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Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la crescita

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda ranvit il 04/07/2012, 16:20

Il problema era ed è l'alternativa....finchè la sinistra (in senso lato) italiana non metterà al bando le menate legate all'ideologia (vecchia=comunismo e nuova=noglobalismo-pacifismo-ambientalismo) poggiando finalmente i piedi per terra e proponendo soluzioni concrete ai problemi, non vedo come possa essere "scelta" dall'elettorato!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda flaviomob il 04/07/2012, 22:21

Vittorio, non votare Berlusconi non significa votare a sinistra. Un elettore di centrodestra, civile e democratico, di fronte a un personaggio talmente compromesso avrebbe potuto dire semplicemente: è inguardabile, non lo voto. Come avviene nel centrodestra di tutta l'Europa. Ad esempio, in Francia il centrodestra democratico mai si sognerebbe di allearsi con Le Pen... figuriamoci con chi corrompe magistrati e finanzieri!

franz ha scritto:Chissà che relazione inversa esiste tra corruzione e rigore? ...e disoccupazione giovanile...


Il problema è definire che cosa sia il rigore. Un indebitamento pubblico/pil dell'83%, come nel caso della Germania o del 38%, come la Svizzera?
Un alto senso dell'etica pubblica, come nel caso del Giappone (che però ha un debito/pil enorme)?
La capacità di tenere sotto controllo il debito dei singoli stati, come avviene in USA (che però hanno grossi problemi col bilancio federale)?
E chi è più rigoroso, chi riesce ad incrementare il numeratore o il denominatore?

--
...

Italy's National Integrity System is far from robust, with an average NIS score of 55.04 per cent (scores range from 0 [lowest or worst] to 100 [highest or best]). Corruption is able to flourish almost everywhere, as state institutions enjoy considerable autonomy, which does not correspond to standards of accountability and integrity.

...
http://www.transparency.org/whatwedo/ni ... italy_2011


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda franz il 05/07/2012, 8:19

flaviomob ha scritto:Il problema è definire che cosa sia il rigore. Un indebitamento pubblico/pil dell'83%, come nel caso della Germania o del 38%, come la Svizzera?
Un alto senso dell'etica pubblica, come nel caso del Giappone (che però ha un debito/pil enorme)?
La capacità di tenere sotto controllo il debito dei singoli stati, come avviene in USA (che però hanno grossi problemi col bilancio federale)?
E chi è più rigoroso, chi riesce ad incrementare il numeratore o il denominatore?

Chi riesce a convincere i mercato che pur avendo debiti (piccoli e grossi non importa) è in grado di ripagarli.
Oggi è un problema di credibilità dei governi.
Diciamo che oggi 80-90% è considerata una soglia a rischio per la crescita (troppi debiti rallentano il paese) e sappiamo che la germania era nettamente sotto questa soglia. Proprio perché lo era ed aveva già fatto le riforme per tenere sotto controllo la spesa pubblica, ha potuto spendere una cifra per salvare le sue banche dalla crisi dei titoli tossici. Il debito tedesco è frutto di un intervento straordinario (idem quello francese) e non di una costante perdita gestionale (spese maggiore delle entrate) ed Il mercato questo lo sa.
Il rigore poi lo si ottiene quando entrate = spese e quando questo avviene con una certa costanza, nel medio periodo (la media di un decennio).
Ogni nazione quindi deve capire se ha spese eccessive o tassazione troppo bassa. A me pare che l'Italia abbia un eccesso di spesa pubblica (clientelare) e di tassazione (troppo alta per la produttività che abbiamo) quindi dovranno dimuire entrambe le cose.
Per quanto riguarda l'etica pubblica ricordo vari scandali che hanno scosso i governi giapponesi (lo scandalo Recruit in testa).
Non so quindi a cosa tu ti riferisca.
Vedere anche http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... ndali.html

Vi è infine un altro fattore che si osserva e cioè la bilancia dei pagamenti.
Quando le esportazioni superano le importazioni (come per germania, svizzera e giappone pre-maremoto) la bilancia prevede un afflusso di capitali a compensazione. vedere: http://it.wikipedia.org/wiki/Bilancia_commerciale
Quindi se un paese fosse indebitato ma avesse forti esportazioni (come il giappone) avrebbe comunque un forte flusso di capitali esteri a compensazione. Il problema invece è quando le importazioni superano le esportazioni (Grecia, Italia, USA, il giappone oggi) perché la compensazione prevede un'uscita di capitali. Se l'economia interna non è in grado di sopperire a questa uscita senza impoverirsi ulteriormente, la cosa si riflette sul valore della sua moneta e i tassi di cambio. Evidentemente la crescita USA basta a tranquillizzare i mercati sia per il debito pubblico sia per il saldo della bilancia commerciale ma non basta per paesi come Grecia, Portogallo, Spagna, Italia.
Quindi i mercati apprezzano che in quei paesi si facciano riforme che mettono al sicuro il debito pubblico (nel senso che non cresce piu' ed anti diminuisce, come in Svezia) con riforme della spesa pubblica (come agenda 2010 in germania e le varie riforme Monti).

Naturalmente simili riforme comprimono i consumi interni ed anche le importazioni e su questo secondo fattore c'è un aspetto positivo perchè riducendo le importazioni si diminuisce il deficit commerciale e la debolezza della nazione. Qui bisogna allora puntare sull'esportazione delle nostre eccellenze (piu' export) e se riusciamo ad avere un saldo positivo questo comporterà afflusso di capitali. Capitali che se il nostro bilancio è in ordine non andranno a finanziare l'emissione di nuovi BOT (ma solo a rinnovare quelli a scadenza) e quindi potranno essere impiegati per investimenti produttivi (che rilanciano la crescita interna).

L'ho fatta breve, in parole povere e semplici, per come l'ho capita io che non sono economista.
Il nostro Trilogy integrerà con maggiore competenza.
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda ranvit il 05/07/2012, 8:22

Vittorio, non votare Berlusconi non significa votare a sinistra. Un elettore di centrodestra, civile e democratico, di fronte a un personaggio talmente compromesso avrebbe potuto dire semplicemente: è inguardabile, non lo voto. Come avviene nel centrodestra di tutta l'Europa. Ad esempio, in Francia il centrodestra democratico mai si sognerebbe di allearsi con Le Pen... figuriamoci con chi corrompe magistrati e finanzieri!

Non è proprio cosi'! In Francia gli elettori hanno un'alternativa (in caso di astensione posso favorire i socialisti), in Italia no (l'alternativa è un Pd incapace di tenere a freno le utopie della sinistra radicale...per non parlare dei "mestieranti della politica" alla Bassolino e similari maggioritariamente presenti nello stesso Pd)!

Da non dimenticare poi che almeno un terzo degli italiani, nella vita quotidiana, è un "piccolo Berlusconi"... :twisted:
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda trilogy il 09/07/2012, 17:56

franz ha scritto:

[..]Vi è infine un altro fattore che si osserva e cioè la bilancia dei pagamenti.
Quando le esportazioni superano le importazioni (come per germania, svizzera e giappone pre-maremoto) la bilancia prevede un afflusso di capitali a compensazione. vedere: http://it.wikipedia.org/wiki/Bilancia_commerciale
Quindi se un paese fosse indebitato ma avesse forti esportazioni (come il giappone) avrebbe comunque un forte flusso di capitali esteri a compensazione. Il problema invece è quando le importazioni superano le esportazioni (Grecia, Italia, USA, il giappone oggi) perché la compensazione prevede un'uscita di capitali. Se l'economia interna non è in grado di sopperire a questa uscita senza impoverirsi ulteriormente, la cosa si riflette sul valore della sua moneta e i tassi di cambio. Evidentemente la crescita USA basta a tranquillizzare i mercati sia per il debito pubblico sia per il saldo della bilancia commerciale ma non basta per paesi come Grecia, Portogallo, Spagna, Italia.
Quindi i mercati apprezzano che in quei paesi si facciano riforme che mettono al sicuro il debito pubblico (nel senso che non cresce piu' ed anti diminuisce, come in Svezia) con riforme della spesa pubblica (come agenda 2010 in germania e le varie riforme Monti).

Naturalmente simili riforme comprimono i consumi interni ed anche le importazioni e su questo secondo fattore c'è un aspetto positivo perchè riducendo le importazioni si diminuisce il deficit commerciale e la debolezza della nazione. Qui bisogna allora puntare sull'esportazione delle nostre eccellenze (piu' export) e se riusciamo ad avere un saldo positivo questo comporterà afflusso di capitali. Capitali che se il nostro bilancio è in ordine non andranno a finanziare l'emissione di nuovi BOT (ma solo a rinnovare quelli a scadenza) e quindi potranno essere impiegati per investimenti produttivi (che rilanciano la crescita interna).

L'ho fatta breve, in parole povere e semplici, per come l'ho capita io che non sono economista.
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Questo è un aspetto molto complesso dell'economia globale. gli USA per anni sono stati in grado di sopportare sia deficit commerciale che deficit pubblico. L'hanno potuto fare perchè il dollaro è la principale valuta di scambio e di riserva. Con la creazione dell'euro l'Europa, in parte, ha cercato di crearsi un vantaggio analogo. Permane la differenza che gli USA sono anche una superpotenza militare, l'Europa non lo è. Questo è un aspetto importante perchè molti paesi (paesi petroliferi, giappone, alcuni emergenti) investono i loro surplus negli Stati Uniti in cambio di protezione militare. gli USA poi sono il più grande mercato finanziario del mondo, e questo attrae capitali in cerca d'investimento. L'Europa è frammentata, non abbiamo la nostra Wall street, SP500, Nasdaq, dow30. Abbiamo tanti mercati azionari e indici di riferimento nazionali. La borsa italiana dipende addirittura da quella di Londra che è fuori dall'eurozona. Sono tutti fattori che indeboliscono il mercato dei capitali.

L'altro aspetto è che con la creazione dell'euro i paesi aderenti non possono più aggiustare i problemi nazionali di competitività con una svalutazione. L'aggiustamento è diventato più difficile. L'aggiustamento tramite l'aumento di produttività e il taglio della domanda interna è più difficile da fare di quello che sembra in teoria, anche perchè i concorrenti non stanno fermi.
Nel confronto tra Europa e USA ora siamo arrivati in una situazione tecnica particolare. Buona parte degli asset finanziari europei sono relativamente sottovalutati, (esclusa la Germania) quelli USA sono relativamente sopravvalutati. Potremmo anche assistere a un cambiamento nelle performance relative dei mercati. Nonostante l'europa rimanga fragile e l'estate è periodo di imboscate.
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda flaviomob il 10/07/2012, 17:20

franz ha scritto:Chi riesce a convincere i mercato che pur avendo debiti (piccoli e grossi non importa) è in grado di ripagarli.
Oggi è un problema di credibilità dei governi.


Si parlava di rigore. Convincere il mercato di essere solvibile e di esserlo anche nel medio-lungo periodo non è rigore ma, appunto, credibilità. Il rigore è iniquità se applicato solo contro determinate classi sociali, lasciando il grande capitale libero di evadere i controlli ed involarsi verso elvetici o caimani paradisi... (illegalmente, perché poi esiste la possibilità di esportare capitali legalmente, ma ovviamente è invisa a chi ha soldi sporchi).


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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda trilogy il 10/07/2012, 18:47

flaviomob ha scritto:....Si parlava di rigore. Convincere il mercato di essere solvibile e di esserlo anche nel medio-lungo periodo non è rigore ma, appunto, credibilità. Il rigore è iniquità se applicato solo contro determinate classi sociali, lasciando il grande capitale libero di evadere i controlli ed involarsi verso elvetici o caimani paradisi... (illegalmente, perché poi esiste la possibilità di esportare capitali legalmente, ma ovviamente è invisa a chi ha soldi sporchi).


direi che sono argomenti differenti, proviamo a vederli come li vedrebbero i "mercati":
" essere solvibile e di esserlo anche nel medio-lungo periodo non è rigore ma, appunto, credibilità"

La solvibilità, o la sostenibilità di un debito è una forchetta che si può calcolare con una formula matematica. La credibilità per il mercato, consiste nel fatto che, una volta appurato che il debito non è sostenibile, il Governo ne prende atto, e adotta le misure idonee a renderlo sostenibile.

"Il rigore è iniquità se applicato solo contro determinate classi sociali, lasciando il grande capitale libero di evadere i controlli ed involarsi verso elvetici o caimani paradisi..."

Gli investitori sono cinici, l'iniquità di una manovra, non è un aspetto di cui tengono conto, a meno che questa iniquità non sia tale da provocare sommovimenti sociali che mettono in discussione l'assetto dello Stato in esame.
Sul secondo aspetto, Per gl'investitori internazionali il fatto che possano muovere liberamente i propri capitali dentro e fuori un paese è una condizione di base, senza la quale l'investimento nel paese non viene neanche preso in considerazione. In altre parole un paese può essere solidissimo, ma se non consente di ri-esportare i capitali eventualmente investiti, nessuno ci mette piede.
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Re: Alcune osservazioni sui meccanismi che frenano la cresci

Messaggioda flaviomob il 11/07/2012, 10:13

Muovere liberamente i capitali dentro e fuori un paese.
Che cosa vuol dire? Muoverli legalmente o illecitamente?
In Italia è legale portare capitali in Svizzera o in un altro paese terzo. Ma se viene fatto legalmente, lo Stato può chiederti conto di quei soldi e di come li hai ottenuti. Per questo c'è una grande richiesta di movimenti "in nero"...


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