La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Diritti umani, informazione e comunicazione

Informazioni aggiornate periodicamente da redattori e forumisti

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 17/01/2014, 14:23

Cina: Liu Xiaobo e Liu Xia devono essere liberati immediatamente!
Data di pubblicazione dell'appello: 16.01.2014 Status dell'appello: aperto
Campagna Individui a rischio

Liu Xiaobo, Nobel per la pace nel 2010, sta scontando una condanna a 11 anni per "incitamento alla sovversione dei poteri dello stato". E' stato condannato dalla corte municipale di Pechino il 25 dicembre 2009, dopo un processo di due ore tenutosi due giorni prima per avere elaborato Carta 08. Sua moglie, Liu Xia, poetessa e artista, è agli arresti domiciliari illegali a Pechino. Sono difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza.

Nel 2010 Liu Xiaobo e sua moglie Liu Xia si sono incontrati nella prigione di Jinzhou, provincia del Liaoning, per un'ora. Al momento dell'incontro, Liu Xiaobo è scoppiato a piangere e ha dedicato il premio Nobel a tutti coloro che hanno sacrificato le loro vite alla battaglia non violenta per la pace, la democrazia e la libertà. Il personale della prigione aveva già informato, il 9 ottobre, Liu Xiaobo del premio assegnatogli.

Liu Xia è stata riaccompagnata a Pechino, dove è stata sottoposta a un provvedimento illegale di arresti domiciliari. Si tratta di una pratica comune per i coniugi dei difensori dei diritti umani; mentre Chen Guangcheng era in prigione, anche sua moglie Yuan Weijing è stata tenuta sotto stretta sorveglianza nella sua abitazione. Lo stesso è accaduto a Zeng Jinyan, moglie di Hu Jia, attivista e difensore dei diritti umani.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute di Liu Xia sono peggiorate visibilmente. Si teme che stia soffreddo a causa di una grave depressione dovute alla detenzione del marito e ai suoi arresti domiciliari illegali.

http://www.amnesty.it/nobel_Liu_Xiaobo

Tutti gli appelli qui:

http://www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html

16/01/14 - Cina: Liu Xiaobo e Liu Xia devono essere liberati immediatamente!
Liu Xiaobo e Liu Xia© Archivio privato
Liu Xiaobo, Nobel per la pace nel 2010, sta scontando una condanna a 11 anni per "incitamento alla sovversione dei poteri dello stato". Sua moglie, Liu Xia, poetessa e artista, è agli arresti domiciliari illegali a Pechino. Sono difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza, devono tornare in libertà.

16/01/14 - Azione urgente - Sudan/Darfur: studente a rischio tortura
MAke some noise for Darfur©Amnesty International
TajeldinAhmed Arja è detenuto in isolamento dal 24 dicembre 2013. È stato arrestato dalle guardie presidenziali dopo aver apertamente criticato i presidenti delCiad e del Sudan durante una conferenza. Rischia la tortura e altri maltrattamenti.

14/01/14 - Appello - Cina: ancora nessuna giustizia per Gao Zhisheng
Gao_Zhisheng © Hu Jia
Gao Zhisheng è uno degli avvocati per i diritti umani più stimati in Cina. Dal 2006 è perseguitato dalle autorità a causa del suo lavoro in favore dei più deboli. Firma il nostro appello per chiederne il rilascio immediato e partecipa alla nostra azione di solidarietà!

13/01/14 - Appello - Federazione russa: fermare gli attacchi alla società civile
manifestazione a San Pietroburgo ©Olga Maltseva/AFP/Getty Images
A un anno dall'elezione di Vladimir Putin alla presidenza della Russia, i diritti fondamentali sono gravemente minacciati dall'introduzione di leggi che limitano le libertà civili e politiche.

13/01/14 - Azione Urgente Honduras: lavoratrici del mercato del sesso prese di mira e uccise
colpi di pistola contro la parete di una casa© Archivio privato
Nove omicidi di lavoratrici del mercato del sesso si sono verificati in città di San Pedro Sula dall'inizio di dicembre. E' necessario e urgente avviare indagini approfondite su questi attacchi.

10/12/13 - Azione chiusa Usa: uomo rischia l'esecuzione dopo 38 anni nel braccio della morte

7 gennaio 2014: la condanna a morte di Askari Abdullah Muhammad è stata eseguita con iniezione letale.

22/11/13 - Siria/Giordania: fermiamo la violenza sessuale nel campo di Zaatari
Famiglia siriana nel campo di Zaatari ©Khalil Mazraawi/AFP/Getty Images
Dallo scoppio della rivolta siriana, a metà marzo 2011 oltre due milioni di persone hanno lasciato la Siria per sfuggire alle violazioni dei diritti umani Nel campo di Zaatari, in Giordania, in media ogni mese, tre-cinque donne segnalano violenza sessuale o di genere.

10/10/13 - Appello chiuso 10 ottobre: Giornata mondiale contro la pena di morte
simulazione di un'esecuzione ©AI
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte 2013, Amnesty International chiede alle autorità delle Barbados e a Trinidad e Tobago di abolire le misure che richiedono l'imposizione della pena di morte con mandato obbligatorio.

10/10/13 - Kenya: fermare gli sgomberi forzati

Ogni persona ha diritto a un alloggio adeguato. Oltre la metà della popolazione di Nairobi, in Kenya, vive in insediamenti abitati precari e rischia di essere sgomberata senza le necessarie tutele legali. Firma subito!

30/08/13 - Appello chiuso Giornata internazionale degli scomparsi: in Siria tante famiglie vivono nell'angoscia e nella disperazione
Giornata internazionale degli scomparsi ©AI
Dall'inizio delle proteste scoppiate in Siria nel febbraio 2011, migliaia di presunti oppositori del governo sono stati detenuti arbitrariamente.

30/08/13 - Egitto: i leader politici devono condannare la violenza sessuale
Amnesty International Irlanda
Mentre il mondo si concentra sulla situazione politica in Egitto, un'ondata di violenza sessuale nei confronti delle donne è passata praticamente inosservata.

02/08/13 - Appello chiuso - Pussy Riot: liberate Nadia e Masha!
Manifestazione in favore delle Pussy Ryot ©AI
18 dicembre 2013: le Pussy Riot vengono rilasciate a seguito di un'amnistia proposta del presidente Putin, e approvata dalla Duma, in occasione dei 20 anni della Costituzione russa post-sovietica.

08/07/13 - Azione urgente chiusa - Bielorussia: un altro condannato a morte
simulazione di un'esecuzione ©AI
Il 12 giugno, un uomo di 23 anni è stato condannato a morte per duplice omicidio nella Bielorussia occidentale. E' ora di dire basta alla pena di morte.

04/07/13 - Iran: stop ai maltrattamenti delle attiviste della campagna Un milione di firme
attiviste della Campagna per l'uguaglianza ©AI
Numerose attiviste vengono arrestate e minacciate a causa della loro azione in difesa dei diritti delle donne. Amnesty chiede il rilascio di tutte le attiviste detenute e il rispetto dei diritti delle donne. Firma l'appello e partecipa alla nostra azione di solidarietà!

21/06/13 - Azione chiusa Russia:approvato disegno di legge discriminatorio nei confronti delle persone Lgbti!
marcia lgbt, Russia © Charles Meacham /Demotix
Il 30 giugno 2013 il presidente Putin ha promulgato la legge. Grazie a quanti hanno firmato l'appello.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 14/02/2014, 18:12

http://www.amnesty.it/qatar-abuso-migranti

Stop all'abuso dei lavoratori migranti in Qatar! (appello)

http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-L ... v4-a2J5PTp

...
La Carta di Lampedusa afferma la necessità dell’immediata abrogazione dell’istituto della detenzione amministrativa e la chiusura di tutti i centri, comunque denominati o configurati, e delle strutture di accoglienza contenitiva - siano essi legalmente istituiti secondo leggi vigenti, o semplici decreti e regolamenti, o informalmente preposti alla detenzione e al confinamento delle persone - e la conversione delle risorse fino ad ora destinate a questi luoghi a scopi sociali rivolti a tutti e a tutte.

Sottoscrivi La Carta di Lampedusa


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 05/03/2014, 15:26

Prigionieri di coscienza - Tunisia

Il 4 marzo 2014, a seguito di una grazia presidenziale, è stato scarcerato Jabeur Mejri, che stava scontando una condanna a sette anni e mezzo di carcere per aver pubblicato, nel 2012, sulla sua pagina Facebook, disegni del profeta Maometto giudicati blasfemi. Amnesty International aveva adottato Mejiri come prigioniero di coscienza e aveva raccolto decine di migliaia di firme in suo favore nel corso della maratona Write for Rights 2013.

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... agina/6879

(al link è presente un video)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 05/03/2014, 20:02

Italia: fermiamo la violenza contro le donne!
Data di pubblicazione dell'appello: 21.02.2014 Status dell'appello: aperto
Campagna "Diritti umani in Italia"

Ogni anno, in Italia, oltre 100 donne vengono uccise per mano di un uomo. In circa la metà dei casi il responsabile è il partner o l'ex partner e solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla donna.

Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne è una delle 10 richieste contenute nell'Agenda in 10 punti per i diritti umani che Amnesty International Italia ha presentato a tutti i candidati e leader di coalizione, nell'ambito della campagna "Ricordati che devi rispondere", nel corso dell'ultima campagna elettorale. Tale richiesta è stata sottoscritta da 117 parlamentari.

Dopo aver ratificato,il 19 giugno 2013, la Convenzione di Istanbul, l'8 agosto il governo ha approvato un decreto legge contenente una serie di misure repressive nonché di tutela delle vittime della violenza avvenuta (poi convertito in legge conmodifiche dalla L. 119/2013 del 15 ottobre 2013), riconoscendo in questo modo l'esistenza di una situazione grave ma non ancora adeguatamente affrontata.

Se è vero che la nuova legge compie un innegabile passo in avanti in tema di lotta alla violenza contro le donne in Italia, si rileva tuttavia come alcuni standard richiesti sia dalla Convenzione di Istanbul, sia dalle raccomandazioni della Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e sia dal Comitato sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne non siano ancora stati raggiunti. In particolare, se è vero che la netta centralità degli strumenti di prevenzione e protezione rispetto a quelli repressivi appare molto chiara nel testo della Convenzione di Istanbul, questo non accade nel testo di legge italiano, dove l'attenzione viene data più a quell'aspetto punitivo caratteristico dei decreti legge, che appunto sono strumenti idonei ad arginare una situazione di crisi, ma poco adatti al concepimento di politiche a lungo termine di prevenzione e sensibilizzazione sociale, che richiederebbero invece un'ampia discussione parlamentare.

Forti dubbi risiedono inoltre sull'entità delle risorse economiche dedicate al piano d'azione straordinario previsto all'art. 5 della legge di conversione, con tutta probabilità non sufficienti a garantire gli obiettivi prefissati dal testo stesso.

Si noti poi come ancora manchi in Italia un'istituzione nazionale indipendente per i diritti umani con una sezione dedicata ai diritti delle donne in grado di vigilare sul fenomeno (sul punto si pronuncia espressamente la relatrice speciale delle Nazioni Unite, Rashida Manjoo, al punto 94, lett. b) del rapporto 2011.

Inoltre, come sottolineato dalla Convenzione di Istanbul e dalla relatrice speciale, appare senz'altro di importanza cruciale la previsione di un sistema di raccolta di dati statistici (disaggregati), attraverso l'attuazione dell'art. 5, lett. h della legge di conversione che riescano a garantire raccolta e analisi standardizzate e periodiche che ancora mancano nel nostro paese.

(appello da firmare)

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... 6854/P/100


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 10/03/2014, 15:52

http://www.ilpost.it/2014/03/05/save-th ... ambina-uk/

Come si vivrebbe nel tuo paese se ci fosse la guerra? Dal punto di vista dei bambini. Un secondo al giorno. (video)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 13/03/2014, 12:28

http://www.globalist.it/Secure/Detail_N ... 14&typeb=0

Insulti razzisti: una squadra di immigrati marocchini si ritira
«Tornate a casa marocchini di m...» hanno gridato dagli spalti ai giocatori del Casablanca di Forlì. L'arbitro non ha preso provvedimenti. «Non sopportiamo più queste offese».


giovedì 13 marzo 2014 11:01


Ogni fine settimana è sempre la stessa storia: in campo arrivano gli insulti razzisti. E così il Casablanca, squadra composta da immigrati marocchini che gioca nei campionati amatoriali dell'Uisp di Forlì, ha deciso di ritirarsi dal campionato.

L'ultimo episodio, quello che ha portato la squadra ha prendere la decisione, è arrivata sabato scorso: "Tornate a casa marocchini di m...', ha gridato uno degli avversari, durante la partita contro il Club juventinità di Forlimpopoli, vinta per 3-0 dal Casablanca. I giocatori hanno immediatamente avvertito l'arbitro, ma non è stato preso nessun provvedimento, anche per questo è arrivata la decisone, come ha raccontato Rachid Hansal, 41 anni, capitano della squadra, con un passato nella serie A marocchina e qualche presenza in nazionale.

Quello di sabato sarebbe, secondo il capitano del Casablanca «l'ultimo di una lunga serie di insulti a sfondo razziale. Purtroppo quasi ogni sabato è così. Non ne possiamo più. E adesso non giochiamo più. Abbiamo fatto anche un esposto alla Uisp, citando il nome dell'autore di quella frase. Di certo offese così non ne sopporteremo più. Era giunto il momento di fare qualcosa. Di prendere una decisione forte. E l'abbiamo presa». Così, da sabato prossimo, il Casablanca non scenderà in campo.


******

Io invece continuerei a fare giocare la squadra, ma invece degli esposti farei partire una raffica di denunce penali: contro noti ed ignoti. E chiederei esplicitamente alle squadre "maggiori" e alle istituzioni di prendere una posizione netta.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Denunciare e boicottare l'Uganda

Messaggioda flaviomob il 15/03/2014, 17:54

Notizia Flash: “pollice verso” per i diritti omosessuali in Uganda

È notizia recentissima, pubblicata sulle maggiori testate italiane e internazionali, che il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha sancito lo scorso 24 febbraio l’approvazione della legge per l’ergastolo per “omosessualità aggravata”. Tale norma prevede la condanna a 14 anni di carcere per coloro i quali fossero giudicati colpevoli di “reato” per la prima volta, e la pena a vita per i casi di “recidiva” giudiziaria.

Ma andiamo alle date significative. Era il 20 dicembre 2013 quando arrivò l’approvazione, da parte del Parlamento di Kampala, capitale dello stato africano, della legge che condannava gli omosessuali alla reclusione a vita. Il Parlamento stesso, per far arrivare la proposta alla penna del Presidente, era dovuto scendere ad un compromesso: eliminare dalla stessa la richiesta della pena capitale per gli omosessuali.

Il passaggio successivo è avvenuto il 17 gennaio 2014, momento in cui il Presidente sembrava aver fatto un passo indietro, anche sulla base delle numerose disapprovazioni ricevute da molte potenze occidentali, capitanate dagli Stati Uniti. La posizione espressa da Museveni è stata: “sono malati, non si possono uccidere i malati”.

Il motivo dell’ennesimo cambiamento di posizione sul tema sarebbe giunto a seguito di un parere unanime espresso da un team di ricercatori ugandesi. Il verdetto scientifico avrebbe scartato la causa genetica, pertanto innata, dell’omosessualità; come dire: se non si nasce omosessuali allora è una scelta, e in quanto tale può essere evitata attraverso la repressione.

Qualche giorno fa Museveni ha permesso il passaggio della proposta a legge apponendo la sua firma e invitando, contemporaneamente, gli Stati Uniti ad unirsi ai suoi ricercatori affinché possano far luce sulla questione e laddove i risultati fossero diversi da quelli ugandesi si è detto disposto a rivedere la sua decisione. Da questo momento in poi, le prime ripercussioni negative sui diritti civili non sono tardate ad arrivare; ne è caso esemplare la scelta di una testata del Paese di pubblicare una lista di nominativi di 200 persone omosessuali.

Episodi come questo rappresentano una voce sempre più corale proveniente dal continente africano: ad eccezione del Sudafrica, infatti, nella maggior parte di questi Stati è possibile riscontrare un clima repressivo che va dall’omofobia, nei casi più fortunati, alla pena di morte in quelli più estremi (come nel caso della Somalia, tanto per citarne un esempio).

Ciò che fa ulteriormente riflettere sono inoltre le ripercussioni che le posizioni adottate dai singoli Stati possono avere sugli altri. Non può essere sottovalutato, infatti, che poco più di un mese fa il Presidente nigeriano Jonathan Goodluck ha siglato una legge che vieta il riconoscimento delle unioni omosessuali e la loro espressione pubblica.

Mai come ora le rivendicazioni evidenziate dall’apartheid sembrano preziose. Mai come in questo momento testimonianze portate da simboli della lotta contro ogni forma di discriminazione come Nelson Mandela sembrano lontani anni luce dalla memoria.

Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Elisabetta Todaro

http://sesso.blogautore.espresso.repubb ... in-uganda/

PS L'Uganda è cristiano per l'85% , diviso tra cattolici ed anglicani. Questi ultimi si sono già distinti per una forte apertura (in GB) verso vescovi e sacerdoti omosessuali. I cattolici non hanno nulla da dire? Il papa non ha nulla da dire?

http://www.lindro.it/politica/2013-11-1 ... ra-luganda


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

La pena di morte nel 2013

Messaggioda flaviomob il 27/03/2014, 15:47

http://appelli.amnesty.it/pena-di-morte-2013/

Mappa interattiva sulla pena di morte dal 1960 al 2013 ed altri dati (contemporanei).


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda mauri il 28/03/2014, 19:16

19 anni, un davide cinese, e solo i giovani possono cambiare radicalmente un paese e se si riesce in cina... è possibile anche in italy
ciao mauri

http://www.lastampa.it/2014/03/28/ester ... agina.html

Cina, giovane gay contro il governo
“Registrate la mia Ong o vi denuncio”
Per la prima volta un governo regionale sarà portato in tribunale da un attivista per i diritti omosessuali: “Lo Hunan mi ha diffamato, rifiutando di registrare un’ong in quanto l’omosessualità non farebbe parte della cultura tradizionale cinese”. Grande attenzione dei media al caso di Xiang Xiaohan
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/03/2014, 20:13

"Liberate Peltier!". Arriva Obama e i diritti civili spariscono
Un uomo solo con in mano un cartello di protesta ha fatto scattare il piano anti terrorismo. Voleva solo chiedere il rispetto dei diritti civili negli Usa


di Roberta Benvenuto

Alle 9 di un giovedì mattina un uomo solo, con un cartello tra le mani, viene fermato dalla polizia in Piazza San Pietro e portato in Questura. Grida quello che può, ma viene preso di peso e fatto salire nella volante diretta a Piazza Cavour, civico 3. Perquisito, vi rimane fino alle 12.30 con l'accusa di «manifestazione non autorizzata». Sequestrati anche i cartelloni che aveva con sé: «Libertà, Freedom, per Leonard Peltier, da trentotto anni ingiustamente incarcerato. 13.900 giorni. Il mio crimine: essere indiano. Qual è il tuo?». Solo la firma di Obama potrà restituire la libertà a quest'uomo.

Quel giovedì, è il 27 marzo 2014, giorno in cui il presidente degli Stati Uniti Barak Obama è in visita dal Santo Padre. Ed è proprio in quel giovedì, nella visita di Obama al Vaticano, che il Comitato di solidarietà per Leonard Peltier ha individuato l'occasione per ricordare l'attivista statunitense per i diritti dei nativi americani, che è ingiustamente in carcere dal 1976, accusato falsamente dell'uccisione di due agenti dell'Fbi.

Qualche ora dopo, nella stessa piazza, ad alcuni manifestanti del Cofem, Consejo de Federaciones Mexicanas en Norteamérica, viene chiesto gentilmente di spostarsi a via della Conciliazione, suolo italiano, per proseguire la loro manifestazione contro le deportazioni dei messicani immigrati attraverso il confine statunitense e per la richiesta di una riforma migratoria.


I dimostranti contro la deportazione degli immigrati messicani negli Usa.

Una dimostrazione scomoda. Ma mai scomoda quanto la prima, poiché ricorda che negli Stati Uniti ci sono carcerazioni ingiuste di prigionieri politici come Peltier e Mumia Abu-Jamal.

Peltier, infatti, è considerato per i nativi americani, una sorta di Nelson Mandela. In carcere da più di trentotto anni, nel settembre 2014 ne compirà settanta. Malato di diabete, di prostata e cieco da un occhio Leonard è soprattutto non colpevole.

L'uomo che è stato fermato in Piazza San Pietro è Andrea De Lotto, lavora come maestro delle elementari a Barcellona ed è attivista del Comitato di solidarietà per Leonard Peltier. A partire dal 7 febbraio 2014, anniversario della carcerazione di Peltier, Andrea e altri appartenenti al Comitato protestano ogni giovedì dalle 12,30 alle 13,30 davanti l'ambasciata statunitense di Barcellona.


Andrea De Lotto.

La storia di Peltier è la «storia di un popolo (quello dei nativi americani, ndr) che aveva osato alzare la testa di fronte ai soprusi, in corso da quasi cinquecento anni», spiega De Lotto. «La sua carcerazione ingiusta, come quella di Mumia Abu-Jamal, è una punizione simbolica e soprattutto politica, capro espiatorio della lotta per i diritti dei nativi americani». Il presidente Clinton stava per firmare l'atto di clemenza per la liberazione di Leonard, ma la manifestazione di cinquecento agenti dell'Fbi davanti la Casa Bianca, gli fece cambiare idea. «Solo il silenzio permette questo. E solo il raccontare questa storia sbugiarda la falsa democrazia, che altrimenti sembra essere il faro di questo pianeta», prosegue l'attivista.

«La sensazione che hai combattendo questa lotta è che loro fanno quello che vogliono, che per loro è un'affermazione di forza, di forza pazzesca. Potete gridare tutta la vergogna che volete, ma noi possiamo togliervi anche quella», conclude.

http://popoff.globalist.it/Detail_News_ ... spariscono

______________

da Wikipedia:

...
Dopo cinque anni, accurati esami balistici riuscirono a provare che i proiettili che uccisero i due agenti non appartenevano all’arma di Leonard, e molti dei testimoni che lo accusarono ritirarono le loro dichiarazioni, confessando di essere stati minacciati dall’FBI.
...


http://it.wikipedia.org/wiki/Leonard_Peltier


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

PrecedenteProssimo

Torna a Rubriche fisse

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti

cron