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La sinistra del XXI secolo

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda flaviomob il 17/06/2013, 13:26

E' curiosa questa posizione di franz. Perché se le premesse sono che al di qua delle Alpi è la cultura cattolica a determinare una serie di conseguenze (negative) sul piano politico e socio-economico, ma contemporaneamente la colpa della situazione politica è anche "degli italiani", responsabili in pieno delle proprie scelte sul piano politico e non "traditi" continuamente, come vorrebbe Iafran, mi risulta difficile poi essere d'accordo con Renzi sul fatto che bisogna cambiare l'Italia senza cambiare gl'Italiani... E' evidente che il cambiamento richiesto va esteso a tutti o a gran parte della cittadinanza, come conseguenza logica delle premesse dei ragionamenti di franz.

Io mi trovo completamente d'accordo con quanto scrive Manuela riguardo alla civitas e sottoscrivo parola per parola. Bisogna però riconoscere che in Italia esiste un alto tasso di irresponsabilità, corruzione, trasformismo e quindi tradimento del mandato elettorale da parte di una buona fascia della classe politica. Certo, la nostra colpa di cittadini è di non aver punito (abbastanza) i responsabili di questo (s)fascio, durante la prima e la seconda repubblica. Bisogna anche riconoscere però la presenza di "poteri forti" estranei al contesto democratico molto influenti e anche il "ricatto morale" che portava a demonizzare la sinistra ben oltre la breve parabola dell'appoggio comunista all'Unione Sovietica (che già con Berlinguer era estinto, rendendolo anche oggetto di attentati nei paesi dell'Est, pare). Insomma, mi pare che siamo molto lontani dal "governo dei migliori" auspicato da Manuela e che già avvicinarsi al "meno peggio" sarebbe un passaggio più che desiderabile.


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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda franz il 17/06/2013, 15:05

flaviomob ha scritto:E' curiosa questa posizione di franz. Perché se le premesse sono che al di qua delle Alpi è la cultura cattolica a determinare una serie di conseguenze (negative) sul piano politico e socio-economico, ma contemporaneamente la colpa della situazione politica è anche "degli italiani", responsabili in pieno delle proprie scelte sul piano politico e non "traditi" continuamente, come vorrebbe Iafran, mi risulta difficile poi essere d'accordo con Renzi sul fatto che bisogna cambiare l'Italia senza cambiare gl'Italiani... E' evidente che il cambiamento richiesto va esteso a tutti o a gran parte della cittadinanza, come conseguenza logica delle premesse dei ragionamenti di franz.

le culture cambiano col tempo e con trempo cambiano quindi i comportamenti e gli italiani.
Non siamo piu' quelli che 2000 anni fa buttavano i traditori dalla rupe tarpea. Oggi li epuriamo democraticamente :-)
Il presunto contrasto è c'è chi pretende di cambiare l'Italia cambiando prima gli italiani e chi invece vorrebbe cambiare l'Italia, cosa che prima o poi cambiarà anche gli italiani. Si vuole la stessa cosa (il cambiamento, spero) e le due cose sono interconnesse. Io ho sempe sostenuto che cambiare regole implica poi anche un cambiamento - più o meno graduale - del comportamento dei cittadini.
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda Iafran il 17/06/2013, 16:59

franz ha scritto:Il presunto contrasto è c'è chi pretende di cambiare l'Italia cambiando prima gli italiani e chi invece vorrebbe cambiare l'Italia, cosa che prima o poi cambiarà anche gli italiani. Si vuole la stessa cosa (il cambiamento, spero) e le due cose sono interconnesse. Io ho sempe sostenuto che cambiare regole implica poi anche un cambiamento - più o meno graduale - del comportamento dei cittadini.

Le cose che sono di là da venire si costruiscono con gli uomini che si hanno volta per volta. Quelli che ci sono e che governano e/o vorrebbero governare nell'immediato futuro, intanto, danno solo speranza di cambiamento ai loro elettori per farsi votare ... ciò che produrranno (di buono o di non buono) si appurerà sempre dopo.
Anche volendo credere alla bontà ed alla buona fede dei singoli rimane il dubbio sulle persone che li seguiranno nella loro avventura (cioè quelle che sposeranno le loro idee per tutta la Penisola e nelle amministrazioni regionali, provinciali, comunali) e che hanno dato esempi di "galleggiare" su qualsiasi "mare politico".
A me basta guardare alla storia dell'Italia per rimanere fortemente scettico sulla volontà della classe egemone di adoperarsi per il benessere dei cittadini: richiederebbe lungimiranza e tanto tempo ... cose inconciliabili con il rampantismo delle persone (bene in vista) che si propongono come "taumaturghi" o guide sociali.
Se Briatore vuole adoperarsi per la collettività può solo dimostrarlo nei fatti, le parole non si ascoltano più.

PS - Se il PD è un partito di sinistra (o di Cs) e Renzi si propone come suo segretario ... Renzi è l'espressione della sinistra (o di Cs) italiana d'inizio XXI secolo e Briatore un suo sostenitore. Non vedo nessun gossip! ;)
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda ranvit il 17/06/2013, 17:17

Sono le classi dirigenti che determinano la Storia del Paese!
Sono quaquaraquà? Ne risulta un Paese di quaquaraquà!
Sono di alto profilo? Ne risulta un Paese di successo!

Solo degli imbecilli presuntuosi ed arroganti possono pensare di cambiare le persone in meglio mentre loro sono dei quaquaraquà (ogni riferimento alla sinistra italiana è una pura coincidenza)!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda Iafran il 17/06/2013, 17:35

Dall'esterno, un Paese si riterrebbe di successo dall'alta qualità di vita dei suoi cittadini.
Per farsi un'idea sulla qualità della classe politica italiana basterebbe guardare alle condizioni in cui versa il Paese ed alla disuguaglianza sociale imperante.
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda lodes il 17/06/2013, 19:01

Aggiungo a quanto Scrive Manuela un altro tassello: responsabilità. Responsabilità collettiva e individuale. Perchè se siamo parte della civitas non possiamo ignorare che, oltre ai diritti e doveri, c'è anche la responsabilità. Voglio dire, che se è vero che le classi dirigenti - come scrive Vittorio- sono quelle che determinano la storia del paese, allora la sinistra -intesa come classe dirigente- che non è più quella della "rivoluzione" (cioè un altro mondo, il sol dell'avvenire) deve abbandonare la cultura politica da cui è partita e che non prevedeva al suo interno la parola responsabilità. Certo in quella sinistra si usava la parola responsabilità, ma la si declinava coerentemente con le analisi sul capitalismo, dunque: le condizioni sociali ed economiche sono responsabili e incidono sul comportamento dei cittadini, oppure la collettività deve essere responsabile verso i cittadini per assicurare loro il benessere, o, ancora, il partito nel suo insieme è responsabile delle politiche e il centralismo democratico ne è una conseguenza logica. Insomma questo per dire che ha ragione Vittorio a sostenere che sono le classi dirigenti a determinare la storia del paese, ma c'è un ma! L'affermazione continuerà ad essere vera se la sx non si emanciperà rispetto alle culture del novecento. C'è bisogno di classi dirigenti e anche dell'insieme della civitas che siano realmente responsabili. Responsabili dei risultati di governo -del paese, di una amministrazione, di una bocciofila- ma per contro serve una vera competizione tra "ipotesi politiche", in modo trasparente, aperto e in cui i cittadini possono "realmente partecipare" alla "scelta" assumendosi anch'essi la propria responsabilità. Solo così la sinistra si può liberare dai cascami ideologici e smetterla di guardare al passato. Però detto questo il pallino chi lo ha in mano? Sicuramente lo hanno gli attuali gruppi politici, e per questo è abbastanza improbabile che siano in grado di farsi da parte, ma lo hanno in mano anche gli elettori. E qui torna il concetto di responsabilità e cioè: continuare a votare per i Bersani, i D'Alema ecc. significa assumersi la responsabilità di "legittimare" il perpetuarsi di questo personale politico. Se tutti noi auspichiamo una "nuova sinistra del XXI secolo" è necessario uscire dal ricatto: o noi o vince Berlusconi. Con questo ricatto muore il paese.
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda Iafran il 17/06/2013, 22:24

ranvit ha scritto:Sono le classi dirigenti che determinano la Storia del Paese!
Sono quaquaraquà? Ne risulta un Paese di quaquaraquà!
Sono di alto profilo? Ne risulta un Paese di successo!

I cittadini, purtroppo, non contano un bel niente ... fino a quando non ne possono più e decidono di fare come le formiche descritte in un libro da Gino & Michele e fanno sentire le loro mandibole a quelli che considerano loro nemici ... anche nello stesso formicaio. ;)
Molti cittadini, però, sono consapevoli se vivono o meno nel Paese di Pulcinella e possono reagire in modo diverso: alcuni possono prodigarsi per trasformarlo in un Paese normale, altri possono adattarvisi per cogliere le "opportunità" che offre (spesso a danno degli altri).
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda flaviomob il 17/06/2013, 23:45

No, non sono solo le classi dirigenti. E' la cultura di un paese che le esprime, in democrazia. Per questo sostengo che devono essere gli Italiani a cambiare, ma mica perché arrivi il "messia" o il caro leader a farlo al posto loro (imponendolo). La nostra storia dovrebbe insegnarcelo.
Devono essere i cittadini a cambiare loro stessi, prendendo coscienza che ci sono forme di organizzazione e auto-organizzazione in grado di innescare un mutamento sociale e di aumentare il potere di controllo del cittadino rispetto all'autorità dello stato. E' la strada più dura, difficile e impervia, ma è anche l'unica. Impegnarsi quotidianamente nella società.


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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda franz il 18/06/2013, 7:25

Se un paese esprima una classe dirigente o se sia il contrario è questione antica.
Probabilmente sono vere entrambe le cose e da un'impostazione di semplice causa-effetto si deve ragionare sulla base di concatenazioni circolari (A implica B, B implica C, C, implica di nuovo A) che possono essere positive (feedback positivo) o negative.
Per esempio l'illuminismo si affermò (con grandi pensatori, filosofi, classe dirigente) perché il paese era già pronto oppure fu un movimento culturale e politico che cambio' la storia? D'altronde sia pur rivoluzionario un grande pensatore non nasce dal nulla.
In fondo si puo' ragionare sul concetto stesso di "dirigente". Se questa classe dirige, essa comunque conduce da qualche parte, verso il cambiamento o verso la conservazione e non è affatto detto che sia la stessa direzione voluta dal popolo. Soprattutto se c'è equilibrio tra le due componenti nel paese (cambiamento e conservazione) ecco che un piccolissimo sforzo da parte di una classe dirigente illuminata puo' sbloccare la situazione, in un senso come nell'altro.
Il problema piuttosto è vedere se attualmente la classe dirigente esprime il meglio o il peggio del paese.
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Re: La sinistra del XXI secolo

Messaggioda ranvit il 18/06/2013, 8:14

Il problema piuttosto è vedere se attualmente la classe dirigente esprime il meglio o il peggio del paese.

Fin'ora? Il peggio!
Basta menzionare il nome di Berlusconi & Co e della Lega, per la destra populista, arraffona, coatta, cialtrona. E gran parte dei politici, intellettuali, artisti, giornalisti etc etc di una sinistra verbosa, velleitaria ed infantile!
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