Da questa discussione emergono diversi punti/spunti:
1) Si vota per scegliere chi governa il paese. Una buona parte di coloro che si dichiarano a favore di M5S, Ingroia, Fare e Monti immaginano che Berlusconi arrivi secondo, ma non si può dare nulla per scontato in Italia. Empaticamente, capisco benissimo lo scoramento, la delusione, il desiderio di cambiamento impellente di tante persone perbene, ma ritengo che debba prevalere il senso di responsabilità e l'appoggio a IBC, soprattutto nel voto al senato.
2) I rapporti tra Europa, stati ed enti locali non comportano necessariamente i tagli o la riduzione di questi ultimi. Ci sono regioni, province e comuni che non sprecano e funzionano egregiamente (magari meglio dello stato e con controlli più puntuali rispetto alla UE). Mi pare che esistano tre diversi livelli di enti locali anche in Francia e Germania (peraltro paese federale), mentre l'Inghilterra non ha le regioni (o ciò che ad esse equivale) perché ha tentato di istituirle ma non ha portato avanti questo progetto. Da noi dobbiamo anche prendere in considerazione municipalizzate, ASL e tutte quelle istituzioni pubbliche che magari vedono una pesante crisi di fondi accompagnata da stipendi principeschi per dirigenti inefficienti (mi viene da pensare all'ATM di Milano, l'azienda dei trasporti municipale, il cui presidente (con doppio incarico di AD, poi rimosso da Pisapia) guadagnava quanto Obama mentre una gran parte delle stazioni della metropolitana (erano) sono inaccessibili ai disabili o perché mancano montascale / ascensore o perché (erano) sono guasti.
Ora questo è solo uno tra mille esempi possibili, ma non possiamo abolire per questo l'ATM, così come non possiamo eliminare il comune di Milano (casomai renderlo città metropolitana) o la provincia di Trento o di Bolzano (altri enti i cui presidenti sono in competizione vincente con Obama in quanto ad emolumenti), ma pretendere che funzionino secondo criteri di efficacia, efficienza e con spese contenute.
3) Il doppio turno difficilmente arriverà, a meno che non si faccia una riforma grazie a un accordo tra centrodestra e centrosinistra in un momento in cui i sondaggi li danno perfettamente alla pari
