Non è possibile continuare ad invocare una "diversità" culturale (genetica?) dell'Italia rispetto agli altri paesi, per giustificare il fatto di continuare a mantenere un sistema politico e una classe dirigente di inetti e corrotti. Perché le discussioni che si agitano attorno alla legge elettorale non hanno niente a che vedere con una presunta "cultura" del paese, né con una vera riforma istituzionale, ma piuttosto con l'automantenimento dell'esistente, e, soprattutto, delle poltrone esistenti.
L'Italia ha bisogno di un sistema che garantisca la governabilità, e l'accountability, la responsabilità di chi governa. O si finirà sempre per trovare un capro espiatorio (Bertinotti, Mastella, Bossi, Monti, la crisi, il destino...) sul quale scaricare le responsabilità e continuare a presentarsi inossidabili all'elettorato.
La discussione in atto sulla legge elettorale è un immenso inganno (non la riformeranno perché a tutti piace da matti il Porcellum, o se lo faranno, la peggioreranno al solo scopo di mantenere le proprie poltrone... come dice benissimo Gramellini
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... ID_blog=41).
L'unico modo per cambiare veramente le cose è smetterla di cadere nella trappola di questi partiti, e cercare un'alternativa che, cambiando radicalmente la classe dirigente, possa anche cambiare il paese: solo così potremo sperare di avere istituzioni - e conseguentemente leggi elettorali - fatte per il bene di tutti, non solo di un pugno di parlamentari.
P.S. Ovviamente, pur ritenendo che i sistemi elettorali non siano buoni o cattivi di per sé, credo che, per il nostro paese, una cura lunga almeo 50 anni di maggioritario secco all'inglese sarebbe indispensabile.