h 20:14 | Andavano a fare la spesa, dal parrucchiere o ad accompagnare i figli a scuola. Tutto questo nonostante fossero durante l'orario di lavoro, e quindi chiudendo o limitando i servizi ai cittadini nel polo sanitario di Catanzaro Lido. C'e' tutto questo nell'inchiesta "Siesta" portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Catanzaro, diretta dal capitano Marco Fragassi, e della stazione di Catanzaro Lido. Sono 95 i dipendenti indagati nell'avviso di conclusione delle indagini che porta la firma dei sostituti procuratori Carlo Villani e Domenico Guarasci.
Si tratta di medici, infermieri, personale amministrativo e autisti. Praticamente la gran parte dei dipendenti della struttura, dove operano 120 persone. Le indagini sono partite dopo che alcuni dirigenti hanno denunciato le continue manomissioni della macchinetta per timbrare i cartellini delle presenze. Cosi' i carabinieri hanno installato le telecamere, sorprendendo il "giro" di assenze nella struttura. Due anni di indagini, tra il 2008 e il 2009, con centinaia e centinaia di filmati. C'era anche chi timbrava il cartellino per più persone, permettendo ai colleghi di non recarsi proprio a lavoro.
Questo configura, secondo me un reato associativo. Piu' dipendenti si mettono d'accordo, si coprono a vicenda. Uno timbra per gli altri ma poi altri timbreranno per lui.
Secondo wikipedia, la fattispiecie è cosi' descritta:
I tratti caratteristici di questa fattispecie di reato sono:
la stabilità dell’accordo, ossia l’esistenza di un vincolo associativo destinato a perdurare nel tempo anche dopo la commissione dei singoli reati specifici che attuano il programma dell’associazione. La stabilità del vincolo associativo dà al delitto in esame la tipica natura del reato permanente;
l'esistenza di un programma di delinquenza volto alla commissione di una pluralità indeterminata di delitti. La commissione di un solo delitto non integra la fattispecie in esame.
Parte della dottrina e della giurisprudenza richiede altresì l’esistenza di un terzo requisito, vale a dire il fatto che l’associazione sia dotata di una "organizzazione", anche minima, ma adeguata rispetto al fine da raggiungere. Sul punto però non v'è uniformità di vedute: secondo taluno in dottrina non è necessaria alcuna organizzazione; secondo altri, invece, è indispensabile una struttura ben delineata "gerarchicamente" organizzata. Infine, soprattutto in giurisprudenza, si è sostenuto talvolta che è sufficiente una struttura "rudimentale".
Per il primo punto ci siamo: il vincolo perdura nel tempo ed i reati sono continuati (e quotidiani, direi). Sul secondo ho qualche dubbio perché esiste (a quanto appare) una sola tipologia di danno erariale (quello legato all'orario di lavoro) ma si esplica in una miriade di casistiche, compresa anche la manomissione delle macchinette. Insomma il come riuscirci è indistinto per cui si ricorre ad una pluralità indeterminata di delitti, qualora alcuni non fossero applicabili. In tutto organizzati, si scrive da "gran parte" (95) di quei 120 dipendenti. L'organizzazione anche minima, pur non essendo un requisito richiesto da tutta la giurisprudenza, esiste sicuramente, perché nessuno sta a casa o si assenta se sa di non essere coperto.
La scheda di Wiki prosegue precisando che il reato "associazione per delinquere" ...
Secondo la dottrina e la giurisprudenza prevalenti, il bene protetto è costituito dall’ordine pubblico, che risulterebbe minacciato dalla sola esistenza dell'associazione per delinquere: gli associati, infatti, vengono "...per ciò solo..." puniti cioè per il solo fatto di appartenere all'associazione, indipendentemente dalla commissione o meno dei delitti contemplati dal programma di delinquenza
Quindi uno viene perseguito legalmente perché appartiene all'associazione (all'organizzazione) anche se non commette i particolari reati (rapina o assentarsi facendosi timbrare il cartellino da altri). Che dire per esempio se nell'organizzazione facesse parte un avvocato, con il ruolo di difesa in caso di necessità legali? Il caso è spinoso e molto dipende dalla consapevolezza di questo avvocato di difendere non un singolo presunto reo ma un'intera associazione per delinquere, cosa che potrebbe anche coinvolgerlo. E naturalmente dalle prove che la magistratura potrebbe raccogliere a sostegno dell'ipotesi di piena collaborazione. Se l'avvocato viene chiamato dopo il reato, sicuramente non è coinvolto ma se fosse l'avvocato di fiducia del gruppo da molti anni e fosse specializzato nei reati imputati, le cose omincerebbero a cambiare. Che dire allora di un sindacato che, in cambio di una quota mensile dello stipendio (uno stipendio che possiamo dire "rubato") si obbliga ad offrire patrocinio legale gratuito? Fa parte organica dell'associazione (condotta “partecipativa interna e necessaria”) oppure è concorso esterno nel reato associativo (condotta “concorrente esterna ed eventuale”)? La soluzione al questito non è ideologica ma è puntuale, caso per caso. Se i sindacalisti che difendono i 95 conoscevano da tempo l'andazzo di quella struttura statale, lo tolleravano (non lo denunciavano) e difendono quei lavoratori, allora qui sono molto piu' che complici: fanno parte del problema.
Problema complesso e non banalizzabile con aggettivi spregiativi, cari forumisti. Diciamo pero' che se la magistratura individuasse per tutti i lavoratori che (in tre o piu') si organizzano per rubare lo stipendio, il reato di associazione per delinquere, farebbe cosa sana e giusta e quindi le organizzazioni sindacali si terrebbero alla larga dalla difesa di questi casi (che quando emergono sono eclatanti, ripresi da telecamere) traendone grandissimo vantaggio di immagine. La difesa d'ufficio basta ed avanza.
http://it.wikipedia.org/wiki/Associazio ... delinquere
http://www.altalex.com/index.php?idnot=2076