Esatto la distorsione storica e la superficialità, soprattutto quando valgono ad etichettare il prossimo, danno molto fastidio. E ancora voglio capire di Cuba.
Dunque sei d'accordo di evitare di etichettare il prossimo come inguaribile comunista quando difende la FIOM, giusto?
Riguardo Cuba.
Sono decenni che il modello economico comunista e` in crisi nera.
Di sicuro il comunismo non ha portato alcun paradiso socialista.
Appena Castro muore Cuba diventa come il Gabon.
I dirigenti comunisti di oggi diventeranno d'improvviso "liberali per il mercato".
Ovviamente i "liberisti de' noantri" stanno li alla finestra pronti ad "investire" (ovvero a sfruttare a loro vantaggio la disgrazia dei cubani).
A una transizione ordinata verso un modello socialdemocratico non ci pensa nessuno.
A Cuba stiamo dunque per assistere al trionfo liberista dopo la parentesi comunista.
Ciao.
soloo42001
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L’isola di Cuba sta vivendo giorni storici, in contemporanea alla celebrazione del VI Congresso del Partito Comunista Cubano che ha sancito l’addio ufficiale dalla scena politica del leader maximo Fidel Castro, al potere dal 1959 al 2006, come Capo dello Stato, e segretario del partito comunista fino ad oggi. Già nel 2006, a causa della malattia che lo costrinse per mesi a stare al letto, Fidel Castro si era progressivamente ritirato dalla scena pubblica, ma con oggi abbandona anche il suo ruolo ufficiale di capo del partito, ovattato dai mille delegati, che gli hanno tributato un applauso infinito. Il potere passa del tutto nelle mani del fratello Raoul, 79 anni, che ha combattutto con lui la revolucion del 1959.
Adesso si parla con insistenza di riforme perché, come ha ammesso lo stesso Fidel qualche mese fa in un’intervista a un giornale straniero, “il comunismo non funziona ormai neanche a Cuba”, sottolineando quasi in modo plateale e clamoroso come l’isola non riesca a svilupparsi sulla base dei principi del socialismo.
E dopo la caduta del muro di Berlino, con il venire meno dei fondi sovietici che assicuravano la crescita dell’isola, Cuba si trova in grandi difficoltà economiche, a cui gli stessi dirigenti di partito hanno tentato di mettere una pezza, ricorrendo ai meccanismi del libero mercato, pur senza ammetterlo e senza mai mettere in pubblico in dubbio la verità del comunismo ideologico e dogmatico. Si cerca, ora, di lanciare un programma di concessione delle terre fertili ai contadini, attraverso una sorta di usufrutto decennale, che di fatto lascierebbe la proprietà nelle mani dello stato, ma consentirebbe ai contadini di usufruirne come fosse di loro proprietà, con i benefici che se ne trarrebbero in termini di crescita della produttività.
Il programma di riforme prevede anche la concessione di centinaia di migliaia di licenze per tutti i settori dell’economia, al fine di creare una classe di lavoratori autonomi e liberi professionisti che vivacizzerebbe l’economia, anche in vista del dimagrimento di circa 400 mila dipendenti pubblici che lo stato cubano non riuscirebbe più a sostentare e dovrebbe così, in parte, licenziare.
Il modello di ispirazione parrebbe essere la Cina, ma qui nessuno del partito vuole sentire parlare di liberismo o capitalismo. Non lo permetterà Raoul, che ha già garantito che ogni riforma avrà l’obiettivo di salvaguardare i principi del sistema socialista. Lo stato continuerà ad essere imperante nella vita delle persone, ma si studia il modo di salvare la faccia, introducendo qualche meccanismo di libero mercato, di cui Cuba ha disperato bisogno per crescere.