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Il lavoro viene prima dell’Imu

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 19/05/2013, 14:38

ranvit ha scritto:A proposito di tergiversare..... ;)
1) Che la Germania stia meglio di noi non ci sono dubbi, ma....che minchia c'entra con quello che stavamo dicendo?
2) Che minchia c'entra il fatturare? Vendere e fatturare sono due cose diverse: "vendere" significa "acquisire ordini"; le fatture si fanno quando si spedisce la merce!

1) c'entra perché si parlava di domanda e di mercato interno. Faccio notare che non esiste solo in mercato interno e che per economie di successo esistono anche le esportazioni, che creano lavoro e reddito.
2) Vendere significa acquisire ordini solo per chi lavora a commessa, spesso con molti mesi o anche anni di anticipo. Per esempio una nave o una centrale idroelettirca. Ma non esiste solo il lavoro su commessa. Anzi è una piccola parte, sia pure importante. La stragrande maggioranza delle aziende vende cio' che ha in magazzino, frutto di una produzione continua che adegua costantemente alla domanda. Dalle pere alle posate, dalla carta igenica ai computer. Si tratta di generi di prima necessità e di largo consumo. Sono questi i beni coinvolti dalla crisi della domanda, oltre ovviamente ai beni superflui. Qui nessuno piu' vendere piu' di quanto produce o distribusce perché c'è concorrenza e ci sono tante aziende sul mercato a cui rivolgersi. Se vuoi vedere di piu' devi essere piu' bravo a produrre ... e subito, non tra un anno. Se io chiedo pane o un computrer. lo voglio oggi. Chiaro il concetto? Nessunp puo' dirmi che il pane o il compute rme lo consegnan o tra 4 mesui. Quindi nella stragrande maggioranza dei casi vende solo quanti si produce, anzi, si è già prodotto.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 19/05/2013, 14:41

flaviomob ha scritto:Ma... rimandare l'IMU a settembre che senso ha? Si paga o non si paga? E chi ha già pagato, ovvero centomila contribuenti, ora cosa dovrebbe fare? E i comuni, dove li prendono i soldi?

Nessuno senso, se non tergiversare in attesa di una riforma organica (che serve) ed usare questo "tener sulle spine" per tenere in vita il governo. Avendo solo ritardato, se cade il governo prima della riforma poi i cittadini dovranno pagare e se la prederanno con chi lo ha fatto cadere. Per i comuni mi pare si sbloccheranno fondi statali.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 19/05/2013, 14:52

flaviomob ha scritto:Ma... rimandare l'IMU a settembre che senso ha? Si paga o non si paga? E chi ha già pagato, ovvero centomila contribuenti, ora cosa dovrebbe fare? E i comuni, dove li prendono i soldi?



Su questo concordo: bisognava abolirla del tutto (almeno per quelle case etc per cui è stata sospesa)! Perchè nel dubbio nessuno aumenterà i consumi!
Ma credo sia stato fatto sia per quanto detto da franz, sia per non "sfruculiare" l'Ue in attesa di ottenere la patente di Paese virtuoso...
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 19/05/2013, 15:08

1) c'entra perché si parlava di domanda e di mercato interno. Faccio notare che non esiste solo in mercato interno e che per economie di successo esistono anche le esportazioni, che creano lavoro e reddito.
2) Vendere significa acquisire ordini solo per chi lavora a commessa, spesso con molti mesi o anche anni di anticipo. Per esempio una nave o una centrale idroelettirca. Ma non esiste solo il lavoro su commessa. Anzi è una piccola parte, sia pure importante. La stragrande maggioranza delle aziende vende cio' che ha in magazzino, frutto di una produzione continua che adegua costantemente alla domanda. Dalle pere alle posate, dalla carta igenica ai computer. Si tratta di generi di prima necessità e di largo consumo. Sono questi i beni coinvolti dalla crisi della domanda, oltre ovviamente ai beni superflui. Qui nessuno piu' vendere piu' di quanto produce o distribusce perché c'è concorrenza e ci sono tante aziende sul mercato a cui rivolgersi. Se vuoi vedere di piu' devi essere piu' bravo a produrre ... e subito, non tra un anno. Se io chiedo pane o un computrer. lo voglio oggi. Chiaro il concetto? Nessunp puo' dirmi che il pane o il compute rme lo consegnan o tra 4 mesui. Quindi nella stragrande maggioranza dei casi vende solo quanti si produce, anzi, si è già prodotto.


1) certo. Ma come tutti sanno...il mercato interno è prevalente.
2) anche chi produce "a magazzino" tiene conto costantemente delle vendite. Il Magazzino è una "scorta" che consente di rispondere nell'immediato ad una certa variabilità delle vendite. Se le vendite aumentano ...si aumenta la produzione con i mezzi e le risorse che si hanno (per es. ore straordinarie); se l'aumento si mantiene nel tempo, ci si attrezza per aumentare la produzione...nuovi macchinari e posti di lavoro.
Va detto che anche chi lavora "a magazzino", in genere, ha ordini aperti sulla base di accordi di lungo periodo.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda flaviomob il 19/05/2013, 15:49

Feroce la vignetta di Giannelli.
Piazza San Giovanni, un grande striscione con su scritto “vogliamo lavoro”.
“Ma quelli del Pd non partecipano?” si chiede un manifestante.
“No, loro già lavorano con il PDL”.

http://corradinomineo.it/item/179-il-ca ... aggio.html


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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda flaviomob il 19/05/2013, 19:57

“Si è passati dal compromesso storico al tradimento storico”

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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 19/05/2013, 20:20

ranvit ha scritto:1) certo. Ma come tutti sanno...il mercato interno è prevalente.

Per prima cosa, avendo un 20% di mercato estero le cose vanno un po' meglio di qando il mercato estero non c'è ... e se è un 40% come la germania o un 50% cme la Svizzera va ancora molto ma molto meglio. Non si vuole capire che il mercato interno "tira" se tanti guadagnano e lavorano per il mercato estero. Senza l'estero il mercato interno sarebbe ancora piu' depresso.
A meno che invece non si voglia credere nella palle mussoliniane sull'autarchia.
ranvit ha scritto:2) anche chi produce "a magazzino" tiene conto costantemente delle vendite. Il Magazzino è una "scorta" che consente di rispondere nell'immediato ad una certa variabilità delle vendite. Se le vendite aumentano ...si aumenta la produzione con i mezzi e le risorse che si hanno (per es. ore straordinarie); se l'aumento si mantiene nel tempo, ci si attrezza per aumentare la produzione...nuovi macchinari e posti di lavoro.
Va detto che anche chi lavora "a magazzino", in genere, ha ordini aperti sulla base di accordi di lungo periodo.

Chi lavora "a magazzino", "vende quello che ha. Il 70% del PIL italiano è commercio e distribuzione di beni e servizi. Vendono (in Italia o all'estero) quello che esiste (a listino, prodotto in Italia o all'estero) a parte naturalmente chi vende la Fontana di Trevi o il Colosseo. Morale, oggi con i "magazzini corti" e la consegna rapida, just in time, nessuno vende quello che non ha e nessuno tende ad avere in magazzino quello che non è sicuro di vendere. Si fa in fretta a rallentare l'economia ma anche a ripartire.
Le aziende di successo sono quelle che grazie all'innovazione ed un "contesto paese" favorevole sanno produrre prodotti velocemente di qualità ad un prezzo appetibile. Da noi manca l'innovazione ed il contesto paese. Questo è il punto; il resto è inutile.
La politica pensi al contesto paese (formazione professionale inclusa) che al resto si pensa l'industria.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 20/05/2013, 8:22

Premio Nobel per la tergiversazione! :D
Sapevo che avresti tirato in ballo il "just in time" :D ....vuoi che io non conosca la cosa, ma anche tante altre problematiche che un teorico non considera?..ho operato quotidianamente per decenni su questi problemi, sia in aziende che lavoravano a commessa che a magazzino!
Mercato estero? Non mi pare che l'Italia sia un Paese con scarse esportazioni, anzi! :roll:
Si potrebbe esportare di piu'? Certo! Ma con tutti i problemi che abbiamo non è una cosa all'ordine del giorno se fai risparmiare 2/3 miliardi di tasse (l'equivalente dell'Imu sospesa) alle imprese!
Resta il problema che se la gente non ha soldi e non compra, le imprese possono avere anche tasse zero ma, non producono e quindi, non creano posti di lavoro!

Passo e chiudo... 8-)
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 20/05/2013, 9:01

Se il mercato interno non tira, c'è quello estero che con meno tasse sul lavoro puo' diventare piu' competitivo e creare posti di lavoro. A sua volta questi posti di lavoro aggiuntivi alimentano il mercato interno. La germania ha fatto così ed oggi ha una quota di esportazioni su PIL doppia rispetto a noi. E naturalmente chi esporta tanto deve anche importare altrettanto e la germania importa tanto dall'Italia (il 18.7% delle nostre esportazioni va in germania) e l'avanzo commerciale tedesco nei nostri confronti implica poi anche circa 20 miliardi di investimenti tedeschi in Italia (per non parlare del turismo germanico in Italia).

PS: ho cercato una lista di aziende mondiali di successo (sostenibile, naturalmente) ed ho trovato una lista di 100 che non comprende alcuna azienda italiana. Una cinquantina in Europa, nessun nome italiano. http://www.global100.org/
Mi chiedo quindi chi in Italia possa essere definito come impresa di successo. Magari ce ne sarebbero anche, potenzialmente, ma nel contesto italiano (burocrazia, corruzione, inefficenze) nessuna puo' emergere, a meno che non si trasferisca all'estero. Ribadisco che una volta tanto sono d'accordo anche col diavolo e addirittura con Landini e con chiunque sostenga che il lavoro venga prima dell'IMU. Naturalmente non solo per l'importo dell'IMU stessa (che per mantere i saldi di bilancio se eliminata si dovranno trovare i soldi altrove, alla faccia dei consumi) ma per tutto quello che riguarda il lavoro e le condizioni quadro in cui il lavoro si tenta di farlo.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 20/05/2013, 14:25

Accidenti, non sono solo scintille Letta - Berlusconi (e Franz - Ranvit) ma anche Renzi - Epifani. :o


Stop all'Imu, scintille Epifani-Renzi
"Regalo a Silvio". "No, buonsenso"

Il sindaco di Firenze punzecchia il suo partito e sulla tassa parla di "cambiale che si paga a Berlusconi". Il segretario Pd replica: "Aspetterei la riforma complessiva prima di dare giudizi"

ROMA - "L'imu è una cambiale che si paga all'accordo con Berlusconi. Io credo che sia giusto abbassare le tasse, ma mi piacerebbe capire da dove partire. Noi a Firenze abbiamo abbassato l'irpef". Così Matteo Renzi, parlando a radio 24. Parole che suonano in distonia con quelle pronunciate ieri da Enrico Letta, che nel colloquio con Repubblica aveva respinto l'interpretazione di un esecutivo succube ai voleri del Cavaliere. Ma il segretario del Pd Guglielmo Epifani replica a stretto giro di posta: "Non è un regalo a nessuno ma al buon senso". A margine della commemorazione per l'anniversario dell'assasinio di Massimo D'Antona, il segretario democratico aggiunge: "Aspetterei la riforma complessiva prima di dare giudizi. E' cambiata una cosa che al tempo di D'Antona non avevamo: oggi c'è la crisi".

Poi il sindaco di Firenze ribadisce di non puntare a ottobre alla segreteria del Pd. "Se io ora facessi la campagna per diventare segretario del pd sembrerebbe che il mio obiettivo sia quello di sedermi su una poltrona. Il problema non è cosa voglio fare io ma cosa vuol fare il Pd. E' un grado di esprimere idee proprie per il paese o sta solo a rimorchio? Non si deve preoccupare di cosa fa Berlusconi".

Quindi anche un invito a Prodi che sembra non intenzionato a rinnovare la tessera democratica. "Spero che non lo faccia. Io sono dell'idea che ci debbano essere solo due partiti, per cui non sono contento che la gente se ne va dal partito. Mi auguro che ci ripensi".

(20 maggio 2013)
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