da franz il 17/05/2012, 9:53
Mi sembra un'obiezione di buon senso che possiamo tuttavia esaminare piu' approfonditamente.
Separerei le due questioni: condizioni di partenza e contesto.
Le condizioni di partenza riguardano il contesto familiare e sociale prima di entrare nel mondo della scuola.
Ma le famiglie si spostano, per lavoro, e dovrebbe essere possibile osservare il rendimento scolastico di bambini e ragazzi che, date le stesse condizioni di partenza, finiscono col trovarsi in contesti geografici e culturali diversi (anche all'estero).
Non so se esistono studi del genere ma la mia personale impressione è che le condizioni di partenza contino (poco) ma molto meno del contesto in cui si va a finire. Il contesto in cui si studia è fondamentale e la scuola stessa è naturalmente un tassello importantissimo del contesto. È importante la qualità dei programmi e dei docenti, l'insieme delle strutture didattiche. Qui c'è da dire che solo in teoria i programmi sono uguali in tutta l'Italia. Lo sono (quindi non dovrebbero influire geograficamente) tuttavia il programma viene declinato scuola per scuola con una programmazione del docente, il quale stabilisce cosa e con che ordine insegnare per raggiungere determinati obiettivi didattici. E mi è giunta notizia che spesso al sud la programmazione è spostata nel tempo, nel senso che ci si accontenta (proprio perché si è consapevoli del contesto) di raggiungere bene alcuni obiettivi e non tutti, almeno in un determinato anno. Il che è anche ragionevole ma puo' spiegare alcuni risultati PISA ed INVALSI. Pero' la tesi del "contesto" è anche un'arma a doppio taglio perché se i ragazzi sono mediamente meno formati ed istruiti (pur come foto che non tiene conto delle condizioni di partenza e del contesto) è anche possibile che lo stesso possa valere per i docenti, che in quel contesto sono nati, cresciuti ed hanno studiato. Se il metodo di selezione fosse rigoroso potremmo essere sicuri di avere veramente i migliori ma se cosi' non fosse avremmo come risultato di abbassare la qualità del contesto scolastico stesso.
A questo proposito ricordo un fatto riguardante i test PISA emerso alcuni anni fa. Rifecero le stesse domande fatte ai ragazzi ad un gruppo di docenti che non avevano partecipato al test ed erano all'oscuro delle risposte esatte. Ottennero le stesse percentuali di risposte giuste e sbagliate dei ragazzi. Soprendente? Forse no. Significa che i docenti trasmettono esattamente quello che sanno (o non sanno). Il test non era geograficamente orientato ma indica che la qualità del docente sembra essere piu' imporante di quanto si pensi. Se i docenti avessero dato solo risposte giuste, sapremmo che loro sanno ma i ragazzi (per loro limiti legati al contesto o alle basi di partenza o per limiti del metodo di studio) non riescono ad imparare. Le percentuali emerse dicono invece che la qualità del docente (le cose che sa, assai di piu' di come le insegna e cioè del metodo e dei sussidi didattici) conta ed è direttamente legato al risultato.
Per tornare al problema delle carenze di personale in certe zone, ho cercato di cavare il classico ragno dal muro (di gomma) della ragioneria generale dello stato ma senza grandi risultati. Qui ci si lamentava che recentemente il governo non dà piu' il riassunto di certe transazioni in ambito militare (aziende e banche coinvolte) ma ritengo che sia ancora piu' grave che i dati, precisi e meticolosi, della RGS sul personale (per regione, per stipendi, assenze etc) non siano piu' disponibili, sostituiti solo da un riassuntino di poche pagine. Esattamente il contrario. Solo riassunto e niente dati. Esaminando il riassunto (e sperando che qualcuno sia piu' bravo di me a cavare il ragno se trova il buco) osservo che
1) in generale (rispetto ai 3 milioni e rotti di personale della PA) nelle regioni del nord vi è carenza di personale, ipotizzando una distribuzione sulla base della popolazione. Al centro con il lazio c'è naturalmente il massimo di eccedenza, per via dei ministeri, poi seguono come eccedenza le regioni a statuto speciale. Tuttavia mentre aosta e trentino hanno piccole eccedenze (centinaia) sono notevoli quelle della sardegna e della sicilia. Nel sud ci sono fenenomi contraddittori, per esempo con una notevole carenza in campania ed una forte eccedenza in calabria.
2) esaminando singoli comparti (missioni) che dovrebbero essere distruibuiti in modo omogeneo sulla base della popolazione (per esempio scuola e sanità) il riassunto RGS mostra dati solo raggruppati (nord, centro, sud) ed emerge nettamente che per la scuola vi è una netta carenza di insegnanti al nord, un'eccendenza rilevante al centro ed al sud. Questo sia esaminando la popolazione totale sia quella scolastica (ipoteticamente l'ambito tra 5 e 25 anni). Il fenomeno si inverte tuttavia in ambito sanitario, dove il confronto tra dipendenti della sanità e popolazione mostra una notevole eccedenza al nord e pari carenza al centro e soprattutto al sud. Il fatto forse è spiegabile (al sud la sanità pubblica è carente, mancano strutture e personale) ma è comunque grave.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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