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Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda flaviomob il 26/01/2012, 23:46

Beh in fondo era pur sempre uno dei consulenti di Brunetta... ecco da chi ha acquisito lo "stile"... :lol:


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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 27/01/2012, 9:32

Come troppo spesso accade, invece di discutere del problema si discute delle qualità vere o presunte di chi lo ha posto.
È un vizio tipicamente latino o mediterraneo, credo, che aiuta a non risolvere i problemi e in fondo ci dà tanto materiale da discutere qui sul forum.

Indipendentemente dalle cause, dentro l' università come è concepita e come come è (dis)organizzata in Italia, oppure fuori, per la mancanza di aiuti economici che permettano a chi ha bisogno e merita di poter fare l'università senza dover lavorare per mantenersi agli studi, mi pare che alcuni fatti - assolutamente negativi - siano incontrovertibili:

1) i laureati in Italia sono pochi. Troppo pochi. Meno che gli altri paesi
http://www.ideemarginali.org/wp-content/uploads/2010/05/grafico12.png

2) sono pochi e sono sempre meno i laureati in materie scientifiche e ignegneristiche, diversamente da altri paesi
http://www.ideemarginali.org/wp-content/uploads/2010/05/grafico22.png
http://www.ideemarginali.org/wp-content/uploads/2010/05/grafico13.png

3) solo il 29.9% si laurea nel percorso normale (2007), un altro 30% si laurea con un anno di ritardo, un 18% circa due anni dopo, l'11% con tre anni di ritardo, via via fino ad un 3,8% con + di 7 anni di ritardo.
In pratica rispetto alla realtà estere che conosco (si ammette un solo anno da ripetere, poi ti sbattono fuori e devi abbandonare o cambiare università e l'anno che si ripete non è pagato dalla borsa di studio) il 40% dei già pochi laureati italia sarebbe "fuori norma" ed entra nel mercato del lavoro con due o piu' anni di ritardo.
Qui trovate i dati citati
http://noisefromamerika.org/articolo/la ... -riassunto
http://noisefromamerika.org/articolo/fr ... aria-fatti

Questi sono i dati su cui discutere, non se Martone fosse o meno consulente di Brunetta.

Vedere anche:
http://www.ideemarginali.org/2010/05/07/20anniperduti/
http://www.ideemarginali.org/2010/05/15 ... in-italia/
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda flaviomob il 27/01/2012, 9:47

A parte che l'argomento è già stato approfondito e discusso sul forum, il tuo intervento è pienamente legittimo e pone, documentandole, questioni che ci interrogano e ci richiedono risposte politiche, perché è evidente che un paese che perde terreno sulla cultura e sulla formazione è destinato a un declino inevitabile e clamoroso.

Ora ci si aspetterebbe da un uomo di governo, sia che si definisca tecnico sia politico, un'analisi dettagliata e una serie di proposte di intervento. Uscirsene con un termine quale "sfigati" da parte di un personaggio che non ha certo avuto bisogno di lavorare per mantenersi agli studi (e il cui padre, Antonio Martone, era a contatto con elementi della P3), secondo me dice abbastanza del personaggio che abbiamo davanti. Le parole, come diceva Nanni Moretti, sono importanti. E io, a differenza di Franz, voglio sapere chi ho davanti quando si tratta di uomini di potere (tra l'altro, manco eletti). E quello che so non mi piace. Ora è vero che le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli, ma santo cielo possibile che non ci fosse qualcosa di meglio in giro?

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
http://www.blitzquotidiano.it/politica- ... p3-470413/

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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 27/01/2012, 10:10

Gli "sfigati" sarebebro il 23% del totale dei laureati.

"Forse non ho avuto la sobrietà necessaria", ha ammesso il viceministro, precisando il senso della sua frase pronunciata in occasione di un convegno. "La situazione - ha aggiunto Martone - è già così difficile e l'unico modo per affrontarla è rimboccarsi le mani: prima ci si laurea, prima si entra nel mercato del lavoro". "Sto - ha detto ancora - con tutti i giovani che, facendo sacrifici, cercano di laurearsi il prima possibile e si impegnano per dare il proprio contributo nell'interesse del Paese". Le polemiche suscitate da questa generalizzazione, che ha urtato la sensibilità di molti, ha costretto Martone a chiarire ulteriormente: "Non pensavo di suscitare tali reazioni - ha dovuto precisare - ma, visto il dibattito, ci tengo a chiarire che, con la mia dichiarazione di oggi, non mi riferivo a tutti quei ragazzi che per necessità, per problemi di famiglia o di salute o perché devono lavorare per pagarsi gli studi, sono costretti a laurearsi fuori corso. Mi rivolgo piuttosto a tutti quegli studenti che, pur vivendo a casa con i genitori e non avendo avuto particolari problemi, si laureano comodamente dopo i 28 anni".

"Dieci anni per una laurea quinquennale sono troppi. Soprattutto per un Paese come il nostro nel quale il terzo debito pubblico del mondo si sta mangiando il futuro di intere generazioni- ha spiegato Martone, chiamato a giustificare l'uso del termine 'sfigato' - ce lo dicono tutte le statistiche: ci laureiamo troppo tardi e iniziamo a cercare lavoro troppo tardi. Mentre, se vogliamo avere il futuro che ci meritiamo e contribuire al rilancio del nostro Paese, è ora che anche i giovani cambino il passo prendendo esempio da tutti quegli studenti che con sacrificio si impegnano ogni giorno per laurearsi il prima possibile, magari con il massimo dei voti. Per il resto, prometto in futuro di essere più sobrio ma sempre sincero"


Ora, indipendetemente da chi me lo dica, dal cognome della persona e da quello del padre, santo cielo ha ragione!
Ultima modifica di franz il 27/01/2012, 11:41, modificato 2 volte in totale.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda trilogy il 27/01/2012, 10:36

franz ha scritto:Gli "sfigati" sarebebro il 23% del totale dei laureati.
Ora, indipendnetemente da chi me lo dica, dal cognome della persona e da quello del parde, santo cielo c'è ragione!


Per me la casta ha sempre torto, per definzione. Di questa gente non se ne può più!

IL CASO
Al concorso non convince
ma il viceministro diventa docente
L'esame "non sfigato" di Martone per diventare professore ordinario a 29 anni. Nei verbali della commissione esaminatrice le perplessità dei cattedratici chiamati a giudicarlo
Al concorso non convince ma il viceministro diventa docente Michel Martone


di CARMELO LOPAPA
ROMA - Ci sono carriere irresistibili, che nulla e nessuno sembra poter fermare. Ma che talvolta, a dispetto della discrezione con la quale sono state costruite, possono diventare un caso sotto i riflettori accesi da un battuta infelice. Perché irresistibile e rapidissimo davvero appare adesso il cursus honorum del tutt'altro che "sfigato" viceministro Michel Martone.

Dottorando a 23 anni, ricercatore di ruolo e avvocato a 26, professore associato a 27, infine - con pochi precedenti - professore ordinario a 29. Prima della collaborazione col governo Berlusconi, da consulente del ministro Brunetta a 35, e infine in prima fila con Monti, affiancando la Fornero da vice. Il fatto è che l'eco della sortita di due giorni fa su chi si laurea dopo i 28 anni non ha fatto in tempo a spegnersi che su siti (dal "Fatto" alla "Rete 29 aprile"), blog e Facebook è rimbalzato come una pallina impazzita il verbale d'esame con il quale l'attuale docente di diritto del Lavoro alla facoltà di Giurisprudenza di Teramo è divenuto ordinario. Era il 7 luglio del 2003 e la relazione finale della commissione giudicatrice dell'Università di Siena dichiara idoneo - secondo classificato su due candidati - Michel, figlio dell'ex avvocato generale della Cassazione, Antonio Martone. Proprio l'ex capo dell'Authority per gli scioperi auto pensionatosi dopo che il suo nome, lo scorso anno, era emerso nell'inchiesta romana sugli appalti sull'eolico e la loggia P3. Non indagato Martone senior, figurarsi se qualche colpa può ricadere sul figlio. "Figlio di papà? Sono un ragazzo fortunato, ma ho fatto di tutto per essere all'altezza della mia fortuna" si difendeva ieri sera a "Otto e mezzo".

Tante tuttavia le coincidenze attorno a quel concorso del 2003 che consente al giovane accademico di bruciare ogni tappa. Succede per esempio che su otto candidati iniziali, sei si ritirino. Circostanza registrata dai commissari d'esame a pagina 2 del loro verbale, senza spiegare quella che può costituire un'anomalia ma tutt'altro che infrequente, negli atenei italiani. L'altra concorrente, Franca Borgogelli, col suo curriculum e le decine di pubblicazioni ottiene 5 punti su 5, Michel 4. Passa anche lui, ma sul verbale resta traccia delle perplessità espresse sul conto di Michel in sede d'esame. Il più critico è il professor Franco Liso, che pur apprezzando le due monografie presentate, sentenzia: "Il candidato merita di vedere riconosciute le sue indubbie qualità in un'occasione in cui la dichiarazione della sua piena maturità costituisce frutto più di una certificazione che di un'aspettativa". Che, tradotto dal gergo accademico, suonerebbe come un invito a ripresentarsi magari un tantino più in là. Ma se è per questo anche gli altri commissari non mancano di appuntare. Una mezza stroncatura è messa a verbale dalla professoressa Silvana Sciarra: "Martone dimostra di trattare con spigliatezza gli argomenti prescelti, ma di dover ulteriormente affinare il ricorso al metodo storico e interdisciplinare. È auspicabile che la già acquisita maturità scientifica si consolidi in futuro". Pur concludendo che "il candidato nel complesso risulta idoneo". Anche il prof Pedrazzoli sottolinea la "giovinezza scientifica del candidato", per giungere alla medesima conclusione. Più morbidi i prof Pessi e Persiani. D'altronde con quest'ultimo, presidente di commissione, Martone si è laureato. Acqua passata, conta solo il fatto che sul sito del ministero dell'Università il nome di Michel campeggia tra gli ordinari. Adesso anche su quello del governo. Altro che sfigati.
(27 gennaio 2012)
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -28836549/
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 27/01/2012, 11:56

Dottorando a 23 anni, ricercatore di ruolo e avvocato a 26, professore associato a 27, infine - con pochi precedenti - professore ordinario a 29.

Capisco che uno che ha una carriera cosi' fulminante possa stare antipatico e sulle palle a molti .... "sfigati e non", :P e scatenare la classica ricerca del pelo nell'uovo, in cui i giornalisti e blogger sono tanto bravi, tuttavia non mi pare che cotanta attività di ricerca e scavo abbia poi portato a scoperte clamorose. Qualche professore, che magari ha faticato di piu' a raggiungere lo stesso livello alla stessa età, fa notare che il candidato è idoneo ma deve crescre. E allora? Ma nell'italia in cui i candidati non idoeni passano davanti a quelli idonei solo per il loro cognome, questa sarebbe la notizia sconvolgente?

In ogni caso, ripeto, il problema è che Martone ha posto problemi veri e che - come sappiamo - in Italia per bucare i media devi porre il problema in modo che faccia rumore. Col rischio poi che si discuta del dito invece della Luna.
Che poi se uno dice cose giuste passa dalla parte del torto solo perché è sottosegretario, allora dico che se siamo nel guano fino al naso, meritiamo di rimanerci. :lol:
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda trilogy il 27/01/2012, 12:31

franz ha scritto:Capisco che uno che ha una carriera cosi' fulminante possa stare antipatico e sulle palle a molti .... "sfigati e non", :P e scatenare la classica ricerca del pelo nell'uovo, in cui i giornalisti e blogger sono tanto bravi, tuttavia non mi pare che cotanta attività di ricerca e scavo abbia poi portato a scoperte clamorose...


Nulla di clamoroso infatti, anzi ordinaria amministrazione.
Però, forse, invece d'interrogarci sulla data di laurea degli sfigati sarebbe più utile per il paese domandarsi perchè le carriere fulminati di questi giovani geni sono praticamente sempre all'interno della burocrazia pubblica, e quasi mai nelle aziende private? Evidentemente la pubblica amministrazione in Italia è l'unica in grado di individuare e valorizzare i talenti.
a questo punto, l'altro aspetto meritevole di una riflessione è : "come mai nonostante questa capacità della Pubblica Amministrazione di attrarre le intelligenze migliori di questo paese i risultati in termini di politiche e servizi sono così scadenti?
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda lucameni il 27/01/2012, 12:38

Ma andando appunto sul concreto, al di là del personaggio che ha espresso giudizi così disinvolti e sbrigativi, questo signore ha fatto un quadro realistico di com'è l'Università italiana? Ubiversità che - continuo a dire - vive gravi problemi.
Niente se non frase che pare voler addossare le magagne in capo ai "fannulloni".
Mi pare approccio alla Brunetta, del quale non a caso il nostro Michel era sodale.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 27/01/2012, 13:18

trilogy ha scritto:Nulla di clamoroso infatti, anzi ordinaria amministrazione.
Però, forse, invece d'interrogarci sulla data di laurea degli sfigati sarebbe più utile per il paese domandarsi perchè le carriere fulminati di questi giovani geni sono praticamente sempre all'interno della burocrazia pubblica, e quasi mai nelle aziende private? Evidentemente la pubblica amministrazione in Italia è l'unica in grado di individuare e valorizzare i talenti.
a questo punto, l'altro aspetto meritevole di una riflessione è : "come mai nonostante questa capacità della Pubblica Amministrazione di attrarre le intelligenze migliori di questo paese i risultati in termini di politiche e servizi sono così scadenti?

Per prima cosa una carriera veloce nel mondo pubblico è rara e fa notizia, perché sotto gli occhi di tutti.
Nel settore privato è fatto privato e non interessa nessuno, non essendo un fatto pubblico (concorsi e via dicendo).
Il secondo argomento ha risposta implicita nel tipo di laurea (giuridico umanistica) che spinge verso percorsi accademici e politici pubblici mentre un ingenere in nanotecnologie puo' avere una carriera altrettanto rapida in campo privato senza che se ne parli. Anzi questi sono di gran lunga la norma e proprio per questo non fanno nitizia e non se ne parla.
Sulla qualità dei servizi pubblici, è chiaro civuole be naltro che un solo Martone ...
lucameni ha scritto:Ma andando appunto sul concreto, al di là del personaggio che ha espresso giudizi così disinvolti e sbrigativi, questo signore ha fatto un quadro realistico di com'è l'Università italiana? Ubiversità che - continuo a dire - vive gravi problemi.

Direi che non è il suo compito, come sottosegretario al lavoro, fare quadri realistici sull'università mentre è perfettamente adeguato al compito lamentarsi che pochi giovani si laurino e soprattutto escano cosi' tardi dall'università, entrando troppo tardi nel mondo del lavoro.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda flaviomob il 27/01/2012, 13:55

Intanto non capisco dove Martone dimostri l'assioma che laurearsi tardi equivalga a entrare tardi nel mondo del lavoro: molti iniziano a lavorare prima della laurea e proprio per questo motivo ritardano gli esami e la discussione della tesi. Poi bisogna dire che l'università italiana è piuttosto anomala rispetto ai paesi più avanzati d'Europa, in cui si incentiva il giovane a studiare e a trovar casa nelle città universitaria, mentre da noi si debbono affrontare tasse universitarie sempre crescenti, affitti abnormi, mantenersi agli studi e per chi non vive con i genitori (o non ha una famiglia ricca, come il Martone nostro) diventa molto più dura. All'estero ci sono sussidi per vitto, alloggio e tasse universitarie addirittura estesi anche a chi sceglie a un certo punto di lasciare il lavoro e riqualificarsi (a qualsiasi età) facendo l'università; almeno un po' di anni fa a Londra era così (forse oggi hanno tagliato, però...). Martone proponga analisi serie e soluzioni applicabili, se sa fare il suo mestiere. Per accusare genericamente di fancazzismo bastava il suo mentore, Brunetta, appunto...


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