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La Germania davanti al bivio

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La Germania davanti al bivio

Messaggioda flaviomob il 26/07/2012, 0:05

Voci dalla Germania... che dicono chiaramente che una patrimoniale fatta nei modi e tempi giusti sarebbe molto più efficace di tante eurochiacchiere...

E intanto, dicono anche

http://vocidallagermania.blogspot.it/20 ... leuro.html

La nomina di Mario Monti come capo di governo l'anno scorso era stata accolta con una certa euforia dai mercati, ma il bilancio è deludente. Ha puntato sulle riforme sbagliate, e gli è mancata una base di potere politico. I sondaggi sulla sua popolarità sono crollati, e all'interno della coalizione che lo sostiene gli manca spesso l'appoggio. Alcuni parlano addirittura della necessità di elezioni anticipate.

...
Un'uscita dell'Italia farebbe molto male alla zona Euro.

Con un'uscita dall'Euro e un taglio del debito, la crisi interna italiana sarebbe bruscamente interrotta. La nostra invece sarebbe appena iniziata. La grande maggioranza delle banche europee sarebbe a un passo dal collasso. I debiti tedeschi crescerebbero molto rapidamente, perchè si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e si dovrebbero coprire le centinaia di miliardi di Euro di perdite
...
Un'uscita italiana danneggerebbe probabilmente molto piu' noi (tedeschi ndr) che l'Italia stessa - e questo sicuramente indebolisce la posizione tedesca nel negoziato.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: La Germania davanti al bivio

Messaggioda ranvit il 26/07/2012, 8:34

Un'uscita dell'Italia farebbe molto male alla zona Euro.

Con un'uscita dall'Euro e un taglio del debito, la crisi interna italiana sarebbe bruscamente interrotta. La nostra invece sarebbe appena iniziata. La grande maggioranza delle banche europee sarebbe a un passo dal collasso. I debiti tedeschi crescerebbero molto rapidamente, perchè si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e si dovrebbero coprire le centinaia di miliardi di Euro di perdite
...
Un'uscita italiana danneggerebbe probabilmente molto piu' noi (tedeschi ndr) che l'Italia stessa - e questo sicuramente indebolisce la posizione tedesca nel negoziato.



:D :D :D Vallo a far capire ai tecnocrati europeisti...

L'avevo letto anch'io, ovviamente non sarebbe una passeggiata ma si potrebbe fare.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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La maggioranza dei tedeschi contro l'euro

Messaggioda franz il 29/07/2012, 9:27

L'uscita dell'Italia farebbe male alla zona euro (e per me ancor piu' all'Italia stessa) ma allora l'uscita della Germania cosa farebbe all'euro? per me farebbe male alla Germania stessa ma all'euro ancora di piu'.
Infatti nazioni europee economicamente solide possono stare anche fuori dall'euro (il regno unito, la svezia, la svizzera, la danimarca e la norvegia sono casi concreti) senza avere particolari danni alle loro esportazioni. Ma un euro senza Germania avrebbe vita lunga?
http://it.wikipedia.org/wiki/Zona_euro



La maggioranza dei tedeschi contro l'euro
un sondaggio imbarazza Merkel e Schaeuble

L'indagine effettuata per Bild am Sonntag rivela che il 51% degli interpellati non crede più nella moneta unica. Solo il 29% pensa che abbia portato vantaggi
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - La cancelliera Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble difendono Mario Draghi e si dichiarano pronti a salvare l'euro a ogni costo, ma i loro elettori e cittadini voltano loro le spalle. Secondo il sondaggio che uscirà su Bild am Sonntag il 51 per cento dei tedeschi non crede più nell'euro, e ritiene che la Germania starebbe meglio e sarebbe più prospera e stabile se non avesse abbandonato il marco federale a vantaggio della moneta unica. Solo 29 tedeschi su cento, cioè ben meno (secondo i sondaggi) degli elettori stimati del partito della cancelliera, la CduCsu, sono invece del parere che l'euro abbia portato più vantaggi che svantaggi alla Repubblica federale.

Il sondaggio, anticipato nei lanci stampa di Bild am Sonntag, cioè l'edizione domenicale del quotidiano popolare conservatore-democratico del grande gruppo editoriale Axel Springer (Bild, l'edizione quotidiana normale, è il quotidiano più letto d'Europa con tirature e readership sui cinque milioni e oltre, ed è influentissimo sull'opinione pubblica nel decidere chi governa) è un duro colpo alle speranze di salvataggio dell'euro, in questo difficile weekend di attesa della riapertura dei mercati. Tanto più seria è la situazione fotografata dall'indagine, se teniamo conto del fatto che venerdì la cancelliera Merkel e Schaeuble hanno difeso Draghi 1 contro gli attacchi della Bundesbank, contraria quest'ultima all'acquisto di titoli sovrani dei paesi deboli. 'Angie' Merkel è in vacanza, a bordo del bianco Airbus 340 battezzato Konrad Adenauer (il fondatore della democrazia postbellica tedesca, il De Gasperi di Germania) è atterrata ieri in Italia, scortata dagli Eurofighter Typhoon delle migliori squadriglie dell'Aeronautica militare italiana. Ma la vacanza della 'donna più potente del mondo' e del marito, il professor Joachim Sauer, sarà spesso interrotta da chiamate di lavoro sulla crisi dell'euro. Lunedì il segretario al Tesoro dell'amministrazione Obama, Tim Geithner, visiterà il ministro delle Finanze federale Schaeuble nel suo luogo di vacanza a Sylt, la più esclusiva isola tedesca, sul Baltico. Dopo l'incontro, Geithner sentirà anche Draghi e il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.

Il sondaggio pone Merkel e Schaeuble - che cercano intese con Draghi, Monti, Hollande, Barroso e altri europeisti al potere per salvare l'euro - nella difficile posizione di statisti senza le spalle coperte dagli elettori. In Germania le prossime elezioni politiche federali si terranno prevedibilmente nel settembre 2013, 'Angie' vuole vincerle forse per poi governare insieme alla Spd (socialdemocrazia) facendo una campagna europeista, per il salvataggio dell'euro e per più Europa politica. Ma la prospettiva non piace agli elettori: 71 su cento secondo il sondaggio di Bild am Sonntag vogliono cacciare la Grecia dall'Unione monetaria. E in dichiarazioni al giornale il vicecancelliere e ministro dell'Economia liberale (Fdp), Philipp Roesler, ha affermato che Atene non rispetta gli impegni, in un durissimo attacco alla Grecia che peserà su mercati e negoziati.

(28 luglio 2012) http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HREC1-1
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Re: La Germania davanti al bivio

Messaggioda pianogrande il 29/07/2012, 9:45

Compito dei politici è anche lavorare per far cambiare idea ai cittadini.
Non mi sembra che la Merkel abbia fatto granché su questo fronte.
E' vero che il popolo è sovrano ed ha l'ultima parola ma il popolo può essere chiamato a riflettere con le discussioni e con l'esempio.
La Merkel non è stata una divulgatrice dell'idea europea (e del fatto che faccia anche lo sporco interesse dei tedeschi).
Non in misura prevalente, in ogni caso.
La paura delle conseguenze elettorali è stata una nuvola nera che l'ha seguita ovunque.
Insomma.
Si possono guadagnare voti alimentando gli istinti della gente o si possono rischiare voti per cercare di cambiare le cose e le idee.
La Merkel non ha fatto né l'una né l'altra cosa.
Le sacrosante ragioni che comunque i tedeschi hanno nei confronti dei paesi indebitati ed inaffidabili unite ad un certo senso di superiorità e di invulnerabilità, hanno fatto il resto.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: La Germania davanti al bivio

Messaggioda ranvit il 29/07/2012, 10:59

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbABIbFG


Gli economisti di Soros: la Germania rischia il crack se non accetta la monetizzazione del debito

di Enrico Marro 28 luglio 2012


La Germania «rischia una bancarotta se non accetta la monetizzazione del debito da parte della Banca centrale europea». Lo si legge in un documento dell'istituto newyorchese di ricerca economica Inet (Institute for New Economic Thinking), presieduto da George Soros e nel cui advisory board siedono i premi Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, Andrew Michael Spence, Amartya Sen e James Heckman.

Lunedì scorso era stato diffuso un corposo report dell'Inet Council on euro crisis (Icec), un'emanazione dell'Inet formata da 17 economisti europei tra i quali Jean-Paul Fitoussi, Daniel Gros e Lucrezia Reichlin. Nel documento si sottolinea che l'Europa è sulla soglia di una catastrofe, con l'economia del Vecchio Continente destinata alla depressione e la zona euro alla disintegrazione. L'Icec spiega senza mezzi termini che «senza uno sforzo collettivo l'eurozona si disintegrerà in fretta» perché le condizioni attuali «in diversi Paesi non sono sostenibili a lungo, né economicamente né socialmente».


Gli economisti spiegano che bisogna distinguere tra i problemi ereditati dal passato e creati dalla cattiva progettazione dell'eurozona nel corso degli ultimi 10 anni e le sfide implicite nel ridisegnare l'area euro, per ripristinarne la solidità. Attenzione quindi, continua il documento dell'Icec, perché è impossibile costruire a lungo termine meccanismi come un'unione bancaria «quando incombe l'eredità di squilibri di bilancio, di competitività e l'inadeguata capitalizzazione delle istituzioni finanziarie impediscono il cammino verso un'Europa sana».

Secondo l'Icec, la soluzione della crisi passa attraverso il ripristino della fiducia nell'eurozona. I passi da compiere vanno in direzione della stabilizzazione del costo del finanziamento del debito, in modo da bloccare la contrazione produttiva e occupazionale nei Paesi in deficit; e della riduzione - a medio termine - del livello del debito (pubblico, è il caso dell'Italia, o privato, come in Spagna) diminuendo anche gli squilibri della bilancia dei pagamenti all'interno dell'eurozona.

Cinque le riforme da attuare: unione bancaria, riordino del settore finanziario, un sistema di controllo fiscale (già avviato con il "fiscal compact"), un europrestatore di ultima istanza per i Governi che rispettano il "fiscal compact" e un regime di ristrutturazione del debito per gli altri Paesi, in modo da evitare default disordinati.



Il documento dell'Inet qui:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Sole ... 1c02f33a27
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