http://www.vita.it/welfare/dipendenze/n ... zione.html
No Slot, firma la petizione
Occorre mobilitarsi per mettere un freno a un fenomeno che sta mettendo in ginocchio milioni di persone e migliaia di famiglie. Firma e fai firmare
In una società sempre più segnata da precarietà e incertezze, il gioco d'azzardo di massa rappresenta un moltiplicatore dello stato di crisi e, al tempo stesso, trasforma un problema sociale e economico in un dilemma dal quale difficilmente si può uscire senza assumere una posizione chiara e decisa.
Attraverso il Manifesto No Slot (che potete leggere in allegato), Vita propone di prendere posizione, trasformando in proposta il disagio di tutti dinanzi a un fenomeno che ha assunto proporzioni inaudite.
Sono circa 35 milioni, gli italiani dediti al gioco. Di questi circa 2 milioni sono giocatori "patologici". Non solo: nei primi mesi del 2012, le entrate tributarie derivanti dal gioco hanno superato i 10 miliardi di euro. Per questo serve una mobilitazione, che abbia prima di tutto la forma di una presa di coscienza e sensibilizzi associazioni e istituzioni di territorio rispetto a un fenomeno drammaticamente in crescita.
Famiglie, associazioni, amministratori locali, insegnanti e studenti: tutti sono chiamati a aderire e a inviarci proposte. A noi, ora, sembra quanto mani urgente e necessario cominciare a far rete. Per dare una risposta chiara e precisa: basta con la (dis)economia dell'azzardo!
Per questo ti invitiamo a firmare la nostra petizione.
Nella pagina http://www.vita.it/noslot potete trovare tutte le informazioni e le notizie legate alla nostra iniziativa.
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http://www.vita.it/welfare/dipendenze/c ... lobby.html
Ci governano le lobby
di Lorenzo Maria Alvaro
Lo sfogo del ministro Balduzzi che si è dichiarato impotente. In Commissione bilancio via libera a mille nuove sale da poker. Slittano le regole sulla pubblicità ai giochi e sulle cure . Per Simone Feder siamo «al default educativo»
«Una mano di poker in piena regola: la “coppia d'assi”, il “bluff”, i giocatori che pensano a un “rilancio” e quelli che pronunciano un “vedo” dicono che non si può aspettare oltre. Se non fosse il Senato della Repubblica sembrerebbe un saloon alla spaghetti western». Questo l'incipit di un articolo, a firma di Nello Scavo, su Avvenire, unica testata, insieme a Vita, a sostenere la battaglia contro l'azzardo in Italia.
Di cosa si sta parlando? Di gioco d'azzardo naturalmente. Ma per capire veramente cos'è successo è necessario osservare la reazione di uno che è rimasto scottato in questa partita a poker immaginaria: Renato Balduzzi, ministro della Salute.
«Gli interventi normativi per rendere fiscalmente e operativamente facile la vita ai padroni dell'azzardo si ripropongono in modo inesorabile. L'ultimo è maturato nottetempo, tra lunedì e martedì, nella Commissione del Senato impegnata a emendare la Legge di stabilità 2013. Si è così ridato corpo all'incubo delle mille nuove sale da poker che si vorrebbero piazzare nelle nostre città. Una vergogna. Che ci induce a ripetere quanto avevamo scritto due settimane fa: fatevi guardare in faccia. Abbiamo il diritto di conoscere chi progetta Bisca Italia. E chi ci si arricchisce». Questo il commento al vetriolo del ministro.
La giocata vincente è dei senatori Pdl Gilberto Tommaso Picchetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco. La trama del bluff è molto semplice e la sintetizza per noi Simone Feder, psicologo impegnato da anni nella lotta alle slot e nell'assitenza ai malati di gioco a Pavia: «Il 7 dicembre Avvenire in un articolo spiegò come ci fosse il rischio che il decreto mille proroghe prevedesse l'apertura di nuove mille sale per giocare a poker live. La notizia poi rientrò e sembrò che in Parlamento avessero fatto un passo indietro. Ieri sera invece è arrivata la doccia fredda. La legge contiene la norma. Dunque la sale da poker, a meno di grandi cambiamenti, si faranno».
Feder aggiunge anche come «è evidente come le lobby, ha ragione Balduzzi, gestiscono questo Paese. I monopoli sembra si stiano opponendo, ma non credo avranno la forza per essere irremovibili. Se a questo aggiungiamo che è slittata a giungo 2013 anche la norma sui limiti alla pubblicità dei giochi prevista dal decreto del ministro Balduzzi, insieme all'emanazione delle norme per prevenire e curare le ludopatie, possiamo dire che siamo al game over».
Ma chi sono queste lobby? Hanno facce e nomi? Feder è lapidario e disperato «quello che è certo è che chi ci guadagna sono le concessionarie. Bisogna cercare lì. Ma sapere i nomi non cambia la sostanza. Adesso non ci rimane che legalizzare la vendita di eroina al supermercato e abbiamo fatto passare tutto. Ma che morale stiamo generando? Con i tablet ormai la rete è coperta, le slot superano le roulette. Mancava solo il pezzo da 90. Ce l'hanno fatta. Siamo al default educativo».