Le parole di Guido Barilla sulla famiglia tradizionale e le coppie gay hanno destato una vasta discussione e addirittura un’iniziativa di boicottaggio delle sue produzioni. Le reazioni da parte della comunità omosessuale e di coloro che condividono la battaglia per l’equiparazione dei diritti sono comprensibili, anche se forse eccessive. Barilla può essere un paradigma del paese? Cosa direbbero un sindacalista, un industriale, un magistrato, un politico al posto suo?
Premetto che le parole dell’imprenditore si prestano a una duplice interpretazione. In un certo senso, Barilla non ha fatto altro che enunciare una strategia di marketing. In un altro senso, ha espresso una preferenza personale e “politica” per le forme “tradizionali” di convivenza. Ognuno la pensi come vuole. Di certo, dal punto di vista della comunicazione Barilla è scivolato su una buccia di banana: un conto è scegliere un target commerciale e disegnargli attorno il proprio marketing. Altra cosa è rivelare il retropensiero: è un po’ come se un mago spiegasse i trucchi mentre compie i giochi di prestigio. Detto questo, le parole di Barilla possono anche essere ritoccate per illustrare tanti dei problemi italiani. Io ci provo.
UN SINDACALISTA SULLA RIFORMA DEL LAVORO
«Non farei mai quello che chiede l’Europa. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una legislazione del lavoro classica dove il sindacato ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla flessibilità. Per noi il concetto di contratto nazionale rimane un valore fondamentale del lavoro». «Va bene, se a loro piacciono i nostri contratti e la nostra comunicazione assumono, altrimenti chiuderanno l’azienda. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole al salario di produttività, ma non per far lavorare di più i dipendenti. Da capo di un sindacato credo sia molto complesso tirare su degli iscritti se non sei tu a decidere il loro salario».
UN INDUSTRIALE SUI SUSSIDI ALLE IMPRESE
«Non farei mai quello che chiede il Piano Giavazzi. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, il nostro è un business classico dove i sussidi hanno un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto al taglio dei sussidi. Per noi il concetto di sussidio rimane un valore fondamentale dell’impresa». «Va bene, se a loro piacciono i nostri sussidi e la nostra comunicazione compreranno i nostri prodotti, altrimenti non compreranno niente. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole alla riduzione delle tasse, ma non tagliando i sussidi. Da capo di una confederazione di imprese credo sia molto complesso tirare su dei profitti se devi ottenere i tuoi ricavi solo vendendo prodotti ai consumatori».
UN MAGISTRATO SULL’INFRAZIONE UE SULLA RESPONSABILITA’ CIVILE
«Non farei mai quello che chiede l’Unione Europea. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una funzione classica dove l’assenza di responsabilità ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla responsabilità. Per noi il concetto di irresponsabilità rimane un valore fondamentale della democrazia». «Va bene, se a loro piacciono il nostro modo di fare e la nostra comunicazione si faranno giudicare da noi, altrimenti lo stesso. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole alla responsabilità, ma non per farci pagare per i nostri errori. Da magistrato credo sia molto complesso prendere delle decisioni serene se devi essere veramente sicuro delle prove e tutta quella roba lì».
UN POLITICO DEL PDL SULLA GIUSTIZIA
«Non farei mai quello che ordinano i magistrati con una sentenza definitiva. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una politica classica dove il capo del governo ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla giustizia. Per noi il concetto di consenso popolare rimane un valore fondamentale dello Stato». «Va bene, se a loro piace la nostra politica e la nostra comunicazione ci votano, altrimenti voteranno un altro partito. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole all’indipendenza della magistratura, ma no a giudicare un leader politico. Da capo di un partito credo sia molto complesso tirare su dei voti con un leader condannato».
UN POLITICO DEL PD SULLE TASSE
«Non farei mai una seria riduzione delle imposte. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una politica fiscale classica dove la pressione fiscale un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla proprietà privata. Per noi il concetto di Stato sacrale rimane un valore fondamentale del paese».«Va bene, se a loro piacciono le nostre tasse e la nostra comunicazione le pagano, altrimenti diventeranno evasori. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole a dare privilegi fiscali ai miei elettori e amici, ma no alla riduzione per tutti i contribuenti. Da erogatore di molti favori credo sia molto complesso tirare su dei voti adottando una politica fiscale pro-crescita».
UN POLITICO DEL M5S SULL’EURO
«Non farei mai quello che chiede la Bce per conto di Goldman Sachs. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una politica classica dove la rete e i cittadini hanno un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla sovranità monetaria. Per noi il concetto di partecipazione rimane un valore fondamentale della politica monetaria». «Va bene, se a loro piace la volontà popolare fanno quello che dicono i cittadini attraverso la rete, altrimenti vaffanculo. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole all’euro, ma no allo stesso euro della Merkel e degli speculatori finanziari. Da cittadino eletto credo sia molto complesso prendersi la responsabilità di una decisione».
UN POLITICO A CASO SU TELECOM, ALITALIA, ECC.
«Non farei mai quello che chiedono gli azionisti. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una politica industriale classica dove il governo ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto agli asset strategici. Per noi il concetto di governo sacrale rimane un valore fondamentale della politica industriale». «Va bene, se a loro piace la nostra politica industriale e la nostra influenza investono, altrimenti porteranno i capitali in un altro paese. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole agli investimenti stranieri, ma no alla cessione del controllo agli stranieri. Da benefattore di molte aziende pubbliche, parapubbliche e private assistite credo sia molto complesso tirare su dei voti se i capitalisti non ti devono dei favori».
APPENDICE NERD
UN RINNOVABILISTA
«Non farei mai un investimento senza sussidi. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una’industria classica dove gli incentivi, monetari e regolatori, hanno un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto agli incentivi. Per noi il concetto di profitto sacrale rimane un valore fondamentale del mercato energetico». «Va bene, se a loro piace il nostro modo di ottenere rendimenti stellari stanno zitti, altrimenti si lamenteranno ma la componente A3 non si tocca. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole a una riduzione degli incentivi, ma no a rivedere quelli passati, i miei in particolare. Da operatore di molti campi fotovoltaici, credo sia molto complesso tirare su dei rendimenti se puoi contare solo sul valore di mercato dell’energia che produci».
UN PRODUTTORE CONVENZIONALE
«Non farei mai conto sui soli ricavi di mercato. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, il nostro è un modello classico dove il rent seeking ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla capacità produttiva inutilizzata. Per noi il concetto di stranded cost sacrale rimane un valore fondamentale del mercato elettrico». «Va bene, se a loro piace il nostro modo di fare e la nostra comunicazione ci daranno il capacity payment, altrimenti il sistema… non so, qualcosa succederà. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole alla concorrenza, ma no se intacca le mie quote di mercato e i miei profitti. Da operatore di molte centrali pressoché ferme credo sia molto complesso chiudere un bilancio se i ricavi non remunerano la disponibilità a produrre, piuttosto che la produzione».
UN OPERATORE DI RETE
«Non farei mai quello che chiedono i consumatori. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, il nostro è un business classico dove la rendita ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla terzietà. Per noi il concetto di arbitraggio sacrale rimane un valore fondamentale della strategia aziendale». «Va bene, se a loro piacciono la nostra strategia aziendale e le nostre batterie producono elettricità, altrimenti chiuderanno gli impianti. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole a rivedere le tariffe di trasporto, ma non a ridurle. Da riconosciuto rentier credo sia molto complesso fare extraprofitti se non puoi godere di tariffe generose e giocare nel campo da te disegnato».
UN CONSUMATORE ENERGIVORO
«Non farei mai quello che chiedono i liberisti. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è un’industria classica dove lo sconto sui prezzi dell’energia, a carico degli altri consumatori, ha un ruolo fondamentale». «Noi abbiamo un concetto differente rispetto al prezzo dell’energia. Per noi il concetto di interrompibilità sacrale rimane un valore fondamentale della politica tariffaria». «Va bene, se a loro piacciono i nostri sussidi ce ne danno di più, altrimenti ci accontentiamo di quelli che abbiamo già. Uno non può piacere sempre a tutti». «Io rispetto tutti: facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole a eliminare gli incentivi, ma non quelli che percepisco io. Da consumatore consapevole di quanto costerebbe l’energia se non godessi di privilegi speciali credo sia molto complesso tirare avanti se non scarico un po’ di costi su terze parti inconsapevoli».
Di carlo Stagnaro
http://www.leoniblog.it/2013/09/27/un-p ... o-barilla/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)