La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Welfare State e tutele

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 02/01/2009, 11:09

La necessità della flessibilità può nascere dalle mutate condizioni dell'economia internazionale.Le tutele oggi esistenti sono relative al tempo in cui l'economia era più statica che dinamica e ricalcati sulla grande industria.Intorno alla grande industria esiste oggi un pupulare di pioccole e medie imprese in cui i lavoratori non hannno tutele.La necessità degli ammortizzatori sociali è utile non solo a ricostruire la sicurezza sociale ma anche la continuità del reddito con il quale chiedere un mutuo per la prima casa ,stimolare i consumi ,fare un'aquisto di un bene a rate,sposarsi,fare dei figli.Questi dovrebbero prevedere un'indennità pari all'80% dell'ultimo reddito percepito,recepito mese per mese e per un periodo di 12/24 mesi.Per l'esatteza di 12 mesi se si ha un'età inferiore ai 50 anni,24 mesi se si ha un'età superiore ai 50 anni,proprio perche si fà più fatica a cercare lavoro.Per evitare l'abuso di questo strumento e necessario da un lato fare in modo che il lavoro flessibile costi di più di quello stabile,e questo non si realizza aumentando il costo del lavoro flessibile e mantenendo invariato quello del lavoro stabile,ma diminuendo il costo del lavoro stabile(cuneo fiscale) e mantenendo invariato quello del lavoro flessibile.Dall'altro il lavoratore che è in regime di flessibilità deve accettare l'obbligo di frequentare un corso di formazione,liberamente scelto,ed un lavoro inerente il suo campo pena la perdita dell'indennità.Il fondo da cui ricavare gli ammortizzatori deriva da una piccola trattenuta alla fonte equamente divisa tra lavoratori e datori di lavoro.Da questo fondo non và solo ricavata l'indennità dell'80% ma anche TFR e contributi.Infatti se il lavoratore che percepisce l'indennità può perdere la tredicesima,non maturare ferie e permessi non può perdere TFR e contributi ai fini previdenziali.L'utilizzo dell'indennità và estesso anche alle ragazze che vanno in maternità,evitando cosi situazioni difficili e di scaricare i costi sull'azienda.Quindi vanno estese le tutele ai lavoratori delle piccole e medie imprese,dei lavoratori precari,atipici e ai stabili che perdono il lavoro Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 02/01/2009, 16:54

Gli ammortizzatori non rappresentano solo uno strumento di protezione sociale.Possono essere estesi al lavoro stabile delle piccole e medie aziende sotto il controllo dei sindacati per evitari usi sconsiderati.Infatti queste sono quelle che risentono al pari delle grandi aziendi degli alti e bassi dell'economia.Sarebbe più propriamente corretto parlare di cassa integrazione diversa dagli ammortizzatori che riguardano per lo più chi non è nel mercato del lavoro
In merito alle trattenute se un lavoratore ha un lordo,tanto per semplicità di calcolo di 100 euro l'1% saranno 10 euro.Il datore di lavoro pagherà altrattante 10 euro.Se 10 lavoratori pagheranno in un mese 130 euro il datore di lavoro verserà anch'esso 130 euro.Il fondo si espande molto durante i periodi di crescita e viene particolarmente usato nei momenti di depressione Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 02/01/2009, 21:36

Sono sostanzialmente d'accordo, anzi aggiungerei dettagli, non insignificanti, visti osservando come sono organizzati da decenni gli stessi ammortizzatori all'estero.
1) un'indennità pari all'80% dell'ultimo reddito percepito come media degli ultimi 24 mesi (per evitare qualche furbizia) ...
2) la durata della prestazione (e quindi il coto sociale complessivo) va stabilita in funzione della mobilità. Se le persone fanno mediamente in fretta a trovare nuovo lavoro, la durata della prestazione (e quindi il costo) puo' essere statisticamente piu' breve. Giusto considerare un pretazioni piu' lunghe per gli over 50 o over 55.
3) vanno considerate incluse nelle prestazioni anche tutte le misure di riqualificazione (corsi obbligatori). Non sono d'accordo sul "liberamente scelti". Lo stato paga, lo stato obbliga a fare dei corsi. Se non accetti, sei fuori dal sistema di ammortizzatori, per due anni. Se il sistema di gestione dell'ammortizzatore di dice che devi fare un cosrso di inglese o tedesco o informatica, non puoi rifutarti. Appositi test possono individuare le carenze a cui DEVI sopperire.
4) Solo dopo due anni di lavoro si ha diritto ad un nuovo periodo di prestazioni (per evitare che qualche furbo lavori un mese e faccia un anno intero di sussidio).
5) il sistema di sussidiamento propone lavori equivalenti come stipendio (minino l'80%) nella stessa zona di lavoro e per la stessa professione e se il lavoratore li rifiuta perde immediatamente il diritto alle prestazioni.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 02/01/2009, 21:52

Nel caso di estensioni di ammortizzatori al lavoro stabile non bisogna più garantire il 60,80% come una volta ma il 100% del reddito.Il fondo finanzia il 100% del reddito + contributi,l'azienda interamente la parte restante che sono ferie,tredicesima,permessi,Tfr.Infatti non si può danneggiare quel pò di potere d'aquisto che danno i redditi stabili.Cosi per la piccola industria,media industria,grande industria.Bisogna anche pensare ad altre forme di flessibilità.Ad esempio quella a cui si fà riferimento ad una azienda madre ,ma si può lavorare in aziende diverse dello stesso settore.Può riguardare ad esempio l'edilizia,l'impiantistica elettrica etc.Se momentaneamente l'azienda madre non ha lavoro si può lavorare presso un'altra azienda consociata dello stesso settore.Nel caso dell'industria invece,più che trasferire il personale bisogna trasferire gli ordinativi,in modo da colmare le lacune di lavoro e non rendere irregolare la curva degli ordinativi.Scusate il terzo messaggio Ciao Robyn
Per Franz-Il problema del tipo che lavora un mese per poi prendere il sussidio non dipende dal tipo stesso.Può dipendere dal fatto il suo datore di lavoro lo assume per un mese e poi lo manda via,per cui bisogna defiscalizzare i contratti brevi e incentivare quelli più lunghi.Nel caso del corso dicevo infatti che si è obbligati a seguire il corso,e il liberamente scelto significava che si poteva seguire un corso diverso dal campo di lavoro da cui si proviene.Ma poi non sò che legge faranno
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 03/01/2009, 0:05

Robyn ha scritto:Per Franz-Il problema del tipo che lavora un mese per poi prendere il sussidio non dipende dal tipo stesso.Può dipendere dal fatto il suo datore di lavoro lo assume per un mese e poi lo manda via,per cui bisogna defiscalizzare i contratti brevi e incentivare quelli più lunghi.Nel caso del corso dicevo infatti che si è obbligati a seguire il corso,e il liberamente scelto significava che si poteva seguire un corso diverso dal campo di lavoro da cui si proviene.Ma poi non sò che legge faranno

Guarda che un datore di lavore che assume per un mese una persona (come furbizia) non passa a lungo inosservato in sistema sotto controllo. Piu' facile invece che uno che non vale nulla non riesca a fare nemmeno i tre mesi di prova ....
In questo caso, se succede piu' vlte, non deve essere a carico del sistema di ammortizzatori del mercato del lavoro ma è piu' un caso sociale, a carico della collettività (ben altro finanziamento).

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 03/01/2009, 12:18

Franz
Ecco esatto.Se un datore di lavoro ci gioca sul contratto a termine di un mese prima o poi viene scoperto.Nel caso invece del lavoratore che non riesce a superare i singoli contratti a termine,il rinnovo etc è da considerarsi a tutti gli effetti un caso debole.Poi c'è anche il lavoratore che può giocarci e prima o poi viene scoperto.La costituzione italiana all'art 38 è chiara"i lavoratori hanno il diritto che siano assicurati alle loro esigenze di vita (tutele adeguate) in caso di malattia infortunio e (disoccupazione involontaria)".Significa che se ho un contratto di due mesi e non mi viene rinnovato ,la mia diventa una disoccupazione involontaria.Se invece mi licenzio prima della scadenza,non è più disoccupazione involontaria e quindi non mi spetta niente.L'attuale legge sul sussidio di disoccupazione è una corsa ad ostacoli ed anticostituzionale.Più che legge sul sussidio si dovrebbe chiamare legge rattoppo.Comunque con l'introduzione dello staff leasing per campi di lavoro(azienda madre) i contratti a termine vengono già per la gran parte resi inutili ,e quindi anche gli abusi del sussidio,senza che siano vietati.Lo staff leasing per campo di lavoro deriva dal fatto che i lavoratori devono imparare un lavoro.Infatti credo che le multiservizi dovrebbero dividere le professioni.Chi fà solo l'elettricista ,chi solo il meccanico etc Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Paolo65 il 03/01/2009, 13:47

Questo tema dovrebbe essere nell'agenda di qualsiasi governo ma pare che al dunque nessuno sia in grado di metterci mano in modo radicale.

Una logica semplificazione dovrebbe portare ad un contratto unico e una serie di ammortizzatori sociali uguali per tutti, obblighi inclusi.

Aggiungimoci un aumento ragionevole dell'età pensionabile pari per i 2 sessi, ed il paese farebbe un bel passo avanti.

A partire da questa base si possono poi assestare i casi particolari che richiedono interventi specifici.

Comprendo che le difficoltà nascono dal fatto che c'è un sistema preesistente difficile da cambiare,ma se non si inizia mai mai si finisce.

Neppure una crisi come questa pare in grado di fare da catalizzatore.

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 03/01/2009, 18:50

Nel precedente messaggio ho scritto"senza che vengano vietati".Mi riferivo ai contratti e non agli abusi
Bisogna cominciare a cambiare.In agenda c'è anche il quoziente familiare.Sinceramente non conosco molto bene quest'argomento.Quello del quoziente familiare è un meccanismo complesso e bisognerà capire.Credo che alla fin fine non è tanto quoziente familiare o assegni familiari ,ma che la differenza vera sta nella quota di reddito che affluisce in più alle famiglie che può derivare da risorse recuparate oppure derivanti dalla creazione di ricchezza da destinare a famiglioe monoreddito numerose etc Ciao Robnn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda borghinolivorno il 03/01/2009, 19:13

Paolo65 ha scritto:Questo tema dovrebbe essere nell'agenda di qualsiasi governo ma pare che al dunque nessuno sia in grado di metterci mano in modo radicale.

Una logica semplificazione dovrebbe portare ad un contratto unico e una serie di ammortizzatori sociali uguali per tutti, obblighi inclusi.


Neppure una crisi come questa pare in grado di fare da catalizzatore.

Paolo


1.
mi permetterei di consigliare anche l'introduzione di costi diretti e indiretti delle prestazioni lavorative proporzionate alla loro precarietà. Cioe' la precarietà deve costare di più, deve far guadagnare di più, deve avere un costo previdenziale superiore rispetto al contratto ordinario a tempo indeterminato...cosi' si romperà l'assedio di una precarietà che è un affare per le aziende e di una flessibilità per cui si invocano ammortizzatori ma senza, per ora, che contribuisca agli stessi ammortizzatori in maniera adeguata.
Questo potrebbe essere anche un modo per finanziare politiche attive e di formazione al lavoro.

2.
L'inclusione lavorativa deve essere ilpresupposto degli ammortizzatori sociali...ma occorre anche chiarire cosa puo' accadere in una realtà in cui la eccedenza di offerta di lavoro è strutturale. Certo ci sono soluzioni e costi di adattamento a lavori di più basso profilo, status, o di maggiore difficoltà organizzativa...ma nel medio periodo, con offerta eccedente, questi ragionamenti posono al più spostare i gruppi a rischio di esclusione lavorativa e sociale.

3.
Si parla moltissimo di coperte di protezione dalla crisi (i liberisti malthusiani per primi). Muoversi pero' su questo cose a occupazione calante e via via peggiore non è come muoversi nella speranza che tutto prima o poi si risolva. Ci sono delicatissime questioni di redistribuzione di redditi e opportunità che in una società fieramente individualista e avversa alle tasse non è che possiamo risolvere con dei miracoli.
A presto paolo borghi livorno
borghinolivorno
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 142
Iscritto il: 26/07/2008, 14:49
Località: livorno

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda pierodm il 04/01/2009, 3:53

Mettermi in mezzo a discorsi economico-sindacal-normativi come questo, per me, è come ficcare la testa nel forno: non ne so abbastanza. Tra l'altro, ho ben poca esperienza come dipendente, diciamo una trentina di mesi sommando insieme tutti i segmenti: un precario sistematico ante litteram.

Le soluzioni che vedo qui proposte e discusse mi sembrano ragionevoli.
Quello però che mi sembra irragionevole è, a monte, il lavoro precario come si è affermato in questi anni.
Intervenire sugli ammortizzatori, senza mettere mano a ciò che provoca le situazioni di disagio (eufemismo), non mi sembra una buona politica.
Io credo che sarebbe necessario guardare a questo nuovo mondo del lavoro con un realismo a tutto tondo, vale a dire non solo dal punto di vista del "male minore", ma da quello dell'effettiva situazione di danno consolidato.

Innanzi tutto, il disagio non scatta nel momento della perdita del lavoro, ma esiste già da prima, quando il lavoro-meglio-di-niente viene esercitato: reddito bassissimo, lavoro qualunque dequalificato, impossibilità di una minima programmazione di vita, etc.

In secondo luogo, tra lavori-a-progetto, lavoro interinale, etc, mi sembra piuttosto improbabile che si possano applicare le regole che qui si sono trattate circa tempi e salari della "precedente occupazione".

Terzo, credo che sia essenziale determinare - con realismo - i soggetti preposti a gestire controlli, valutazioni ed erogazioni.

Quarto, credo che esista anche un problema per ciò che riguarda la classificazione degli aventi diritto, che si lega ad una riforma che non mi risulta mai fatta degli uffici di collocamento e simili.
Per esempio, risulta "disoccupato" solo chi ha perso un posto di lavoro stabile, ma non chi non ce l'ha mai avuto, o chi ha lavorato in regimi diversi e non certificati. Almeno, questo sapevo, e temo che niente sia cambiato, e anzi probabilmente è cambiato in peggio.

Quinto, esiste il noto problema del livello degli stipendi - assolutamente troppo bassi e sproporzionati ai prezzi di tutto - che rende un po' surreali le valutazioni col bilancino sul "guadagno" dei precari e su quello dei "fissi", e l'80 o il 60 o il 72% degli ammortizzatori.
Se c'è bisogno d'intervenire sul cuneo fiscale, questo è un provevdimento che deve andare di pari passo con tutto il resto.

Ci sarebbe, poi, un quinto punto, che riguarda le tariffe dei servizi essenziali per le famiglie - elettricità, gas, acqua, etc- e altri costi quali le multe stradali e contravvenzioni varie. Lo cito solo per fare buon peso.
Le bollette che piombano in casa, relative a questi servizi, e le cifre "vendicative" di certe contravvenzioni, oltre che le modalità di esazione, sono in grado di ridurre sul lastrico anche chi ha uno stipendio fisso, stabile e di livello discreto.
Nel caso di lavori precari e di perdita del lavoro, c'è gente che prende lo stipendio o il sussidio e lo porta direttamente all'ufficio postale per pagare i suoi "debiti", e nemmeno gli basta. Tanta gente, Una folla sterminata di gente, non qualche caso di "conduzione familiare scriteriata".
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Prossimo

Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti