IN alcuni paesi, come Cina ed Iran, è certo che il numero di esecuzioni capitali sia molto più alto di quanto riportato dai dati ufficiali.
Ma continuiamo a coltivare la speranza: nel 1977 i paesi abolizionisti erano soltanto sedici, oggi sono i due terzi del totale mondiale.
http://www.amnesty.it/dati_pena_di_morte_nel_2011La pena di morte nel 2011 Nel 2011 sono state messe a morte almeno 676 persone in tutto il mondo, un incremento rispetto alle 527 esecuzioni del 2010. L'omicidio di stato è aumentato in modo allarmante in Arabia Saudita, Iran e Iraq. Resoconti credibili indicano che in Iran siano state messe a morte, in segreto, centinaia di persone. Un dato che raddoppierebbe il numero di esecuzioni ufficialmente riconosciuto.
I dati del 2011 non comprendono, inoltre, le migliaia di persone che si ritiene siano state messe a morte in Cina. È dal rapporto del 2009 che Amnesty International non pubblica le stime su condanne ed esecuzioni in questo paese dove la pena di morte è considerata segreto di stato. Amnesty International rinnova quindi la sfida alle autorità cinesi e chiede di pubblicare il numero di persone condannate e messe a morte ogni anno, così da confermare le dichiarazioni delle autorità che sostengono sia avvenuta una riduzione significativa dell'uso della pena capitale nel paese.
Arabia Saudita e Iran sono gli unici paesi al mondo che, in aperta violazione del diritto internazionale, continuano a mettere a morte minorenni, persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. Sentenze capitali su minori sono state emesse in Mauritania, Sudan e Yemen.
Nel 2011, tuttavia, il trend verso l'abolizione della pena di morte nel mondo ha visto passi concreti e significativi.
Sebbene gli Usa siano l'unico paese del G8 ad aver eseguito condanne a morte nel 2011, l'Illinois è diventato il 16° stato abolizionista. A novembre, inoltre, il governatore dell'Oregon ha annunciato che non saranno eseguite condanne a morte durante il suo mandato. Nel resto del continente americano sono state emesse pochissime sentenze capitali in alcuni paesi caraibici.
Nella regione Asia e Pacifico, non sono state registrate esecuzioni in Giappone, per la prima volta in 19 anni, e a Singapore. In entrambi i paesi le autorità dimostrano un costante e forte sostegno alla pena capitale. Dibattiti pubblici sulla pena di morte e la sua abolizione sono stati tenuti in paesi come Cina, Corea del Sud, Malesia e Taiwan. La Mongolia è ora riclassificata come abolizionista nella pratica.
Nell'Africa Subsahariana, la Sierra Leone ha istituito una moratoria ufficiale sulle esecuzioni ed è confermato che una moratoria è stata attuata anche in Nigeria. In Ghana, la Commissione per la revisione della Costituzione ha raccomandato l'abolizione della pena di morte nel nuovo testo.
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... Pagina/501Il progresso verso l'abolizione della pena di morte nel mondoDal 1990, sono 56 i paesi che hanno abolito la pena di morte per ogni reato. Di seguito, gli ultimi tre paesi abolizionisti per continente: in Africa, il Burundi, il Togo e il Gabon; nel continente americano, il Canada, il Messico, e l'Argentina; in Asia e nel Pacifico, le Filippine, Samoa e le Isole Cook; in Europa e Asia Centrale, il
Kirghizistan, l'Uzbekistan e la Lettonia. Una volta abolita, la pena capitale raramente è reintrodotta. Dal 1985, soltanto cinque paesi abolizionisti l'hanno ripristinata: il Nepal e le Filippine (che l'hanno poi nuovamente abolita), il Gambia, la Liberia e la Nuova Guinea (dove non sono state registrate esecuzioni).
Effetto dell'abolizione sul tasso di criminalitàUn'indagine condotta dalle Nazioni Unite nel 1998 e aggiornata nel 2002, esaminando le relazioni tra i cambiamenti dell'uso della pena capitale e il tasso di criminalità, conclude che: "Il fatto che tutti gli elementi continuino a puntare nella stessa direzione indica una convincente prova a priori che i paesi non devono temere cambiamenti seri e improvvisi nel tasso di criminalità se riducono la loro fiducia nella pena di morte."
I dati più recenti sul tasso di criminalità nei paesi abolizionisti dimostrano che l'abolizione non ha effetti dannosi. In Canada, ad esempio, il tasso di omicidi per 100.000 persone è sceso da 3,09 nel 1975 - un anno prima dell'abolizione della pena capitale per omicidio - a 2,41 nel 1980 e, da allora, continua a diminuire. Nel 2003, 27 anni dopo l'abolizione, il tasso di omicidi era dell'1,73 per 100.000 persone, il 44% in meno rispetto al 1975 e il valore più basso delle ultime tre decadi. Sebbene il tasso sia aumentato del 2% nel 2005, resta sempre un terzo più basso dal momento in cui la pena di morte è stata abolita.
(Roger Hood, The Death Penalty: A World-wide Perspective, Oxford, Clarendon Press, terza ed. 2002, p. 214)

(immagine da
Wikipedia, in azzurro i paesi abolizionisti)