Per nostra somma fortuna il genio della propaganda nazista, il Dottor Joseph Goebbels, non intuì la potenzialità della televisione. Altrimenti ai giorni nostri avremmo tutti i capelli biondi, gli occhi azzurri e i maschietti porterebbero regolarmente un paio di baffetti. Un maschio su tre si chiamerebbe Adolf.
Nel 1936 la televisione in Germania funzionava già, ma era appannaggio di soli pochi benestanti.
I giochi olimpici del 1936 a Berlino - Viaggio in Germania
www.viaggio-in-germania.de/olimpiadi-berlino-1936.html
Le olimpiadi del 1936 a Berlino furono uno dei più importanti eventi ... Prima del 1936 le televisioni esistevano solo a livello sperimentale e la radio era ... sono state seguite alla televisione da 4,8 miliardi di persone, cioè più della metà .... Ma nell'estate del 1936,nella "Hitlerjugend", la gioventù nazista, circolava una
Nel 1938 la televisione del Terzo Reich effettuava regolarmente due ore di programmazione al giorno. Se il Dottor Goebbels avesse intuito la potenzialità della pubblicità, il Terzo Reich sarebbe veramente durato mille anni. La potenzialità della pubblicità venne scoperta negli Usa negli anni ’40. In Italia la prima pubblicità apparve con Carosello. Si trattò di una pubblicità non invasiva. Anche perché veniva trasmesso quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00, tranne il Venerdì Santo e il 2 novembre. La pubblicità che seguì Carosello, portò alla distruzione di molti cervelli italiani. Oggi possiamo affermare tranquillamente che il pianeta è sottoposto ad una dittatura della pubblicità. In modo particolare negli ultimi vent’anni è diventata predominante la comunicazione alla Berlusconi. Contano solo le apparenze. Con questa tecnica si riescono ad abbindolare parecchi cervelli. Silvio Berlusconi esperto di marketing intuì per primo come si poteva tenere sotto scacco una nazione lavorando su meno della metà degli italiani
La truffa continua.
RENZI: PRONTI DUE MILIARDI DI EURO.
13/10/2014
Le ditte: “Fateci fare i lavori, rischio serio”. Era il 5 agosto.
LA LETTERA indirizzata al premier Matteo Renzi il 5 agosto scorso dai legali delle ditte che dovevano occuparsi della messa in sicurezza del torrente Bisagno, rimasta in un cassetto di Palazzo Chigi senza risposta alcuna, inchioda il governo alle proprie responsabilità. “Tutti i ricorsi sono stati respinti. Nulla osta ad un avvio effettivo dell’incarico. Gli ultimi eventi alluvionali hanno evidenziato le criticità idrogeologiche del territorio di Genova e della Regione e – con l’avvicinarsi della stagione autunnale – rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di riaccendere la tragedia del novembre 2011”. Puntualmente la tragedia, infatti, si è presentata. Il contenuto della lettera è stato rivelato dal Tgla7 nell’edizione di sabato sera e pubblicato già sul Fatto Quotidiano di ieri. Come se niente fosse, però, il premier Renzi ieri è ovviamente intervenuto sulla tragica alluvione di Genova, senza far minimamente riferimento alla questione. Silenzio di tomba sul tema.
“Vedo i ragazzi che spalano il fango – ha scritto il premier su Facebook – dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli”. Insomma, cavilli, burocrazia e ritardi. Ma ritardi di chi? Incurante del ridicolo Renzi continua: “E assicuro ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l’impegno economico del Governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore”: promette 2 miliardi per il dissesto idrogeologico in tutta Italia. Ci mancherebbe pure non lo facesse. Ma insiste: “C’è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l’unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini”. Ecco, appunto.
Da Il Fatto Quotidiano del 13/10/2014.