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Economist: TAV, la rapina

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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda flaviomob il 02/03/2012, 13:56

Un momento. A parte che non è vero che le popolazioni locali sono a favore, la questione non riguarda solo loro. Il preventivo è 22 miliardi, ci sono dentro anche i miei soldi e io cittadino voglio dire la mia! E in questi tempi di crisi, dico assolutamente di NO. Come per le olimpiadi romane.


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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 02/03/2012, 14:42

flaviomob ha scritto:Un momento. A parte che non è vero che le popolazioni locali sono a favore, la questione non riguarda solo loro. Il preventivo è 22 miliardi, ci sono dentro anche i miei soldi e io cittadino voglio dire la mia! E in questi tempi di crisi, dico assolutamente di NO. Come per le olimpiadi romane.

Se hai dati che smestiscono la scheda del corriere (che immagino si riferisca alle deliberazioni degli organi democraticamente eletti nei vari comuni) mettili qui. Altrimenti dire "non è vero" senza portare uno straccio di prova concreta è un esercizio francamente privo di alcun significato politico. E sia chiaro che pesare da un lato "piazza" e dall'altro organi democratici è un esercizio decisamente pericoloso.

Per quanto riguarda il "dire la tua" hai ragione ma allora si doveva fare un referendum nazionale, come quelli che in CH hanno dato l'OK al traforo di base del gottardo, come sapete già finito come scavo ed in corso di rifinitura per le opere ferroviarie. Ma questi non sono previsti nell'ordinamento costituzionale italiano (che come è noto è il migliore del mondo :lol: ).

Quindi se la costituzione migliore del mondo non prevede che tu possa dire la tua, o non è la migliore del mondo oppure il dire la tua è puro sfogatoio senza base costituzionale e democratica. Vince chi urla di più e occupa piu' strade?
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda Robyn il 02/03/2012, 14:55

La linea ad alta capacità per le merci si deve fare per eliminare il traffico,l'inquinamento e il pericolo sulle strade statali e le autostrade.Un'idea potrebbe essere quella che la linea una volta stabilito il tracciato si inabissa nel terreno molto prima in modo tale da limitare l'impatto ambientale e rispettare così il paesaggio naturalistico della Val di Susa.La linea si deve fare nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici.Basta con le battaglie contro i mulini a vento ciao robyn
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda flaviomob il 03/03/2012, 0:13

Beh, probabilmente occupazioni e proteste diffuse si spegnerebbero se si tenesse un referendum (consultivo) nazionale, visto che si spendono 22 miliardi (che poi come al solito raddoppieranno o triplicheranno) dei contribuenti.

Se il TAV è tanto bello, perché la Germania ne ha meno di noi?

Forse perché... http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_di_Eschede

O forse perché non rende:
Il numero di passeggeri attuale risulta piuttosto scarso, tanto che i TGV Milano–Torino–Parigi sono stati ridotti da 3 a 2 al giorno. Il progetto della nuova linea è invece dimensionato per circa 24 treni AV diretti al giorno più un elevato quantitativo di treni AV (tipo ETR485) con un numero maggiore di fermate (ad es. fermerebbero a Susa).
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_d ... rino-Lione


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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 03/03/2012, 10:13

flaviomob ha scritto:Beh, probabilmente occupazioni e proteste diffuse si spegnerebbero se si tenesse un referendum (consultivo) nazionale, visto che si spendono 22 miliardi (che poi come al solito raddoppieranno o triplicheranno) dei contribuenti.

Referendum? Se lo chiede anche Soffri: http://www.repubblica.it/cronaca/2012/0 ... ef=HRER3-1
Non credo che si spegnerebbero. Quando qualcuno vuole protestare lo fa anche se minoranza. Anzi soprattutto se minoranza. Non parliamo poi della violenza. Meno sono e piu' possono essere violenti.
Comunque il referendum andava fatto 20 anni fa, non oggi. E comunque le popolazioni coinvolte hanno detto si', secondo le procedure democratiche a costituzione vigente. Siamo una democrazia rappresentativa e la sinistra ha sempre temputo le "derive populiste". Tranne forse quando gli fanno comodo, a quanto pare.

Sulla spesa, c'è il solito balletto. Questa la schede del Corriere:
La spesa
Di certo, finora, ci sono i costi della tratta transfrontaliera gestiti dalla Lyon Turin Ferroviaire (Ltf). I 57 chilometri del maxi tunnel, più i sei di tratta scoperta, più i nodi di Susa e Saint Jean de Maurienne: 8,5 miliardi di euro, di cui 2,7 miliardi a carico dell'Italia. Perché come previsto dagli accordi internazionali l'Ue finanzia il 40% dell'opera, il restante 60% è suddiviso tra Italia (57,9%) e Francia (42,1). Per i 7,4 chilometri del tunnel esplorativo di Chiomonte, che diventerà una via di fuga del tunnel di base, la spesa è di 143 milioni, 35 milioni in quota all'Italia. Ancora da definire il costo totale dell'opera, visto che le tratte nazionali sono da stabilire. Per le opere programmate entro il 2030, agli 8,5 miliardi della tratta internazionale ne andrebbero sommati altri nove (4 a carico dell'Italia) per un totale di 17,5 miliardi. Mentre per raggiungere il massimo degli standard negli anni si potrebbero raggiungere i 23 miliardi di euro.
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«Marceremo come i 40 mila» Quindici sindaci anti proteste

Messaggioda franz il 03/03/2012, 10:17

Il fronte caldo
«Marceremo come i 40 mila»
Quindici sindaci anti proteste

Perino: il premier eviti prove di forza. Abbà fuori pericolo

Dal nostro inviato CESARE GIUZZI

BUSSOLENO (Torino) - Indietro non si torna. Mentre il premier Monti parla al termine del tavolo straordinario del governo sulla Val di Susa, i No Tav tornano a riunirsi in piazza del mercato a Bussoleno. «Se volete andare avanti fateci arrestare tutti perché noi non molleremo mai», ha annunciato in serata il leader Alberto Perino. Il clima è teso, ci sono ragazzi incappucciati e valligiani. I giornalisti sono «controllati a vista» dai militanti. L'obiettivo è quello di bloccare l'autostrada e risalire verso il cantiere di Chiomonte. Si va avanti tutta la notte. Dai centri sociali di mezza Italia parte l'appello a marciare verso la Val di Susa. Oggi si temono nuovi scontri. Ma il pericolo, per il fronte del No, adesso arriva dalla stessa Val di Susa. La settimana più lunga della valle ha messo in ginocchio i rifornimenti di farina e benzina. Le barricate sulle strade, gli scontri in autostrada, hanno paralizzato l'attività economica. Oltre 290 lavoratori della Sitaf, la società che gestisce l'Autofrejus, sono in cassa integrazione. Ora i sindaci dell'alta valle annunciano una marcia contro le violenze del movimento No Tav per il prossimo fine settimana. «Non possiamo più accettare in silenzio, stanno distruggendo l'economia e il turismo della Valle», ripetono i sindaci «ribelli». Martedì incontreranno il governatore Roberto Cota. La «Valsusa che resiste», delle bandiere, delle barricate ha oscurato in questi anni il fronte silenzioso. Quello degli abitanti dell'alta valle, dove ci sono i cantieri di Chiomonte e la baita Clarea, simbolo della protesta. Da Susa a Bardonecchia, fino al Sestriere, il consenso all'opera c'è. Almeno nei Comuni più grandi. Ed è questo consenso che è costato a Renzo Pinard, primo cittadino di Chiomonte, la libertà di muoversi lungo le strade della valle. Il volto è noto, le minacce, le lettere anonime, lo hanno obbligato a vivere come un animale braccato. «Sarei un bersaglio facile».

Questa è l'altra faccia della Val di Susa, stretta quasi in una guerra civile dove chi non è schierato ha comunque torto. Per questo il timore più grande in vista della manifestazione di sabato prossimo è proprio quello di trasformare la battaglia No Tav in uno scontro tra contrade, in un corpo a corpo tra i valsusini. «Il movimento deve garantirci il diritto di scendere in strada. Saremo come la marcia dei 40 mila che trentadue anni fa tolse l'assedio dei sindacati alla Fiat di Torino», ripete Pinard. Il fronte dei sindaci dell'alta valle è composto da una quindicina di primi cittadini. «Non siamo i sindaci "Sì Tav". Di certo non possiamo accettare che i cantieri siano aperti solo sulla carta, dove sono gli operai che dovrebbero lavorare? Noi siamo contro le proteste violente del movimento No Tav». Ripetono che è mancata la politica dei partiti, che «ci sono amministrazioni di identico colore schierate su fronti diversi». Chiedono un segnale forte da Roma.

Venerdì il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha chiesto al governo una moratoria sui lavori e una revisione del tracciato insieme con l'Unione europea: «Il progetto è vecchio di vent'anni». Mentre da don Luigi Ciotti di Libera, Nichi Vendola e Luigi de Magistris è partito un appello a Monti - con decine di adesioni - per «aprire un dialogo con il fronte No Tav e ascoltare finalmente le ragioni dei valsusini». Oggi a Chianocco e Bussoleno si temono nuovi disordini. La Questura di Torino teme nuovi anarchici da Francia e Spagna, ma anche dai centri sociali italiani che in questi giorni hanno protestata con occupazioni e blocchi. Intanto ieri Luca Abbà, il militante caduto dal traliccio lunedì mattina, è stato dichiarato fuori pericolo, ma resta sedato e in prognosi riservata. I medici del Cto di Torino lo hanno operato e le ustioni sono state ripulite. Nei giorni della rabbia, forse un segnale di distensione.

Cesare Giuzzi 3 marzo 2012 | 7:28
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda flaviomob il 03/03/2012, 11:27

Il Corriere dimentica di dire che l'Europa finanzierebbe l'opera di ammodernamento a prescindere dal fatto che sia ad alta velocità: è una condizione che non ci è stata imposta da nessuna parte. Letteralmente, poi, è anche sbagliato parlare di alta velocità perché anche col nuovo costosissimo progetto le velocità raggiungibili sono inferiori a quelle definite comunemente come "alta velocità".

-

http://www.gadlerner.it/2012/03/03/i-no ... torto.html
I No-Tav sbattuti dalla parte del torto

L’isolamento istituzionale, politico e mediatico della protesta No-Tav in Val di Susa -alimentato da comportamenti aggressivi stupidi e autolesionisti, figli dell’esasperazione e di un estremismo d’importazione- non promette nulla di buono. Troppo facile riempirsi la bocca di proclami legalitari e limitarsi a constatare che siccome il progetto è già operativo, deve andare avanti. Lunedì ne parleremo all’Infedele, ma intanto voglio dire che questo diffuso sbattere i No-Tav dalla parte del torto, punto e basta, non favorisce certo la composizione di un conflitto. Che speriamo nel frattempo non degeneri.

Gad Lerner


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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda lucameni il 03/03/2012, 11:41

Violenze o non violenze, in una situazione che è un piatto ricco mi ci ficco per tutti gli antagonisti vogliosi di menare le mani (e quindi pretesto pure per criminalizzare tutto un movimento e sviare l'argomento sull'opera), sarei più felice che si parlasse appunto del progetto e di cosa ci sta sotto. Fermo restando che per i pro-tav (anche quelli che Sofri chiama del "partito preso) sotto non c'è nulla ma solo una cosa bellissima e da fare senza se e senza ma.
Chi contesta ha portato argomenti di tipo tecnico, giuridico, relativo ad opacità indotte o causa del sistema contrattuale, gli interessi miliardari che fanno da pendant alle lobby che si dicono anti-tav, e via dicendo, senza voler chiudere il discorso in nome di un decisionismo che- a mio avviso- diventa più menefreghismo e fastidio di approfondire temendo di far venire meno o contraddire proprie convinzioni ideologiche.
(piuttosto interessante l'inchiesta di Giorgio Meletti del 2 marzo sulle coop rosse in val di susa, e non solo. Va scovata a pubblicata)
Quindi sarebbe davvero più intelligente entrare nel merito (cosa che non mi pare i grandi giornali stiano facendo, e non a caso, nella linea tipica della nostra informazione omissiva e taroccata); e trattare la questione violenze trattandola diversamente rispetto il Tav in quanto tale (interessi lobbistici compresi).
L'opinione di un ingegnere o di un giurista esperto di appalti (e di cronaca criminale) si spera non sia la stessa cosa delle mazzate sul viso da parte di un militante dei centri sociali.
Temo che non sarà fatto, perchè conviene così.
Amen.
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda Iafran il 03/03/2012, 12:15

lucameni ha scritto:Chi contesta ha portato argomenti di tipo tecnico, giuridico, relativo ad opacità indotte o causa del sistema contrattuale, gli interessi miliardari che fanno da pendant alle lobby che si dicono anti-tav, e via dicendo, senza voler chiudere il discorso in nome di un decisionismo che- a mio avviso- diventa più menefreghismo e fastidio di approfondire temendo di far venire meno o contraddire proprie convinzioni ideologiche.

Seguendo una prassi consolidata, sta agli altri dimostrare la colpa (per la superficialità/avventatezza) o il dolo di chi ha deciso/agito prima in buona o cattiva fede, e adesso, in merito al progetto TAV, l'espressione di tanti "una cosa bellissima e da fare senza se e senza ma" ha tutte le sembianze della "prescrizione dei reati che si celebrano nei tribunali", ad un non luogo a procedere di qualsivoglia discussione o revisione.
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 03/03/2012, 12:29

lucameni ha scritto:Amen.

Resta il fatto che i paesi interessati direttamente dal percorso e dal riasseto del territorio sono favorevoli ma quelle popolazioni non manifestano, non occupano canteri e autostrade, non tirano sassi e molotv alle forze dell'ordine. Quindi di loro non si parla. Si parla solo dei professionisti del NO, dei centri sociali, di tanta gente che non ha un tubo da fare durante il giorno e quindi non si preoccupa se l'economia della valle viene soffocata da questi continui blocchi.

Resta il fatto che il governo attuale (Monti) esattamente come i precedenti (anche Prodi) ha detto che l'opera si deve fare e che il tempo per la concertazione con gli enti locali è già passato 20 anni fa (fatto con il citato accordo delle popolazioni coinvolte).

Resta il fatto che chi in valle non tollera piu' questa situazione di illegalità e violenza (e di blocco economico) manifesterà il suo disagio. Quindici sindaci dell'alta valle manifesteranno il prossimo fine settimana, rendendo palese che non esistono solo i NO-TAV. parlano di 40'000. Vedremo.

Resta il fatto che è vero che sono passati 20 anni ma chi è contro la TAV ha usato le stesse tecniche dilatorie che Ghedini e compagnia usano per cercare di arrivare alla prescrizione per i processi riguardanti il loro famoso assistito. E nel frattempo altre gallererie di base, fatta da chi di soldi e redditività se ne intende piu' dei NO-TAV, sono già terminate, come scavo.
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