matthelm ha scritto:Non banalizziamo,
Se pensi che siano banalità, continui solo a fare tue le ragioni di quelli che guardano da Bologna in sù e sputano da Roma in giù. È facile poi continuare (con i pregiudizi) verso gli immigrati, i "negri", i gay, le donne, i montanari (se si abita in pianura), verso quelli della bassa (se si abita in montagna), quelli che vivono nelle campagne, i disabili, i poveri, quelli che non si lavano, quelli senza dio, quelli che tifano Inter o Udinese o Napoli, etc..
La storia è stata scritta sempre dai vincitori e quella italiana, vera, si vuole ignorare, altrimenti che
"padri della patria italiana" sarebbero coloro che hanno sfruttato il sentimento di libertà dei popoli (pagato con il sangue da uomini di tutte le regioni della futura Italia)
e soggiogato le popolazioni meridionali con umiliazioni, fucilazioni, stragi, distruzione di paesi? Perché le numerose ondate migratorie in Europa e nelle Americhe, se si era italiani con pari dignità o se le occasioni, le infrastrutture e gli investimenti avessero riguardato senza discriminazioni l'intero territorio?Il libro che hai letto (
Terroni – Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali, di Pino Aprile) non riporta interamente i fatti che sono accaduti, riporta solo quelli conosciuti.
Se qualcuno vuole liberarsi di qualcosa deve per prima riconoscere quel che è successo, a partire dagli intrallazzi di Cavour, grande politico piemontese (ma, non italiano, anche se la toponomastica diffusa gli riconoscerebbe meriti nazionali), con la massoneria e con le mafie, includendo la corruzione spicciola dei comandanti dell'esercito borbonico, per finire alle atrocità, alle ruberie, alla strategia distruttiva del patrimonio umano e culturale pensata scandalosamente e impunemente per le genti del Regno delle Due Sicilie.
Il resto sono solo chiacchiere! Se si vuole una presa di coscienza bisogna partire da qui.
La gente del Sud ha sofferto da sempre il giogo delle mafie e da 151 anni ha aggiunto quello dei suoi liberatori sabaudi e quello dei politici che si sono succeduti.
Ciò che vuole apparentemente il
"senatur padano" e tutti quelli che lo hanno votato, il popolo meridionale non se lo sa proprio spiegare.
Ripeto un proverbio, molto di moda dalle mie parti:
"il sazio non crede all'affamato".
Mi ripugna guardare al Nord come un nemico, ma alcuni suoi abitanti (originari o acquisiti) non si fanno scrupoli ... e sbagliano ... ancora una volta.
Il Mezzogiorno oppresso, il terrone umiliato, un ordine dissolto, un fare indegno e rancoroso … <<La sua vendetta sta nel suo stesso processo degenerativo>> scriveva un secolo fa Ettore Ciccotti, un deputato lucano, che sapeva vedere le conseguenze del danno subito, e che avrebbe ripagato chi lo produsse, con la stessa disgrazia e con la diffusione di chi lo patì: <<I cattivi esempi che offre, i tristi strumenti che fornisce alle forze del male sono la sua reazione sorda, obiettiva e inevitabile>>.
Il disordine creato rimase. E crebbe, e tuttora cresce, alimentando se stesso, per un fenomeno (eccolo) noto con il nome di "Teoria delle finestre rotte". (P. Aprile, Terroni)
Quando le genti meridionali invocano "più Stato", invocano la presenza di qualcosa che porti giustizia sociale, rispetto, diritti negati, che non hanno ancora conosciuto e che aspettano.
Franz, si parla di 350-500.000 persone fra i cosiddetti "briganti" e gente comune, di lager (cerca Fenestrelle su google), di 81 paesi rasi al suolo (cerca Pontelandolfo, Casalduni), senza considerare 15-20 milioni di emigrati per il mondo ... e senza riconoscerne adeguatamente il contributo apportato all'economia nazionale, con le loro rimesse.
Una simile irriconoscenza forse nemmeno agli schiavi è stata dimostrata.