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Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

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Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 09/07/2013, 14:37

Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi,
ma ricevute agevolazioni per 742 milioni"

Il manager annuncia 700 milioni di interventi nello stabilimento di Atessa, dove la Fiat produce il Ducato. "Ma senza regole certo sarà l'ultimo investimento". Assurdo dire che viviamo alle spalle dello Stato". Risposta alla Fiom: "Disponibili a incontro, ma gli accordi restano", ma alla Consulta: "Di soli diritti si muore"

MILANO - Ammontano a "oltre 700 milioni di euro gli investimenti per estendere e consolidare la supremazia Sevel" che produce il Ducato. Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat (segui in diretta), Sergio Marchionne, in visita allo stabilimento di Atessa - nella provincia di Chieti, in Abruzzo -.

Il manager italo-canadese ha approfittato della platea della Val di Sangro, che lo ha applaudito, per precisare la sua versione sui temi caldi del momento che riguardano la casa torinese, non senza levarsi qualche sassolino dalla scarpa. A cominciare dal rapporto del Lingotto con l'Italia: "Tra 2004 e 2012 abbiamo investito in Italia 23,5 miliardi, e ricevuto agevolazioni per 742 milioni. E' assurdo dire che viviamo alle spalle dello Stato", ha affermato, dicendo poi: "Continuiamo a credere e a investire in Italia". L'amministratore delegato del Lingotto ha aggiunto: "Non lasciamo gli stabilimenti europei in balia di un mercato in declino. Investiamo in Italia per preservare l'ossatura manufatturiera del Paese" e gli interventi a "Mirafiori arriveranno quando saremo pronti". Ma anche in questo caso non è mancata la stoccata: "Non vogliamo mettere in discussione gli investimenti gia' annunciati, ma non possiamo accettare il boicottaggio dei nostri impegni, avallati anche da autorevoli istituzioni", ha detto Marchionne. Nel finale, il crescendo: "Senza regole certe, questo della Sevel sarà l'ultimo investimento".

La visita è stata anticipata da numerose polemiche, anche perché il Lingotto aveva invitato il presidente della Camera, Laura Boldrini, che come noto ha declinato. Recentemente è salita poi la tensione con la Fiom, che per bocca del numero uno Maurizio Landini si è detta disposta a deporre le armi per tornare a ragionare dei "problemi del gruppo". Apertura accolta da Marchionne: "Siamo più che disponibili ad incontrare la Fiom, ma partendo dal dato acquisito che non possono essere messi in discussione gli accordi presi dalla maggioranza. Li incontreremo", ha aggiunto, "con la speranza che anche loro riconoscano che in gioco c'è la possibilità di far rinascere il sistema industriale. Il Paese ha bisogno di ritrovare la pace sindacale se vogliamo far ripartire lo sviluppo". Ma la versione del manager sul punto è ben rappresentata dalla frase: "Dobbiamo tornare ad un sano senso del dovere, consapevoli che per avere bisogna anche dare. Lasciatemi dire che i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati. Se però continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo".

Proprio sulla controversia con la sigla della Cgil, e la relativa sentenza della Consulta favorevole alla Fiom in tema di rappresentanza, Marchionne ha detto: "Stiamo incontrando molte più difficoltà di quelle che non avremmo immaginato, che mettono a serio rischio ogni passo successivo. La sentenza della Consulta aggiunge incertezza".

Nel frattempo il gruppo si muove anche sul mercato dei capitali. In attesa dell'assemblea straordinaria di Fiat Industrial (segui in diretta), che ratificherà il via libera definitivo alla fusione con Cnh, Fiat ha lanciato un bond in euro a sei anni, con una cedola fissa annuale. Secondo quanto riportato dall'agenzia Radiocor, la raccolta ordini è andata oltre le aspettative dei collocatori e la domanda è ammontata a circa 2,5 miliardi di euro.

(09 luglio 2013) www.repubblica.it
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 09/07/2013, 14:43

naturalmente sarebbe anche doveroso contare - nello stesso periodo - quanto FIAT ha pagato di tasse, sia come IVA, IRAP ed imposte sugli utili, sia come sostituti di imposta in luogo dei dipendenti (irpef alla fonte). Se ho tempo faccio il calcolo.
Il conto credo sia nettamente superiore ai 742 milioni di agevolazioni e quindi si potrebbero eliminare le agevolazioni e far pagare meno le imposte. Perché non lo si fa? Forse perché alla casta piace avere in mano strumenti per ricattare le imprese (tagliamo i sussidi senza sconti di tasse)????
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda mauri il 09/07/2013, 16:56

franz ha scritto:naturalmente sarebbe anche doveroso contare - nello stesso periodo - quanto FIAT ha pagato di tasse, sia come IVA, IRAP ed imposte sugli utili, sia come sostituti di imposta in luogo dei dipendenti (irpef alla fonte). Se ho tempo faccio il calcolo.


probabilmente quei 23 miliardi che dice di avere investito in italia...
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 09/07/2013, 17:32

mauri ha scritto:
franz ha scritto:naturalmente sarebbe anche doveroso contare - nello stesso periodo - quanto FIAT ha pagato di tasse, sia come IVA, IRAP ed imposte sugli utili, sia come sostituti di imposta in luogo dei dipendenti (irpef alla fonte). Se ho tempo faccio il calcolo.


probabilmente quei 23 miliardi che dice di avere investito in italia...
ciao, mauri

Nel senso che se non avese pagato 23 miliardi di tasse avrebbe potuto investire il doppio? Cioè 46?
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda cardif il 09/07/2013, 18:15

Marchionne: "Tra 2004 e 2012 abbiamo investito in Italia 23,5 miliardi..."
Bene, mi fa piacere.
Ma che c'è in quella somma: la ricerca, la produzione di vetture? Sono stati investimenti industriali o finanziari? Sono stati fatti per avere un tornaconto, penso; mica una regalia. E il ritorno economico a quanto è ammontato? Se sono stati investiti bene, un utile dovrebbe esserci stato. E' questo che fa una azienda: investe e ricava utile, se fa bene il suo mestiere. In più ha pure aiuti (i 742 mln di agevolazioni sono andati negli utili, alla fine?)
Certo Marchionne non può 'accettare il boicottaggio dei nostri impegni, avallati anche da autorevoli istituzioni' (Boldrini non si è prestata, peccato).
Ha detto: 'Se però continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo'. E' giusto, ci sono anche i doveri; ma ci sono anche i doveri delle aziende; e se la Consulta interviene se la deve tenere: non 'aggiunge incertezza' ma controlla il rispetto delle leggi.


franz ha scritto:quanto FIAT ha pagato di tasse, sia come IVA, IRAP ed imposte sugli utili, sia come sostituti di imposta in luogo dei dipendenti (irpef alla fonte).


Va tenuto presente che:
l'IVA è una imposta che paga l'utente finale. Io la pago quando compro qualunque cosa; perché ad una qualunque azienda dovrebbe essere scontata, se è stata utente finale di qualche cosa?
L'Irpef che una qualunque azienda versa come sostenuto d'imposta è trattenuta dalle buste paga dei dipendenti, non dal suo utile; se non lo facesse i dipendenti la verserebbero loro. Non cambierebbe niente: è solo un meccanismo certo di incasso per lo Stato, per impedire ai lavoratori dipendenti di evadere.
Resta solo l'IRAP, un costo per le aziende che potrebbe essere ridotto (Prodi aveva cominciato abbassandola dal 4,25% all'attuale 3,9%).
E vi è poi l'altra tassa sulle aziende: l'Ires attualmente al 27,5%.
E il totale, il tax rate, è pari al 31,4%; inferiore al francese (33,3%) ma superiore al tedesco (29,5%) ed all'inglese (23%)
Poi vi sono tante altre più piccole, come l'IMU e la Tares, ma soprattutto i contributi previdenziali ed assicurativi per i lavoratori.
E si arriva ad un totale (il total tax rate) in Italia al 68,6% (di cui circa il 23% sui profitti e il 42,8% sul lavoro e il resto le altre tasse minori).
In Francia si è al 65,8%, in Germania al 48,2%, in Inghilterra al 37,3%.
La maggiore differenza è sui contributi assicurativi e pensionistici, più alti in Italia.
Ridurli comporterebbe un minor costo della mano d'opera, non un maggior utile per l'impresa. Cioè andrebbe ad incidere sul prezzo finale del prodotto che potrebbe essere ridotto diventando più competitivo. Da qui la convenienza ad andare in Inghilterra, per esempio. E così dovrebbe essere pure per la VW, la Opel, la Peugeot. Ma di loro non ho letto che lo vogliano fare, mentre la Fiat sì. Forse loro percorrono altre vie per essere più competitivi.
(mi dispiace per chi non accetta che lo si critichi, ma a me Marchionne non convince)

http://it.ibtimes.com/articles/49153/20 ... eta-eu.htm
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... _PRN.shtml
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 09/07/2013, 19:13

cardif ha scritto:Marchionne: "Tra 2004 e 2012 abbiamo investito in Italia 23,5 miliardi..."
Bene, mi fa piacere.
Ma che c'è in quella somma: la ricerca, la produzione di vetture? Sono stati investimenti industriali o finanziari? Sono stati fatti per avere un tornaconto, penso; mica una regalia.

Basterebbe leggre i bilanci. Ci saranno ricerca e impianti. Ovvio che un investimento è fatto nell'aspettiva di un ritorno economico. What else?
cardif ha scritto:
franz ha scritto:quanto FIAT ha pagato di tasse, sia come IVA, IRAP ed imposte sugli utili, sia come sostituti di imposta in luogo dei dipendenti (irpef alla fonte).


Va tenuto presente che:
l'IVA è una imposta che paga l'utente finale. Io la pago quando compro qualunque cosa; perché ad una qualunque azienda dovrebbe essere scontata, se è stata utente finale di qualche cosa?
L'Irpef che una qualunque azienda versa come sostenuto d'imposta è trattenuta dalle buste paga dei dipendenti, non dal suo utile; se non lo facesse i dipendenti la verserebbero loro. Non cambierebbe niente: è solo un meccanismo certo di incasso per lo Stato, per impedire ai lavoratori dipendenti di evadere.
Resta solo l'IRAP, un costo per le aziende che potrebbe essere ridotto (Prodi aveva cominciato abbassandola dal 4,25% all'attuale 3,9%).

Il discorso sull'IVA non è del tutto corretto. Ogni passaggio intermedio che crea valore aggiunto implica un versamento. Compro acciaio oggi, vendo la vettura tra un anno. Pago subito la mia parte di IVA, poi tra un po' ricupero quella delle vendite. In ogni caso è l'impresa che versa l'IVA, agendo da esattore. Viene pagata per questo servizio? Anche il discorso sull'IRPEF va visto nell'ottica giusta. Quando lavoravo in Italia (il secolo scorso ...) io contrattavo il netto. Come a dire: "le tasse ed i contributi li paghi tu". E in fondo è cosi'. Nominalmente è roba mia ma di fatto escono dai conti dell'impresa (e sono un elemento di costo che l'azienda detrae). L'azienda agisce da esattore (sostituto d'imposta). Viene pagata per questo compito? Su IRAP siamo d'accordo. Il significato del mio discorso è che comunque un'azienda crea lavoro e vende prodotti, creando gettito IVA ed IRPEF e creando i redditi che poi trasfomadosi in consumi comportano un'IVA da versare.

ps: se il discorso dell'Irpef prelevato dall'azienda fosse cosi' neutro come si dice, perché la politica è sempre stata contraria all'abolizione dei sostituti d'imposta? Ricordo un rederendum dei radicali, che fu bocciato dalla Corte Costituzionale. Ricordo che tale Fidenato (già noto per disubbidienze in tema OGM) versa lo stipendio lordo ai dipendneti e loro pagano imposte ed INPS (che pero' li rifiutano). Dice Fidenato "L’art. 3 della Costituzione Italiana ci vuole tutti uguali, eppure alcuni cittadini (gli imprenditori) devono farsi carico di oneri verso lo stato (le tasse) di altri cittadini (i lavoratori dipendenti). Al tempo stesso i lavoratori sono privati della conoscenza del valore del proprio lavoro, e dell’opportunità di poter contribuire alle spese pubbliche personalmente. La Costituzione poi, con l’articolo 23, sancisce che nessun cittadino può essere obbligato a lavorare gratuitamente per lo Stato (fuorché per il servizio militare e in caso di calamità naturale) e fare da sostituto di imposta è indubbiamente un lavoro2. Non retribuito.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda cardif il 09/07/2013, 23:48

franz ha scritto:What else?

Sembra che Marchionne voglia essere ringraziato per una cosa normale che fa (come dice Crozza- Marchionne: "non voglio che mi ringraziate per questo" :D ).

Per quanto riguarda l'IVA, è un flusso mensile: si versa ogni mese la differenza tra quella incassata e quella pagata in quel mese (non quello pagato un anno prima). Certo, può succedere che in un mese si compri (e quindi si paghi) più di quanto si sia incassato; ma in questo caso si rimane in credito e si porta questo credito nel mese successivo. Sta nella buona gestione evitare di concentrare gli acquisti (e quindi i pagamenti con IVA) tutti in un unico mese. Anche un piccolo autonomo non compra tutto in una volta, per non pagare più iva di quanto incassi, figuriamoci la Fiat che i conti se li farà certamente meglio.
franz ha scritto:perché la politica è sempre stata contraria all'abolizione dei sostituti d'imposta?

L'ho scritto: "Non cambierebbe niente: è solo un meccanismo certo di incasso per lo Stato, per impedire ai lavoratori dipendenti di evadere."
Qualunque commerciante incassa IVA dall'acquirente per conto dello Stato: è così in tutto il mondo (cioè, sulla Terra; altrove non so :) ).
E nessuno viene pagato per questo servizio, anche se molti ci marciano: incassano IVA ma, non fatturando, non la versano e se la mettono in saccoccia.
E' per legge che il datore di lavoro deve trattenere l'irpef e versarla allo Stato per conto del dipendente. Lex, dura lex sed lex. Quando una maggioranza (più liberale?) modificherà questa legge, allora sarà il dipendente a ricevere il lordo e, se non evade, verserà allo Stato il dovuto previsto dalla legge.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 10/07/2013, 8:05

Il concetto di base è che un'azienda che funziona (in attivo), ed ancor piu' un'azienda che funziona bene (e FIAT ora con la gestione Marchionne è uscita dalla cifre rosse della passata gestione di Romiti, prossima al fallimento) è un'azienda che non solo investe ma anche crea lavoro, vende prodotti e quindi fa incassare IRPEF e IVA allo stato. La situazione disastrosa in cui versa l'Italia oggi, con le chiusure ed i fallimenti di cui leggiamo e parliamo, è una situazione in cui calano i consumi (e quindi il gettito IVA) e si perdono centinaia di migliaia di posti di lavoro (quindi gettito IRPEF e gettito contributivo). Se un'azienda, malgrado la situazione, riesce ancora ad essere in attivo ed investire, secondo me è doveroso prendere nota non solo degli investimenti e del gettito IRS e IRAP, ma anche del flusso di reddito ai lavoratori e quindi dei consumi generati. D'altronde basta pensare a cosa succederebbe a Taranto se chiudesse ILVA o a Torino ed altre zone d'Italia se chiudesse FIAT, per non parlare del disastro con l'indotto.

Ora su questo non si devono cercare o negare ringraziamenti ma solo valutare con equità tutte le cifre in palio. Se qualcuno rinfaccia il conto delle agevolazioni (soldi ricevuti dallo Stato) allora è naturale che FIAT evidenzi anche quanto investe e, aggiungerei, anche quanto versa all'erario, direttamente o indirettamente.

Io le agevolazioni le eliminerei tutte. Mi pare siano una trentina di miliardi all'anno, abbastanza - se aboliti - per pareggiare IRES o portarla a livelli minimi. Solo che ai politici verrebbe a mancare un potere sostanzialmente di ricatto e condizionamento. Questo è il problema.
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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda flaviomob il 10/07/2013, 9:46

Il problema è che Marchionne continua a perdere quote di mercato in Europa e in Italia.
Il potere di ricatto che si desidera mantenere è il suo: o fate come dico io o sposto la produzione altrove.
La realtà è che lui funziona bene in USA e in Brasile, ma continua a non essere convincente per il mercato europeo che evidentemente ha bisogno di strategie e proposte completamente diverse in termini di modelli (anche sul piano estetico) e di affidabilità.


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Re: Marchionne: "In Italia investiti 23 miliardi"

Messaggioda franz il 10/07/2013, 14:53

flaviomob ha scritto:Il problema è che Marchionne continua a perdere quote di mercato in Europa e in Italia.
Il potere di ricatto che si desidera mantenere è il suo: o fate come dico io o sposto la produzione altrove.
La realtà è che lui funziona bene in USA e in Brasile, ma continua a non essere convincente per il mercato europeo che evidentemente ha bisogno di strategie e proposte completamente diverse in termini di modelli (anche sul piano estetico) e di affidabilità.

Marchionne, a differenza di Romiti che stava facendo fallire FIAT, ha riportato l'azienda nella zona utili e riesce ad investire 23 miliardi in 8 anni, cosa non da poco (e solo in Italia, quindi esclusi gli investimenti esteri) ed inoltre leggo che nello stesso periodo ha aumentato gli organici di 10'000 unità, con nuove acquisizioni.
Pensate poi cosa farebbe se finalmente azzeccassero i modelli giusti! (nel caso, non è Marchionne che li disegna....)

Sul potere di ricatto di una grande azienda che oggi potrebbe in poco tempo andare ovunque nel mondo credo ci sia poco da fare. L'importante è non fare scapare le aziende ma oggi pare proprio che l'Italia si stia impegnando al massimo per farle chiudere, fallire, scappare. Un po' come sul lavoro. Se in un posto non ci stai piu' bene, cominci guardarti attorno e prima o poi trovi e cambi. Se non qui, all'estero. Se stai bene è veramente difficile accettare offerte, anche vantaggiose. Chi cambia non è per la ricerca del nuovo fine a se stessa ma per la fuga disperata dal vecchio, che conosce e sa essere irrecuperabile.
Ora piu' un sistema paese (l'insieme dei fattori produttivi nazionali) è messo male, piu' cresce la possibilità che le aziende scappino. Il potere di ricatto quindi esiste ma secondo me è responsabilità dei governi che si sono avvicendati negli ultimi 20-30 anni.
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