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Finanziamento pubblico dei partiti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Un finanziamento pubblico è giusto o sbagliato?

È giusto, ma solo come rimborso spese
4
33%
È giusto, ma solo un tot fisso per ogni voto ricevuto
4
33%
È giusto, con meccanismi tipo 8 per mille
1
8%
È sbagliato, ognuno ottiene solo da aziende e privati i soldi che vuole, senza limiti
0
Nessun voto
È sbagliato, ognuno ottiene da aziende e privati i soldi che vuole ma ci sono dei massimali da rispettare ogni anno
0
Nessun voto
È sbagliato, solo le quote sociali (tessere) con importi fissi uguali per tutti e fissati dalla legge
3
25%
 
Voti totali : 12

Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda flaviomob il 16/04/2012, 21:34

trilogy ha scritto:2. Per quanto riguarda le modalità di finanziamento, trovo che il calcolo di una cifra fissa su ogni avente diritto al voto sia diseducativo. Bisogna restituire ai cittadini la capacità di decidere se, e a chi, dare i soldi. Un elettore può benissimo votare un partito per ragioni di governabilità, e decidere poi di finanziarne un altro, magari più piccolo, perché ne condivide la battaglie ideali. O può decidere di non finanziarne nessuno perché sono soldi buttati. Quindi un meccanismo tipo il 5 x 1000, con tetto massimo di spesa, è preferibile, perché restituisce la responsabilità delle scelte agli individui e costringe i partiti ad una gestione economico-politica più seria.


In linea di principio sarei d'accordo, ma ci sono due forti criticità.
La prima, come avevo già scritto, è che in questo modo il contribuente è costretto a dichiarare a quale partito desidera dare la propria scelta, a meno di non finanziarli tutti in toto (il che avrebbe poco senso: che scelta sarebbe?). Ciò è una lesione della segretezza del voto e diventa molto pericoloso in terra di mafia.
La seconda è che riducendo drasticamente i contributi pubblici i partiti diventerebbero facilmente controllabili dai privati che li finanziano (come succede in USA, dove le lobby più ricche hanno più potere) e anche qui le mafie potrebbero creare un legame fortemente condizionante.

Io preferirei un sistema tedesco:

http://www.internazionale.it/opinioni/m ... -germania/

Invece dimezzerei il numero di parlamentari e di consiglieri a tutti i livelli degli enti locali, dimezzando contestualmente tutti gli stipendi o i gettoni di presenza. Inoltre chi dispone di redditi privati già molto elevati non dovrebbe avere assolutamente nulla in più dallo Stato per l'attività politica. Ovviamente per le pensioni dei politici, come per tutti, contributivo secco.

Nel nostro fronte politico specifico, ovvero PD e centrosinistra, legandomi anche all'altro thread riguardo alla crescita di consenso di movimenti di protesta (da alcuni definiti "antipolitica"), credo che PD, SEL &c debbano dare un forte segnale simbolico al paese, destinando pubblicamente quote crescenti dei propri bilanci ad interventi di lotta alla povertà e all'emarginazione. Di fatto, sarebbe una goccia nel mare ma avrebbe un senso molto forte per l'opinione pubblica, nel particolare contesto storico che stiamo vivendo. Penso anche a soluzioni radicali, come la vendita degli immobili di alcune sedi di partito. In fondo, oggi ci si può ritrovare virtualmente in videoconferenza da casa propria e rinunciare a tanti locali dove ritrovarsi fisicamente, oppure appoggiarsi / consorziarsi a sindacati, ARCI, ACLI.
Un segnale come questo sarebbe molto importante per riconquistare, nel concreto, una vicinanza ai ceti popolari.


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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 17/04/2012, 8:45

flaviomob ha scritto:Io preferirei un sistema tedesco:

http://www.internazionale.it/opinioni/m ... -germania/

Letto. Mi pare che se un partito ha già abbastanza fondi (perché per esempio ha un elettorato agiato) lo stato gli raddoppia il versamento, fino ad un massimale. Se invece un partito è poverello e raccoglie poco, lo stato raddoppia ma il tutto rimane sotto il massimale. Piove sul bagnato, si potrebbe dire. A metà strada il fatto se il massimale è 5, due partiti diversi che raccolgono autonomamente il primo 2.5 e l'altro 4, avranno entrambi fondi per 5. Non mi pare un sistema equo.
D'accordisismo invece sui sistemi di controlli.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda trilogy il 17/04/2012, 11:22

flaviomob ha scritto:
[..]In linea di principio sarei d'accordo, ma ci sono due forti criticità.
La prima, come avevo già scritto, è che in questo modo il contribuente è costretto a dichiarare a quale partito desidera dare la propria scelta, a meno di non finanziarli tutti in toto (il che avrebbe poco senso: che scelta sarebbe?). Ciò è una lesione della segretezza del voto e diventa molto pericoloso in terra di mafia.
La seconda è che riducendo drasticamente i contributi pubblici i partiti diventerebbero facilmente controllabili dai privati che li finanziano (come succede in USA, dove le lobby più ricche hanno più potere) e anche qui le mafie potrebbero creare un legame fortemente condizionante.[..]


In Italia è già prevista la formula dell 8 X 1000 per le chiese e del 5 X 1000 per il volontariato e non ci sono problemi rilevanti a parte il meccanismo di riparto per le chiese. In ogni caso nelle scelte complessive effettuate dai contribuenti sultotale dell'irpef l'effetto di singoli ricchi si diluisce.
Sulla privacy quando fai la dichiarazione dei redditi comunichi già un sacco di dati sensibili. Gli italiani poi ne comunicano una valanga con i social network, i motori di ricerca, i cellullari. La privacy non esiste più da un pezzo.


flaviomob ha scritto:Nel nostro fronte politico specifico, ovvero PD e centrosinistra, legandomi anche all'altro thread riguardo alla crescita di consenso di movimenti di protesta (da alcuni definiti "antipolitica"), credo che PD, SEL &c debbano dare un forte segnale simbolico al paese, destinando pubblicamente quote crescenti dei propri bilanci ad interventi di lotta alla povertà e all'emarginazione. Di fatto, sarebbe una goccia nel mare ma avrebbe un senso molto forte per l'opinione pubblica, nel particolare contesto storico che stiamo vivendo. Penso anche a soluzioni radicali, come la vendita degli immobili di alcune sedi di partito. In fondo, oggi ci si può ritrovare virtualmente in videoconferenza da casa propria e rinunciare a tanti locali dove ritrovarsi fisicamente, oppure appoggiarsi / consorziarsi a sindacati, ARCI, ACLI.
Un segnale come questo sarebbe molto importante per riconquistare, nel concreto, una vicinanza ai ceti popolari.


Penso sia meglio evitare. Ognuno svolga il suo compito,altrimenti si fa confusione. Cominciare ad utilizzare i fondi dei partiti per attività che non hanno nulla a che fare con la politica significa aprire un vaso di pandora che rende leciti anche gli investimenti in Tanzania, basta metterli sotto la voce di bilancio "lotta alla povertà nel terzo mondo"
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda Iafran il 17/04/2012, 12:24

trilogy ha scritto:In Italia è già prevista la formula dell 8 X 1000 per le chiese e del 5 X 1000 per il volontariato e non ci sono problemi rilevanti a parte il meccanismo di riparto per le chiese.

Con la speranza che gli addetti all'esame delle dichiarazioni (ed all'attribuzione delle quote) rispettino le volontà dei contribuenti e che non ripartiscano secondo i propri desideri, stravolgendo quelli degli altri: in Italia, ormai, si dubita di tutti, soprattutto di quelli che possono fare senza alcun controllo!
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 17/04/2012, 13:31

Iafran ha scritto:
trilogy ha scritto:In Italia è già prevista la formula dell 8 X 1000 per le chiese e del 5 X 1000 per il volontariato e non ci sono problemi rilevanti a parte il meccanismo di riparto per le chiese.

Con la speranza che gli addetti all'esame delle dichiarazioni (ed all'attribuzione delle quote) rispettino le volontà dei contribuenti e che non ripartiscano secondo i propri desideri, stravolgendo quelli degli altri: in Italia, ormai, si dubita di tutti, soprattutto di quelli che possono fare senza alcun controllo!

Beh, si', vero, in teoria dello Stato ci si dovrebbe fidare - in un paese normale - ma l'Italia non lo è.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda flaviomob il 17/04/2012, 14:13

Un (tentativo di) analisi del bilancio PD:

http://www.prossimaitalia.it/news/2524/ ... io-del-pd/


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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda Iafran il 17/04/2012, 15:01

flaviomob ha scritto:Un (tentativo di) analisi del bilancio PD:

http://www.prossimaitalia.it/news/2524/ ... io-del-pd/

(Gabriele Guidi)
Nota bene: nelle entrate non sono contemplate le quote associative, perché di competenza delle strutture regionali, che a loro volta redigono altri bilanci separati. A questo riguardo, secondo me sarebbe corretto redigere anche una sorta di bilancio consolidato in cui vengono fatti confluire tutti i bilanci: delle federazioni provinciali, regionali e del livello nazionale, in modo da avere un’idea chiara e complessiva dell’operato (contabile) del partito.
La certificazione di questo bilancio consolidato avrebbe poi sicuramente maggior valore di controllo.

Infatti, i vari responsabili regionali del PD, che gestiscono € 50,2 mln (suppongo da 1 a 5 mln per ciascuna delle 20 regioni, compreso il Molise) possono comportarsi benissimo, a livello locale, come gli ex tesorieri della ex margherita e della lega (per quanto accertato finora).
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda trilogy il 17/04/2012, 15:33

Iafran ha scritto:
flaviomob ha scritto:Un (tentativo di) analisi del bilancio PD:

http://www.prossimaitalia.it/news/2524/ ... io-del-pd/

(Gabriele Guidi)
Nota bene: nelle entrate non sono contemplate le quote associative, perché di competenza delle strutture regionali, che a loro volta redigono altri bilanci separati. A questo riguardo, secondo me sarebbe corretto redigere anche una sorta di bilancio consolidato in cui vengono fatti confluire tutti i bilanci: delle federazioni provinciali, regionali e del livello nazionale, in modo da avere un’idea chiara e complessiva dell’operato (contabile) del partito.
La certificazione di questo bilancio consolidato avrebbe poi sicuramente maggior valore di controllo.

Infatti, i vari responsabili regionali del PD, che gestiscono € 50,2 mln (suppongo da 1 a 5 mln per ciascuna delle 20 regioni, compreso il Molise) possono comportarsi benissimo, a livello locale, come gli ex tesorieri della ex margherita e della lega (per quanto accertato finora).


Nel complesso, comunque, è apprezzabile l'impegno da parte del PD per una maggiore trasparenza. Poi è vero che senza un bilancio consolidato è difficile verificare cosa accade nel complesso della struttura. Per quello sostenevo che sarebbe utile anche una discussione pubblica del bilancio consuntivo e preventivo seguita dall' approvazione delle relazioni e dei conti.
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda franz il 17/04/2012, 16:37

UNA PROPOSTA INDECENTE

di Tito Boeri e Massimo Bordignon 13.04.2012

La proposta ABC (Alfano-Bersani-Casini) per un nuovo sistema di finanziamento della politica si limita ad aggiungere qualche regola di trasparenza. Non basta. Anzitutto bisogna capire qual è il livello adeguato di risorse necessarie, se è vero che i partiti hanno speso negli ultimi 15 anni circa un quarto dei finanziamenti ricevuti. Trattandosi di rimborso spese, tali spese vanno documentate e i fondi vanno ripartiti in base ai voti ricevuti dalle liste. Se non bastano, dovranno provvedere iscritti e simpatizzanti stabilendo però un tetto alle singole donazioni.

È difficile dire se la proposta dei partiti della maggioranza sul nuovo sistema di finanziamento della politica produca più rabbia o più sgomento. In un momento difficilissimo per il paese, in cui rischiano di prevalere le forze più demagogiche e populiste, sembra che i partiti cosiddetti responsabili siano strenuamente impegnati nel fare tutto il possibile per aumentare il proprio discredito agli occhi dell’opinione pubblica. La proposta si limita, infatti, ad aumentare la trasparenza sull’utilizzo dei soldi pubblici, cosa ovviamente più che giusta e necessaria, ma evita completamente di affrontare il problema vero, la dimensione delle risorse pubbliche messe a disposizione del sistema dei partiti. Eppure il problema è relativamente semplice e potrebbe essere affrontato semplicemente anche all’interno del sistema corrente.

UN “RIMBORSO” MOLTIPLICATO PER CINQUE

Come prima cosa, si tratta di capire qual è il livello adeguato delle risorse necessarie. I dati della tabella qui sotto indicano che le cifre spese dai partiti per la campagna elettorale del 2008 ammontano a un quinto dei finanziamenti ricevuti. Questo significa che il finanziamento pubblico dovrebbe essere ridotto di quattro quinti.
Secondo, il finanziamento deve essere commisurato ai voti ricevuti, non agli elettori potenziali, per evitare la spinta alla moltiplicazione dei partiti inutili.
Terzo, un rimborso spese, è un rimborso spese. Si esige in cambio della presentazione di ricevute attestanti le spese sostenute nelle fattispecie consentite dalla legge per svolgere determinate attività, non ex ante.
Quarto, il rapporto fra i voti effettivamente raccolti e il rimborso massimo consentito deve essere stabilito prendendo come riferimento il partito che ha ricevuto più voti in rapporto alle spese elettorali. È lo stesso principio di efficienza che si vuole applicare nelle spending review e che ispira la definizione dei costi standard nelle prestazioni sanitarie. I partito devono dare il buon esempio. Vediamo come questo principio può essere applicato alle elezioni del 2008.

UN ESEMPIO: LE CIFRE DELLO SPRECO PER LE ELEZIONI DEL 2008

Come si vede dalla tabella qui sotto, alle ultime elezioni politiche nel 2008 il partito che segna il rapporto più basso tra spese elettorali accertate dal Collegio di controllo delle spese elettorali e numero di elettori è la Lega Nord. Ogni voto leghista costa effettivamente 0,52 euro. È il costo unitario più basso rispetto agli altri maggiori partiti italiani. In termini di rimborso effettuato dalle casse dello stato, però, ogni voto della Lega Nord costa ben 7,30 euro. Ciò significa che alla Lega Nord sono andati 38,4 milioni in più di quelli necessari a rimborsare le spese elettorali. Se il fine della legge è rimborsare le sole spese elettorali, allora è ragionevole che i rimborsi non superino una soglia ottenuta moltiplicando per 0,52 i voti effettivamente ricevuti da ogni partito. Se applichiamo questa regola alle elezioni del 2008, troviamo che si potevamo risparmiare più di 440 milioni di finanziamento pubblico ai partiti in questa legislatura. Non pochi di questi tempi.

Immagine
UN TETTO ALLE DONAZIONI

Quinto, i partiti sono associazioni volontarie di cittadini e tutti possono liberamente donare a delle associazioni volontarie, purché queste donazioni siano scrupolosamente documentate e rese trasparenti.
Sesto, però, per evitare che qualche signore ricco o qualche ricco gruppo di pressione abbia un’influenza eccessiva sulla politica, è necessario che esista un tetto massimo e fatto scrupolosamente rispettare, delle donazioni che individui, imprese o associazioni possono fare ad un partito. Lavoce.info funziona così da sempre ed egregiamente. Forse è opportuno che i partiti la prendano ad esempio.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003003.html
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Re: Finanziamento pubblico dei partiti

Messaggioda flaviomob il 21/04/2012, 23:09

Buona proposta. Continuo però a non capire, se il PD è un partito così virtuoso nelle spese per le campagne elettorali, perché i suoi dirigenti insistano ad affermare che economicamente è con l'acqua alla gola...


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