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Non una parola, non un pensiero...

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda incrociatore il 16/01/2009, 19:39

guidoparietti ha scritto:Stiamo rapidamente scadendo al livello dell'asilo infantile "tu hai detto io ho detto". Quello che hai detto è scritto alla pagina precedente del forum, ma visto che te lo sei dimenticato te lo re-incollo qui:
Tutto sta a capire quale sia la parte che intende svolgere Israele... Vuole annientare i palestinesi? non sembra... i morti sono tanti, ma non siamo ancora all'olocausto... vuole soggiogarli? ci ha provato ma, infatti, come dice Freud deve rinunciare alla propria sicurezza...

Ora tu mi vuoi sostenere che il fatto che tu sostenga che Israele vuole soggiogare i palestinesi, citando un testo di Freud che parla di "mansioni servili", non significa che tu sostieni che Israele vuole schiavizzare i palestinesi. Cioè mi stai dicendo "x vuole soggiogare y" e poi dopo "non ho mai detto che x voglia soggiogare y". Cambiare idea è lecito, l'autonegazionismo un po' meno.

Guido ti prego di avere un po' più di rispetto per la mia intelligenza come io l'ho per la tua.
Io non sono un bambino... soggiogare, nelle mie intenzioni, ma credo anche nel significato etimologico del termine, non credo che voglia dire "schiavizzare"... soggiogare ha riferimento a ridurre alla propria autorità i vinti attraverso lo strumento militare... se non è questo il significato di soggiogare è questo il significato che aveva per me.... altrimenti avrei usato direttamente "schiavizzare"... ti pare?

Quanto al resto...

ISRAELE HA DIRITTO DI ESISTERE

adesso possiamo andare avanti? per andare avanti che si fa?
Tu ritieni che il "pensiero militare" non sia una prigione in cui si sta costringendo Israele che, anzi, è l'unico strumento oggi necessario a difendere Israele innanzitutto e magari anche convincere i palestinesi a più miti consigli. Ho sintetizzato, ma mi sembra che alla fine sia questo il succo... sbaglio?

Se, come penso, non sbaglio nella sintesi, io credo, invece, che Israele abbia molte più alternative e, anzi, quella perseguita produca più danni di quelli che pensa di risolvere. Questa osservazione, fra l'altro, mi sembra addirittura inutile spiegarla... La strategia proposta non è una novità... è la stessa da 60 anni... ha prodotto risultati oltre a costruire una democrazia sempre più militarizzata? a me sembra di no, anzi, la posizione di Israele è sempre più pericolosa...

"Soggiogare" un popolo, uso questo termine per il senso che come ho spiegato gli do, poteva anche funzionare 40 anni fa, ma averlo fatto ha deteriorato sempre di più la possibilità della convivenza ed ogni azione militare acuisce l'odio (cribbio... ormai è evidente anche ai sassi!!) e contemporaneamente l'odio ha "affinato" le tecniche tanto che i kamikaze 40 anni fa erano impensabili... tanto quanto i razzi Al-qassam... che senso ha non discutere come possibile un cambio di strategia?

Si però gli altri... è questo il tormentone no? i razzi, i kamikaze, ci vogliono distruggere, è giusto difendersi...

Già, difendersi... è sempre solo così? è sempre solo un'esigenza di difesa? Lasciamo pure perdere la politica assurda delle colonie (ne stanno insediando anche in questo momento in cis-giordania... come si fa a conciliare senza una buona dose di spudoratezza questa politica con l'enunciazione della buona volontà di territori per la palesitina!)... ma lasciamo perdere le colonie... è sempre solo difesa?

Dopo le denunce di Hamas sulle responsabilità della violazione della tregua a Gaza da parte di Israele (a differenza di quanto continuamente passato dalle nostre agenzie informative) qualcuno si è preso la briga di verificare la denuncia di Hamas e il risultato dovrebbe fare riflettere...

Cominciamo con il dire chi ha svolto questa verifica e sulla base di quali fonti. La ricerca è stata svolta da Huffingtonpost, un aggregatore di blog americano definito di area liberal a cui hanno partecipato con loro contributi personalità del calibro di Barack Obama e Hillary Clinton (insomma non è un'organizzazione messa in piedi da Casarini) le fonti che ha "lavorato" sono effettivamente di parte: il Consolato d'Israele a new York e B'Tselem un'organizzazione non governativa israeliana conosciuta anche come "Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati" questa agenzia è finanziata dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia (niente Iran e Siria, quindi).

Quali sono i risultati? questi:

Immagine
questa tabella indica il numero di lanci di razzi e colpi di mortaio dalla striscia di Gaza verso Israele nel 2008. Come si vede, essendo la tregua concordata entrata in vigore nella terza decade di giugno c'è subito un crollo dei lanci che praticamente spariscono nei mesi successivi fino a tutto ottobre... significa che Hamas rispettava la tregua... tranne qualche "scaramuccia"... poi a novembre l'impennata ed il resto è storia di oggi... si dice: Hamas rompe la tregua... e invece sembra di no.

In effetti il mese di novembre inizia "tranquillo" come i precedenti poi il 4 gli israeliani uccidono un palestinese, scatta una prima risposta di Hamas flebile... quasi "dovuta" (anche Hamas segue la logica che non si può farsi vedere deboli)... cosa fa a quel punto Israele? un'operazione "chirurgica"... 6 palestinesi morti... a quel punto inizia la reazione palestinese con un'escalation che porta alla degenerazione della tregua e a tutto quello che ne è conseguito.

Una cosa curiosa che Huffingtonpost segnala è che la sua fonte (il consolato israeliano) attribuisce non ad Hamas i lanci del mese di novembre (tranne uno il 28) ma al Jihad Islamico e alla sinistra palestinese (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e Fronte Democratico)... ma Hamas diventa l'obiettivo.

A questo punto Huffingtonpost vuole verificare anche un po' di "passato" e prende in esame il periodo dal settembre del 2000 all'ottobre del 2008 attraverso i dati di B'Tselem.
Potendo parlare di tregua solo da giugno a ottobre 2008 è andata a ricercare quelli che definisce "conflict pauses", cioè periodi più o meno brevi di uno o più giorni in cui non veniva ucciso nessuno e ha fatto questa sorprendente scoperta:
«Nel 79% dei casi, le pause nel conflitto sono state interrotte quando Israele ha ucciso un palestinese, mentre solo nell'8% dei casi sono state interrotte da un attacco palestinese (nel rimanente 13% dei casi, l'interruzione è avvenuta da entrambe le parti nello stesso giorno [1]). Inoltre, abbiamo visto che questa tendenza - dove è probabile che Israele uccida per primo dopo una pausa nel conflitto - diventa più marcata dopo periodi di pausa più lunghi. Infatti, su 25 periodi di non violenza che sono durati più di una settimana, Israele ne ha interrotti 24 unilateralmente - pari al 96% - e ha interrotto unilateralmente il 100% dei 14 periodi di nonviolenza durati più di 9 giorni»
[1] Evidentemente un responsabile c'è sempre, ma l'azione e la rappresaglia hanno avuto luogo lo stesso giorno.

Ho riportato i risultati di questa ricerca non per fare l'ennesimo elenco dei buoni e dei cattivi sulla lavagna, ma semplicemente per dire che, forse, quando si parla di faziosità degli altri si è i primi ad esserlo.

Fonte: http://www.huffingtonpost.com/nancy-kan ... 55611.html
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Gli ospedali italiani ospitino i feriti di Gaza

Messaggioda flaviomob il 16/01/2009, 20:30

http://www.forumpalestina.org/news/2009 ... DiBase.htm

Italia. I sindacati di base chiedono che gli ospedali italiani ospitino i
feriti palestinesi da Gaza

Alcuni operatori sanitari della RdB-CUB hanno partecipato nei giorni scorsi
ad una iniziativa di protesta presso il Ministero degli Esteri organizzata
da diverse associazioni (fra cui Forum Palestina e Rete Ebrei contro
l'Occupazione)
ed in quella occasione hanno consegnato un progetto per la messa a
disposizione dei posti letto del Servizio Sanitario italiano per le
necessità dei feriti palestinesi. Il progetto è stato inoltre esposto in una
lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo,
e per conoscenza al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio
Sacconi, che è stata inviata questa mattina (copia in allegato). Spiega
Sabino Venezia, della RdB-CUB P.I. Sanità: "L'operazione che stiamo
promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali consiste nella
messa a disposizione per i feriti palestinesi, prevalentemente donne e
bambini, dei letti pubblici destinati agli interventi non urgenti ed a
pagamento (intra moenia o libera professione) e, per le regioni interessate
dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali chiusi o
in via di dismissione, come il San Giacomo di Roma". "Sappiamo che alcune
regioni si sono già attivate per favorire l'ingresso di alcuni feriti nei
propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve - aggiunge
Venezia - ma temiamo che le esigue disponibilità in termini di posti letto
di alcuni servizi sanitari regionali non possa rappresentare l'adeguata
risposta ad un evento così straordinario", conclude il dirigente RdB-CUB. La
RdB-CUB P.I. Sanità, che aderisce alla manifestazione nazionale del 17
gennaio a Roma, esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per
la cessazione del conflitto e per l'apertura di un corridoio umanitario che
permetta l'ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la
contestuale uscita dei feriti più gravi verso gli ospedali italiani.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 16/01/2009, 22:48

incrociatore ha scritto:Cominciamo con il dire chi ha svolto questa verifica e sulla base di quali fonti. La ricerca è stata svolta da Huffingtonpost, un aggregatore di blog americano definito di area liberal a cui hanno partecipato con loro contributi personalità del calibro di Barack Obama e Hillary Clinton (insomma non è un'organizzazione messa in piedi da Casarini) le fonti che ha "lavorato" sono effettivamente di parte: il Consolato d'Israele a new York e B'Tselem un'organizzazione non governativa israeliana conosciuta anche come "Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati" questa agenzia è finanziata dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia (niente Iran e Siria, quindi).

Solo una piccola precisazione: la tabella che citi non è quella dei razzi + i colpi di mortaio ma solo quella dei razzi.
Vedere:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Qa ... et_attacks
e soprattutto
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_ro ... el_in_2008
dove trovi i due grafici (razzi e colpi di mortaio). Il primo grafico è identico a quello che hai postato tu.
Nella pagina relativa al 2008 si vede un elenco preciso e puntuale, giornaliero. La fonte è la stessa che citi tu.
Certo che a vedere un elenco giornaliero fa piu' effetto che vedere un riassunto mensile. Quasi ogni giorno c'è qualcosa.
incrociatore ha scritto:In effetti il mese di novembre inizia "tranquillo" come i precedenti poi il 4 gli israeliani uccidono un palestinese, scatta una prima risposta di Hamas flebile... quasi "dovuta" (anche Hamas segue la logica che non si può farsi vedere deboli)... cosa fa a quel punto Israele? un'operazione "chirurgica"... 6 palestinesi morti... a quel punto inizia la reazione palestinese con un'escalation che porta alla degenerazione della tregua e a tutto quello che ne è conseguito.

Quanto ai sei morti, ecco la cronaca, riportata da quelle pagine:
November 6-12th
Israel attacks a 250 meter tunnel going from Gaza and under its border, claiming the tunnel is designed to capture additional Israeli soldiers and hold them hostage. Six Gaza fighters are killed and four Israeli special forces wounded. Hamas responds by firing 30 Qassam rockets at Israel. The truce agreed to five months ago is starting to flounder.[81] Between November 5th and November 12th, 22 rockets and 9 mortars were fired into Israel.[82]

Ora i tunnel tra gaza e israele non servono per il contrabbando come quelli al confine con l'egitto.
Servono per le incursioni in territorio israeliano, come quelle che hanno portato al rapimento del soldato tutt'ora (se ancora vivo) prigioniero a Gaza. Scoperto un tunnel è ovvio farlo saltare, minandolo, ed è piu' che probabile un conflitto con chi ne è stato posto a guardia. Oppure appostarsi per beccare in diretta il commando appena scatta una operazione. Qui si capisce che la tregua per hamas è solo un modo come un altro per tirare il respiro, riorganizzarsi, ripartire piu' forti. Durante la tregua si preparano solo con piu' calma le offensive di domani.

Questo è ancora piu' evidente se esaminiamo il contrasto odierno attorno all'ipotesi di tregua, come emerge dalle corrispondenze estere. Israele è interessata ad una tregua illimitata e duratura. Quindi stabile, seria e credibile.
Hamas si oppone. La vuole solo temporanea.
Sei mesi, un anno, due. Perché? Per prima cosa non puo' desistere dal suo scopo finale (la distruzione di israele). Una tregua illimitata sarebbe una esplicita ammissione di fallimento, una resa, l'abbandono dello scopo ultimo, un tradimento. In secondo luogo, evidentemente la tregua per Hamas è solo una occasione per riassestarsi e preparare nuove battaglie.
Quindi con questa ottica è evidente che qualsiasi tregua temporanea sarà destinata a rimanere tale, fintanto che la popolazione di Gaza non insorgerà contro Hamas.
Se lo facesse ho il triste sospetto che ci sarebbero centinaia di morti, ma nell'indifferenza generale alle nostre latitudini.

Ciao,
Franz
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda guidoparietti il 16/01/2009, 23:58

Guido ti prego di avere un po' più di rispetto per la mia intelligenza come io l'ho per la tua.
Io non sono un bambino... soggiogare, nelle mie intenzioni, ma credo anche nel significato etimologico del termine, non credo che voglia dire "schiavizzare"... soggiogare ha riferimento a ridurre alla propria autorità i vinti attraverso lo strumento militare... se non è questo il significato di soggiogare è questo il significato che aveva per me.... altrimenti avrei usato direttamente "schiavizzare"... ti pare?

Dunque, "soggiogare" significa mettere sotto il giogo, e il giogo era quello degli schiavi. E citando Freud che parlava di asservimanto il significato era ancor più chiaro.
Ma ad ogni modo, se intendevi soggiogare in un significato più ampio, poco cambia. Vogliamo dire "sottomettere"? Resta comunque falso che lo scopo di Israele sia di sottomettere i palestinesi, e ancor più falso il dedurlo da un passaggio di Freud scritto in altro contesto e con tutt'altra valenza.
Al limite, se si interpreta a partire dal non-diritto di Israele ad esistere, si può dire che lo scopo di Israele sia stato quello di togliere ingiustamente la terra ai palestinesi, ma anche questo non equivale a soggiogare. Anzi, peraltro Israele è uno dei pochissimi luoghi in cui una popolazione araba può votare in condizioni democraticamente accettabili, e si potrebbe significativamente dire che quindi è uno dei pochissimi luoghi in cui NON sono soggiogati.
Se poi fra un poco arriveremo a dire che il "soggiogare" era quasi un complimento non lo so, lo scivolamento subito dal significato delle parole comincia a lasciarmi un po' perplesso (non solo in questa occasione specifica).


adesso possiamo andare avanti? per andare avanti che si fa?
Tu ritieni che il "pensiero militare" non sia una prigione in cui si sta costringendo Israele che, anzi, è l'unico strumento oggi necessario a difendere Israele innanzitutto e magari anche convincere i palestinesi a più miti consigli. Ho sintetizzato, ma mi sembra che alla fine sia questo il succo... sbaglio?

Credo che un pensiero unicamente militare sia come una prigione, non credo che i fatti dimostrino che il pensiero israeliano sia soltanto militare. Credo che nel caso specifico sia difficile pensare ad altro tipo di risposte, non impossibile ma tuttavia più difficile di come viene spesso propagandisticamente sostenuto.

Se, come penso, non sbaglio nella sintesi, io credo, invece, che Israele abbia molte più alternative e, anzi, quella perseguita produca più danni di quelli che pensa di risolvere. Questa osservazione, fra l'altro, mi sembra addirittura inutile spiegarla... La strategia proposta non è una novità... è la stessa da 60 anni... ha prodotto risultati oltre a costruire una democrazia sempre più militarizzata? a me sembra di no, anzi, la posizione di Israele è sempre più pericolosa...

Ecco, ci sono due errori qui che sono abbastanza tipici. In primo luogo non è vero che la strategia è sempre la stessa, ad esempio c'è una bella differenza tra insediare i coloni oppure farli evacuare a forza, direi che è quasi l'opposto. E questo è un esempio, un altro potrebbero essere le trattative con Arafat, che c'erano nel 1993, ma non c'erano dieci o venti o trenta anni prima. E così via, ma invece come al solito si iper-semplifica dicendo infine cose false. In secondo luogo, non è vero che non ci siano stati risultati. Esiste un'autorità palestinese che con molti problemi e guai comunque si sta avviando verso uno stato palestinese, cosa che non esisteva venti anni fa né esisteva nel 1948. O ancora, non si è più nella situazione del 1948 in cui tutti i paesi arabi erano in guerra contro Israele senza riconoscerne l'esistenza. Sono cambiamenti rilevanti, rimane una situazione tragica, ma senz'altro ci sono stati risultati dal 1948 ad oggi.

Cominciamo con il dire chi ha svolto questa verifica e sulla base di quali fonti. La ricerca è stata svolta da Huffingtonpost, un aggregatore di blog americano definito di area liberal a cui hanno partecipato con loro contributi personalità del calibro di Barack Obama e Hillary Clinton (insomma non è un'organizzazione messa in piedi da Casarini) le fonti che ha "lavorato" sono effettivamente di parte: il Consolato d'Israele a new York e B'Tselem un'organizzazione non governativa israeliana conosciuta anche come "Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati" questa agenzia è finanziata dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia (niente Iran e Siria, quindi).

Fonte: http://www.huffingtonpost.com/nancy-kan ... 55611.html

Bizzarro questo post dell'huffingtonpost. Personalmente ritengo che se tra gennaio e dicembre 2008 sono stati lanciati 1310 razzi su Israele, sia incredibile sostenere che l'aggressore sia Israele in questo caso specifico. Ancora più bizzarro basare una statistica su chi fa il primo morto, perché se in una operazione di intelligence (dico per fare un esempio) i servizi segreti israeliani uccidono un terrorista di Hamas (che magari, dico per dire, stava facendo cose fuori dai termini della "tregua" [strana tregua visto che i razzi comunque continuavano a partire sia pure in numero molto ridotto]) non è la stessa cosa che se in un dato giorno Hamas si mette a sparare razzi su israele.
Più in generale, è assurdo fare solo il conto dei morti, perché se dopo un periodo di pace Hamas lancia 100 razzi in un mese su Israele, e questi razzi non fanno nessun morto ma solo tanti feriti, secondo l'assurda metodologia proposta da questo articolo se poi Israele risponde e uccide nel corso di uno scontro un membro di Hamas sarebbe Israele ad aver rotto la tregua... non c'è bisogno di fare molti altri commenti, noto però che proprio nei commenti all'articolo citato queste e molte altre cose del genere sono già state fatte notare. Incrociatore, leggi forse solo le cose che portano acqua al tuo mulino e le altre le filtri inconsapevolmente?
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stefano'62 il 17/01/2009, 1:41

guidoparietti ha scritto:
Posto questo, ho difficoltà a vedere, e ancor più a giudicare la fattibilità, di alternative serie all'intervento militare, è possibile che ad esempio i servizi segreti Israeliani si mettano ad assassinare chirurgiamente tutti i membri di hamas lasciando così stare la popolazione civile. Ma questa soluzione, che io prospetto così per amor di immaginazione ma non credo sarebbe in realtà praticamente fattibile, sarebbe per certi versi ancora più lesiva del diritto internazionale e anche degli standard minimi di umanità

In tutta sincerità mi sfugge come l'assassinio di qualche decina di bestie feroci,perchè di questo si tratta parlando di Hamas,possa essere più lesiva del massacro di gente innocente.

Tanto per fare chiarezza sul mio pensiero:
primo-Israele e Palestina hanno entrambi diritto all'esistenza e all'autodeterminazione,piuttosto non compete a loro tale riconoscimento ed è perciò che è ancora più grave il mancato intervento dell'ONU già molti decenni fa.
Di questo ritengo responsabili le potenze mondiali che allora non hanno saputo o voluto ricondurre Israele sui binari del buon diritto,Stati Uniti in testa a tutti.
Non c'era solo la Giordania a massacrare i palestinesi nel famoso settembre (nero) del 1970,e le leggi israeliane che obbligavano i loro cittadini arabi ad una carta di identità differente da quella degli ebrei,era solo una delle leggi vergognose.
E' storia:israele ha soggiogato i palestinesi.
Accidenti ma ci siamo dimenticati i campi profughi ?
O quando Israele guardava compiaciuto i Siriani massacrare civili inermi.
Abbiamo dimenticato Sabra e Chatila,quando Ariel Sharon (credo fosse lui) fece deportare i maschi in grado di combattere sapendo che i Siriani non aspettavano altro che questo per entrare a massacrare donne,vecchi e bambini ?
Ho visto in TV il generale Angioni che piangeva nel raccontarlo.
Ora qualcuno è impazzito e fonda movimenti integralisti per distruggere Israele...toh,che strano !

secondo-l'odierno intervento di Israele,a dispetto di tutte le sue colpe in questa lunga vicenda,non solo è giustificato ma addirittura doveroso;il punto è che andava fatto in un modo diverso perchè c'è una enorme differenza tra colpevoli e innocenti,da entrambe le parti.
(che differenza c'è tra Hamas che vuole distruggere tutti gli ebrei,e Israele che vuole distruggere tutti i palestinesi ?)
Forse con omicidi mirati il diritto internazionale sarebbe stato fatto a pezzi,ma esistono cose che vanno fatte,a prescindere,a patto di esseere pronti ad assumersene la responsabilità a testa alta,e questa è una di quelle;e poi vi sembra che in questo modo invece il buon diritto sia salvo ?
Se non fosse stata considerata come nemica l'intera RAZZA palestinese,alla fine molti palestinesi avrebbe plaudito,magari in segreto,all'intervento che li liberava da un tale peso come Hamas.

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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 17/01/2009, 10:06

Stefano'62 ha scritto:(che differenza c'è tra Hamas che vuole distruggere tutti gli ebrei,e Israele che vuole distruggere tutti i palestinesi ?)
Forse con omicidi mirati il diritto internazionale sarebbe stato fatto a pezzi,ma esistono cose che vanno fatte,a prescindere,a patto di esseere pronti ad assumersene la responsabilità a testa alta,e questa è una di quelle;e poi vi sembra che in questo modo invece il buon diritto sia salvo ?

La differenza, enorme, è che la prima è una realtà mentre la seconda è una cosa inesistente, come gli accordi di Oslo con Arafat dimostrano e gli stessi palestinesi moderati sanno. La differenza è che ci sono sicuramente estremisti e fanatici in entrambi i campi (certe comunità di coloni, per esempio, anche se non tutte) ma Israele è stata in grado di gestire i coloni piu' oltranzisti, cacciandoli da Gaza con la forza, mentre sul fonte palestinese gli oltranzisti sono ora maggioranza ed i moderati hanno perso. La differenza è che il conflitto tra moderati in Israele, che è l'unica democrazia della regione, è politico, mentre quello in Palestina è sfociato in una sanguinosa guerra civile (400 morti, senza una parola ed un pensiero, direi) per la resa del potere. La differenza è che in Israele esiste un livello di libertà di stampa ed una qualità pluralista dell'informazione che è migliore di quella italiana (d'accordo che non ci vuole tanto) mentre nei paesi arabi ed a Gaza, sotto il tallone di Hamas il popolo è soggetto solo alla propaganda antisionista, che inizia nelle scuole fin da piccoli con un vero e proprio lavaggio del cervello. Dato questo non mi meraviglio dei sentimenti di tanti palestinesi, esasperati e sottoposti alla martellante propaganda di Hamas. Mi meravigliano invece coloro che abboccano qui.

Gli omicidi mirati sono stati una tattica perseguita anni fa, con lo sdegno e l'esecrazione della comunità internazionale e dei pacifisti. La tattica si è rivelata inutile. Ogni leader eliminato veniva sostituito. Ad ogni omicidio mirato seguiva l'immancabile catena di kamikaze prima e di missili poi.

Ciao,
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Il vero nemico dei palestinesi

Messaggioda franz il 17/01/2009, 10:38

HAMAS NON È IL POPOLO PALESTINESE
Chi ha dormito almeno una volta in un campo profughi palestinese sa che è una menzogna confondere il popolo palestinese con Hamas. Il colonialismo non ha solo il volto cinico e razzista dell' europeo predatore, ma può avere anche quello ipocrita, e comunque razzista, dell' europeo benevolo, dallo sguardo pietoso e indulgente verso altri popoli considerati incapaci di prendere in mano il proprio destino.

Così, i colonialisti dal volto umano non vogliono vedere la più evidente delle verità: una parte del popolo palestinese ha scelto di risolvere la propria condizione di oppressione usando gli strumenti della politica e del compromesso, un' altra parte, minoritaria, ha scelto la via della guerra totale, della nuova «soluzione finale» per gli ebrei in Medio Oriente e nel resto del mondo. Rimango sempre allibito quando sento dire che la condizione di occupazione (o in generale quella di oppressione o sofferenza) debba inevitabilmente sfociare in scelte radicali: non è vero.

È possibile invece esprimere altre posizioni e individuare altre vie: questo è il dibattito che ha attraversato la società palestinese in questi decenni e che trova nella nell' ANP e in Mahmoud Abbas la sua più avanzata rappresentazione. Del resto (smascheriamo un' altra manipolazione) la posizione rappresentata da Hamas non si può definire radicale, ma fanatica, razzista e totalitaria.

È ormai insopportabile sentir recitare il solito mantra che la pace fra israeliani e palestinesi non è stata raggiunta per responsabilità di «entrambe le parti»: dal 2000 la pace è in ostaggio della multinazionale dell' integralismo islamico e nessuno in questi anni ha realmente aiutato Al-Fatah a contrastare Hamas, anzi... Nel mondo musulmano importanti finanziatori hanno ingrassato Hamas a dismisura, in Europa politici e «attivisti», mascherati da campioni della realpolitik, hanno fatto di tutto per farci digerire il mostro integralista.

Questa, secondo me, la massima responsabilità dei manipolatori della parola più sacra ad ebrei e musulmani: pace. Quando Hamas si è impossessata di Gaza decimando per le strade i militanti di Al-Fatah, i loro dirigenti e i loro parenti, bambini inclusi, (www.youtube.com/watch?v=7_OGhj43GAE) nessun presunto «amico del popolo palestinese» ha fiatato, nessuno ha formato delegazioni di pacifisti o di parlamentari per fermare i golpisti e il loro eccidio fraterno. Così come non li abbiamo visti andare da Hamas a chiedere di smettere il lancio dei missili (... e a dire il vero non li abbiamo visti nemmeno protestare per altre tragedie in altre parti del mondo).

No. Il colonialista dal volto umano ha sempre la stessa risposta pronta: «poveretti bisogna capirli... hanno tanto sofferto» e quindi è loro concesso tutto. In realtà è a Hamas che concedono tutto, al popolo palestinese rimane solo una sanguinaria dittatura. Siamo ormai al paradosso: in Europa le strade si gonfiano di urla che confondono la tragedia palestinese con il disegno di Hamas, che vuole la tragedia, mentre nel mondo arabo si attende con ansia la caduta di Hamas, la cui sconfitta militare e politica potrà aprire nuovi scenari.

Immagino già la risposta, il solito mantra: la soluzione è politica! Certo, ma la soluzione politica ci sarà solo a condizione della sconfitta del ricatto militare. Chi crede nella violenza ha un suo codice culturale e psicologico: Hamas ha interpretato la pazienza di Israele come segno di debolezza. Dopo 8 anni di missili Israele non solo ha risposto, ma ha spiegato a Hamas, Hizb-Allah e Iran, che è ancora uno Stato solido e forte, che la loro violenza non paga.

Invece di raccogliersi ad Assisi per fare proclami sul destino del mondo, vadano i pacifisti a Sderot e a Gaza: spieghino loro a Hamas che la soluzione è solo politica. Spieghino che deve rinunciare alla violenza contro Israele, Al-Fatah e i palestinesi. Spieghino ai cittadini del sud di Israele che possono fare affidamento anche sull' opinione pubblica europea, e non solo su Tzahal.

Chi ha dormito almeno una volta in un campo profughi palestinese sa che è una menzogna confondere Hamas con il popolo palestinese: i bambini di Gaza non meritano né le bombe israeliane né il destino regalato loro dai carcerieri integralisti.
V. Magiar

(Victor Magiar è nato in Libia nel 1957. Venne costretto con la sua famiglia alla fuga in Italia nel 1967 a seguito del pogrom scatenato contro gli ebrei di Tripoli per fare loro pagare la sconfitta araba nella Guerra dei Sei Giorni.)
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stefano'62 il 17/01/2009, 11:49

franz ha scritto:Gli omicidi mirati sono stati una tattica perseguita anni fa, con lo sdegno e l'esecrazione della comunità internazionale e dei pacifisti. La tattica si è rivelata inutile. Ogni leader eliminato veniva sostituito. Ad ogni omicidio mirato seguiva l'immancabile catena di kamikaze prima e di missili poi.


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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stefano'62 il 17/01/2009, 12:22

Dimenticavo....quando ho scritto:
"che differenza c'è tra Hamas che vuole distruggere tutti gli ebrei e Israele che vuole distruggere tutti i palestinesi ?"
Con Israele intendevo dire le fazioni estremiste e a volte i governi,che con le loro azioni fanno sorgere il sospetto che abbiano effettivamente quell'obiettivo.
Il fatto di non aver mai dichiarato quell'intenzione,come invece ha fatto Hamas,non la esclude certamente.
"Se ha quattro zampe,miagola,cammina sui tetti e sembra un gatto....allora E' un gatto !"
Era dunque un'ipotesi,cui non ho mai veramente creduto in tutta sincerità,utile a far capire quanto sia folle e criminoso questo massacro indiscriminato.
Un carro armato ieri ha sventrato la casa di un noto medico,mentre era in diretta televisiva,facendo a pezzi tre ragazzine.
Durante la diretta nessuno ha sentito gli spari che secondo i carristi erano stati sparati al loro indirizzo da quell'abitazione.
Non ci fosse stato il collegamento il fatto sarebbe stato liquidato come l'ennesimo episodio in cui Hamas si fa scudo dei civili.
Quante altre volte hanno mentito su questo ?
O forse il telefono nelle mani del medico era una pericolosa arma ?
Metteremo il telefono nell'elenco delle armi pericolose (per chi le porta) insieme alla macchina fotografica di quel cronista italiano mitragliato da un carro armato.
Israele deve fare qualcosa per dimostrare di non essere come Hamas.
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda incrociatore il 17/01/2009, 12:44

guidoparietti ha scritto:Dunque, "soggiogare" significa mettere sotto il giogo, e il giogo era quello degli schiavi. E citando Freud che parlava di asservimanto il significato era ancor più chiaro.

a me sembra che insisti inutilmente su una cosa che ho già chiarito come la intendevo... ma vuoi fare il "professorino" ancora una volta... Non mi pare di interpretare in modo fuorviante la parola "soggiogare" se ad essa non necessariamente gli do il significato di "schiavizzare". Il giogo prima di essere strumento utilizzato anche per gli schiavi è strumento utilizzato dai contadini sui buoi... utilizzarlo sui vinti era, per i vincitori, un modo per umiliare e far capire chi comandava ai vinti... ma c'è una differenza sostanziale tra vinto e schiavo, almeno nelle guerre europee non nei casi delle guerre coloniali dove la cosa ha coinciso, che al vinto è riconosciuto lo status di persona... infatti il vincitore lo assoggetta alle sue leggi... nello schiavo la questione non si pone essendo considerato ne più ne meno che una cosa di proprietà.

Comunque, al di là dei bisticci lessicali io credo che sia più importante rimanere alle cose.

Io penso che un popolo obbligato a rispettare delle Leggi che non può concorrere a formare, né a modificare... costretto a muoversi entro spazi limitati e senza libertà... dove il fratello non può congiungersi con il fratello perché gli è impedito di attraversare determinate zone... dove la possibilità di come curarsi, come e quanto alimentarsi, cosa e quanto bere è condizionato alla disponibilità di qualcuno di far passare o meno da posti di blocco fisici che lo separano dal resto del mondo le medicine che crede o i polli che vuole e se i rubinetti dei pozzi devono stare aperti o chiusi... ecco, io penso che un popolo che vive così, viva soggiogato... se il termine pare inapproppriato se ne trovi un altro.

Devo dirti con tutta sincerità e senza acrimonia, Guido, che soffro il tuo modo di porti. Non per le tesi che sostieni (quelle, se il caso, le contesto e basta), ma per il modo nel quale tendi a dimostrarne la bontà attraverso lo screditamento o il dileggio di chi te le contesta o ne pone delle alternative. Così i ragionamenti dell'interlocutore diventano indegni (modo ipocrita di darlo all'interlocutore stesso che è improbabile che ci si aspetti smentisca quanto ha affermato)... oppure lo si associa alle inutili abitudini di un bambino capriccioso e viziato (un modo alternativo per dirgli come una volta veniva detto ai bambini: adesso smettila di importunare gli adulti e va a dormire senza cena)... oppure sali in cattedra per segnare più una tua superiorità intellettuale (come a, specularmente, lasciar intuire che lo siano anche le tesi da te sostenute) che per fornire migliori strumenti di comprensione... oppure, cosa più grave di tutte, forse, instillando sempre il sospetto della "malafede" degli altri, ma di questo, poi, sei troppo furbo e intelligente per lasciarti accusare senza costruirti la via d'uscita e allora ci metti un avverbio qua e là... "inconsapevolmente"... però intanto glielo hai detto. Permettimi questa osservazione (anzi buttala pure nel cesso come probabile sarà), te la faccio in amicizia... poi fai quello che ti pare.

Su resto che dire?

Credo di aver fatto e di continuare a fare uno sforzo per comprendere le ragioni degli uni e degli altri, ma mi trovo sempre accusato velatamente di faziosità o di "strabismo"... ho segnalato un'analisi di organizzazioni che non possono certo essere accusate di essere "filo qualche cosa"... certamente di non essere "anti-israeliane"... deduco che se tanti provano a leggere una realtà in un certo modo non possano essere tutti "strabici" anche se, come non riconoscerlo, la propria cultura, la propria storia influenza tutti... ma io questi dubbi li ho... non vedo sforzi tra chi la pensa diverso da me.

Io credo che, a questo punto tu e Francesco trovereste giustificazione anche a un video su YouTube che mostrasse Ehud Barack intento a coercitivamente sodomizzare un arabo... Me la immagino già: «e chi lo dice che non era d'accordo? l'audio del resto è pessimo... vedete sempre ciò che volete vedere» :D
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