Insomma, anche qua solo chiacchiere!http://www3.lastampa.it/ambiente/sezion ... tp/459697/news ambiente
23/06/2012 - Dossier / Ambiente e sviluppo
Rio+20 va in archivio
L'economia verde resta solo sulla carta
Compromesso al ribasso alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile
Nessun impegno su taglio dei combustibili fossili e difesa degli Oceani
ROBERTO GIOVANNINI
inviato a rio de janeiro
Epic failure, fallimento totale, come dice il direttore di Greenpeace Kumi Naidoo, o «un miracolo», come afferma il ministro dell’Ambiente italiano Corrado Clini?
La maggior parte degli osservatori - giornalisti, esperti, addetti ai lavori - non ha esitazioni: il testo approvato ufficialmente con cui si è chiusa la Conferenza sullo sviluppo sostenibile dell’Onu contiene davvero poche cose concrete.Principi generali più che condivisibili, promesse di impegni, discorsi alati quanto vaghi; ma niente regole, niente avvio di processi virtuosi,
niente schemi per attivare finanziamenti.
Non è riuscito il tentativo dell’ultimo minuto di varare, accanto al documento dal titolo «Il futuro che vogliamo», una dichiarazione finale dal taglio più operativo e rigoroso. E così, si è rimasti con 283 paragrafi in cui manca ogni riferimento a temi importanti: dai diritti riproduttivi delle donne (un «buco» contro cui ha tuonato il segretario di Stato Usa Hillary Clinton) alla difesa degli oceani dall’overfishing, con la creazione di riserve oceaniche protette in alto mare; neanche un accenno al taglio dei sussidi ai combustibili fossili, che incassano sei volte i finanziamenti pubblici ricevuti dalle fonti rinnovabili.
È vero che si parla per la prima volta di «green economy»; ma per affermare che non serve «un set rigido di regole» e ognuno farà come meglio crede. Ed è fallita persino la riorganizzazione burocratica delle strutture Onu che si occupano di ambiente. Rio +20 ha davvero poco a che spartire con la conferenza del 1992, che aprì la stagione delle grandi convenzioni Onu per regolare l’uso e la tutela delle risorse ambientali.
Non c’è nessuna base di partenza utile perché la diplomazia ambientale possa a breve passare dalle parole ai fatti. Così, forse non sono infondate le amare parole della direttrice internazionale del Wwf, Yolanda Kakabadse, secondo cui a sostenere che i 150 milioni di dollari spesi negli ultimi due anni per la macchina di Rio+20 sono stati uno «spreco» di soldi che potevano essere usati «per azioni di sviluppo sostenibile concrete».
«Un rapporto costi-benefici per niente conveniente - accusa Kakabadse -, è una vergogna».
Diverso il punto di vista di chi questo documento lo ha approvato. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che nei giorni scorsi aveva parlato di un testo «non abbastanza ambizioso», ha aggiustato il tiro: dalla conferenza di Rio emergono proposte e soluzioni «che rappresentano un significativo progresso e un grande successo per la comunità internazionale».
Sulla stessa linea si attestano la grande maggioranza dei commenti dei rappresentanti dei 193 Stati. Concorda il ministro dell’Ambiente Clini, secondo cui «in un momento di crisi economica così profonda, che la comunità internazionale si ritrovi su un unico documento è davvero un fatto storico, non capisco come possano continuare a girare commenti delusi e negativi. Non c’era un accordo migliore di questo».
Critica ma ispirata alla Realpolitik l’analisi formulata mercoledì dal presidente francese François Hollande: «Ci rendiamo contro che l’esito è inferiore alle aspettative - ha ammesso - ma non potevamo andare oltre se volevamo evitare un fallimento della conferenza». Troppi veti incrociati e timidezze.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.