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Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pinopic1 il 09/12/2008, 17:42

Metterle sullo stesso piano cosa vuol dire? Che paga tutto lo stato e la retta è zero? A questo punto conviene lasciare il campo tutto alle private. Privatizziamo tutta la scuola.
Se invece le private potessero fare affidamento sia sui contributi statali che sulla retta ovviamente il confronto lo vincerebbero loro. Ma a questo punto le scuole cattoliche diventerebbero una minoranza. Se la scuola diventasse un buon affare avremmo in tutto il territorio le scuole facenti capo a Mondadori SchoolNetwork integrato con Mediaset education.
Se ci fossero soltanto scuole private pagherebbero in base alle leggi di mercato. E visto che come tu affermi ci sono in giro troppi insegnanti, l'offerta supererebbe la domanda e quindi pagherebbero poco.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pagheca il 09/12/2008, 18:05

franz ha scritto:ma tu hai detto che tutti i preti e le suore, a causa dei loro convincimenti sul sesso, sono dei "rovina bambini". La generalizzazione è sul "tutti". Anche dire che tutti quelli con i baffi sono idioti è una generalizzazione, anche se non coinvolge etnie o particolari credi religiosi. Tutte le generalizzazioni sono sbagliate.


Caro Franz,

non ho mai detto che "tutti i preti e tutte le suore sono dei rovinabambini". Lo voglio scrivere esplicitamente per evitare che qualcun altro possa credere a quello che dici. Non ti lasciare prendere dall'entusiasmo, ragioniamo sui fatti. Ho detto una cosa diversa, e cioe' che 1) dato che la religione cattolica ritiene che il sesso sia un peccato, in barba a tutte gli inviti alla cautela su questi temi, e 2) che discrimina omosessuali e donne, 3) non si puo' dare alle scuole che si richiamano esplicitamente a questo credo il compito di educare un bambino. Lo direi, come ho precisato, di qualunque gruppo di pensiero la cui ideologia sia ispirata alla discriminazione sessuale e a un rapporto con il sesso o con altri aspetti della psicologia infantile meno che limpido. Che poi all'interno di una particolare scuola cattolica ci siano individui, o magari tutto il corpo insegnante, che evitano di affrontare argomenti del genere e sono contrari ai dettami di madre Chiesa (perche' questi sono i dettami di madre Chiesa), e' certamente vero, ma secondo me ci sono dei parametri minimi per accettare di mettere dei bambini in mano a un certo gruppo "ideologico", che si tratti di religiosi o no. Il fatto e' che i dettami religiosi nelle scuole confessionali prevalicano quelli di una buona pedagogia, e questo basta per screditare quel metodo. Tutto qui.

Per il resto, ti invito ancora una volta a ragionare, piuttosto che usare battutine e frecciatine. Lo dico perche' questo scredita una discussione che invece, ne sono convinto, interessa a molti, visto il numero di visite ricevute.

saluti
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pierodm il 09/12/2008, 18:18

Questa discussione, ad occhio e croce, risulta essere tra quelle più vivaci e appassionate.
Probabilmente perché rimane una delle poche occasioni di discutere su qualche straccio di "principio", o - se si preferisce un'altra angolazione - di mettere in discussione l'emergere dell'ossatura ideologica che sostiene la storia della nostra convivenza.

Ancora una volta mi sembra esemplare quello che afferma Franz: " ...risvegliare quel poco anticlericalismo che è rimasto nel paese. Nulla da dire su chi sa di esserlo e lo sostiene senza remore, un po' meno su quelli che lo negano ..."
Esemplare, in quanto espressione di diversi postulati, che sarebbe più corretto chiamare luoghi comuni.

Per prima cosa, nel nostro paese è rimasto poco di tutto, quanto a idee.
Poco anti-clericalismo, ma anche poca religiosità - anche se la religiosità in Italia è sempre stata scarsa, essendo la nostra cultura prevalentemente avvocatesca, curiale, e per altri aspetti superstiziosa.
La nostra "anima" in materia ricorda molto ciò che scriveva Rilke alla sua amica Lou Salomè, quando si lamentava del clima da perenne carnevale colorato dei nostri paesaggi, delle nostre città, di bellezza senza pathos, nella quale non c'è mai l'emozione di aspettare il miracolo della primavera.
Ma c'è anche poco idealismo e poco senso della giustizia, ossia di valori che dovrebbero essere presenti in una sufficiente quantità per dar luogo ad un sistema democratico nel quale il potere "sovrano" è affidato ai cittadini, al giudizio della pubblica opinione.

Secondo.
Si dà per scontato - secondo una specie di vulgata, che viene sottilmente assunta anche da Pagheca, involontariamente - che l'anti-clericalismo sia un difetto, un malanno, una posizione della quale doversi in qualche misura vergognare, o almeno da assumere solo con una buona dose di sfacciataggine: per questo, con consapevole esagerazione, ho voluto "gettare la maschera" in quel modo teatrale, una specie di caricatura della "confessione di un peccato".
Ma qual'è il peccato? E secondo chi sarebbe peccato? Secondo i clericali, e questo lo capisco. Ma gli altri, quelli che sono liberali e liberi pensatori?
L'anti-clericalismo è una posizione intransigente, che risulta "dura" solo nella misura di quanto è duro il fenomeno al quale si oppone: d'altra parte, sarebbe bene riflettere che il "clericalismo" è cosa diversa dalla "religiosità" e anche dalla "religione" e dalla "fede" - cito per brevità la definizione scaricata un minuto fa da wikipedia: clericalismo indica una politica ispirata agli interessi della Chiesa o il tentativo di alterare la laicità di uno Stato intervenendo in modo più o meno diretto nella sfera dell'azione politica.
Aggiungo che indica per estensione anche l'insieme delle correnti di pensiero e gli atteggiamenti tesi a sostenere quella politica.
Dunque, mi sembra del tutto normale, legittimo e "democratico" che esista un piena e sonora posizione contraria ad una tale politica e agl'interessi collegati.
L'anti-clericalismo non è quindi la forma estremistica, o parossistica, di un pensiero o di un sentimento, ma la risposta misurata esattamente sulla natura di un fenomeno politico.
pierodm
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pagheca il 09/12/2008, 18:40

pierodm ha scritto:Secondo.
Si dà per scontato - secondo una specie di vulgata, che viene sottilmente assunta anche da Pagheca, involontariamente - che l'anti-clericalismo sia un difetto, un malanno, una posizione della quale doversi in qualche misura vergognare, o almeno da assumere solo con una buona dose di sfacciataggine: per questo, con consapevole esagerazione, ho voluto "gettare la maschera" in quel modo teatrale, una specie di caricatura della "confessione di un peccato".
Ma qual'è il peccato? E secondo chi sarebbe peccato? Secondo i clericali, e questo lo capisco. Ma gli altri, quelli che sono liberali e liberi pensatori?


Caro Piero, potrebbe essere cosi' ma ti assicuro che almeno nel mio caso non e' cosi'.

Il punto e' che, come ho gia' detto, le parole devono essere i nostri servi, non i nostri padroni. Che senso ha dire "siccome dici A allora fai parte del gruppo B"? Sottintendendo che ci si deve quindi assumere la responsabilita' di tutte le conseguenze del fatto di far parte del gruppo B.

Ti faccio un esempio: immagina di criticare la politica israeliana in Palestina, e che qualcuno ti dica che allora sei antisionista. Accetteresti? Io no, e non perche' abbia paura di quella parola, ma perche' il passo successivo sarebbe di sostenere che siccome sei un antisionista vuol dire anche che sei un fascista, o che vai d'accordo con i fascisti. Sono comunista? Bo', no, non so. Non mi interessa. Penso che il comunismo abbia aggiunto alcune istanze positive alla societa' moderna, per esempio il diritto dei lavoratori ad una vita decente, malgrado sia un'idea miseramente fallita. Sono socialista? Lo stesso. Parliamo di solidarieta', di diritti umani, di opportunita', di indice Gini, e su ognuna di queste questioni ti daro', se ti interessa, la mia opinione.

Nel caso dell'anticlericalismo mi rifiuto di giocare con questa parola non perche' preferisca i clericali agli anticlericali, ma semplicemente perche' non mi va di essere associato a nessun gruppo in particolare. Qui "Tertium datur". Perche' poi arriva qualcuno e mi potrebbe dire che di conseguenza ho in odio tutto il clericato, mentre non e' cosi'. Non odio nessuna categoria di individui, e ho conosciuto persone straordinarie - come e' ovvio - che erano anche missionari. Preferisco rimanere ai fatti, ovvero alla liceita' o meno dell'affidare dei minori, soprattutto molto piccoli, alle cure di scuole confessionali, che in Italia de facto sono per lo piu' cattoliche. La mia opinione la sai gia'... Aggiungerei che se guardiamo a quello sfascio che e' il Medio Oriente penso che la diffusione di scuole islamiche la' dove le scuole pubbliche non ci sono a causa dell'estrema poverta', e' una concausa importante del problema.

saluti
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 09/12/2008, 18:47

pagheca ha scritto:non ho mai detto che "tutti i preti e tutte le suore sono dei rovinabambini". Lo voglio scrivere esplicitamente per evitare che qualcun altro possa credere a quello che dici

Scusa pagheca ma abbiamo già berlusconi che il giorno dopo dice "io non ho mai detto", anche se poi fanno rivedere la registrazione.
Ecco la tua registrazione: "Per questo io penso che suore e preti (come anche un gruppo di schizofrenici) dovrebbero essere tenuti lontani dai bambini. Anticlericalismo? No, semplicemente ragionamento ed esperienza."
A parte il paragone tra preti e suore con gli schizofrenici (come pericolosità) è evidente da questa tua frase significa che tutti i preti e le suore sono pericolosi, tanto che devono essere tenuti lontani dai bambini. Quindi anche se non hai detto prioprio quella frase li, il concetto è lo stesso. Tutti i preti e le suore sono pericolosi per l'infanzia.
Ed hai anche spiegato perché (il sesso= peccato e via discorendo). Io io lo so benissimo cosa dice la Chiesa sul sesso ma non per questo generalizzo e colpevolizzo ogni prete. Cerca di capire il tuo errore logico, poi chiudiamo qui la discussione che tanto ha annoiato tutti.
La generalizzazione tende ad affibiare ad una intera classe gli attributi di alcuni membri (anche se autorevoli o rappresentativi). Quindi se alcuni (o molti) zingari rubano, si dice che "gli zingari sono ladri". Il successivo passo e vedere uno zingaro e pensare, "E' zingaro, quindi è un ladro" (attribuzione della caratteristiche della classe al singolo membro. Questo, bada bene, è il meccanismo mentale del razzismo. meccanismo che puo' colpire etnie come ogni gruppo umano riconoscibile. Come la frase sui comunisti che mangiano i bambini (se uno scrivesse che non affiderebbe mai un bambino ad un comunista perché o lo mangia o lo indottrina).

Il tuo è un errore madornale grosso come una casa e meraviglia che chi è "scienziato" ci cada senza capirlo.
Posso intuire che solo un anti-(xxx)-ismo possa portare a cecità della ragione (in questo caso l'anticlericalismo).

Ora cerco di essere piu' chiaro. Se vosse vero quello che dici e visto che pochi usano la prudenza che tu inviti a tenere, i bambini affidati ai preti ed alle suore sarebbero ovviamente colpiti dalle grossolane discriminazioni e fole a loro raccontate. (altrimenti non sarebbe il caso di preoccuparsi). Essendono colpiti, sarebbero a loro volta, da adulti, portatori "sani" (consapevoli o inconsapevoli) delle idee e sarebbero altrettanto pericolosi. Quindi non affiderei i miei figli a nessun religioso ma anche a nessun altro cattolico, se prima non gli ho chieesto bene cosa pensa sul sesso. In un paese cattolico come il nostro, credo che a questo punto farei meglio ad iscrivere il figlio ad una scuola privata. Non dovrei fidarmi di nessuno. Siamo alla paranoia?

Ora io so benissimo che la posizione della Chiesa è sbagliata e preistorica ma sono sicuro che i preti (i pochi rimasti a dire il vero) sono sicuramente migliori e non è certo trattadoli a pesci in faccia (dicendo che devono essere tenuti lontai dai bambini) che miglioreranno ulteriormente. Di solito sono persone ragionevoli e di buon cuore (molto piu' ragionevoli di certi atei talebani) e con loro è possibile dialogare. Quando si entra nel dettaglio umano non sono affatto come gli stereotipi che dipingi.

Tra l'altro se noti alla palla che il sesso sia peccato e che l'omosessualità sia una malattia non crede piu' nessuno, salvo la Binetti e pochi intimi. Quindi questo vuol anche dire che indipendentemente da chi affida i bambini ai preti o meno o da chi è stato affidato ai preti, la gente ragiona con la sua testa.

A mio avviso quindi, anche se so benissimo che la posizione ufficiale della Chiesa su certi temi è quella che sappiamo, il tuo sui preti è un pregiudizio. Lo è perché tu non puoi conoscerli tutti eppure ti riferisci a tutti per la loro pericolosita (ed hai sottolinato: semplicemente ragionamento ed esperienza).

Ovviamente come ogni pregiudizio non ne sei consapevole.
Ognuno vede quelli degli altri, ben difficilmente vede i proppri.

Ciao,
Franz
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda mauri il 09/12/2008, 21:03

a me piacerebbe capire perchè questo argomento ha scatenato tanta animosa discussione dai profondi risvolti psicologici contraddizioni che derivano dai cadaveri negli armadi? questioni non risolte?
mi spiego, tutti noi abbiamo avuto una educazione cristiana, battezzati, e quasi tutti cresimati e l'altro non me lo ricordo
tutto questo è accaduto quando eravamo piccoli, imprinting più affettuosità ambigue, ora da adulti e pensanti quando si tratta di parlare di questi argomenti scattano meccanismi contraddittori che si avvitano su se stessi, forse bisognerebbe andare dallo psicologo

il discorso era è giusto finanziare le scuole paritarie? e perchè è giusto o non giusto, il confronto c'è stato
il resto sono problemi personali irrisolti e comunque considero il vaticano un paese extracomunitario, ma ha riconosciuto lo stato italiano dopo le guerre di indipendenza?

io trovo giusto che si finanzi qualsiasi scuola che funzioni e sia controllata ogni anno, le persone che insegnano sono docenti e se li hanno assunti...
che siano dipendenti statali o privati fa lo stesso, cambia solo il rapporto precario e sottopagato e magari anche fittizio delle private, e quei docenti possono aspirare al ruolo per i punti acquisiti, 3 anni fa finalmente hanno assunto gli insegnanti di religione, molti di loro sono poi andati in pensione, ecco magari questi dovrebbero essere pagati dalla curia visto che seguono i loro dettami e lo stato non può metterci becco anzi se il docente non risponde più ai parametri curiali non viene licenziato ma passa a insegnare altro ma sempre nella scuola statale
l'università cattolica è finaziata da noi e ci sono ottimi docenti come ci sono nelle pubbliche, non so per le altre università che sono sorte come funghi che pare regalino lureeee
nelle private superiori paghi e ti promuovono, all'asilo sono sovraffollati e con scarso personale, le suore sono quasi scomparse, qui credo ci siano presupposti di sicurezza e scarsa qualità della didattica a causa appunto dello scarso personale
i controlli ci sono? o regaliamo soldi per mantenere i proprietari delle scuole di pessima qualità?, la gelmini non ha detto si spreca troppo nelle private, forse non è affar suo ma siccome i soldi sono i nostri diventa sì affar suo, oppure non bisogna metterci il becco perchè il vaticano è una superpotenza mediatica con implicazioni psicologiche per gli abitanti di questo paese, la polemica ici aveva scatenato risse, mi vien da dire che poco prima un papa aveva detto che i buoni cattolici devono pagare le tasse, le loro
buona serata, mauri
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda guidoparietti il 09/12/2008, 22:03

mauri ha scritto:a me piacerebbe capire perchè questo argomento ha scatenato tanta animosa discussione dai profondi risvolti psicologici contraddizioni che derivano dai cadaveri negli armadi? questioni non risolte?
mi spiego, tutti noi abbiamo avuto una educazione cristiana, battezzati, e quasi tutti cresimati e l'altro non me lo ricordo
tutto questo è accaduto quando eravamo piccoli, imprinting più affettuosità ambigue, ora da adulti e pensanti quando si tratta di parlare di questi argomenti scattano meccanismi contraddittori che si avvitano su se stessi, forse bisognerebbe andare dallo psicologo

No, non tutti noi, nemmeno tutti noi che siamo italiani da molte generazioni e che stiamo qui a discutere su questo forum. Figurati quelli che ci sono venuti da poco nella cattolicissima italia.
Spesso si dà per scontato che "non possiamo non dirci cristiani", ma ciò che era vero (ma poi nemmeno per tutti) all'epoca di Benedetto Croce non è più vero adesso, e da un pezzo oserei dire anche se per una serie di fattori fa comodo non accorgersene.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pagheca il 09/12/2008, 22:21

Io non andrei a scomodare la psicologia. Sono temi che certamente noi italiani abbiamo difficolta' a trattare col dovuto distacco perche' hanno un impatto sulla nostra societa' piu' pesante di quel che accade in altri paesi (non tutti). Tuttavia vorrei far notare che opinioni radicali come la mia, che vedono una sorta di abuso nell'educazione religiosa, sono abbastanza comuni un po' dappertutto e non genererebbero questo astio da parte dei non credenti.

Per citare Richard Dawkins, il noto biologo evoluzionista autore di "La disillusione di Dio" di cui consiglio caldamente la lettura, "nel caso particolare dell'Irlanda, anche senza considerare i casi di abusi sessuali, la brutalita' dei Christian Brothers, responsabili dell'educazione di una parte significativa della popolazione maschile del paese, e' leggendaria. E lo stesso puo' essere detto delle suore, spesso sadisticamente crudeli, che gesticono molte delle scuole femminili Irlandesi. L'infame "Asilo della Maddalena", oggetto del film di Peter Mullan "The Magdalene Siters", e' stato chiuso soltanto nel 1996.". Questo tanto per fare un esempio.

A me qui (in UK) capita di parlare spesso di religione (o di politica, o di arte), ma con molto piu' distacco. Nessuno mi avrebbe accusato di lesa maesta' per avere scritto le cose che ho scritto. Tra i non credenti naturalmente. A scuola (pubblica) di mio figlio religione e' obbligatoria, non ci sono opzioni alternative come in Italia (sulla carta, intendo). D'altra parte si tratta di uno studio comparato delle 6 religioni piu' importanti. Io preferirei che facessero altro in quell'ora e che lo studio della religione facesse parte di una materia come storia o filosofia, ma debbo ammettere che ogni tanto se ne esce fuori con qualche storia sui Sikh o sugli Hindu di cui non sapevo nulla, comunque interessante. E' una materia come un altra, senza particolari connotati spirituali. Molte scuole private anche qui sono cristiane (anglicane), ma anche quelle laiche sono importanti e in genere *considerate* migliori delle pubbliche. Le rette sono salate ma l'insegnamento e' di solito migliore perche' gli alunni sono meno per classe, ma soprattuto per un motivo che mi hanno spiegato alcuni amici: il networking. Il fatto e' che alle scuole private accede la gente potente (famoso il caso di Eton College, che alimenta gran parte dei potenti di questo paese) e quindi si possono stabilire rapporti molto importanti. Ma sono anche scuole in genere piu' dure, piu' competitive, con una grande attenzione per la disciplina e le materie extracurriculari. Ed e' qui che si appunta il mio scetticismo, perche' questa grande enfasi per la disciplina si rivela poi un tentativo di irregimentare le menti: nella scuola di mio figlio (ripeto, pubblica) la disciplina e' abbastanza dura. Fenomeni come quelli che leggo spesso sui giornali italiani, di ragazzi che maltrattano letteralmente gli insegnanti, o che anche arrivano in ritardo, sono impensabili. Ma ad onor del vero mi dicono che dipende strettamente da scuola a scuola.

Qui le scuole private non ricevono aiuti dallo stato (con alcune eccezioni), ma secondo me si pone un enfasi sui temi religiosi inferiore, anche perche' gli anglicani non che mi piacciano particolarmente, ma almeno non soffrono di quella ossessione con il sesso di cui soffrono i cattolici: entri in chiesa e ti accoglie una signora che e' la moglie del prete. Piu' in la' la figlia, una bella ragazza, da' una pulita per terra.

Essenzialmente questo e' un paese profondamente laico, ma con profonde contraddizioni. La Regina come e' noto e' uno dei 2 capi della Chiesa Anglicana. La religione e' una "formalita'" che tocca una minoranza, ma poco (sebbene non abbastanza poco) la vita di tutti giorni. Questa e' la vera essenza del laicismo, rispetto all'ateismo. Sarebbe bene, per alcuni, me incluso, che la religione fosse un gesto spontaneo di coloro che lo aderiscono da adulti, ma tutto sommato questo mi sembra un buon compromesso.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda franz il 10/12/2008, 11:15

pinopic1 ha scritto:Metterle sullo stesso piano cosa vuol dire? Che paga tutto lo stato e la retta è zero? A questo punto conviene lasciare il campo tutto alle private. Privatizziamo tutta la scuola.
Se invece le private potessero fare affidamento sia sui contributi statali che sulla retta ovviamente il confronto lo vincerebbero loro. Ma a questo punto le scuole cattoliche diventerebbero una minoranza. Se la scuola diventasse un buon affare avremmo in tutto il territorio le scuole facenti capo a Mondadori SchoolNetwork integrato con Mediaset education.
Se ci fossero soltanto scuole private pagherebbero in base alle leggi di mercato. E visto che come tu affermi ci sono in giro troppi insegnanti, l'offerta supererebbe la domanda e quindi pagherebbero poco.

Sullo stesso piano? Vediamo come fanno in Olanda:

Wikipedia ha scritto: Ordinamento scolastico
L'istruzione elementare (fra i 6 ed i 12 anni) è stata resa obbligatoria nel 1900 (l'obbligo fu poi esteso fino ai 15 anni nel 1969 e fino a 16 anni nel 1975) e l'analfabetismo è praticamente scomparso.

Nei Paesi Bassi l'istruzione è obbligatoria fra i 5 ed i 16 anni. Esistono scuole pubbliche, scuole speciali e scuole private. Le scuole pubbliche sono finanziate dal governo e controllate dalle amministrazioni locali. Le scuole speciali ricevono dal governo il medesimo trattamento finanziario delle scuole pubbliche, ma rispondono ad una particolare commissione: queste scuole sono generalmente basate su qualche genere di religione, ideologia o filosofia educativa, per cui esistono ad esempio scuole speciali cattoliche, o scuole speciali basate sul metodo Montessori. Le scuole speciali possono rifiutarsi di ammettere uno studente nel caso i suoi genitori (o lui stesso, se maggiorenne) indichino di non rispettare i valori morali propugnati dalla scuola stessa. Le scuole private non ricevono fondi governativi e godono di maggiori libertà (riguardo ad es. alle ammissioni). Tuttavia, come tutte le altre scuole, anche le scuole private sono soggette al controllo di un'agenzia governativa chiamata Onderwijsinspectie (ispettorato dell'educazione), che ha il potere di chiuderle nel caso di gravi violazioni. ....

In pratica le "speciali", da come capisco, sono come le nostre "paritarie" ma ricevono gli stessi fondi della scuola pubblica. Le private non parificate non ricevono nulla ma sono controllate ugualmente.

Per quanto riguarda il tuo discorso sull'offerta e la domanda è sbagliato di principio, perché consideri solo il volume e non la qualità dell'offerta (che in un meccanismo di mercato è fondamentale). La qualità non puo' essere uguale, perché non siamo cloni o fotocopie. Quindi si cerca di individuare i migliori e pagarli di piu'. Se il meccanismo di selezione è adeguato a questo fine (individuare i migliori) allora il sistema ottiene due risultati: a) assumere i migliori, b) assumere il volume giusto. Il risultato è che i migliori sono pagati meglio ed i peggiori, in casi di abbondanza di offerta, non sono assunti. Ovviamente tutti possono migliorare ed anche i migliori possono peggiorare, per cui nessuno dormirebbe sugli allori.

Ciao,
Franz
PS: appare chiaro che a volte si parla di mercato senza conoscerne i meccanismi, ovvero conoscendole gli sterotipi e le banalizzazioni comuni. Un po' come criticare Darwin non conoscendo la teoria ma solo le banalizzazioni sull'uomo che discende dalla scimmia. Con la differenza che almeno nei licei in Italia si insegna Darwin ma economia e diritto sono assenti dall'offerta formativa comune. Invece dovrebbero esserne insegnate almeno le basi.
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Re: Il Vaticano attacca sulle scuole cattoliche!

Messaggioda pinopic1 il 10/12/2008, 12:18

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Metterle sullo stesso piano cosa vuol dire? Che paga tutto lo stato e la retta è zero? A questo punto conviene lasciare il campo tutto alle private. Privatizziamo tutta la scuola.
Se invece le private potessero fare affidamento sia sui contributi statali che sulla retta ovviamente il confronto lo vincerebbero loro. Ma a questo punto le scuole cattoliche diventerebbero una minoranza. Se la scuola diventasse un buon affare avremmo in tutto il territorio le scuole facenti capo a Mondadori SchoolNetwork integrato con Mediaset education.
Se ci fossero soltanto scuole private pagherebbero in base alle leggi di mercato. E visto che come tu affermi ci sono in giro troppi insegnanti, l'offerta supererebbe la domanda e quindi pagherebbero poco.

Sullo stesso piano? Vediamo come fanno in Olanda:

Wikipedia ha scritto: Ordinamento scolastico
L'istruzione elementare (fra i 6 ed i 12 anni) è stata resa obbligatoria nel 1900 (l'obbligo fu poi esteso fino ai 15 anni nel 1969 e fino a 16 anni nel 1975) e l'analfabetismo è praticamente scomparso.

Nei Paesi Bassi l'istruzione è obbligatoria fra i 5 ed i 16 anni. Esistono scuole pubbliche, scuole speciali e scuole private. Le scuole pubbliche sono finanziate dal governo e controllate dalle amministrazioni locali. Le scuole speciali ricevono dal governo il medesimo trattamento finanziario delle scuole pubbliche, ma rispondono ad una particolare commissione: queste scuole sono generalmente basate su qualche genere di religione, ideologia o filosofia educativa, per cui esistono ad esempio scuole speciali cattoliche, o scuole speciali basate sul metodo Montessori. Le scuole speciali possono rifiutarsi di ammettere uno studente nel caso i suoi genitori (o lui stesso, se maggiorenne) indichino di non rispettare i valori morali propugnati dalla scuola stessa. Le scuole private non ricevono fondi governativi e godono di maggiori libertà (riguardo ad es. alle ammissioni). Tuttavia, come tutte le altre scuole, anche le scuole private sono soggette al controllo di un'agenzia governativa chiamata Onderwijsinspectie (ispettorato dell'educazione), che ha il potere di chiuderle nel caso di gravi violazioni. ....

In pratica le "speciali", da come capisco, sono come le nostre "paritarie" ma ricevono gli stessi fondi della scuola pubblica. Le private non parificate non ricevono nulla ma sono controllate ugualmente.

Per quanto riguarda il tuo discorso sull'offerta e la domanda è sbagliato di principio, perché consideri solo il volume e non la qualità dell'offerta (che in un meccanismo di mercato è fondamentale). La qualità non puo' essere uguale, perché non siamo cloni o fotocopie. Quindi si cerca di individuare i migliori e pagarli di piu'. Se il meccanismo di selezione è adeguato a questo fine (individuare i migliori) allora il sistema ottiene due risultati: a) assumere i migliori, b) assumere il volume giusto. Il risultato è che i migliori sono pagati meglio ed i peggiori, in casi di abbondanza di offerta, non sono assunti. Ovviamente tutti possono migliorare ed anche i migliori possono peggiorare, per cui nessuno dormirebbe sugli allori.

Ciao,
Franz
PS: appare chiaro che a volte si parla di mercato senza conoscerne i meccanismi, ovvero conoscendole gli sterotipi e le banalizzazioni comuni. Un po' come criticare Darwin non conoscendo la teoria ma solo le banalizzazioni sull'uomo che discende dalla scimmia. Con la differenza che almeno nei licei in Italia si insegna Darwin ma economia e diritto sono assenti dall'offerta formativa comune. Invece dovrebbero esserne insegnate almeno le basi.


Bene l'Olanda, mi piace. Quindi niente finanziamenti pubblici alle scuole private non speciali. Alle scuole speciali per rispetto della libertà di religione o di ideologia o di filosofia educativa (che è legata ad una filosofia della vita altrimenti si tratterebbe di un metodo liberamente praticabile nella pubblica). E immagino nella stessa misura per tutte le confessioni religiose e filosofie, tutte quindi a loro volta sullo stesso piano. E' chiaro che non siamo in Italia e che si tratta di una concezione assolutamente laica.

Per quanto riguarda la legge della domanda e dell'offerta penso che nella sostanza in condizioni normali il risultato è molto prossimo alla versione banalizzata. Nella realtà quotidiana categorie professionali numerose hanno condizioni economiche inferiori a quelle di categorie professionali meno numerose (a meno che non siano protette dall'appartenenza ad una corporazione). (ma non lo dici anche tu che gli insegnanti sono pagati poco perché sono troppi? E ancora più numerosi sono gli aspiranti). All'interno di ogni categoria si realizza poi la selezione dei migliori . Gli economisti sono complessivamente, come categoria, meglio pagati dei laureati in Lettere che si dedicano all'insegnamento. Non credo che cambierebbe questa realtà con la privatizzazione della scuola. Dipende anche dai maggiori profitti che la scuola può attendersi assumendo quello più bravo invece di quello così così. Insomma c'è un limite alla produttività di un insegnante oltre il quale non conviene investire un centesimo in più. In altri campi questo limite è più elevato per un economista o per un ingegnere o semplicemente un tecnico delle materie plastiche.
In più si realizzerebbe una sperequazione sulla base delle materie d'insegnamento: certe competenze sono più "rare" di altre.
Nella scuola inoltre per avere un prodotto finito di buona qualità conta molto l'organizzazione complessiva più che le capacità del singolo insegnante; al di sopra ovviamente di una certa soglia. Il professore Rubbia potrebbe rivelarsi non più utile di Titta Brambilla in una scuola media. Però il Prof. Rubbia attirerebbe più alunni. E questo pensiero mi preoccupa perché sono convinto che attirerebbe ancora di più il vincitore dell'isola dei famosi.
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