pecorella, principe del Foro di Milano, nonché parlamentare di Forza Italia e consulente legale di Silvio Berlusconi, lo avvisò che a Milano questa volta ci avrebbe rimesso le penne.
L’avvocato Pecorella conosceva molto bene, per i suoi trascorsi professionali, il collegio giudicante del processo Mills, ed avendo seguito il processo si era reso conto per come si erano messe le cose, quale sarebbe stato il verdetto finale. Silvio Berlusconi colpevole.
Questa sentenza sarebbe stata l’annullamento delle ragioni per cui il patron di Mediaset era sceso in campo nel 1994. Difendersi dai processi in agenda, e salvare le sue aziende dal fallimento.
Dopo tanti sforzi, con la messa in campo di una serie di leggi ad personam tra il 2001 e 2006, adesso il Caimano si trovava ad affrontare un pericolo reale. La possibilità di essere condannato per la prima volta. Dopo anni di fatiche e sperpero di denaro.
I suoi consulenti legali, soprattutto Pecorella avevano visto giusto, perché per evitare il Lodo Alfano, il Tribunale di Milano ne decretò lo stralcio per tutto quanto riguardava Berlusconi. L’ex operatore di giustizia, Antonio Di Pietro, ai tempi ci fece sapere che Berlusconi fu salvato con lo stralcio per soli 4 giorni.
In seguito, l’avvocato Mills fu condannato, e comunque, nella motivazione, la Corte ritenne opportuno segnalare che Silvio Berlusconi era ritenuto il mandante morale.
Pecorella aveva visto giusto. Berlusconi verrà condannato successivamente in via definitiva il 1° agosto 2013 per il processo Mediaset e gli effetti di quella condanna sono oggi sotto gli occhi di tutti. La fine del Caimano che Nanni Moretti non aveva mai scritto nel suo film.
Dal suo punto di vista è ovvio che si dovesse salvare, A QUALUNQUE COSTO, dal processo Mills come gli aveva suggerito l’avvocato Pecorella.
E in quel “A TUTTI I COSTI”, ci sta dentro anche il caso De Gregorio, che ha patteggiato la corruzione per aver ricevuto da SB tre milioni di euro.
Il nodo centrale perché Silvio Berlusconi potesse salvarsi era quindi rappresentato dal Lodo Alfano. E per poterlo mettere in piedi era necessario “A TUTTI I COSTI” andare velocemente al governo. E per fare questo occorreva “AD OGNI COSTO” fare cadere il governo Prodi.
Senza poi tenere conto della complicità del neonato PD. Nella parte finale dell’estate del 2007, Repubblica riportava che gli uomini dell’ammmeregano Veltroni erano divisi. Una parte che sosteneva che Uolter si dovesse limitare a fare il segretario ed appoggiare Prodi. Mentre la parte ingorda pretendeva che toccasse a Veltroni guidare il governo. Così anche loro ne avrebbero beneficiato. Prevalse la seconda corrente, Uolter andò ad elezioni e fu sconfitto da Berlusconi e poi ci rimise anche la segreteria passata al vice Franceschini. Per la serie: Chi troppo vuole nulla stringe.