Ve lo ricordate il 14 ottobre del 2007, la nascita del PD? Non credo serva spendere molte parole per descrivere delusioni e dilagante rassegnazione. Ma c'è anche chi non si è rassegnato allo sconforto. Da lì si potrebbe ripartire. Tuttavia assistiamo ad una serie di iniziative, movimentini e microassociazioni, autoconvocati, iniziative varie che si propongono di incidere sulla strada e sul corpo del PD. Peccato che il problema sia proprio questo, quello di un corpo che non c'è o che è ancora largamente da costruire.
La fotografia la ha ben fatta Bersani nel corso della Direzione tenuta nel dicembre 2008 quando ha detto (cito a memoria): abbiamo tanto discusso su quando fare il Congresso ma non ci siamo chiesti se siamo in grado di farlo. Alludendo ai ritardi nelle iscrizioni e, in tante zone, alla stessa costituzione dei Circoli.
Ora, visto il ritardo accumulato, la domanda sorge spontanea: ce la fa questo PD a strutturarsi e insediarsi nei territori senza un aiutino dal basso? Possiamo anche avere opinioni diverse sul perchè non ce la fa, sulla maggiore o minore importanza di questo o quel motivo. Ma sarebbe importante se capissimo tutti che quel tipo di aiutino per dare corpo al partito non viene dal moltiplicarsi di associazioni e iniziative, orientate alla ricerca di affinità sempre più selezionate; e che potrebbe invece venire da un lavoro territoriale di aggregazione, in ambiti ristretti, quelli nei quali ognuno di noi ha effettivamente relazioni, assumendo ed anzi facendo leva sulle diversità, tutte quelle che si raccolgono entro i confini di valori e intenti che qualificano il partito democratico.
Bene. Il concetto di ricostruire corpo dal basso, di ricostruire un processo di effettiva partecipazione e rappresentanza, è probabilmente da moltissimi considerata una buona cosa. Ma già sento parecchi interrogativi. Vediamo se sono gli stessi che mi pongo anch'io e se le risposte che mi do possono funzionare.
1) E' possibile che un processo di quel tipo possa nascere sul contributo di persone che indubbiamente hanno nel cuore e nella mente la volontà di un impegno ma che sono persone normali, con tutti i loro impegni di lavoro e famigliari, e che quindi hanno ben poco tempo da dedicare ?
2) Come si raccorda lo svilupparsi di queste cellule democratiche con la struttura del partito, con la sua parte più vicina, il Circolo locale del PD? E cosa succede se il Circolo non è stato ancora costituito o è dormiente?
3) Come si garantisce che queste cellule non divengano basi per politicanti, meccanismi di clientela invece che fucine di buona politica?
4) una cellula democratica ha solo un rapporto locale? Può essere portatrice di domande e iniziative generali nel partito, in che modo e in che limite? Quali relazioni tra le cellule si possono immaginare, di che tipo?
5) quali potrebbero essere i tempi di questo processo, quali dovrebbero essere per stare nella fase politica del 2009?
Secondo voi ci sono altre domande significative?
Nei prossimi messaggi cercherò anch'io di dare risposte, partendo dalla mia situazione concreta, cioe' con l'approccio mentale di uno che si propone di provarci e che quindi ragiona sui problemi che immagina di trovare, sulle domande che pensa di incontrare.