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Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda Iafran il 16/05/2012, 14:37

franz ha scritto:
Iafran ha scritto:Il suddetto dirigente scolastico e presidente di Disal è veramente bravo ... a vedere le soluzioni nelle piccole realtà (con esclusione del lavoratore, naturalmente): adesso concorsi locali ... per garantirsi la copertura (e la continuità) del ruolo, in altre circostanze si è sbandierato ai cittadini che "non è più tempo del lavoro fisso e che bisogna contemplare e prepararsi alla mobilità".

Mi dispiace Iafran ma stavolta hai "toppato", per dirla alla pippo baudo. La "mobilità" di cui si parla ("cambiare lavoro") non c'entra una tubo con il "cambiare sede".


Cambiare sede (oltre a "cambiare casa, amici, abitudini, culture" ...) può implicare anche "cambiare lavoro", e viceversa.
Quanti docenti cambiano sede e lavoro, o sede ed insegnamento, o verrebbero continuare l'anno successivo in qualsiasi sede (per sparizione della cattedra o per accorpamento degli istituti), o aspirano ad un posto lavorativo senza trovarlo?

I "punteggi enormi" sono frutto di decenni di precarietà (forse con famiglia e ... senza ammortizzatori sociali, probabilmente).

L'ex ministro dell'Istruzione era la cartina di tornasole della qualità dei nostri governanti. Scomparsa lei ... ne rimangono tantissimi (ai posti di comando e possono anche continuare a fare cose di cui vergognarsi).
A me il budino piace mangiarlo (in ogni situazione) ... per prepararlo, però, c'è bisogno di materie prime di buona qualità ... dall'origine ... altrimenti si continua a fare intrugli e a salvare solo le apparenze.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda franz il 16/05/2012, 17:42

Iafran ha scritto:Cambiare sede (oltre a "cambiare casa, amici, abitudini, culture" ...) può implicare anche "cambiare lavoro", e viceversa.
Quanti docenti cambiano sede e lavoro, o sede ed insegnamento, o verrebbero continuare l'anno successivo in qualsiasi sede (per sparizione della cattedra o per accorpamento degli istituti), o aspirano ad un posto lavorativo senza trovarlo?

Qui stiamo parlando di chi torna al paesello, ovunque esso sia. Non è una cosa disagiata, anzi, giustamente auspicata. Ma da fare solo se è oggettivamente possibile, senza creare disagi alla collettività (per cui bene o male un dipendente pubblico lavora).
Quello che si discuteva, su segnalazione di lucameni, è che una gestione malfatta lascia molte sedi vacanti mentre ci sono invece (evidentemente) sedi sopranumerarie. E la cosa si vede anche esaminando i dati della ragioneria generale dello stato, che pubblica annualmente un rendiconto. Alcune regioni del centro e del sud appaiono molto piu' dotate di personale (soprattutto scolastico) e questo nel campo della scuola non si trasforma in un aumento di qualità, anzi dati PISA ed INVALSI segnalano gravi carenze nella formazione dei ragazzi proprio al centro ed al sud.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda flaviomob il 16/05/2012, 21:09

Un momento: i dati Invalsi ci informano sullo stato dell'arte ma non dicono nulla sulle condizioni di partenza, quindi non danno un giudizio oggettivo sull'operato e sulla qualità degli insegnanti, ma sul livello di apprendimento in un determinato contesto, in un preciso momento del percorso formativo. Realtà più difficili e disagiate, con livelli di partenza più bassi, produrranno risultati inferiori anche in presenza di ottimi insegnanti. In più le scuole che in questi contesti socialmente emarginati cercheranno di attuare modalità inclusive, per preservare i giovani dai disastri portato dal fallimento scolastico e dall'espulsione dal mondo della formazione (emarginazione, droga, criminalità organizzata) potrebbero ottenere numeri ancora più impietosi e risultare così disincentivate dalla loro autentica funzione educativa.


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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda franz il 17/05/2012, 9:53

Mi sembra un'obiezione di buon senso che possiamo tuttavia esaminare piu' approfonditamente.
Separerei le due questioni: condizioni di partenza e contesto.
Le condizioni di partenza riguardano il contesto familiare e sociale prima di entrare nel mondo della scuola.
Ma le famiglie si spostano, per lavoro, e dovrebbe essere possibile osservare il rendimento scolastico di bambini e ragazzi che, date le stesse condizioni di partenza, finiscono col trovarsi in contesti geografici e culturali diversi (anche all'estero).
Non so se esistono studi del genere ma la mia personale impressione è che le condizioni di partenza contino (poco) ma molto meno del contesto in cui si va a finire. Il contesto in cui si studia è fondamentale e la scuola stessa è naturalmente un tassello importantissimo del contesto. È importante la qualità dei programmi e dei docenti, l'insieme delle strutture didattiche. Qui c'è da dire che solo in teoria i programmi sono uguali in tutta l'Italia. Lo sono (quindi non dovrebbero influire geograficamente) tuttavia il programma viene declinato scuola per scuola con una programmazione del docente, il quale stabilisce cosa e con che ordine insegnare per raggiungere determinati obiettivi didattici. E mi è giunta notizia che spesso al sud la programmazione è spostata nel tempo, nel senso che ci si accontenta (proprio perché si è consapevoli del contesto) di raggiungere bene alcuni obiettivi e non tutti, almeno in un determinato anno. Il che è anche ragionevole ma puo' spiegare alcuni risultati PISA ed INVALSI. Pero' la tesi del "contesto" è anche un'arma a doppio taglio perché se i ragazzi sono mediamente meno formati ed istruiti (pur come foto che non tiene conto delle condizioni di partenza e del contesto) è anche possibile che lo stesso possa valere per i docenti, che in quel contesto sono nati, cresciuti ed hanno studiato. Se il metodo di selezione fosse rigoroso potremmo essere sicuri di avere veramente i migliori ma se cosi' non fosse avremmo come risultato di abbassare la qualità del contesto scolastico stesso.

A questo proposito ricordo un fatto riguardante i test PISA emerso alcuni anni fa. Rifecero le stesse domande fatte ai ragazzi ad un gruppo di docenti che non avevano partecipato al test ed erano all'oscuro delle risposte esatte. Ottennero le stesse percentuali di risposte giuste e sbagliate dei ragazzi. Soprendente? Forse no. Significa che i docenti trasmettono esattamente quello che sanno (o non sanno). Il test non era geograficamente orientato ma indica che la qualità del docente sembra essere piu' imporante di quanto si pensi. Se i docenti avessero dato solo risposte giuste, sapremmo che loro sanno ma i ragazzi (per loro limiti legati al contesto o alle basi di partenza o per limiti del metodo di studio) non riescono ad imparare. Le percentuali emerse dicono invece che la qualità del docente (le cose che sa, assai di piu' di come le insegna e cioè del metodo e dei sussidi didattici) conta ed è direttamente legato al risultato.

Per tornare al problema delle carenze di personale in certe zone, ho cercato di cavare il classico ragno dal muro (di gomma) della ragioneria generale dello stato ma senza grandi risultati. Qui ci si lamentava che recentemente il governo non dà piu' il riassunto di certe transazioni in ambito militare (aziende e banche coinvolte) ma ritengo che sia ancora piu' grave che i dati, precisi e meticolosi, della RGS sul personale (per regione, per stipendi, assenze etc) non siano piu' disponibili, sostituiti solo da un riassuntino di poche pagine. Esattamente il contrario. Solo riassunto e niente dati. Esaminando il riassunto (e sperando che qualcuno sia piu' bravo di me a cavare il ragno se trova il buco) osservo che
1) in generale (rispetto ai 3 milioni e rotti di personale della PA) nelle regioni del nord vi è carenza di personale, ipotizzando una distribuzione sulla base della popolazione. Al centro con il lazio c'è naturalmente il massimo di eccedenza, per via dei ministeri, poi seguono come eccedenza le regioni a statuto speciale. Tuttavia mentre aosta e trentino hanno piccole eccedenze (centinaia) sono notevoli quelle della sardegna e della sicilia. Nel sud ci sono fenenomi contraddittori, per esempo con una notevole carenza in campania ed una forte eccedenza in calabria.
2) esaminando singoli comparti (missioni) che dovrebbero essere distruibuiti in modo omogeneo sulla base della popolazione (per esempio scuola e sanità) il riassunto RGS mostra dati solo raggruppati (nord, centro, sud) ed emerge nettamente che per la scuola vi è una netta carenza di insegnanti al nord, un'eccendenza rilevante al centro ed al sud. Questo sia esaminando la popolazione totale sia quella scolastica (ipoteticamente l'ambito tra 5 e 25 anni). Il fenomeno si inverte tuttavia in ambito sanitario, dove il confronto tra dipendenti della sanità e popolazione mostra una notevole eccedenza al nord e pari carenza al centro e soprattutto al sud. Il fatto forse è spiegabile (al sud la sanità pubblica è carente, mancano strutture e personale) ma è comunque grave.
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Re: Avanti, premiamo tutti...anche i peggiori!

Messaggioda Robyn il 17/05/2012, 12:22

Il problema della mobilità non credo sia legato all'attaccamento alla propria terra di origine.Un dipendente statale mi diceva che non è più come una volta.Una volta ti davano l'alloggio oggi ti devi pagare tutto.E poi lassù,al nord c'è la lega che rende il nord inospitale ai cittadini del sud ciao robyn
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