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Non una parola, non un pensiero...

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Paolo65 il 08/01/2009, 10:59

Le immagini che fanno vedere bambini straziati e famiglie distrutte dovrebbe stimolare soprattutto chi è in conflitto,e fargli valutare se non sia meglio trovare altre strade che non ammazzarsi a vicenda.

Trovo molto strano chiedere a noi una "sensibilità superiore" di chi provoca o subisce tragedie come queste.

Neppure un razzo andato male e caduto su delle bambine palestinesi,ad esempio,ha stimolato la sensibilità di chi provoca queste tragedie.

Oggi sono iniziati anche i lanci dal Libano che potrebbero portare ad un estenzione del conflitto.

Di fatto la situazione è questa: se non si arriva ad una diversa politica da parte di Hamas ed Hezbollah, vedremo per anni altri scenari drammatici come questi.

Da parte mia,proprio perchè mi stanno a cuore le vittime innocenti,spero che la comunità internazionale appoggi definitivamente Israele e costringa la controparte a farla finita con attacchi indiscriminati per tornare al tavolo delle trattative.

Non c'è altra via se non questa....o meglio c'è anche quella proposta da Ahmadinejad, che però non condivido,anzi mi fa inorridire.

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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 08/01/2009, 11:56

E poi ci chiederemo perchè mai ci odiano tanto?
Robert Fisk
07 gennaio 2009




E così, ancora una volta, Israele ha aperto le porte dell'inferno ai Palestinesi. Quaranta rifugiati civili uccisi in una scuola dell'ONU, altri tre in un'altra. Non male per una notte di lavoro a Gaza per l'esercito che crede nella "purezza delle armi". Ma perchè dovremmo esserne sorpresi?

Abbiamo dimenticato i 17500 morti - quasi tutti civili,molti di loro donne e bambini - durante l'invasione israeliana del Libano dell'82?
I 1700 civili Palestinesi morti nel massacro di Sabra e Chatila?

Il massacro di 106 civili Libanesi nella base ONU di Qana nel 1996, dei quali più della metà erano bambini?

Il massacro di Marwhain nel 2006 di rifugiati cui fu ordinato di lasciare le proprie case per poi essere massacrati da un elicottero israeliano?

I 1000 morti a seguito dei bombardamenti e dell'invasione del Libano del 2006, quasi tutti civili?

Ciò che è stupefacente è che molti leaders occidentali,molti primi ministri e, ho paura, molti editorialisti e giornalisti, hanno comprato le stesse vecchie bugie e cioè che gli israeliani pongano molta attenzione nell'evitare vittime civili.

"Israele compie ogni sforzo possibile per evitare vittime civili" ci diceva un ambasciatore israeliano solo poche ore prima del massacro di Gaza e ogni presidente e primo ministro che ripeta questa menzogna come una scusa per evitare un cessate-il-fuoco ha il sangue del macello dell'altra notte sulle sue mani.

Se G.W.Bush avesse avuto il coraggio di richiedere un immediato cessate-il-fuoco 48 ore prima,quei 40 civili,vecchi,donne e bambini, sarebbero ancora vivi.

Quello che è successo non è vergognoso. E' una disgrazia. Sarebbe troppo forte descrivere tutto ciò come Crimine di Guerra? E' così che chiameremmo questa atrocità se l'avesse commessa Hamas. Un Crimine di Guerra, mi dispiace, questo è stato. Dopo aver testimoniato così tanti omicidi di massa commessi dagli eserciti del Medio Oriente -da parte dei Siriani, degli Iracheni, dagli Iraniani, dagli Israeliani - suppongo che il cinismo dovrebbe essere la mia reazione.

Ma Israele afferma che sta combattendo la nostra guerra contro il "terrore internazionale". Gli israeliani affermano che a Gaza stanno combattendo per noi, per i nostri ideali occidentali,per la nostra sicurezza,per i nostri standard di vita. Così anche noi siamo complici del comportamento selvaggio visto a Gaza.

Ho annotato le scuse che l'esercito israeliano ci ha servito nel passato per questi oltraggi. Siccome queste possono essere riproposte nelle prossime ore,eccone alcune: che i Palestinesi hanno ucciso i loro stessi rifugiati, che i palestinesi hanno estratto corpi dai cimiteri per posizionarli tra le macerie,che infine i Palestinesi sono da condannare perchè sostengono una fazione armata o perchè deliberatamente usano innocenti rifugiati come copertura.

Il massacro di Sabra e Shatila è stato commesso dai Falangisti Libanesi di estrema destra alleati di Israele,mentre le truppe israeliane, come proprio una commisione d'inchiesta israeliana ha rivelato,per 48 ore sono state a guardare e non hanno fatto nulla.

Quando Israele fu accusato di ciò, il governo di Menachem Begin accusò il mondo di assurda diffamazione.

Dopo che l'artiglieria israeliana sparò contro una base ONU a Qana nel 1996, gli israeliani affermarono che cecchini di Hezbollah si erano rifugiati nella base. Era una menzogna. I più di mille morti del 2006 - una guerra cominciata quando Hamas rapì due soldati israeliani ad un posto di frontiera - furono semplicemente scaricate come responsabilità di Hezbollah.

Israele affermò che i corpi dei bambini uccisi in un secondo massacro di Qana sarebbero stati in realtà dissotterati da una tomba. Era un'altra menzogna.

Per il massacro di Marwahin non vi fù alcuna scusa. Alla gente di quel villaggio fu ordinato di lasciarlo e, una volta obbedito agli israeliani, furono attaccati da una nave da guerra israeliana. I rifugiati presero i loro bambini e li posizionarono attorno al camion sul quale stavano viaggiando così da mostrare ai piloti israeliani che era un convoglio pacifico. Quindi un elicottero israeliano si posizionò su di loro e li mitragliò tutti. Solo due sopravvissero fingendosi morti. Israele non si scusò mai per questo.

12 anni prima,un altro elicottero israeliano attaccò un'ambulanza che trasportava civili da un villaggio vicino - ancora una volta fatti evacuare su ordine israeliano - ed uccise tre bambini ed una donna. Gli israeliani affermarono che un combattente Hezbollah era nell'ambulanza. Non era vero. Ho seguito di persona tutte queste atrocità,ho investigato su tutte loro, parlato con i sopravvissuti. E così hanno fatto molti miei colleghi. Il nostro destino fu quello di ricevere l'accusa più infamante: quella di essere antisemiti.

Ora scrivo ciò che segue senza il minimo dubbio:sentiremo ancora queste scandalose fabbricazioni.

Avremo la menzogna "è colpa di Hamas" e potremmo avere ancora la scusa "i corpi sono stati estratti dai cimiteri", quasi sicuramente avremo la menzogna "Hamas si nascondeva nella scuola" e sicuramente avremo la menzogna "siete antisemiti". E sicuramente i nostri leaders sbufferanno e rivolgendo gli occhi al cielo ricorderanno al mondo che "Hamas ha rotto la tregua".

No, non lo ha fatto. Israele lo ha fatto;prima il 4 novembre quando i suoi bombardamenti uccisero sei Palestinesi a Gaza ed ancora il 17 Novembre allorchè un altro bombardamento ne uccise altri 4.

Si, gli israeliani meritano sicurezza. 20 israeliani morti in 10 anni nelle cittadine attorno a Gaza è effettivamente una triste situazione.

Ma 600 Palestinesi uccisi in una sola settimana e migliaia dal 1948 in poi - da quando cioè il massacro di Deir Yassin diede inizio all'espulsione dei Palestinesi da quella parte di territorio che sarebbe poi diventata Israele - è su una scala leggermente differente.

Questo richiama alla mente atrocità di livello simile a quelle riscontrate nelle guerre balcaniche del 1990.

E certo,quando un arabo si lancerà con irrefrenabile furia e riverserà la sua cieca rabbia contro l'occidente, noi diremo che non ha nulla da spartire con noi. Perchè ci odiano così tanto, ci chiederemo? Ma lasciateci dire che, davvero, non ne conosciamo la risposta.


Sir Robert Fisk

Fonte > The Independent | 7 gennaio


http://www.independent.co.uk/opinion/co ... 30046.html
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Paolo65 il 08/01/2009, 12:41

Saremo tutti fessi o filosionisti,ma sin dal 1948 la guerra l'hanno iniziata gli arabi non accettando la decisione dell'ONU.

Nessuno è tanto ottuso da non aver capito che anche Israele ha le sue responsabilità,ma da lì ad affermare che la controparte sia piena di agnellini e vittime e fuori luogo.

Stevin parla del perchè ci odiano,ma dimentica che anche gli israeliani hanno tutto il diritto di odiari i propri vicini per quello che hanno fatto loro.

Tanto le parole contano poco: o Hamas si adegua o finirà male per loro e per molti civili innocenti.

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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda ranvit il 08/01/2009, 13:11

Ma....cosa propone Stevin/Fisk?
Vediamo....

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 08/01/2009, 14:05

ranvit ha scritto:Vorrei aggiungere che in guerra le vittime "innocenti" sono inevitabili : la guerra o si fa o non si fa.
Sarebbe meglio non farla. Ma per non farla bisogna che entrambe le parti operino pacificamente.
...
Ps Nessuno mi risponde sulla incapacità dei palestinesi....inteso come classi dirigenti...di darsi da fare per migliorare le condizioni di vita del proprio popolo. Lavorando, non mettendo nella propria costituzione la volontà di distruggere un Paese confinante!

1) sulle vittime "innocenti" va detto che queste crescono a dismisura se uno dei due belligeranti sceglie le città (in spregio alle convenzioni internazionali) come punto di forza e difesa (scudi umani). Qui va pero' detto che non è che i palestinesi abbiano grandi scelte. Ovunque siano (dentro israele, dentro i territori occupati, dentro appositi campi nei paesi arabi) sono confinati, reclusi, impossibilitati a muoversi. Essendo reclusi è chiaro che solo li' dentro possono muoversi, attaccare e difendersi. Puntualizzando ulteriormente va detto che comparando le condizioni di vita nei tre confronti possibili (i palestinesi che vivono dentro Israele [che sono il 20% della popolazione di quello stato], quelli che vivono nei territori occupati e quelli che vivono nei campi profughi dei paesi arabi) le condizioni di vita vanno via via peggiorando passando dal primo all'ultimo dell'elenco. Gli arabi in Israele sono quelli messi meglio tra tutti, poi vengono quelli nei territori occupati (ed oggi in gran parte autonomi) ed infine la sorte peggiore capita a quelli, in libano, in Iraq, in syria. Quelli in giordania furono sterminati ai tempi del famigerato "settembre nero" ... che se lo avesse fatto Israele oggi ancora gli antisionisti ce la canterebbero ogni giorno pari ed ogni giorno dispari, come fanno per sabra e shatila, che fu pero' condotto dalle milizie cristiane libanesi.
Il fatto quindi atroce che non buca i media votati all'antisionismo è che le condizioni di vita disumane per i palestinesi sono quelle inflitte dagli arabi, non certo da Israele.
2) sulle condizioni di vita .... basta saper usare google earth e vedere la differenza di colore tra le terre gestite dagli israeliani (verde) e quelle da loro non gestite (color sabbia). Eppure gli arabi moderati sanno anche loro fare altrettanto, infatti basta un po' di pazienza e google earth per vedere come l'Arabia Saudita ha saputo dare vita al deserto per migliaia km quadrati. Ma gli integralisti preferiscono usare risorse per comprare missili da lanciare contro Israele. Loro non capiscono perchè sono prigionieri della loro "visione tunnel", al pari dei 4 gatti che qui da noi li appoggiano "a prescindere".

Ciao,
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Paolo65 il 08/01/2009, 14:17

La politica palestinese è stata sempre quella del tanto peggio tanto meglio.

Neppure Arafat dopo qualche tentativo è riuscito a liberarsene.

Oggi solo Abu Mazen ,in modo cauto ma responsabile, sta avviando un processo di pace realistico,ma è bloccato di fatto dalla divisione palestinese messa in atto da Hamas.

Franz fa bene,ma inutilmente,a ricordare come si sono comportati i paesi arabi con i palestinesi. Inutilmente perchè tanto quelle pagine nere alcuni non le vogliono leggere nè affrontare; a costoro basta sparare a zero contro Israele per essere felici e soddisfatti.

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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda mauri il 08/01/2009, 17:20

la vita è un bene inestimabile, chiunque uccide per quanto giusta sia la causa è un criminale
le ultime notizie,mauri


Gaza, agenzia Onu sospende soccorsi per rischio attacchi Israele
Reuters - 08/01/2009 15:46:28
GAZA, 8 gennaio (Reuters) - Un'agenzia delle Nazioni Unite ha detto oggi di aver sospeso le operazioni di soccorso nella striscia di Gaza a causa dei rischi posti dalle forze israeliane sul territorio.

"Unrwa ha deciso di sospendere tutte le operazioni nella striscia di Gaza a causa delle crescenti azioni ostili contro le sue strutture e il suo personale", ha detto Adnan Abu Hasna, portavoce a Gaza per la United nations relief and works agency (Unrwa).

Il portavoce non ha specificato quanto durerà la sospensione.
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 08/01/2009, 17:36

ranvit ha scritto:Ma....cosa propone Stevin/Fisk?
Vediamo....

Vittorio


Proponiamo intanto di smetterla di ripetere assurdità messe in circolazione da disinformatori di professione.

Ormai dovrebbe essere chiaro un punto: il progetto sionista non ha mai previsto e mai prevedrà di dividere la terra con nessuno. Fin dal 1895 sono state messe in ato azioni, inizialmente dplomatiche e commerciali, per trasportare tutti gli Arabi in Egitto e in Giordania. Sono stati acquistati terreni e edifici con le ingenti somme messe a disposizione dei Rotschild e dei Warburg. Dopo qualche decennio, anche i massacri sono stati aggiunti alla ricetta.
L'unica idea di Stato Palestinese che piace ai leader sionisti è quello di riserve indiane in mezzo alle discariche, destinate a scomparire nel tempo. E' un po' quello che ha accettato Abu Mazen.
Fino a qualche tempo fa faceva comodo Hamas (che Israele ha aiutato a nascere) poichè era un valido bastone tra le ruote all'OLP di Arafat che è andata vicino (più o meno) alla creazione di un vero Stato Palestinese.
Adesso che Arafat non c'è più ed è stato sostituito dal fantoccio Abu Mazen, Hamas è rimasto l'unico interlocutore in Palestina che non riconosce lo Stato sionista, mantenendo aperto il problema.
Molti analisti, anche Ebrei, anche ex-sionisti cominciano a dire che i Palestinesi devono soltanto sopravvivere poichè l'idea di Sato Ebraico sta iniziando a vacillare.
Anche lo stesso Olmert l'ha lasciato intendere.

Ma ne parliamo dopo.

Adesso, dedicato a Vittorio che mi chiedeva se sono stato a Gaza, un articolo di un inviato del Times online che a Gaza c'è stato eccome, che ridicolizza le vostre assurdità su Hamas che mangia i bambini.

Buona lettura .

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DI WILLIAM SIEGHART
Times on line

Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.

La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci.

Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese.

Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti.

Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele?

La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l'incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo.

La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un'opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti.
v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d'Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese.
v E' essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell'impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese.

Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no.

La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri).

La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l'Occidente. E' un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l'ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni.

La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell'orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane.
v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall'Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all'apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace.

Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni.

Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente?

E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda?

E' stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei.

William Sieghart
Fonte: http://www.timesonline.co.uk
Link: http://www.timesonline.co.uk/tol/commen ... 420584.ece
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 08/01/2009, 19:17

Stevin ha scritto:Adesso, dedicato a Vittorio che mi chiedeva se sono stato a Gaza, un articolo di un inviato del Times online che a Gaza c'è stato eccome, che ridicolizza le vostre assurdità su Hamas che mangia i bambini.

No, hamas non mangia i bambini, ma fa di peggio, usandoli come scudi umani.

Poi se questo, che posto dopo, è il frutto della dirigenza politica piu' illuminata del pianeta, preferisco tenermi i nostri ignorantotti e burini :-) politicanti italiani.

Hamas ha recentemente approvato un disegno di legge islamista che introduce frustate, taglio di arti ed esecuzioni capitali per impiccagione e crocifissione come pene standard nel codice penale in vigore nella striscia di Gaza. Ne ha dato notizia mercoledì il quotidiano pan-arabo edito a Londra al-Hayat....Il disegno di legge autorizza inoltre i tribunali a comminare il taglio di arti, per lo più quello della mano destra, a danno di chi venga riconosciuto colpevole di furto in flagranza di reato.

Se questo è il modo digestire la sicurezza, si' forse a Gaza si sentiranno piu' sicuri con Hamas e magari si potrebbe provare anche da noi, magari su chi occupa le case, blocca le strade, fa gli espropri proletari (eufemismo per "furto"). Mano destra e sinistra.

Ciao,
Franz

PS: essere laureato non è che voglia poi dire molto. Anche molti brigatisti rossi lo erano.
Si devono vedere i risultati, non il titolo di studio.
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