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Zelig

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Zelig

Messaggioda pinopic1 il 11/11/2008, 12:02

Intanto illustri studiosi di varie discipline in tempi diversi hanno evidenziato alcune grosse anomalie nei comportamenti sociali degli italiani e nel loro rapporto con lo stato rispetto ad altri popoli europei. E si tratta soprattutto di studiosi, di osservatori, di destra.
Il DNA non c'entra; ma nelle specie homo sapiens non c'è solo l'evoluzione biologica come nelle altre specie ed acquista una grandissima importanza l'evoluzione culturale che per certi versi segue meccanismi analoghi a quelli dell'evoluzione biologica ma è molto più veloce. Di cultura si tratta, non di DNA. Di cultura e di storia.
Bisognerebbe ripercorrere la storia anche non recente del nostro Paese e il ruolo che alcune istituzioni hanno avuto per trovare la radice di questi comportamenti anomali.
Intanto si può dire che lo Stato italiano è stato vissuto (scusa la ripetizione) come estraneo fin dalla sua nascita perché effettivamente era estraneo ai più. Ed estraneo è rimasto nel sentire profondo degli italiani.
Solo che ci piace da sempre prenderci in giro raccontandoci soltanto la parte edificante della nostra storia.

Le autorità svizzere riaprono il caso con una lettera alla Procura di Milano
La famiglia: "Il nostro patrimonio si trova per lo più in Italia ed è in regola"

Nel mirino dei pm e del Fisco 17 conti "segreti" di Marcegaglia
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Re: Zelig

Messaggioda Paolo65 il 11/11/2008, 12:22

Per dare concretezza al tuo ragionamento per cui l'italiano è così per la sua storia e per la sua cultura, dovremmo immettere delle idee e dei valori positivi che invertano la rotta,cambiando sia la storia che la cultura di questo paese.

Se invece continuiamo a dire che la cultura e la storia di questo paese non permette questa possibilità di cambiamento, allora rassegnamoci e lasciamo perdere.

Ad esempio:
non essendo del parere che i siciliani o in generale la gente del sud sia mafiosa a priori e per cultura,ma la la mafia c'è e prospera perchè nessuno l'ha mai combattuta come si dovebbre,per avere un cambiamento possibile la classe politica e dirigente deve combatterla facendo passare il messaggio che ciò è meglio per loro e per il paese.

Se invece il ragionamento è che nel sud i cittadini siano mafiosi per cultura e storia, ormai non più sradicabile,allora è tacito che se si ritenga che essendo la DX mafiosa, non è possibile fare nulla.

Ma questa posizione però è solo rassegnazione e in ultima analisi una posizione perdente.

Paolo
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Re: Zelig

Messaggioda franz il 11/11/2008, 13:06

Paolo65 ha scritto:Per dare concretezza al tuo ragionamento per cui l'italiano è così per la sua storia e per la sua cultura, dovremmo immettere delle idee e dei valori positivi che invertano la rotta,cambiando sia la storia che la cultura di questo paese.

Corretto. Immettere, iniettare. Sono verbi giusti.
Rappresentano il vero significato di Change, dove non si intende tanto il cambiamento in sè ma quello che occorre immettere nel sistema perché cambi. Watslawick scrisse proprio un libro con questo titolo ("Change" - sulla formazione e sulla soluzione dei problemi) e pur riferendosi al cambiamento in psichiatria le modalità sono interessanti per produrre cambiamento in quasiasi sistema che necessiti di cambiamenti ne abbia bisogno (1). Consiglio la lettura ma prima è meglio leggere "Pragmatica della comunicazione umana". Dove si parla di comunicazione e di teorie (dell'informazione e dei giochi).
Tutte cose che i nostri leader, fermi a Kerouac e kennedy, sembrano ignorare..... :shock:

Ciao,
Franz

(1) modifica al testo fatta per rispettare una minima parvenza di adesione alle regole grammaticali ... vi sto che siparla di comunicazione :D
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Re: Zelig

Messaggioda pinopic1 il 11/11/2008, 14:50

Già sarebbe un bel passo avanti smetterla di immettere o di consentire che si immettano valori negativi; anzi neanche valori, vere e proprie apologie di reato. Almeno blocchiamo l'apologia di reato.
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Re: Zelig

Messaggioda Paolo65 il 11/11/2008, 14:50

Alcuni mesi fa ho letto un libro dal titolo "Meritocrazia", di Roger non mi ricordo il cognome.

In quel libro si fanno dopo alcune analisi ,delle proposte, che sarebbero da iniettare nel circuito per spostare concretamente il paese oltre la sua "storia e cultura", o meglio fare assorbire agli italiani altro che non quello che hanno sempre ricevuto dalla loro classe dirigente.

Lo stesso slogna del PD "yes we can" indica la volontà e la possibilità di cambiare.

Ma se partiamo dal principio che il nostro DNA culturale non è modificabile, manco fosse inciso sulla pietra, allora di cosa discutiamo?

Paolo
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Re: Zelig

Messaggioda pierodm il 11/11/2008, 18:18

Vorrei innanzi tutto dare ragione a Franz: c'è gente che è ancora ferma - a Keruac, ma anche ad Aristotele, a Omero, ad Adam Smith, a PG Woodhouse, a Erasmo da Rotterdam. Uno spettacolo indecente.

Vedo un gran parlare di iniezioni e di altre (ambigue) "immissioni".
Sono capitato sul sito di Medici in Prima Linea?

Mi sembra che siano proprio quelli che vorrebbero essere i paladini della gggente, quelli che in realtà la considerano malata: trasfomare la storia culturale e politica in una specie di "malattia" da curare è un'idea molto "razionale", molto tecnocratica, come l'eugenetica nazista e la "rieducazione" maoista.
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Re: Zelig

Messaggioda lucameni il 11/11/2008, 18:34

Disquisizioni culturali a parte, non penso proprio che chi ha una visione poco felice degli italiani e delle loro tare secolari sia una sorta di razzista e pessimista ad oltranza.
Ritengo sia invece un sano realismo, che possa permettere un'analisi informata della situazione attuale; e dalla quale partire pragmaticamente, senza raccontarsi che siamo in un paese con caratteristiche "britanniche".
14 anni di berlusconismo, pur incentivati dalla pochezza della sinistra politica, sono stati possibili giusto in Italia.
In altro paese civile una situazione del genere è impensabile.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Zelig

Messaggioda franz il 11/11/2008, 19:20

pierodm ha scritto:Vorrei innanzi tutto dare ragione a Franz: c'è gente che è ancora ferma - a Keruac, ma anche ad Aristotele, a Omero, ad Adam Smith, a PG Woodhouse, a Erasmo da Rotterdam. Uno spettacolo indecente.

Vedo un gran parlare di iniezioni e di altre (ambigue) "immissioni".
Sono capitato sul sito di Medici in Prima Linea?

Mi sembra che siano proprio quelli che vorrebbero essere i paladini della gggente, quelli che in realtà la considerano malata: trasfomare la storia culturale e politica in una specie di "malattia" da curare è un'idea molto "razionale", molto tecnocratica, come l'eugenetica nazista e la "rieducazione" maoista.

Grazie per la nemmeno tanto velata ironia. :lol:
Ovviamente intendevo dire che un politico (o uno che la politica vuole farla bene ) non puo' avere una base unicamente umanistica, letteraria e filosofica. Meglio sarebbe se conoscesse anche le basi delle moderne teorie delle scienze sociali, economiche etc e se oltre ad una buona cultura umanistica avesse una solida cultura scientifica (che pochissimi hanno in Italia, purtroppo).

Quanto ai medici, sì, l'Italia (come sistema paese) è malata e necessita di cure intense da decenni.
La storia come malattia? Azzeccatissimo.
Infatti spesso i casini non nascono da un problema solo ma da tutti i tentativi falliti di soluzione, che hanno incancrenito ed aggravato la situazione, sommandosi strato dopo stato al problema originario.

Il primo passo per "guarire" (per cambiare) è prenderne atto e rivolversi a chi è in grado di porre rimedio.
Sempre che ci sia e che non sia una "mission impossible".
Oppure si puo' fare come me e vari milioni di italiani: andarsene a vivere e lavorare in un paese che funziona.
C'è solo l'imbarazzo della scelta ed avere il coraggio di fare il passo. Una volta tratto il dado, è tutto in discesa.

Ciao,
Franz
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Re: Zelig

Messaggioda ranvit il 11/11/2008, 20:57

Certo che se tutti ci trasferissimo in Svizzera, sarebbero cazzi....per la Svizzera!
Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Zelig

Messaggioda franz il 11/11/2008, 22:56

ranvit ha scritto:Certo che se tutti ci trasferissimo in Svizzera, sarebbero cazzi....per la Svizzera!
Vittorio

Il mondo è grande, Vittorio, ed i posti migliori sono già pieni da anni. Sono finiti anche i posti in piedi. Soprattutto nei paesi piccoli. :o
Inoltre in ogni posto ambìto c'è competizione: turchi, spagnoli, portoghesi, slavi, albanesi, tamil non si fanno superare da noiantri solo perché ... "l'importante è partecipare". Vedi, se 100 o 40 anni fa il grosso dell'emigrazione era italiana, oggi siamo in competizione con decine e centinaia di altri paesi e purtroppo anche in questa competizione siamo messi male. Finito il tempo dell'emigrato dequalificato con la valigia di cartone, disposto a tutto ed a qualsiasi lavoro, oggi emigrano i "cervelli". Per quelli italiani, se sanno le lingue, in verità non molti, non ci sono grossi problemi.
Ma oggi sono pochi quelli che vanno, in numero pari a quelli che - pensionati - tornano a paesello.
http://cronologia.leonardo.it/emitot.htm

Ciao,
Franz
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