E' curiosa questa posizione di franz. Perché se le premesse sono che al di qua delle Alpi è la cultura cattolica a determinare una serie di conseguenze (negative) sul piano politico e socio-economico, ma contemporaneamente la colpa della situazione politica è anche "degli italiani", responsabili in pieno delle proprie scelte sul piano politico e non "traditi" continuamente, come vorrebbe Iafran, mi risulta difficile poi essere d'accordo con Renzi sul fatto che bisogna cambiare l'Italia senza cambiare gl'Italiani... E' evidente che il cambiamento richiesto va esteso a tutti o a gran parte della cittadinanza, come conseguenza logica delle premesse dei ragionamenti di franz.
Io mi trovo completamente d'accordo con quanto scrive Manuela riguardo alla civitas e sottoscrivo parola per parola. Bisogna però riconoscere che in Italia esiste un alto tasso di irresponsabilità, corruzione, trasformismo e quindi tradimento del mandato elettorale da parte di una buona fascia della classe politica. Certo, la nostra colpa di cittadini è di non aver punito (abbastanza) i responsabili di questo (s)fascio, durante la prima e la seconda repubblica. Bisogna anche riconoscere però la presenza di "poteri forti" estranei al contesto democratico molto influenti e anche il "ricatto morale" che portava a demonizzare la sinistra ben oltre la breve parabola dell'appoggio comunista all'Unione Sovietica (che già con Berlinguer era estinto, rendendolo anche oggetto di attentati nei paesi dell'Est, pare). Insomma, mi pare che siamo molto lontani dal "governo dei migliori" auspicato da Manuela e che già avvicinarsi al "meno peggio" sarebbe un passaggio più che desiderabile.