Al Sud più evasori, al Nord più evasione04 ottobre 2012
Al Sud più evasori. Al Nord più evasione. L'Italia, in compenso, unita nel suo poco invidiabile record. Ancora una volta, e lo ha ricordato ieri il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, in commissione Finanze del Senato, tra i primati del nostro Paese, resta ben saldo quello dell'evasione fiscale. Siamo sul
podio mondiale, e pochi altri - Messico e Turchia, per la precisione -, riescono a fare meglio (pardon, peggio) di noi. Il presidente Giampaolino, però, ha anche segnalato che la nostra super-evasione non è tutta uguale: a livello territoriale, il Sud e le isole sono le aree nelle quali l'
illegalità fiscale è più diffusa, quasi il doppio rispetto al resto d'Italia. Situazione capovolta se, invece, si guarda agli
importi evasi. Si scopre, così, che il grosso delle somme sottratte al fisco si concentra nelle aree più ricche del Nord, tanto verso Ovest quanto verso Est (peraltro, già l'inchiesta pubblicata sul Sole 24 Ore di lunedì 27 agosto indicava una rilevante
crescita del rischio-evasione nelle regioni settentrionali). Queste differenze sono certamente legate a tessuti produttivi (e sociali) profondamente diversi. Tanti "piccoli" evasori dove l'economia è più debole, dove è più frammentata. Pochi "grandi" evasori dove si realizza la quota più significativa del volume d'affari e del reddito nazionale. Una fotografia che smonta in modo inequivocabile ogni approccio "campanilistico" al tema del sommerso, spesso (a torto) associato principalmente ai territori del Mezzogiorno. Lo si è detto molto volte: l'evasione è un'emergenza nazionale. Consideriamola tale, visto che neppure il Nord se la passa proprio benissimo.
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