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pianogrande ha scritto:Ma davvero siamo al punto che se non c'è una legge trovo lecito considerare un pregiudicato per corruzione e truffa,come interlocutore per discutere di beghe economiche a livello macro ?
Cioè,il PdR deve stabilire a chi affidare la risoluzione dei nostri problemi,e per deciderlo si consulta con uno che è stato certificato ladro corruttore e truffatore ?
Stefano62
Mi dispiace un po' ripetermi ma, visto che lo stesso argomento lo stiamo trattando anche da un'altra parte, rimando a quella mia risposta.
viewtopic.php?f=4&t=6806&start=10#p66121
Il rigore, proprio in quanto rigore, non può essere di parte.
Se milioni di italiani lo votano (quando non era interdetto a nulla) che fa il "Pdr"? Lo fa decadere d'imperio?
Cerchiamo di parlare dei problemi veri e di attribuire responsabilità vere.
Il problema morale, semmai, va attribuito al suo partito ed ai milioni di italiani che lo votano.
La tragedia del nostro paese sono questi milioni di persone e sarà durissima ancora per moltissimo tempo.
pianogrande ha scritto:Le tue considerazioni hanno un grosso difetto: è sbagliato l'indirizzo.
dal sito dell'Huffington Post
Matteo Renzi, l'allargamento della maggioranza potrebbe arrivare da destra. Gal: "Sensazioni positive"
Alla fine l'allargamento della maggioranza potrebbe arrivare da dove meno te lo aspetti. Si è parlato per giorni di un possibile ingresso nel governo di Matteo Renzi di Sel, o di una pattuglia di senatori del Movimento 5 stelle. Ma la serenità (nei numeri) a Palazzo Madama potrebbe arrivare da destra, dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà composto da undici senatori pescati dal fu Pdl, da Grande sud, dalla Lega ma soprattutto dall'Mpa di Raffaele Lombardo.
Quattro, forse cinque, sono orientati ad andare a vedere le proposte dell'ex rottamatore. Ingrossando le fila di una maggioranza - quella che fino ha ieri ha sostenuto Enrico Letta - che al momento conta sette/otto voti di margine dalla parti di corso Rinascimento. E andando a disinnescare la minaccia della pattuglia di senatori vicini a Pippo Civati che al momento sono indecisi nel dare disco verde al nuovo premier.
Uscendo dall'incontro con il presidente del Consiglio incaricato, il capogruppo Mario Ferrara ha usato una formula politichese per lasciare aperta qualunque opzione: "Abbiamo al nostro interno una certa dialettica, che sarà sviluppata con attenzione nei prossimi giorni, una volta letto il programma e sentita l'illustrazione che il governo farà nelle Aule del Parlamento".
È Vincenzo D'Anna, alle spalle una legislatura alla Camera con il Pdl e oggi vicepresidente di Gal, a dettagliare la situazione all'Huffpost: "Abbiamo portato a Renzi alcune nostre proposte. Nello specifico sul mezzogiorno e sulla sanità, ma anche sulle politiche per gli enti locali e le riforme". Un dialogo che non sembra essere stato infruttuoso: "Il premier incaricato ci ha chiesto di fargli avere alcuni elementi scritti, così da poterli valutare".
Per questo tra oggi e domani gli undici si riuniranno, ed elaboreranno un testo che "sarà condiviso con Renzi o con il suo staff, probabilmente nel weekend". I margini per raggiungere un'intesa sembrano ulteriormente dilatarsi: "Renzi ci ha fatto capire che abbiamo del tempo, probabilmente fino a lunedì". I tempi si allungano, sia per mettere a punto la squadra di governo, sia per permettere a tutte le forze politiche di metabolizzare l'ambizioso cronoprogramma di governo".
Qualunque sia la decisione degli esponenti di Gal, nel gruppo non si consumerà uno psicodramma. "Data l'origine e la composizione del nostro gruppo, proveremo a votare tutti uniti, ma non ci sarà nessuna conseguenza sulla nostra tenuta anche se se le scelte si dovessero diversificare", spiega D'Anna. Che conclude: "Le mie sensazioni sono comunque positive, questo governo potrebbe realizzare quello che da tanti anni tutto il paese si aspetta". Insomma: saranno tre, quattro o cinque, ma la maggioranza di Renzi si avvia a incassare una manciata di senatori in più rispetto al predecessore. Che di questi tempi e con questo Parlamento male proprio non fanno.
dal sito dell'Huffington Post
Matteo Renzi, l'allargamento della maggioranza potrebbe arrivare da destra. Gal: "Sensazioni positive"
Alla fine l'allargamento della maggioranza potrebbe arrivare da dove meno te lo aspetti. Si è parlato per giorni di un possibile ingresso nel governo di Matteo Renzi di Sel, o di una pattuglia di senatori del Movimento 5 stelle. Ma la serenità (nei numeri) a Palazzo Madama potrebbe arrivare da destra, dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà composto da undici senatori pescati dal fu Pdl, da Grande sud, dalla Lega ma soprattutto dall'Mpa di Raffaele Lombardo.
Quattro, forse cinque, sono orientati ad andare a vedere le proposte dell'ex rottamatore. Ingrossando le fila di una maggioranza - quella che fino ha ieri ha sostenuto Enrico Letta - che al momento conta sette/otto voti di margine dalla parti di corso Rinascimento. E andando a disinnescare la minaccia della pattuglia di senatori vicini a Pippo Civati che al momento sono indecisi nel dare disco verde al nuovo premier.
Uscendo dall'incontro con il presidente del Consiglio incaricato, il capogruppo Mario Ferrara ha usato una formula politichese per lasciare aperta qualunque opzione: "Abbiamo al nostro interno una certa dialettica, che sarà sviluppata con attenzione nei prossimi giorni, una volta letto il programma e sentita l'illustrazione che il governo farà nelle Aule del Parlamento".
È Vincenzo D'Anna, alle spalle una legislatura alla Camera con il Pdl e oggi vicepresidente di Gal, a dettagliare la situazione all'Huffpost: "Abbiamo portato a Renzi alcune nostre proposte. Nello specifico sul mezzogiorno e sulla sanità, ma anche sulle politiche per gli enti locali e le riforme". Un dialogo che non sembra essere stato infruttuoso: "Il premier incaricato ci ha chiesto di fargli avere alcuni elementi scritti, così da poterli valutare".
Per questo tra oggi e domani gli undici si riuniranno, ed elaboreranno un testo che "sarà condiviso con Renzi o con il suo staff, probabilmente nel weekend". I margini per raggiungere un'intesa sembrano ulteriormente dilatarsi: "Renzi ci ha fatto capire che abbiamo del tempo, probabilmente fino a lunedì". I tempi si allungano, sia per mettere a punto la squadra di governo, sia per permettere a tutte le forze politiche di metabolizzare l'ambizioso cronoprogramma di governo".
Qualunque sia la decisione degli esponenti di Gal, nel gruppo non si consumerà uno psicodramma. "Data l'origine e la composizione del nostro gruppo, proveremo a votare tutti uniti, ma non ci sarà nessuna conseguenza sulla nostra tenuta anche se se le scelte si dovessero diversificare", spiega D'Anna. Che conclude: "Le mie sensazioni sono comunque positive, questo governo potrebbe realizzare quello che da tanti anni tutto il paese si aspetta". Insomma: saranno tre, quattro o cinque, ma la maggioranza di Renzi si avvia a incassare una manciata di senatori in più rispetto al predecessore. Che di questi tempi e con questo Parlamento male proprio non fanno.
dal sito del Fatto Quotidiano
Forza Italia, due “impresentabili” per Renzi: Verdini incontra Cosentino
Roma, Caffè Ciampini, venti minuti alle nove di mattina. Martedì 18 febbraio, primo giorno di consultazioni di Matteo Renzi (segretario Pd) per il nuovo governo. Due plurinquisiti berlusconiani prendono un caffè e fumano. Parlano 40 minuti. Le scorte a debita distanza. Denis Verdini (senatore e coordinatore di FI) e Nicola Cosentino (ex sottosegretario Pdl). Il primo è lo sherpa berlusconiano per le riforme, amico e concittadino del sindaco di Firenze futuro premier. Il secondo è il Casalese della politica, sotto processo per camorra, e soprattutto guida spirituale dei dissidenti azzurri in Campania, contro la nomina del coordinatore regionale, il senatore Domenico De Siano, amico di Francesca Pascale, la fidanzata del Condannato. La discussione tra Verdini e Cosentino è fittissima, a tratti animata. La sede nazionale di Forza Italia è a pochi passi. Siamo in piazza San Lorenzo in lucina, nella Capitale del potere. Tutto immortalato da una telecamera de ilfattoquotidiano.it. Tra poche ore, prima di mezzogiorno, da Renzi andrà la delegazione di Gal, il gruppo autonomista del Senato. Tra i convocati c’è anche Vincenzo D’Anna, cosentiniano di ferro, eletto nel Pdl e dato in prestito a Gal, insieme ad altri senatori berlusconiani. Nel gruppo di Gal al Senato ci sono altri tre cosentiniani di ferro: Giovanni Mauro, Pietro Langella, Antonio Milio, tutti ex Pdl.
E’ la conferma che la trattativa parallela tra Renzi e Verdini, e che tanto fa spaventare e arrabbiare gli scissionisti di Alfano, va avanti. Tutto risale a venerdì scorso, giorno di San Valentino. Il ministro ciellino di Ncd Maurizio Lupi telefona infuriato a un suo amico di Forza Italia: “Verdini sta trattando con Cosentino per formare un gruppetto di senatori azzurri e aiutare Renzi a Palazzo Madama. Vuole fotterci, ma non lo consentiremo”.
La manovra di Verdini è doppia: non rimanere fuori dalle trattative per il nuovo esecutivo (e magari chiedere garanzie per B. su giustizia e comunicazioni, al solito) ed emarginare gli odiati cugini del Nuovo Centrodestra. Doppia trattativa, doppia maggioranza. I senatori contattati sono undici. Tutti smentiscono. Anche Verdini e Cosentino, che specificano: “Non ci vediamo e parliamo da tempo”. Oggi la smentita, dal vivo. In una giornata di sole a Roma. Inoltre, l’ex sottosegretario all’Economia ed ex coordinatore del Pdl Campania era uscito dagli arresti domiciliari lo scorso novembre dopo aver passato più di 4 mesi in carcere a Secondigliano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta sulla costruzione di un grosso centro commerciale. La decisione della Cassazione si fondava sulla “constatazione che Cosentino non ricopriva più alcun ruolo politico e non faceva più politica e, dunque, non era necessaria la custodia cautelare”.
Poco dopo l’incontro Verdini-Cosentino al bar Ciampini, la delegazione di Gal ha incontrato alla Camera il premier in pectore, offrendogli la disponibilità ad appoggiare il governo. “Gal è un gruppo che ha al suo interno una certa dialettica, sarà sviluppata con attenzione nei giorni che seguiranno, una volta letto il programma e sentita l’illustrazione che il governo farà nelle aule del Parlamento”, ha spiegato il capogruppo in Senato Mario Ferrara. Il cosentiniano D’Anna ha chiesto che nel suddetto programma sia centrale la riorganizzazione dei “fondi per la sanità”.
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