30 aprile 2013 • andrea moro
In tutte le prime pagine spicca il punto più evidente del programma del governo Letta: l'abolizione dell'IMU sulla prima casa. Ricordiamo, per chi si fosse perso un mio post di qualche mese fa, perché si tratta di una pessima scelta nell'elenco delle priorità.
Ridurre le tasse è indubbiamente prioritario, ma come ho spiegato poco più di due mesi fa, quel che conta per le famiglie non è QUALI tasse si pagano, ma quanti soldi rimangono in tasca dopo averle pagate. Per rilanciare l'economia invece è meglio tagliare certe tasse piuttosto che altre. Da questo punto di vista prima di tagliare l'IMU sarebbbe meglio ridurre le tasse sul reddito, che disincentivano il lavoro, e l'IRAP, che disincentiva sia il lavoro che l'innovazione e l'impresa. Sarebbe possibile tagliare queste imposte con identiche consequenze sul portafoglio dei lavoratori del taglio dell'IMU, ma con benefici maggiori nel medio-lungo periodo.
Ci sono poi conseguenze distributive. L'IMU colpisce solo i proprietari di case, escludendo la fascia più povera della popolazione, che vive in affitto. Inoltre, l'importo è proporzionale al valore catastale della casa ed in genere i contribuenti più ricchi hanno prime case di più alto valore. Abolire l'IMU prevalentemente beneficia dunque i contribuenti più ricchi. Si potrebbe modulare la percentuale IMU a seconda del valore delle case, ma mi pare che si stia proponendo un'abolizione indiscriminata sulla prima casa. Al contrario le imposte sul reddito sono progressive, ed è possibile modularle beneficiando diversamente i percettori di redditi bassi e alti. Ma ciò che è importante è che anche se tagliando le imposte sui redditi si benificiassero di più i redditi alti, si favorirebbero le persone più produttive e innovative beneficiando indirettamente l'economia (e potenzialmente anche i percettori di redditi più bassi). Al contrario, abolendo l'IMU indiscriminatamente, si favorisce solo il possesso di case più grandi, senza alcun effetto per chi non le possiede.
Un ultima considerazione. Possedere la casa è un traguardo per molte persone, ma non è chiaro che al margine sia una cosa positiva per la collettività. In generale possedere la casa di residenza rende più difficile spostarsi. È invece importante, specie in periodi di crisi, che persone ed imprese possano riallocarsi non solo fra settori, ma anche geograficamente. Una crisi è spesso l'accumulo di persone che fanno la cosa sbagliata/nel posto sbagliato. Ogni iniziativa che rende questa riallocazione più costosa finisce per penalizzare proprio chi subisce la crisi.
Tutte le tasse sono brutte (per chi deve pagarle) ma al margine alcune fanno meno danni di altre. L'IMU certamente contiene delle storture che vanno corrette, ma privilegiarne l'abolizione rispetto alla riduzione di altre tasse è un esercizio di demagogia da quattro soldi.
http://noisefromamerika.org/articolo/bu ... al-mattinohttp://noisefromamerika.org/articolo/ma ... ne-dellimu
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