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Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 21/03/2012, 22:09

flaviomob ha scritto:Cosa c'entra la Germania con questa riforma? E' chiaro che togliendo ogni paletto (tranne il risarcimento in denaro) al licenziamento per motivi economici, ogni azienda sfrutterà questa possibilità per far fuori i dipendenti scomodi, evitando il percorso disciplinare (o peggio discriminatorio) che rimane più ostico.

Se un lavoratore viene licenziato per motivi economici ma ritiene di essere discriminato, farà comunque ricorso alla giustizia, con patrocinio gratuito dei sindacati. Ma naturalmente dovrà essere lui a dimostrare di essere stato discriminato.
E se c'è stata veramente discriminazione, verrà reintegrato anche se la ditta ha meno di 15 dip.

Una piccola nota sui giuslavoristi. Semplificare il mercato del lavoro, ridurre il numero dei contratti, diminuire la mole di ricorsi alla giustizia, non piacerà di certo ai giuslavoristi. Sarebbe piu' o meno come annunciare un medicinale che cura carie e parodontite. Panico tra i dentisti.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 21/03/2012, 22:17

matthelm ha scritto:IdV promette: Vietnam parlamentare!
Commentiamo?

Incommentabile, ... piuttosto me lo vedo Di Pietro, con il cappello da Vietcong :lol:

Chi è capace di fare buoni fotomontaggi?

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 21/03/2012, 22:26

matthelm ha scritto:Il punto è che la Cgil teme di essere attaccata dalla sinistra. Giochetti vecchi anche quelli. Si può andare all'infinito con queste "strategie" sindacaliste.
Un sindacato vecchio.

Si forse hai ragione,non lo nego.
Ma il Parlamento è ancora più vecchio,saturo di fetidi prodotti del berlusconismo,a qualsiasi partito appartengano,che tengono per le palle il governo costringendolo a riformacce pidiellesche,con la minaccia di un voto che nessun italiano gli ha dato mandato di potere esercitare,dato che sono tutti nominati invece che eletti.
E il risultato sono queste porcherie.
Invece che fare riforme del genere sotto dettatura,il governo dovrebbe decretare d'urgenza e poi fare una bella riforma elettorale di quelle dove è la gente a stabilire,votando per nome e cognome,i quadri dei partiti e delle Istituzioni.
Poi tutti a casa e le riforme le confermi o le faccia qualcuno mettendoci politicamente la faccia.

Basta porcherie,basta consentire a un parlamento delegittimato e pieno di fetenti ladri e corrotti,di votare sul nostro futuro.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda flaviomob il 22/03/2012, 1:19

La UIL fa il pesce in barile.

http://www.uil.it/DocumentoDirezione21marzo2012.pdf

Questa riforma mostra la natura del governo Monti. Un governo liberale di centrodestra che quando prova a fare riforme veramente liberali diventa ostaggio del PDL, che pone il veto. Quando invece prova a togliere diritti al mondo del lavoro, trova un PD informe, con un elettorato privo di una rappresentanza autorevole (il 67% della base, secondo LA7, è contro la modifica dell'articolo 18) e grandi manipolatori occulti, come Letta (figlio di...), che non si capisce bene a quali poteri forti ed occulti rispondono...

Tra parentesi, licenziare per motivi economici sarà facilissimo. Basterà avere bilanci falsi e doppia contabilità, sarà un attimo dimostrare di avere costi insostenibili.


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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 22/03/2012, 9:14

flaviomob ha scritto:Tra parentesi, licenziare per motivi economici sarà facilissimo. Basterà avere bilanci falsi e doppia contabilità, sarà un attimo dimostrare di avere costi insostenibili.

Ma è proprio questo il problema.
Ma qualcuno a sinistra crede che un imprenditore si svegli la mattina chiedendosi chi e quanti licenziare e che scusa trovare per riuscire a farlo? Se ci sono problemi economici veri, che implicano il licenziamento di un certo numero di dipendenti (perché per costruire 1000 televisori prima occorrevano 10 ore di lavoro per apparecchio ed ora ne bastano 7) non è che rendendo difficili i licenziamenti l'economia del paese andrà meglio. A mio avviso un imprenditore se ha bisogno di licenziare un certo numero di dipendenti, anche uno solo, non deve dimostrare niente a nessuno, sul piano economico. Cosi' come il lavoratore, se vuole licenziarsi, non deve dimostrare alcunché (anche se la sua partenza puo' creare un certo danno all'impresa) . Se poi dietro il licenziamento c'è un motivo discriminatorio allora va dimostrato ed è giusto che il potere giudiziario determini se esiste o no discriminazione. Chiaramente su querela di parte. Ma se il motivo è realmente economico, allora rendere difficile il licenziamento comporta costi elevati per l'impresa, quindi merci e servizi costosi ed un sostanziale incremento di probabilità di arrivare prima o poi al fallimento. Quindi per salvare 30 lavoratori alla fine sono tutti e 100 sulla strada.

Due cosuzze sulle tipologie di licenziamento. Quello discriminatorio è ovvio che è non mai dichiarato come tale (nessuno dice e tanto meno scrive: ti licenzio perché sei ebreo). Quindi dire che questa tipologia sparirà è surreale. I motivi disciplinari, si dice, spariranno, sostituiti dal motivo economico. Ieri in TV (Bersani da Vespa) si faceva riferimento al fannullone o lavativo. Il lavativo però non va licenziato per motivi disciplinari ma per motivi economici. Se costui produce la metà degli altri, a parità di lavoro, un datore di lavoro - dopo aver provato in vari modi a fargli cambiare atteggiamento - deve poterlo licenziare per assumere al suo posto un lavoratore che gli dia produttività piena. Invece no, i sindacati impongono che per licenziare uno dal profilo economico la ditta non possa fare assunzioni in un certo periodo di tempo. Si tutela il "posto" non il "lavoro". Quindi il datore è costretto a seguire la strada del licenziamento per motivi disciplinari, sempre sub judice del potere giudiziario con cause che non si sa mai quanto costano e quanto durano.

In tre anni, è emerso ieri, hanno chiuso 100'000 aziende (saldo negativo tra chiusure ed aperture di nuove) e se vogliamo continuare cosi', con chiusure e delocalizzazioni, continuamo a mantenere rigida l'uscita dal mercato del lavoro. A mio avviso licenziamenti piu' facili non sono un male, se esitono gli ammortizzatori. Il problema è tutto qui. Questa riforma andava fatta già 20 anni fa ma chi si opponeva allora continua a farlo oggi. E se il paese si impoverisce, le risorse sarà sempre più difficile trovarle.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Manuela il 22/03/2012, 10:04

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Questa riforma andava fatta già 20 anni fa ma chi si opponeva allora continua a farlo oggi. E se il paese si impoverisce, le risorse sarà sempre più difficile trovarle.


Confesso che non ho letto tutta la discussione... anche perché, ammetterete, le posizioni sono abbastanza prevedibli per chi ha frequentato a lungo il forum. Ma non resisto a sottolineare le ultime parole di Franz, perché il punto è proprio questo. La riforma del mercato del lavoro andava fatta molti anni fa; e, a dire il vero, si era anche cominciato, ma l'opposizione degli stessi che si oppongono oggi a rivedere la flessibilità in uscita, ha fatto sì che la flessibilità si sia scaricata tutta sull'entrata, con la conseguenza di ampliare abnormemente il ricorso al precariato, cosa sotto gli occhi di tutti. Un riordino del sistema era necessario, e francamente le immagini di eserciti di licenziati per vendetta padronale non mi sembrano molto realistiche. Purtroppo i licenziati ci sono per altri motivi, motivi sui quali l'art.18 non incide affatto.

Quanto al PD, ieri sera a Porta a Porta Bersani mi ha creato una imbarazzante sensazione di déjà vu... poi ho realizzato che si stava comportando come Bertinotti col governo Prodi: sostiene il governo (quindi fa parte della maggioranza), ma parla come se fosse all'opposizione. E' l'immagine plastica di una classe dirigente che non è in grado di assumersi nessuna responsabiltà: che, complessivamente, ha fatto guasti enormi ed è stata incapace di mettervi rimedio; che è stata costretta ad affidarsi ad un governo che rimedi come può a questi guasti; che, ancora incapace di assumersi responsabilità, non riesce né a far propri i provvedimenti del governo (come sarebbe ovvio per chi fa parte della maggioranza), né a votar loro contro, facendo cadere il governo.
Uno spettacolo davvero poco edificante, che fa ritenere molto improbabile che questo paese possa salvarsi.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Robyn il 22/03/2012, 10:20

Il filtro sindacale basato sù una rigida selezione con criteri di equità sociale come in Inghilterra,Francia e Germania,pena l'invalidità del licenziamento se non attivato,è migliore perchè il lavoratore sarà meno propenso a fare ricorso.Quello che bisogna evitare è il modello tedesco cioè la monetizzazione in azienda e il reintegro.Quando si attiva il filtro sindacale si potrà anche valutare come ricollocare il lavoratore diversamente in azienda con un corso di formazione etc ma senza obbligare l'azienda,oppure la ricollocazione in altre aziende con un lavoro dello stesso campo per non perdere la professionalità aquisita.In caso non si riesca a ricollocare scatta la flessibilità ciao robyn
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 22/03/2012, 12:09

franz ha scritto:Ma qualcuno a sinistra crede che un imprenditore si svegli la mattina chiedendosi chi e quanti licenziare e che scusa trovare per riuscire a farlo?

No,fa molto peggio.
Si sveglia e pensa con quale sistema fare ancora più soldi,e se ne frega se per farlo deve licenziare qui per assumere nel sesto mondo.
Nei grandi gruppi interessati dall'art 18 gli imprenditori bravi e attenti alla qualità della loro azienda sono una minoranza in via di estinzione.
Soppiantata dagli imprenditori con le pezze al culo,quelli che non hanno costruito un cazzo ma sono solo stati paracadutati li da amicizie e connivenze.
E quelli li se ne sbattono della giustizia o della qualità,gli interessa solo la forbice tra entrate ed uscite,e vampirizzare a più non posso fino a che abbandoneranno la nave che hanno fatto affondare per andare a vampirizzarne un'altra.

Una riforma seria del lavoro dovrebbe :
Primo.
Agganciare il destino dei dirigenti a quello dell'azienda :
a) se imbarca acqua si licenzia (prima) chi ha dato gli ordini sbagliati,non la truppa (dopo) che ha obbedito.
b) i licenziamenti per gravi motivi economici (giusta causa) siano consentiti solo dopo che sono stati azzerati (e restituiti) i benefit e le liquidazioni e i compensi d'oro ai manager che quei motivi economici li hanno determinati con la loro cialtronaggine.
c) solo il dipendente palesemente in torto possa essere licenziato senza conseguenze sulla dirigenza.
d) le giuste cause economiche non determinate da errori manageriali bensì dalla congiuntura,siano ammortizzate abbattendo i compensi dei dirigenti più forti,invece che licenziando incolpevoli e deboli lavoratori (peggiornado ulteriormente la congiuntura).

Secondo.
Favorire l'occupazione aumentando la competitività delle aziende,non facendo il default ai diritti tornando al feudalesimo
a) abolire l'IVA che è una tassazione fissa e sostituirla con un aumento dell'irpef,che invece è progressivo
b) abolire o diminuire drasticamente i contributi e tutti gli oneri sul lavoro,e contestualmente alzare,di nuovo,le tasse progressive.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda flaviomob il 22/03/2012, 13:10

Ma stiamo dando i numeri? Certo che le aziende in difficoltà economica possono intervenire riducendo la manodopera, ma il licenziamento è un'altra cosa. Ci sono strumenti come la cassa integrazione che preserva il posto di lavoro e garantisce un sussidio ai lavoratori: l'ingiustizia è che non sia estesa a tutti i lavoratori. Le considerazioni di Stefano sono sacrosante: tolleriamo milioni di benefit a pescecani che mettono sul lastrico centinaia di famiglie? E ancora: le aziende non investono in Italia perché la burocrazia è asfissiante, perché c'è la concorrenza di aziende che operano nell'illegalità (nero, evasione) abbattendo i costi), perché il carico fiscale sul lavoro e sull'impresa è intollerabile mentre non si tassano i patrimoni, l'evasione e il nero dilagano, la cricca mette il costo delle tangenti sui bilanci pubblici da trent'anni e passa. SONO SOLDI NOSTRI. La metropolitana 3 a Milano costa il doppio che in Germania per chilometro. SONO SOLDI NOSTRI.

E' chiaro che se passa questa schifezza salta il PD e salta Bersani. Monti in fondo un debituccio con Berlusconi ce l'ha, dal 1994...

http://www.unita.it/italia/lavoro-noi-n ... 9#comments

http://ragionidiscambio.comunita.unita. ... ideologia/


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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 22/03/2012, 13:26

Stefano'62 ha scritto:No,fa molto peggio.
Si sveglia e pensa con quale sistema fare ancora più soldi,e se ne frega se per farlo deve licenziare qui per assumere nel sesto mondo.

Chi lavora nel terzo, quarto e sesto mondo, non è un subumano che non ha diritto di lavorare. Ha tutti i diritti anche lui, anche se toglie il lavoro a qualcuno di qua. Se poi l'imprenditore fa piu' soldi, il lavoratore nelle filippine guadagna il suo stipendio ed il computer costa la metà, ci guadagna l'imprenditre, il lavoratore ed il consumatore. anche tu.
Stefano'62 ha scritto:Agganciare il destino dei dirigenti a quello dell'azienda :
a) se imbarca acqua si licenzia (prima) chi ha dato gli ordini sbagliati,non la truppa (dopo) che ha obbedito.

In effetti mi pare che in FIAT abbiano fatto così. Prima hanno mandato via Romiti, cambiandolo con Marchionne.
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