flaviomob ha scritto: La prima è che, caduto Berlusconi, potevamo andare ad elezioni e vincere, ottenendo una chiara e immediata governabilità, al riparo da disturbatori e outsider interni ed esterni. Se non lo abbiamo fatto è perché credevamo che le macerie italiane avrebbero fatto ulteriormente male agli italiani e che, se non proprio quello ideale, un governo tecnico autorevole avrebbe curato con maggiore urgenza le ferite prodotte da Berlusconi e dal berlusconismo.
http://tea-la-rossa.com.unita.it/2012/1 ... -del-2008/
Tea la rossa racconta a se stessa e ai lettori la pietosa bugia che il PD non ha chiesto elezioni immediate per senso di responsabilità, e altri nobili motivi... In realtà il PD bersaniano ha avuto paura di governare una situazione diffiicle, che avrebbe preteso scelte drastiche e impopolari.... ha lasciato fare ai tecnici, sperando che gli togliessero le castagne dal fuoco, e gli consegnassero un'Italia rassettata.... come al solito queste sottili strategie si ritorcono contro chi le ha studiate. L'Italia sta ancora molto male e la politica è andata sempre più degenerando, impaludandosi in una situazione senza via d'uscita.
E' il risultato, del resto, della restaurazione nel PD, che ha abbandonato il "partito maggioritario" per pensare a improbabili alleanze (ricordate la foto di Vasto?). Improbabili a sinistra, dato la disomogeneità degli alleati, improbabili al centro.... il perché lo si sta vedendo adesso, con la farsa della legge elettorale.
Credo che il PD avrebbe una sola via d'uscita (che naturalmente non praticherà, immagino, preferendo come sempre imbarcarsi in impresentabili trattative): rovesciare il tavolo, presentarsi al paese con una proposta di legge elettorale maggioritaria (senza cedimenti), e con una proposta di governo, e chiedere agli elettori di dargli la maggioranza per governare. Forse, se Renzi vincesse le primarie, la strada potrebbe anche essere praticabile; dubito che Bersani (e compagnia) sia in grado di un simile colpo d'ala.