flaviomob ha scritto:Anche se OT ribadisco il concetto: in Danimarca la flexicurity garantisce al lavoratore licenziato il 95% dello stipendio, durante la disoccupazione, per quattro anni. L'indice Gini in questo paese è più basso del nostro e della media europea. Le imprese sono vincolate a mantenere uno stipendio pari o superiore al precedente, quando assumono. Il PIL pro capite è elevatissimo, i salari pure.
Ho letto parecchi documenti di Ichino ma non ho trovato nulla che rendesse sostenibili i costi di un sistema del genere. In ogni caso mi domando: perché un sistema come la flexicurity, che evidentemente funziona bene in paesi con un PIL pro capite elevatissimo come Dk, Olanda, Svezia, non è stato adottato in Francia e Germania?
Per questo Bersani rispose a Renzi e Ichino sostenendo che la flexicurity costava troppo e mi pare che non ricevette alcuna risposta argomentata.
E in ogni caso rimane la domanda: come applicarlo da noi in un sistema in cui il carico fiscale è totalmente squilibrato a svantaggio di lavoratori dipendenti, precari e quella parte di imprese che pagano tutte le tasse (mentre altre evadono o assumono in nero)?
non c'è solo un aspetto di aumento di costi c'è anche spazio per una riallocazione di risorse
Non è certo una novità che in Italia i titoli di studio e il merito valgano poco, e le Agenzie per l’Impiego ancora meno, però adesso arriva la certificazione dell’Istat. Per la prima volta infatti l’Istituto Nazionale di Statistica ha svolto un’indagine sull’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, dalla quale emerge che
“poco meno del 5% del totale dei giovani” in Italia trova lavoro grazie all’intermediazione dei Centri per l’impiego e delle Agenzie per il Lavoro.articolo:
http://amato.blogautore.repubblica.it/2 ... -limpiego/Oggi i Centri per l’Impiego, ex uffici di collocamento, svolgono un ruolo minimo nella mediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro in Italia. Nel 2007 su 100 disoccupati che avevano trovato un lavoro nei 12 mesi precedenti la rilevazione, soltanto 3,7 di essi indicavano che il buon risultato fosse dovuto ad un Centro per l’Impiego. Nel Regno Unito questo tasso è doppio e in Germania è pari al 13%.
Nonostante il servizio che producono sia molto limitato, i Centri per l’Impiego continuano ad occupare circa 10.000 dipendenti (9.989 per la precisione nel 2007, secondo il rapporto Italialavoro a cui rimando chi fosse interessato ad un’analisi più approfondita)
articolo:
http://www.chicago-blog.it/2012/04/11/c ... ne-a-meno/