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Una lettura keynesiana della crisi

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 14/05/2013, 20:16

Si, i numeri mi sembrano corretti, anche se ha poco senso paragonare gli interessi dal 2007 con quanto si spende in un anno. Se vuoi impressionare qualcuno puoi fargli notare che la spesa per fumo o telefonini in 5 o 6 anni è superiore a quanto spende per il vitto in uno solo. Ma sono paragoni un po' a capocchia.

Sul giappone abbiamo già detto. Loro lavorano tanto ed hanno una buona produttività.
Hanno un forte debito ma danno l'impressione di poterlo ripagare e quindi il rischio è basso e con esso gli interessi pagati.

Quanto allo stampare moneta con l'illusione di creare ricchezza e posti di lavoro, è tiste vedere questa grottesca conversione a sinistra di chi una volta metteva al centro il lavoro ed ora mette al centro politiche monetariste.

Parafrasando cio' che un amico scrive in rete (anche io non ne faro' il nome quindi) non è stampando tonnellate di biglietti da 500 euro che si aggiustano il sistema giudiziario e scolastico laddove non funzionano, che si aumenta il capitale umano quando un Paese non ce l’ha e non adotta politiche finalizzate ad aumentarlo, che si aumenta la produttività del lavoro o si fa crescere il livello tecnologico delle imprese, che si elimina la corruzione, la burocrazia folle, eccetera, eccetera. Inutile e sciocco chiedere a chi stampa moneta di fare miracoli stampandone di più. La moneta, alla fine, è solo un pezzo di carta. Può solo aiutare a misurare il benessere sociale ed a distribuirlo, non lo crea da sola. Il benessere sociale lo si crea solo lavorando bene nel rispetto delle regole degli incentivi adeguati.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 15/05/2013, 8:21

non è stampando tonnellate di biglietti da 500 euro che si aggiustano il sistema giudiziario e scolastico laddove non funzionano, che si aumenta il capitale umano quando un Paese non ce l’ha e non adotta politiche finalizzate ad aumentarlo, che si aumenta la produttività del lavoro o si fa crescere il livello tecnologico delle imprese, che si elimina la corruzione, la burocrazia folle, eccetera, eccetera. Inutile e sciocco chiedere a chi stampa moneta di fare miracoli stampandone di più. La moneta, alla fine, è solo un pezzo di carta. Può solo aiutare a misurare il benessere sociale ed a distribuirlo, non lo crea da sola. Il benessere sociale lo si crea solo lavorando bene nel rispetto delle regole degli incentivi adeguati.



Assolutamente d'accordo ma....pensi che si riuscirebbe a risolvere tutte queste dopo essere falliti (per eccessivo rigore)? :roll:

Ps Ormai ci sei rimasto solo tu e Shauble a difendere l'indifendibile rigore fine a se stesso!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 15/05/2013, 8:31

ranvit ha scritto:Assolutamente d'accordo ma....pensi che si riuscirebbe a risolvere tutte queste dopo essere falliti (per eccessivo rigore)? :roll:

Ps Ormai ci sei rimasto solo tu e Shauble a difendere l'indifendibile rigore fine a se stesso!

Veramente senza il rigore montiano saremmo falliti ben prima, direi circa nella primavera 2012.
E siccome non siamo ancoora falliti (come sistema paese) possiamo fare tutte quelle riforme a costo zero citate sopra.
Inoltre se usciamo dalla procedura di infrazione a fine mese, il rigore si allenterà e potremo anche fare quelle riforme che costano un po'.
Naturalmente dobbiamo proseguire nella lotta agli sprechi, alla corruzione etc che ci costano, si dice 60 miliardi all'anno.
Sai, non è il tuo caso ovviamente ma penso che tutti quelli che ancora si oppongono al rigore sono in qualche modo collegati a quel fiume di denaro (la casta PDL e PD) che se prosciugato li costingerebbe a lavorare.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 15/05/2013, 10:49

Il problema è che a quanto pare nessuno vuole fare le riforme nè a costo zero, nè a costo reale!

Ma....quali sarebbero le riforme a costo zero? Secondo me non esistono :roll:

Monti fece bene a "dare una bella botta", poi pero' non ha fatto una mazza nè per fare riforme incisive (e quelle annunciate non si sono fatte) nè per la crescita!
Nel frattempo continuiamo a cacciare soldi per sostenere i Paesi euro in difficoltà (tutto a carico di ulteriore debito pubblico!)... :roll: :roll: :roll: Ma noi non siamo in difficoltà???
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 15/05/2013, 13:09

ranvit ha scritto:Il problema è che a quanto pare nessuno vuole fare le riforme nè a costo zero, nè a costo reale!

Ma....quali sarebbero le riforme a costo zero? Secondo me non esistono :roll:

Monti fece bene a "dare una bella botta", poi pero' non ha fatto una mazza nè per fare riforme incisive (e quelle annunciate non si sono fatte) nè per la crescita!
Nel frattempo continuiamo a cacciare soldi per sostenere i Paesi euro in difficoltà (tutto a carico di ulteriore debito pubblico!)... :roll: :roll: :roll: Ma noi non siamo in difficoltà???

Se non faremo le riforme, il fallimento è inevitabile. Poi non so chi pagherà le pensioni e gli stipendi pubblici.
Aiutare chi è piu' in difficoltà di noi non è per forza maggior debito.
Lo è se non tagliamo quei 60 miliardi di spreco e buona parte di qui 84 miliardi di spesa per interessi.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 15/05/2013, 15:23

Lo è se non tagliamo quei 60 miliardi di spreco e buona parte di qui 84 miliardi di spesa per interessi.

Certamente! Ma falliremo anche solo, semplicemente, continuando a non crescere! Se crescessimo anche quella zavorra, per quanto deprecabile, sarebbe sopportabile. Del resto non è che negli altri Paesi non esista, è solo di minore intensità.

Come ho già detto altre volte per tentare di tagliare (ammesso che dopo decenni e decenni di chiacchiere se ne abbia veramente la voglia), bisogna essere in vita.....se per rigore muori prima non ci sarà alcuna occasione 8-)

E' di oggi la notizia che in tutta Europa il Pil è in decrescita......non ci vuole molto a capire che le politiche seguite fin'ora sono fondamentalmente suicide!!!
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 15/05/2013, 15:55

No, non puoi crescere con quella zavorra, cosi' come un 500 non puo' trainare un TIR.
Magari che la fa per 5 minuti ma poi schiatta.
Altro che "se si crescesse quella zavorra sarebbe sopportabile" ... questi sono i messaggi che la zavorra manda a dire in giro.
La crescita è una questione di competitività e produttività (che ristagna) ed innovazione (scarsa) legata agli investimenti (pochi) ed ovviamente è ostacolata dalla zavorra (burocrazia ... tanta, imposte .... elevate, servizi pubblici ... scadenti).
Tutti invocano il mantra della crescita, della ripresa, pensando che basta drogare i consumi con un po' di soldi e tutto va a posto. In realtà bisogna togliere il freno a mano che lo stato ha messo ovunque.

Togliere il freno a mano è una riforma a costo zero, per il paese, ma ovviamente non è a costo zero per chi lavorando nel comparto statale "freni a mano" perderà il lavoro. Ma non ci sono piu' spazi per ottimalità paretiane (vantaggio per tutti senza peggiorare la condizione di qualcuno). L'alternativa al fallimento generale è che chi oggi intercetta quei 60+84 miliardi all'anno dovrà fare la cura dimagrante e cambiare fonte di reddito.
Quei soldi devono cambiare destinazione: dalla rendita improduttiva e criminale agli investimenti produttivi ed al sostegno ai redditi degli indigenti.

PS: non è proprio tutta l'europa ad essere in recessione. Italia e Francia si. Caso mai altri paesi deludono le attese. La Francia paga le troppe tasse messe (grazie ai socielisti) e secondo me la stessa cosa vale per l'Italia. Il rigore è stato fatto con le tasse, non tagliando la spesa. Ma la Grecia riparte e si vedono i primi spiragli, con Fitch che alza il rating di Atene.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 15/05/2013, 19:52

Ma la Grecia riparte e si vedono i primi spiragli, con Fitch che alza il rating di Atene


Ah bè, allora siamo a posto! :D


Franz, come già ti è noto, condivido in larga parte la necessità di attuare una sburocratizzazione, semplificazione e trasparenza....figuriamoci! é sempre stato il filo conduttore della mia azione lavorativa!

Ma evidentemente non è cosi' semplice cambiare....
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda franz il 15/05/2013, 20:35

ranvit ha scritto:Ma evidentemente non è cosi' semplice cambiare....

Lo so che non è semplice. Lo fosse, lo avremmo già fatto.
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Re: Una lettura keynesiana della crisi

Messaggioda ranvit il 16/05/2013, 7:24

In attesa di farlo? Quanto tempo abbiamo ancora prima di falltre?

Comunque sono ottimista: ormai l'hanno capito tutti anche in Europa....a parte qualcuno :D
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