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Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda gabriele il 28/03/2012, 16:51

matthelm ha scritto:E' quello che cerca di fare Monti non i compagni immaginari perché al comunismo non ci credono più neanche loro. Sei soddisfatto per la citazione?


Quello che sta cercando di fare Monti è di richiamare liquidità dal resto del mondo e per farlo deve dare delle garanzie. Una di qeuste è la flessibilità in uscita.

La globalizzazione è anche questo: si fa parte di un tutt'uno e questo tutt'uno preme alle nostre porte (ovviamente immaginarie) per farci capire che è "o così o pomì" (tanto per fare citazioni).

Quando sento i rappresentanti della fiom, ma soprattutto i lavoratori che rappresentano, mi vengono in mente molte cose. Una di queste è che esiste un mondo nel nostro paese che sta lottando contro una forza impossibile da distruggere. Questo mondo si tiene forte a capi saldi del passato ma sa di per certo che prima o poi dovrà mollare la presa.
Percepisco politicanti e sindacalisti che sfornano ogni giorno tonnellate di demagogia e invece di trovare una via di uscita ponderata, anche se non ragionevole, fanno di tutto per cavalcare l'onda.

Questi politicanti mi ricordano la Lega, perchè sono demagoghi come loro. Alla fin fine lottano contro la globalizzazione, chi contro l'immigrazione chi contro le tutele sproporzionate del lavoro, sapendo BENISSIMO che le loro sono battaglie perse.

Invece di dibattere se può andar bene o no l'articolo 18, che discutano col Governo sul minimale del reddito minimo garantito, sugli incentivi di ingresso e sulla riduzione del costo del lavoro.

No, meglio fare uno sciopero che non servirà ad una beneamata mazza se non a chi lo promuove.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda chango il 28/03/2012, 16:56

matthelm ha scritto:Prima di realizzare tutte quelle "cosucce", che elenchi come un mantra, pensi si possa fare con le macerie che ci sono in giro oppure bisogna prima sgretolare un po' di incrostazioni per dopo ricostruire qualche cosa?
E' quello che cerca di fare Monti non i compagni immaginari perché al comunismo non ci credono più neanche loro. Sei soddisfatto per la citazione?



neache so che cosa hai citato, quindi non vedo perchè dovrei essere soddisfatto.

per quanto riguarda le incostrazioni, quali avrebbe intaccato Monti?
gli esodati?
le pensioni?
perchè ad oggi per la crescita questo governo non ha fatto nulla e difficilemente potrà fare qualcosa se non mette in discussione le dementi ricette che vengono dall'Europa.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda soloo42001 il 28/03/2012, 17:26

No, meglio fare uno sciopero che non servirà ad una beneamata mazza se non a chi lo promuove.



Se Monti/Fornero avessero impostato delle riforme difendibili almeno da CISL e UIL non avremmo il problema.
Ma cosi` non e`.
Alla faccia della "ponderazione" che auspichi.

1. hanno devastato le pensioni facendo cassa
2. hanno aumentato enormemente le tasse
3. non hanno liberalizzato una cippa
4. stanno preparandosi a fare porcherie su legge elettorale/giustizia e rai
5. non hanno minimamente toccato la corruzione e gli sprechi
6. hanno abbandonato a se stessi 350000 "esodati"
7. hanno messo in ginocchio centinaia di migliaia di pensionati che devono fare la ricongiunzione dei periodi contributivi
8. si apprestano a introdurre i licenziamenti facili

E tu me la chiami ponderazione?
Sarebbe questo il modo per "aprire le porte" al mondo che avanza?
Diventando peggio dei cinesi?

Purtroppo il governo ha deliberatamente provocato la reazione sindacale.
Col PD che e` stato a guardare per mesi.

E adesso si beccano la reazione.

Scioperi (il 13 aprile c'e` il primo sciopero generale unitario da anni e anni a questa parte,
tanto per per dire come si sono mossi bene Monti e Fornero)
E scissioni (vedrai che tranvata si prende il PD a maggio, e proprio in favore delle estreme, come dice qualcuno).

Purtroppo e` inevitabile.

Mi sa che devi fartene una ragione: una delle ali estreme da tagliare e` proprio quella liberista.
Prima lo capiamo, almeno in campo progressista, prima si potra` iniziare a ricostruire.

Ciao.

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda matthelm il 28/03/2012, 19:19

soloo42001 ha scritto:
No, meglio fare uno sciopero che non servirà ad una beneamata mazza se non a chi lo promuove.



Se Monti/Fornero avessero impostato delle riforme difendibili almeno da CISL e UIL non avremmo il problema.
Ma cosi` non e`.
Alla faccia della "ponderazione" che auspichi.

1. hanno devastato le pensioni facendo cassa
2. hanno aumentato enormemente le tasse
3. non hanno liberalizzato una cippa
4. stanno preparandosi a fare porcherie su legge elettorale/giustizia e rai
5. non hanno minimamente toccato la corruzione e gli sprechi
6. hanno abbandonato a se stessi 350000 "esodati"
7. hanno messo in ginocchio centinaia di migliaia di pensionati che devono fare la ricongiunzione dei periodi contributivi
8. si apprestano a introdurre i licenziamenti facili

E tu me la chiami ponderazione?
Sarebbe questo il modo per "aprire le porte" al mondo che avanza?
Diventando peggio dei cinesi?

Purtroppo il governo ha deliberatamente provocato la reazione sindacale.
Col PD che e` stato a guardare per mesi.

E adesso si beccano la reazione.

Scioperi (il 13 aprile c'e` il primo sciopero generale unitario da anni e anni a questa parte,
tanto per per dire come si sono mossi bene Monti e Fornero)
E scissioni (vedrai che tranvata si prende il PD a maggio, e proprio in favore delle estreme, come dice qualcuno).

Purtroppo e` inevitabile.

Mi sa che devi fartene una ragione: una delle ali estreme da tagliare e` proprio quella liberista.
Prima lo capiamo, almeno in campo progressista, prima si potra` iniziare a ricostruire.

Ciao.

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Ci dobbiamo rendere conto che qui siamo in presenza del classico "agit prop". Non c'è discussione o punto d'incontro con nessuno. Terra bruciata.
Leggere bene gli 8 comandamenti (almeno qui si è trattenuto...non sono 10).
Certo la mia scelta è molto facilitata: questi non sono il mondo che avanza. Quindi.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 28/03/2012, 20:25

chango ha scritto:1) provare a competere su prodotti a più alto valore aggiunto.
2) il che implica investimenti in innovazione e formazione da parte delle imprese.
3) una politica industriale da parte delle autorità pubbliche.
4) investimenti pubblici in istruzione e ricerca.

1) Si, ovvio, addirittura banale, ma altrettanto banale è che i soldi non ci sono nel paese (toppe tasse) e che non arrivano dall'estero.
2) appunto. Con quali soldi? Le imprese possono stampare soldi in cantina? Non mi pare. Ci sono decine di milioni di risparmiatori che possono fornire il capitale di terzi? Non mi pare. Il pentolone è vuoto per i privati e per il pubblico.
3) No, la politica industiale la devono fare le imprese. Basta lasciar loro i soldi e le condizioni quadro adatte per fare impresa.
4) giusto, anzi giustissimo ma daranno fritti tra 20, 30 o 40 anni. Adesso che si fa?
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 28/03/2012, 20:28

matthelm ha scritto:Ci dobbiamo rendere conto che qui siamo in presenza del classico "agit prop". Non c'è discussione o punto d'incontro con nessuno. Terra bruciata.

Nel caso che tu avessi ragione, se non c'è discussone basta ignorarlo.
Se invece c'è un barlume, meglio ampliarlo che chiuderlo.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda matthelm il 28/03/2012, 20:43

franz ha scritto:
matthelm ha scritto:Ci dobbiamo rendere conto che qui siamo in presenza del classico "agit prop". Non c'è discussione o punto d'incontro con nessuno. Terra bruciata.

Nel caso che tu avessi ragione, se non c'è discussone basta ignorarlo.
Se invece c'è un barlume, meglio ampliarlo che chiuderlo.


Hai ragione.
A volte mi faccio prendere dallo sconforto.
Ma poi mi riprendo subito.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda chango il 28/03/2012, 21:07

franz ha scritto:
chango ha scritto:1) provare a competere su prodotti a più alto valore aggiunto.
2) il che implica investimenti in innovazione e formazione da parte delle imprese.
3) una politica industriale da parte delle autorità pubbliche.
4) investimenti pubblici in istruzione e ricerca.

1) Si, ovvio, addirittura banale, ma altrettanto banale è che i soldi non ci sono nel paese (toppe tasse) e che non arrivano dall'estero.
2) appunto. Con quali soldi? Le imprese possono stampare soldi in cantina? Non mi pare. Ci sono decine di milioni di risparmiatori che possono fornire il capitale di terzi? Non mi pare. Il pentolone è vuoto per i privati e per il pubblico.
3) No, la politica industiale la devono fare le imprese. Basta lasciar loro i soldi e le condizioni quadro adatte per fare impresa.
4) giusto, anzi giustissimo ma daranno fritti tra 20, 30 o 40 anni. Adesso che si fa?


1)I soldi ci sono, ma sono investiti male. bisognerebbe spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni e agire sul sistema bancario affinché sostenga le imprese che investono.
le nostre imprese quando il denaro costava poco (con l'introduzione dell'euro) non sono core a fare investimenti. anzi, hanno allungato il tempo di ammortamento dei macchinari.
se gli investimenti sono pochi non è una questione di soldi (anche perchè imprese che investono ci sono e anche loro hanno la stessa pressione fiscale di chi non lo fa).

2) gli scarsi investimenti in formazione non dipendono dalla mancanza di risorse (es. Fondi Interprofessionali), ma dal fatto che le imprese non credono nella formazione continua.
stesso discorso si può fare per l'innovazione, basta guardare le motivazioni della FIAT per il rinvio di nuovi modelli.
ciò che manca è, prima di tutto, cultura imprenditoriale.

3)le condizioni quadro adatte quali sono? perché per la maggioranza delle imprese italiane il modo di fare impresa è comprimere il costo del lavoro e ridurre gli investimenti di capitale e continuare a competere in settori a basso valore aggiunti dove competono meglio paesi "low cost".
e questo è un punto che non si può eludere.
perché è proprio la definizione delle condizioni quadro adatte per fare impresa su cui si discute e non è che le imprese (Confindustria) se le trovino così per caso. anzi. hanno fatto di tutto per avere quelle condizioni per fare impresa.

4)si comincia ad investire, mettendoci soldi veri.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda gabriele il 28/03/2012, 21:37

Soloo, troppo riduttiva la tua sintesi. Fatto sta che ho scritto altro e mi dispiace che tu abbia estrapolato una mia frase dal contesto.

Il concetto di fondo è che volenti o nolenti il mercato del lavoro avrà le regole che indica l'Europa, questo anche perché negli utlimi 50 anni noi italiani abbiamo voluto al governo gente che buttava nel cesso i soldi e se ne sbatteva del rigore di bilancio. Gente votata soprattutto dagli operai che oggi la CGIL difende (com'è giusto che sia).

I sindacati dopo lo sciopero, che a mio avviso è inutile, cosa faranno? Te lo dico io. Faranno quello che hanno sempre fatto da qualche anno a questa parte. Nulla. Si dovranno adattare, anzi sfruteranno il momento. Vedrai che qualche sindacalista alla fine entrerà in politica usando a suo favore l'onda lunga della "protesta" sulla pelle di chi gli crederà.

Il sindacato deve dirigere in un altro verso le sue battaglie e costringere il governo a cedere il passo dove può farlo. Il muro contro muro, ora come ora, in questo momento storico, porta solo a perdere e ad avere meno di quello che invece si potrebbe avere. E questo i sindacalisti e i politici di sinistra lo sanno.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 29/03/2012, 9:06

chango ha scritto:1)I soldi ci sono, ma sono investiti male. bisognerebbe spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni e agire sul sistema bancario affinché sostenga le imprese che investono.


A me non pare che in Italia i soldi ci siano ma siano investiti male. Parlo dei privati naturalmete. Per il pubblico hai mille volte ragione. Lo stato gestisce malissimo quasi il 45% del PIL, come entrate economiche. Uno spreco enorme che deprime l'economia produttiva.
La sottocapitalizzazione privata è endemica e la caccia costante a qualsiasi cosa che possa vagamente assomigliare a soldi, in primis i fondi pubblici, è diventata con gli anni un'arte. Capitali dall'estero non ne arrivano (i dati numerici sono stati indicati recentemente ed indicano un crollo dei già scarsi flussi di capitali esteri).

Se la ricetta è tassare i capitali privati io la trovo semplicemente allucinante, perché ammesso che funzioni (i capitali possono lasciare l'Italia non solo clandestinamente ma anzi assai piu' facilmente in modo legale ed ufficiale) daremmo ancora piu' soldi in amno a chi dimostra, giorno per giorno, di gestirli malissimo. Con il 45% che già ha puo' investire in modo superalativo in istruzione, formazione, sanità, ricerca, giustizia, ambiente e tutto quanto serve ad uno stato moderno. Altri paesi fanno meglio con molto meno. Il punto non è nuove tasse (classica ricetta di chi non sa inventare altro) ma le condizioni quadro. Ti chiedi quali siano e ti rispondi da solo con i classici luoghi comuni, come se le aziende fossero tutte uguali. Certo, visto che il costo del lavoro è elevato, rispetto al know-how scarso della forza lavoro italiana (50% con la sola III media) e rispetto alla produttività, li si deve intervenire. Le condizioni quadro ideali le scopriamo facendoci un giro in germania, danimarca, svezia, svizzera, austria e tanti altri paesi dell'europa centrale e nordica (quella in cui l'influsso protestante è dominante o molto presente) e quelle piu' ostili le troviamo guarda caso da noi e nel sud mediterraneo. Non so se è un probema culturale e non possiamo farci niente (certe resistenze come quelle trovate qui lo indicherebbero) oppure se esiste una cura, anche se da cavallo come quella di questi mesi.
Staremo a vedere. Intanto 100'000 imprese chiuse in tre anni ed un milione di posti di lavoro persi stanno ad indicare che la strada seguita in questi anni porta al baratro.
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