La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

I tagli al welfare

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

I tagli al welfare

Messaggioda flaviomob il 04/12/2012, 21:16

Questo signore è vicepresidente e coordinatore della cooperativa in cui lavoro, nonché storia e memoria. La foto non è stata ritoccata con photoshop, è proprio un bell'uomo anche se devo dire che dal vivo rende molto meglio... :P
Ora ho scoperto che scrive un'ottima prosa per quel fogliaccio giustizialista di padellari e travagliati... dove andremo a finire?

http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/cfigini/

Il blog diRSS
Claudio Figini
coordinatore della Cooperativa Sociale COMIN e presidente del CNCA Lombardia
Biografia

Sono un pedagogista. Classe 1956. Milanese di nascita e i colori che preferisco sono non a caso il nero e l’azzurro. Anche se questo mio tratto distintivo non compare tra i segni particolari sulla mia carta d’identità, ahimè.

Su questo blog posterò riflessioni, pensieri, notizie che raccontano l’impegno di chi si adopera per costruire una città più coesa e matura, di chi lavora per costruire ‘città accoglienti’, capaci di accompagnare, condividere, sostenere la vita delle persone. In particolare di quelle che più faticano.

Vi racconterò ciò che più mi sta a cuore e quello in cui credo. E lo farò, in particolare, dando voce a due realtà di cui faccio parte: la COMIN e il CNCA.

Per 18 anni sono stato educatore in comunità per minori e dal ’79 l’ho fatto in COMIN, Cooperativa Sociale di Solidarietà nata a Milano nel 1975 e che coordino dal ‘97.

Insieme a 130 soci lavoratori e 90 volontari realizziamo interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà. Nel corso degli anni, ai settori tradizionali dell’accoglienza in comunità e dell’assistenza domiciliare ai minori sono stati affiancati interventi di promozione dell’affido familiare, del benessere e della coesione sociale di giovani e famiglie. Una particolare attenzione la rivolgiamo agli stranieri e alla prima infanzia nelle sei unità territoriali che rappresentano il radicamento e la presenza della Cooperativa in ciascuno dei luoghi.

Per il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza) sono presidente della federazione della Lombardia, di cui la COMIN è una delle realtà aderenti.

Chi si adopera per difendere il ‘bene comune’ e incoraggiare la crescita del proprio Paese troverà qui – spero – qualche spunto di riflessione. Così come COMIN e il CNCA lo troverà nei commenti che – auspico – seguiranno.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ce/431545/

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Claudio Figini > Chi di tagli al...
Chi di tagli al welfare ferisce, senza coesione sociale perisce
di Claudio Figini | 30 novembre 2012
Commenti (18)

Più informazioni su: Coesione Sociale, Spending Review, Tagli Spesa Pubblica, Terzo Settore, Welfare.
Share on oknotizie Share on print Share on email More Sharing Services 68

Maicol ha 11 anni e non ha mai conosciuto suo padre. Vive a Milano con sua mamma Rossana, giovanissima e tossicodipendente. Alessandro è un educatore che segue Maicol nel suo percorso di crescita e sostiene Rossana nel suo ruolo genitoriale. Da oggi potrebbe non essere più al loro fianco.

Amina ha 3 mesi. Alla sua nascita i suoi genitori non l’hanno riconosciuta a causa della sua patologia. Amina andrà in adozione, ma questo necessita di tempo. Aspettando il decreto del Tribunale per i Minorenni, una famiglia affidataria l’ha accolta garantendole adeguate cure, calore e benessere. Oggi il rischio è che tante bambine come Amina non vedano tutelati i loro diritti.

Questi sono solo due esempi che dimostrano, concretamente, cosa succede se tagliamo il welfare.

Per i giovani, i servizi per l’infanzia, la famiglia, la casa, la scuola e le politiche ‘assistenziali’ più in generale, l’Italia non spende troppo, come qualcuno vuol farci credere. Spende troppo poco.
Al netto della spesa previdenziale, infatti, la nostra è ben al disotto della media europea.

A causa dei tagli agli enti locali e alle regioni, alla sanità, alle politiche sociali, milioni di italiani rimarranno privi di adeguati servizi sociali o dovranno pagare maggiori tariffe per poterne usufruire. Ma da quando i diritti costituzionalmente garantiti si pagano a caro prezzo?

Se il Welfare prenderà definitivamente la direzione di una miope delega al privato (con forme di residualità a metà strada tra beneficienza e filantropia) ne deriverà un’economia sempre più rapace, lesiva dei diritti ed egoista. La coesione sociale si sfalderà e l’Italia sarà esposta – più di quanto non lo sia già – alle conseguenze sociali della crisi.

Ma come siamo arrivati a questo stadio? La crisi che stiamo vivendo rischia di giustificare qualunque taglio, anche quelli fatti con la mannaia. Attenzione! Le diseguaglianze economiche non sono la conseguenza della crisi. Ne sono la causa! Trent’anni di politiche neoliberiste hanno contribuito ad accrescere il divario tra i ‘molto ricchi’ e i ‘molto poveri’, pregiudicando possibilità di sviluppo.

Quindi non è tagliando il welfare che pareggeremo i conti ma ridistribuendo efficacemente il reddito e favorendo un ruolo più attivo dell’intervento pubblico capace di stimolare una nuova domanda di beni sociali e collettivi.

E’ tenendo bene a mente storie come quelle di Maicol e Amina, che in Italia sono migliaia, che chiediamo al governo di colpire le grandi ricchezze e favorire una redistribuzione del reddito a favore delle classi medio-basse. Vogliamo incoraggiare una maggiore coesione sociale e un senso di giustizia ed equità. Non sono forse queste le basi per una buona economia?

Per noi che concepiamo il welfare come un investimento e non come una spesa lo sono assolutamente. Un buon sistema di Welfare e una buona economia si sostengono a vicenda. Questo è quello che lo scorso 31 ottobre abbiamo chiesto al governo portando in piazza una manifestazione nazionale organizzata dalla rete ‘Cresce il Welfare, cresce l’Italia’.

Da nord a sud abbiamo voluto che risuonasse lo stesso messaggio: ‘Se le persone diventano un costo crolla il loro valore’. Il Governo avrà voglia di capirlo? Siamo disponibili a ripeterlo finché non sarà chiaro, perché siamo sempre pronti ad alzare la voce quando si parla di tutela dei diritti.

Ambrogio diceva: ‘felice il crollo se la ricostruzione farà più bello l’edificio’. E’ al ruolo di ricostruzione del welfare che il terzo settore vuole e deve poter contribuire perché questo diventi colonna portante. Occorre incoraggiare un’alleanza tra scuola, impresa e terzo settore per perseguire un disegno strategico imprenditoriale a favore di tutta la società”. Noi siamo pronti a vigilare perché sotto il crollo non ci rimanga un’intera generazione. E tu Governo?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I tagli al welfare

Messaggioda ranvit il 05/12/2012, 12:32

Non ti preoccupare piu' flaviomob, ora che al governo ci andrà Vendola risolverà tutti i problemi.... ;) :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I tagli al welfare

Messaggioda flaviomob il 05/12/2012, 19:31

Ranvit, di cuore ti confesso...
che ancor mi sfugge il nesso...
;)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I tagli al welfare

Messaggioda ranvit il 05/12/2012, 20:12

Il nesso è che purtroppo non ci sono soldi ma Vendola (candidato al ministero del welfare)...li troverà :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I tagli al welfare

Messaggioda franz il 05/12/2012, 22:00

flaviomob ha scritto:Ranvit, di cuore ti confesso...
che ancor mi sfugge il nesso...


Ragazzi, non pensate che sia pazzo,
qui non si taglia proprio un [5] :shock:

Non importa qual sia il nesso,
ne' dove Vendola l'ha messo :o

Non importa chi lo ha preso,
ma che il debito sia sceso ;)

Se tagliar proprio dobbiamo,
il passerotto in man abbiamo :(

Il tacchino poveretto,
lui si salva e sta sul tetto. :lol:
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: I tagli al welfare

Messaggioda ranvit il 06/12/2012, 9:19

Che poi non è un tacchino ma un colombo... :lol: :lol: :lol:

Bersani, Bersani ma che cavolo mi combini? Confondi un colombo con un tacchino??? Ma che traduttore ti sei scelto???
Ma cosi' scegli i collaboratori??? :evil:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I tagli al welfare

Messaggioda Manuela il 06/12/2012, 10:21

Intanto un GRAZIE DI CUORE a ranvit per aver risolto il dubbio sul tacchino che da un po' mi toglieva il sonno.... perché "un pulcino in mano e un colombo sul tetto" ha un senso.... ma un tacchino, sul tetto, che ci faceva???
:D :D :D

Quanto all'articolo, mi permetta flaviomob, ma sono arrivata fino alla frase "Trent’anni di politiche neoliberiste hanno contribuito ad accrescere il divario tra i ‘molto ricchi’ e i ‘molto poveri’, pregiudicando possibilità di sviluppo." poi ho lasciato perdere... mi dovrebbe spiegare l'autore dove e quando l'Italia ha vissuto 30 anni di politiche neoliberiste, mentre è proprio il contrario. Sono stati 30 anni (anche 50) di politiche assistenzialistiche, che hanno contribuito a bloccare l'Italia impedendole di svilupparsi e di rinnovarsi. E' stata una pubblica amministrazione sempre più burocratizzata e sclerotizzata, le corporazioni, i familismi, una pletora di enti pubblici e semipubblici, contributi versati indistintamente alle aziende, e in maggior parte ad aziende di stato, partiti famelici, e potrei continuare... ad accumulare un debito tale da costringerci, finalmente, a fare i conti con noi stessi.
E' stata anche questa situazione ad impedirci di crescere non solo economicamente, ma socialmente e culturalmente, adattando il welfare ai cambiamenti della società. Vedi, lavorando nella PA, sono sempre sospettosa contro chi si lamenta dei tagli, dicendo che questi costringono a tagliare i servizi; in realtà si tagliano i servizi perché la publbica amminsitrazione non sa tagliare se stessa, i propri sprechi, le proprie partecipate (comprese le ASP - aziende servizi alla persona, per chi non è del ramo - di razionalizzare e di rendere efficiente la propria macchina... come diceva ranvit nella discussione sulla sanità, prima di pensare alle assicurazioni private, pensiamo a spostare il fiume di denaro che serve a mantanere l'apparato burocratico e politico che governa le ASL. La penso più o meno così anche con i tagli del welfare; i comuni e le ASP trovano più facile tagliare i servizi che tagliare i direttori, i presidenti, i consigli di amministrazione, o razionalizzare le proprie procedure per renderle più efficienti.
In definitiva, forse non 30 anni, ma qualche anno di politiche liberiste potrebbero far più bene che male a questo paese...
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: I tagli al welfare

Messaggioda flaviomob il 06/12/2012, 10:49

Manuela, il riferimento alle politiche liberiste va inquadrato in diversi livelli e, per me, principalmente a livello globale.
Nel 1933 fu istituita una norma antispeculativa negli USA:

http://it.wikipedia.org/wiki/Glass-Steagall_Act

La prima misura fu quella di istituire la Federal Deposit Insurance Corporation con lo scopo di garantire i depositi e prevenire eventuali corse allo sportello delle banche e ridurre il rischio di panici bancari.

La seconda misura prevedeva l'introduzione di una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. Le due attività non potevano essere esercitate dallo stesso intermediario, avendo così la separazione tra banche commerciali e banche di investimento. La ratio di tale provvedimento era quella di evitare che il fallimento dell'intermediario comportasse altresì il fallimento della banca tradizionale, impedendo di fatto che l'economia reale fosse direttamente esposta al pericolo di eventi negativi prettamente finanziari.


Guarda caso pochi anni dopo la "rivoluzione liberista" di Reagan e Thatcher, cioè nel 1999, gli USA abrogano questa norma nella seconda parte. Sappiamo tutti com'è andata a finire: banche piene di titoli tossici che cercano di sbolognare a piccoli risparmiatori inconsapevoli, fino all'oggi: la peggior crisi finanziaria ed economica mondiale dal 1929. Non ne siamo ancora usciti.
Questo è lo tsunami principale ma ci sono centinaia di altri esempi che, spacciati per "deregolamentazione" positiva si sono trasformati in boomerang.
In Italia, all'interno di un modello corporativo antimeritocratico, il liberismo si è declinato secondo un modello ovviamente diverso e distorto. Le privatizzazioni tarocche, le delocalizzazioni (che se ci avessero provato con le stesse modalità in Francia e Germania sindacati e governo gli avrebbero strappato la pelle di dosso), i lavori pubblici dati in appalto ai privati in cambio di tangenti e soldi ai partiti (o dati direttamente alla mafia, vedi Salerno Reggio C. e alcuni TAV). La mancata soluzione del conflitto d'interessi (il liberismo spesso è antiliberale). L'economia in nero: evasione, mancanza di previdenza e di sicurezza sul lavoro. Giustificata sempre in nome dell'antistatalismo. La corruzione tra privati.
Poi naturalmente è continuato il filone dei finanziamenti pubblici ad aziende decotte "amiche di...", sprechi e inefficienze nella PA (che diventano l'alibi per "dare in appalto a", vedi sopra), corruzione diffusa, cricca, P2 P3 P4, mafie varie.

Nel sociale, il liberismo si è declinato nella delega al privato sociale di fare i pezzi che lo stato non riesce a fare, con quattro soldi. Questo ha portato in quasi tutte le realtà (fa eccezione la nostra cooperativa, che però chiude il bilancio in passivo da molti anni) ad assumere educatori precari e sottopagati, che quindi continuano a cambiare, il turn over diventa altissimo e la qualità del lavoro ne risente di conseguenza. Un comune ti dà un appalto (o un accreditamento) e poi pretende per dieci anni di pagarti sempre la stessa quota oraria e tu ovviamente non puoi pagare il personale come dieci anni prima perché esistono degli adeguamenti contrattuali. Ovviamente il comune con i suoi dipendenti (o in generale il pubblico) questo non lo può fare, quindi anche questo è un effetto di un certo tipo di "liberalizzazioni" sulla pelle di chi lavora nel sociale ma soprattutto di minori in difficoltà, disabili, psichiatrici, anziani, madri sole con figli in difficoltà. Per dire, a Milano molti minori che avrebbero dovuto andare in comunità perché maltrattati - durante la giunta Moratti - sono stati bloccati per motivi economici. Non si finanziano più da anni le educative di strada e molte comunità per madri sole con figli (spesso donne che subiscono violenza dai compagni e per questo scappano di casa e si "nascondono" in luoghi protetti) non ricevono più finanziamenti.
Tra parentesi, è anche una deriva liberista il fatto di dare per scontato che una comunità per minori o una comunità mamma bambino sia interamente gestita da privati: perché un comune, lo Stato o un ente pubblico non può farsi carico direttamente di questo bisogno grave ed impellente? Eppure in Italia è così: si delega al terzo settore e poi lo si strozza fino ad ucciderlo.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I tagli al welfare

Messaggioda Manuela il 06/12/2012, 14:03

Non nego che, a livello internazionale, ci possa essere stato un periodo in cui il "liberismo" ha prevalso; ma il mio fastidio nasce dal vedere applicate queste categorie ad un paese che di liberista non ha proprio nulla e men che meno di liberale.

Tutte le storture che anche tu rilevi, non nascono da un eccesso di liberalismo (vogliamo chiamarlo piuttosto così), ma, al contrario, da una pubblica amministrazione che non è in grado di riformare se stessa e, ovviamente, non è in grado di regolare alcunché. E da una politica che ha usato e usa tuttora la pubblica amministrazione per mantenere e riprodurre se stessa e favorire i propri amici. Per esempio con privatizzazioni farlocche che, invece di favorire la concorrenza e produrre un vantaggio per i consumatori hanno agito per lo più nel verso contrario. Ci si aggiungano le forzature protezioniste e le rigidità sindacali, che hanno prevalso in diversi settori: per esempio una delle ragioni per cui si estermalizzano i servizi è l'impossibilità di gestire con flessibilità e razionalità il personale pubblico. Infatti, d'accordo con te, non darei per scontato che certi servizi debbano essere lasciati in toto ai privati: ma per essere gestiti in modo efficiente ed economico, ci sarebbe bisogno di ben altra regolamentazione dei dipendenti pubblici.
Infine, non neghiamo che - almeno in certe regioni - si sia creato un incontro di interessi fra pubblici amministratori (che devono dare servizi per avere consensi), sindacati del pubblico (che difendono aprioristicamente tempi e modi di lavoro), cooperative (che, favorite dall'amministrazione, lavorano in regime di monopolio): il tutto, temo, a scapito del consumatore (o dell'utente, se vogliamo chiamarlo così).
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: I tagli al welfare

Messaggioda flaviomob il 07/12/2012, 0:07

Assolutamente d'accordo. Ricordiamoci poi che dipendere completamente dal terzo settore e dal volontariato significa che, in quelle province o regioni in cui è più debole, a farne le spese sono sempre i più deboli e i più poveri. Ovviamente il liber[al]ismo "de noantri" non poteva che essere una distorsione (o una barzelletta). Ma i problemi, così, si sono aggravati.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 40 ospiti