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Flessibile o innovativo?

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Flessibile o innovativo?

Messaggioda flaviomob il 16/05/2012, 13:30

Più flessibili, meno innovativi

Le imprese più innovative sono quelle che offrono ai lavoratori più diritti, sicurezza e stabilità, non quelle dai contratti a breve termine e dal licenziamento facile

di Armanda Cetrulo da Sbilanciamoci.info

...Kleinknecht et al.(2010) conducono un’indagine simile analizzando dati longitudinali riguardanti le imprese dei Paesi Bassi, da cui emerge chiaramente che le possibilità per un’impresa di adottare prodotti nuovi per il mercato, assumendo così una posizione leader rispetto agli altri competitors, sono negativamente influenzate da un elevato ricorso a lavoratori temporanei. ...

http://keynesblog.com/2012/05/16/piu-fl ... nnovativi/


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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda franz il 16/05/2012, 13:56

flaviomob ha scritto:Più flessibili, meno innovativi

Le imprese più innovative sono quelle che offrono ai lavoratori più diritti, sicurezza e stabilità, non quelle dai contratti a breve termine e dal licenziamento facile


Non mi sembra una novità, almeno alle mie latitudini.
Un dipendente stabile è un investimento, che nessuna ditta seria vuole perdere.
Piuttosto chiediamoci quale meccanismo selettivo perverso ha fatto in modo che in Italia ci siano poche imprese serie e moltissime dedite ai contratti a breve termine ed al licenziamento facile. Questo considerando che ogni anno un 10-15% delle imprese chiude o si trasferisce e che in 20 o 30 anni questo implica una spinta selettiva impressionante.
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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda trilogy il 17/05/2012, 11:03

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Più flessibili, meno innovativi

Le imprese più innovative sono quelle che offrono ai lavoratori più diritti, sicurezza e stabilità, non quelle dai contratti a breve termine e dal licenziamento facile


Non mi sembra una novità............


Si non dice nulla di nuovo, ma quello che dice è condivisibile. Forse un po' troppo ottimista o ingenuo sulla condivisione delle competenze implicite. Comunque l'articolo tocca in sintesi un po' tutti i nodi critici della crisi italiania. Aggiungerei, tra i fattori che alimentano la crisi dell'innovatività in Italia, la perdita della visione complessiva. In sostanza siamo un paese con una cultura delle organizzazioni di tipo feudale. Ogni feudo (ufficio, dipartimento, unità) è impegnato a conservare e replicare all'infinito le sue prassi del tutto insensibile a quello che accade all'esterno.

Una osservazione. Nella classificazione delle tipologie di flessibilità che viene presentata, è riduttivo parlare solo "d'impresa", soprattutto in un paese dove la spesa pubblica sul pil è al 50%. Con riferimento a quelle tre tipologie di flessibilità, la situazione nell'organizzazione pubblica è catastrofica. Non si può vincere una corsa allenando la muscolatura du una sola gamba. :?

flessibilità numerica ovvero la capacità delle imprese di far variare il numero delle persone occupate al loro interno, attraverso il ricorso a contratti di lavoro atipici;
flessibilità funzionale che indica l’abilità dell’impresa ad organizzarsi in maniera flessibile senza ricorrere ai licenziamenti, facendo variare il numero dei dipendenti attraverso una forza lavoro capace di ricoprire un ampio raggio di compiti;
flessibilità salariale ovvero l’attitudine del sistema delle retribuzioni a rispondere alle condizioni del mercato variando con facilità.
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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda franz il 17/05/2012, 11:32

Il problema della flessibilità pero' non è legato alla "breve durata" del rapporto, come sottointeso in una parte dell'esposizione citata nel link, ma riguarda la facilità con cui una azienda puo' assumere un dipendente (per seguire un nuovo progetto innovativo) senza che questo si trasformi in un matrimonio indissolubile, se il progetto viene abbadonato o la persona non è adeguata.
In questo senso si parla di flessibilità in ingresso ed uscita come base di un sistema piu' dinamico che puo' orientarsi piu' velocemente su progetti innovativi. E se il progetto funziona allora la ditta quel dipendente se lo tiene per sempre (e caso mai sarà il dipendente che se non si trova bene cercherà altri lidi).
Quindi non "flessibilità o innovazione" in logica o/o ma "flessibilità e innovazione".
Quello che manca è una statistica sulla durata dei rapporti di lavoro ma a quanto pare vi è un sostanziale legame tra rapporti che durano (forzosamente) decenni compensati (altrettanto forzosamente) dalla ricerca di altri rapporti piu' brevi, mordi e fuggi. Uno è il rovescio della medaglia dell'altro. Quello che manca con la flessibilità è la possibilità di ogni azienda mediogrande (stato compreso) di poter avere i migliori (quelli che ritiene tali, se poi sbaglia pagherà) per cui le grandi aziende finiscono col trovarsi una certa "zavorra" che incide sui costi riducendo produttività e capacità di autofinanziamento (e quindi innovazione). A questo aggiungi un comparto pubblico che porta via il 50% del PIL senza dare in cambio servizi adeguati. In queste condizioni è piu' realistico chiudere e cercare flessibilità e innovazione altrove.
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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda trilogy il 17/05/2012, 12:50

Caro Franz è inutile discutere d'innovazione in italia è una battaglia persa.....
Nel mondo siamo nell'era del trasferimento delle informazioni in tempo reale, mentre in Italia:

la Regione assume i "camminatori"
Sono trenta i nuovi posti da camminatore disponibile in Sicilia
Avranno il compito di "trasferire i documenti"


http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/454607/
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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda trilogy il 18/05/2012, 8:18

franz ha scritto:Il problema della flessibilità pero' non è legato alla "breve durata" del rapporto, come sottointeso in una parte dell'esposizione citata nel link, ma riguarda la facilità con cui una azienda puo' assumere un dipendente (per seguire un nuovo progetto innovativo) senza che questo si trasformi in un matrimonio indissolubile, se il progetto viene abbadonato o la persona non è adeguata. ...


Questo è un problema reale a cui non si è riusciti a dare una soluzione adeguata. Anche la riforma in corso sui co.co.pro. è l'ennesimo pannicello caldo su una tipologia contrattuale che è una vergogna . La proposta avanzata a suo tempo da Ichino sul contratto unico era interessante, conteneva elementi di parità ed equità che nell'attuale sistema non ci sono. Il problema è che forme di contratti a termine, per come funziona l'economia contemporanea, e in particolare i servizi, sono necessarie. E' anche vero che appena si apre in questa direzione gl'imprenditori ne abusano. Anche l'aumento delle partite IVA che registrano le ultime statistiche è un dato che evidenzia più una situazione di malessere che di crescita reale dell'economia.
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Re: Flessibile o innovativo?

Messaggioda franz il 18/05/2012, 8:39

trilogy ha scritto: E' anche vero che appena si apre in questa direzione gl'imprenditori ne abusano.

Certo, e questo è un segnale che il legistatore sta regolando male il mercato (in questo caso del lavoro) e quindi per sfuggire a questa mala-regolazione il sistema cerca scappatoie, scorciatoie, strade alternative. E siamo noi stessi a inventarle legalmente, creando figure deboli (di cui si abuserà) al solo scopo di non turbare le figure forti e rigide. Da qui il mercato duale di cui tanto si parla.
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