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A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo era.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Modelli

Messaggioda franz il 23/03/2013, 16:27

flaviomob ha scritto:Ne abbiamo discusso da mesi, forse da anni. Per abbassare gli interessi sul debito c'è il modello giapponese.

Già, ma se fosse cosi' facile essere come i giapponesi, con la loro produttività, i loro orari di lavoro, le imposte basse che pagano (ci si dimentica di questo e che se lascia soldi in tasca ai cittadini questi spendono e/o risparmiano) ... se fosse cosi' facile allora perché non lo facciamo o non lo abbiamo già fatto?

Io riengo che ci sia tra gli idealisti (e non solo) un profondo equivoco sulla parola "modello".
Non è come quando esce il nuovo modello FIAT, VW o Renault.
Uno va dal concessionario e dice, mi dia quel modello, per favore.
Lo porta via cosi' o glielo incarto?
Sa, in promozione se vuole abbiamo anche un po' di modello giapponese, o se preferisce anche quello irlandese.
SI, me li dia che voglio provarli entrambi. Posso fare un giro di prova?

L'equivoco si risontra anche in quelli che parlano di un "nuovo modelli di sviluppo" quasi fosse una cosa che si trova al supermercato.
O che basta volerla ed ordinarla e prima o poi arriva. Uno va al Super e chiede al commesso: "Senta, ho sentito parlare di un nuovo modello di sviluppo che bla, bla, bla, ce lo avete?" "Non guardi, deve ancora arrivare, sarà per i prossimi giorni".

Scusate ma non riesco a non essere leggermente ironico.
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda flaviomob il 23/03/2013, 16:54

Non c'entra nulla essere come i giapponesi. Il modello giapponese è riferito ovviamente al tipo di gestione dell'indebitamento pubblico. Ed essendo Giappone e Italia diversi in molte cose, ma simili nel disporre di un forte risparmio privato delle famiglie, se si spiegasse bene agli Italiani quanto converrebbe tenere "in casa" il nostro debito, con interessi bassi (in ogni caso anche gli interessi bancari sono bassissimi sui conti correnti), libereremmo molte risorse (la spesa per gli interessi) rilanciando le imprese, i servizi, l'economia e i consumi. Non occorre "essere come" il Giappone, ma nemmeno suicidarci per Berlino. O cerchiamo una soluzione politica vailda o verremo travolti dalle trombe demagogiche di chi vuole uscire subito dall'euro: se la popolarità di Grillo è sopra il 40% è facile che le prossime elezioni anticipate siano il funerale dell'euro.


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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda franz il 23/03/2013, 16:59

flaviomob ha scritto: O cerchiamo una soluzione politica vailda o verremo travolti dalle trombe demagogiche di chi vuole uscire subito dall'euro: se la popolarità di Grillo è sopra il 40% è facile che le prossime elezioni anticipate siano il funerale dell'euro.

Su questo concordo ampiamente. Non solo ma una soluzione politica valida ed attuabile in pochi anni.
Quanto al funerale, anche qui d'accordo: sarà quello dell'Euro e soprattutto dell'Italia.
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda ranvit il 23/03/2013, 17:54

Quanto al funerale, anche qui d'accordo: sarà quello dell'Euro e soprattutto dell'Italia.

Il problema principale dell'Italia è una merda di classe politica!
Che si resti o si esca dall'euro ci vuole un Governo con le palle!
Vedremo se gli altri Paesi, che tremano già oggi perchè la piccolissima Cipro ha la febbre, saprebbero sopportare e come quella dell'Italia....(secondo me ci lascerebbero uscire con il paracadute ;) ).

PS Nel caso, comunque, non la vedrei cosi' nera: gli italiani tirano fuori il meglio di sè nei momenti piu' drammatici....mica siamo tedeschi o svizzeri che se stanno per andare nel burrone continuano imperterriti guidati dalla loro teutonica ed ottusa certezza! :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda franz il 23/03/2013, 18:29

ranvit ha scritto:PS Nel caso, comunque, non la vedrei cosi' nera: gli italiani tirano fuori il meglio di sè nei momenti piu' drammatici....

Ecco, qui siamo d'accordo pienamente ed è per questo che non concederei tempo e tempo ed ancora tempo.
Piu' drammatica è la realtà (purtroppo) e maggiore è la possibilità che gli italiani abbiano un guizzo, realizzino di colpo le cose da fare (che non sono certo rivotare questa classe politiche o pifferei come Grillo).

E per quanto riguarda il burrone stiamo a vedere chi ci cade dentro prima.
Io penso che non ci cadrà nessuno ma penso che il paese piu' vicino sia l'Italia, anche se qualche cosa ha fatto nel 2012 per allontanarsi. Il 2013 rischia di essere pero' un ritorno verso il baratro, se questa crisi politica non ha un rapido esito positivo.
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda flaviomob il 24/03/2013, 14:08

http://casaeuropa.com.unita.it/mondo/20 ... la-guerra/
Cipro, Merkel va alla guerra
(P. Soldini)

Fino a dove si spingeranno Angela Merkel e Wolfgang Schäuble nella guerra di Cipro? Toni così duri e minacce così forti da Berlino finora non si erano sentiti mai.
Non erano stati usati neppure contro Atene nei momenti più difficili dei negoziati sul debito greco. La cancelliera e il suo ministro delle Finanze evocano per l’isola di Venere uno scenario che, fino a ieri, avevano sempre escluso anche per i Paesi più inguaiati: l’uscita dall’euro. O, per dire le cose proprio come stanno, la cacciata dall’euro. Dicono che nella riunione di ieri dei parlamentari dell’Unione democristiana (Cdu e Csu) Frau Merkel si sia persino rimangiata l’argomento da lei sempre usato, prima, per escludere la possibilità che qualche Paese, per esempio la Grecia, uscisse dalla moneta unica e cioè il rischio che si scatenasse un effetto domino incontrollabile.

Ebbene, pur di piegare Nicosia questa remora ora verrebbe abbandonata. O i ciprioti ingoiano le misure prospettate dalla trojka, e soprattutto dal Fmi, oppure se ne vadano al diavolo. E attenzione: debbono accettare proprio le misure che vennero indicate nella riunione dell’eurogruppo dell’altra settimana, a cominciare dal prelievo sui conti correnti che ha provocato sull’isola la rivolta aperta ed è stata bocciata dal parlamento, non le versioni edulcorate dei vari «piani B» che sono circolati. La cancelliera ha detto chiaro e tondo che Berlino respinge ogni soluzione che non preveda i prelievi sui conti correnti, compresa quella basata sul ricorso ai fondi pensione o alla garanzia dei beni della Chiesa. Nella stessa riunione dei parlamentari, il capogruppo della Cdu Volker Kauder ha fatto mettere ai voti le «condizioni» che Nicosia deve accettare perché il Bundestag voti gli aiuti del Fmi e della Bce. Un partito politico d’un Paese che pone in proprio condizioni al governo d’un altro Paese finora non s’era ancora visto. La cosa è tanto più spiacevole se si considerano gli interessi che sull’isola lontana hanno diverse grandi banche tedesche. Può essere anche un caso ma l’esposizione di queste banche a Cipro corrisponde esattamente all’ammontare dei prelievi sui conti che l’Eurogruppo, su pressione tedesca, ha fissato a 5,8 miliardi come condizione per far arrivare i 10 miliardi di prestito.

Prima di cercar di spiegare le ragioni di tanto furore, conviene esaminarne gli effetti a breve termine. Che potrebbero essere molto pesanti. Secondo indiscrezioni raccolte dalla «Reuters» e rilanciate con evidenza dall’edizione on line della «Welt» (giornale per niente ostile al governo federale), la durezza di Schäuble nella discussione in seno all’Eurogruppo avrebbe provocato una specie di sollevazione dei diplomatici degli altri Paesi, che si sarebbero apertamente rivoltati contro l’«egemonia» esercitata da Berlino. Non è la prima volta che simili malumori trovano espressione: si ricorderà la clamorosa denuncia contro il predominio di Berlino e di Parigi (allora governata ancora da Sarkozy) fatta, con minaccia di dimissioni, dall’ex presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Il lussemburghese poi se ne è andato e al suo posto è arrivato l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Ma questi, si dice in giro, sarebbe politicamente troppo debole e, secondo i commenti raccolti dalla «Reuters», eterodiretto proprio da Schäuble. Non c’è alcun dubbio, dunque, sul fatto che il ministro delle Finanze sia il vero deus ex machina della dura manovra su Cipro. Ma non sarebbe solo: determinato (e determinante) come lui sarebbe la direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde. La sua determinazione, secondo le indiscrezioni che girano a Bruxelles, avrebbe provocato persino una spaccatura dentro la trojka, con i rappresentanti della Commissione Ue e della Bce messi sotto pressione perché troppo propensi anche solo a discutere eventuali soluzioni che non prevedano i prelievi sui conti.La rivolta anti-Schäuble (e anti-Lagarde) nell’Eurogruppo ha provocato una situazione di stallo: la trojka non ha la forza per imporre le misure che Nicosia rifiuta, ma non può neppure far pesare fino in fondo la minaccia della cacciata di Cipro dall’euro. Pare, infatti, che la posizione tedesca sia minoritaria all’interno dei 17 Paesi della moneta unica. E che l’insofferenza verso l’«egemonia» stia montando anche fuori del recinto dei Paesi del sud. Se si dovesse arrivare a una conta nel gruppo Berlino potrebbe ritrovarsi in minoranza. Il gigante al centro dell’Europa rischia, insomma, di farsi mettere in scacco dal più marginale dei Paesi dell’Unione.

Quanto alle ragioni che hanno determinato questo pericoloso e irragionevole irrigidimento da parte della Germania il discorso è, purtroppo, molto breve. Il governo di centrodestra per stanziare i fondi degli aiuti a Cipro deve necessariamente passare per il Bundestag, dove la cancelliera non ha più una maggioranza propria a causa della fronda di molti liberali, cristiano-sociali e anche cristiano-democratici e stavolta, a differenza del passato, non può contare sul soccorso esterno della Spd. Lei e il suo ministro pensano che facendo la faccia dura una parte dei dissidenti rientri nei ranghi e si eviti una pericolosissima crisi a sei mesi dalle elezioni del 22 settembre. Ancora una volta le ragioni della politica interna tedesca condizionano in negativo le scelte dell’Europa contro la crisi. «È tornata la cancelliera di ferro» titola lo Spiegel il servizio dedicato alla crisi di Cipro. Ma la durezza non sempre significa forza.


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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda Manuela il 25/03/2013, 9:47

Io non capisco nulla di economia e quindi mi tengo lontana dalle discussioni in materia. Però, da ignorante, ho una domanda, a cui vorrei una risposta chiara e circostanziata.

Nel caso che una mattina mi svegliassi in un paese che nella notte è passato dall'euro alla lira, a me cosa succederebbe, tenendo conto che vivo grazie al mio stipendio fisso di circa 1.500 euro al mese, possiedo una mezza casa (l'altra metà è del mio ex marito), e ho un livello ridicolo di depositi bancari... molto sotto ai 50.000 euro per intenderci?
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda pianogrande il 25/03/2013, 9:53

Manuela ha scritto:Io non capisco nulla di economia e quindi mi tengo lontana dalle discussioni in materia. Però, da ignorante, ho una domanda, a cui vorrei una risposta chiara e circostanziata.

Nel caso che una mattina mi svegliassi in un paese che nella notte è passato dall'euro alla lira, a me cosa succederebbe, tenendo conto che vivo grazie al mio stipendio fisso di circa 1.500 euro al mese, possiedo una mezza casa (l'altra metà è del mio ex marito), e ho un livello ridicolo di depositi bancari... molto sotto ai 50.000 euro per intenderci?


Provo a risponderti da cittadino non economista, a reddito fisso e medio basso risparmiatore:
I tuoi risparmi si trasformerebbero in qualcosa il cui valore reale non può che drammaticamente scendere.
Il potere d'acquisto del tuo stipendio si avvierebbe sulla stessa china detta sopra.
In parole povere povere da cittadino non economista e medio basso risparmiatore: ci avrebbero fregato di brutto (e vigliaccamente di nascosto).
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda ranvit il 25/03/2013, 10:56

Manuela, dipende da come verrebbe organizzata la cosa...:
- se si concordasse con gli altri Paesi europei, semmai in compagnia di altri Paesi che escono, molto probabilmente non accadrebbe niente di drammatico: tu avresti uno stipendio di circa 3.000.000 di lire (ammesso che la nuova moneta fosse ancora la lira...), i tuoi risparmi trasformati in Lire, etc etc (naturalmente con un periodo di interregno come già accaduto quando si passo' da Lira ad Euro). Dopodichè l'andamento generale del Paese dipenderebbe dalla capacità del Governo in carica.
- viceversa, se si annunciasse in un clima di scontro con l'eurozona e passassero mesi in strazianti discussioni (da perfetti cialtroni) arriveremmo all'uscita con moltissime pezze al culo e con la necessità di una politica economica da post-guerra.

Tra questi due estremi ci sono tante vie di mezzo....


Se non si esce ci sono due possibilità:
- i Paesi deboli (PIGS + Italia + Cipro + Slovenia + ...Francia 8-) ) diventano "virtuosi" (come da indicazioni di franz :D ) e l'eurozona diventa piu' integrata con meno egoismo da parte dei Paesi forti (maggiore condivisione di cose buone e cattive, allungamento dei tempi di rientro dal deficit, eurobond o qualcosa di paragonabile, etc); allora le cose si sistemano un po' alla volta.
- i Paesi deboli non diventano virtuosi....quelli forti non allentano il proprio egoismo: l'eurozona implode e sono cavoli per tutti, ma soprattutto per i Paesi deboli che nel frattempo avranno totalmente distrutto la propria economia (fabbriche chiuse, deficit alle stelle, mancanza di soldi per pagare pensioni e statali, etc) tornando all'epoca del baratto!

Anche qua possono esserci vie di mezzo....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A. Bagnai: il candidato premier a 5 Stelle che non lo er

Messaggioda pianogrande il 25/03/2013, 11:47

"Dopodichè l'andamento generale del Paese dipenderebbe dalla capacità del Governo in carica".
Ranvit


Ecco.
Adesso ci siamo.
Mi permetto solo di aggiungere che vale anche primadiché, anzi, è l'unica cosa che vale.
Fotti il sistema. Studia.
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