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De Magistris primo nei consensi.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda flaviomob il 20/01/2012, 1:40

Non far finta di non aver capito...


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Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda franz il 20/01/2012, 8:17

flaviomob ha scritto:Non far finta di non aver capito...

Se ti rivolgi a me francamente non ho capito, non faccio finta.
Insinuazioni cosa, chi dove come e quando?
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Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda flaviomob il 21/01/2012, 0:44

basta rileggere attentamente le parole dell'intervento di matthelm


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Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda franz il 21/01/2012, 10:00

flaviomob ha scritto:basta rileggere attentamente le parole dell'intervento di matthelm

L'intervento appare essere una citazione e significa che viene riportato cio' che altri media hanno scritto.
Non conosco la fonte ma cercando le frasi con google trovo moltissime pagine che riferiscono di violenze un po' verso tutti (cronisti, colleghi) segno che la categoria è ben diversa dai farmacisti o dai notai, per capirci. Non trovo nulla invece sul fatto che De Magistris abbia "mandato" i tassisti napoletani a Roma ma bisognerebbe chiedere a chi quella frase ha detto.
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"A processo il sindaco de Magistris"

Messaggioda franz il 21/01/2012, 22:44

Inchiesta Why Not, Gup di Roma
"A processo il sindaco de Magistris"

ll rinvio a giudizio disposto dal giudice Barbara Callari per aver acquisito tabulati telefonici di parlamentari senza autorizzazione. Processo ad aprile. La replica: "Accuse infondate, e Roma non è competente" .
di DARIO DEL PORTO

Processo a Luigi de Magistris e Gioacchino Genchi per i tabulati acquisiti durante l'inchiesta "Why Not". Il giudice di Roma Barbara Callari ha rinviato a il sindaco di Napoli e il consulente informatico per uno dei risvolti dell'indagine condotta nel 2006 da de Magistris, all'epoca dei fatti pm a Catanzaro. Il gup ha accolto la richiesta della Procura, la prima udienza è fissata per il 17 aprile davanti alla seconda sezione penale del Tribunale. Il reato ipotizzato è concorso in abuso d'ufficio.

Secondo l'accusa, durante l'inchiesta erano stati acquisiti senza la necessaria autorizzazione del Parlamento tabulati di utenze ritenute riconducibili a parlamentari, fra i quali Romano Prodi e Clemente Mastella, in quel momento rispettivamente presidente del Consiglio e ministro della Giustizia, Francesco Rutelli e Gianfranco Pittelli.

De Magistris, difeso dagli avvocati Stefano Montone ed Elena Lepre, si è difeso spiegando che al momento dell'acquisizione dei tabulati non si conoscevano ancora né gli intestatari né soprattutto gli effettivi utilizzatori delle utenze. La difesa aveva posto anche la questione di competenza territoriale, rigettata però dal giudice che ha deciso per il rinvio a giudizio.

Si dice "amareggiato per la decisione" Luigi de Magistris, che parla di procedimento "in cui mi appare chiara l'incompetenza dell'autorità giudiziaria di Roma, così come è ancora più evidente l'infondatezza dei fatti. Non mi aspettavo questo rinvio a giudizio, - aggiunge - perché l'accusa rivoltami è quella di aver acquisito tabulati di parlamentari senza necessaria autorizzazione del Parlamento stesso: mai un pm potrebbe essere così ingenuo. Ritenevo e ritengo - ha sottolineato il sindaco di Napoli - un dovere costituzionale indagare nei confronti di tutti e anche nei confronti dei parlamentari e dei potenti. Mi auguro che la magistratura giudicante, nella sua autonomia e indipendenza, riconosca la correttezza del mio operato e l'infondatezza degli addebiti formulati dalla Procura di Roma. L'unica nota positiva di questa giornata amara è che in un pubblico dibattimento tutti si potranno rendere conto della incredibile storia da cui ancora oggi sono costretto a difendermi.

(21 gennaio 2012)
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Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda lucameni il 22/01/2012, 0:45

Bè vicenda che ha del grottesco, tra l'attività di Genchi, perito al servizio delle procure, e le dichiarazioni dei politici beccati con le dita nella marmellata (gelatina).
Il tutto mi ha ricordato il cimicione trovato al tempo presso la scrivania di B.
Un epilogo da cabaret che pochi ricordano.
Ma se le reazioni bipartisan sono state simili, anche se non specificatamente rivolte ad un "golpista" qui individuato, le cose nell'affare Genchi sono gravi, non tanto per i presunti abusi da parte di colui che analizzava i dati telefonici (sarà la magistratura ad accertarlo), ma proprio per cosa è stato scoperto nell'ambito di indagini nelle quali sono apparse utenze di politici e di personaggi di peso.
Mi rendo conto che a fronte di vicenda complessa sia più facile reagire sbrigativamente: più rassicurante e più facile. Su questo punto chi al tempo ha gridato al golpe può avere più appeal nei confronti dei cittadini che chiedono risposte semplici e, appunto, sbrigative.
Di una cosa però sono più che certo: alcuni di coloro che fino ad ora hanno gridato contro il "giustizialismo", e pur ignorando il ruolo di Genchi come perito e le vicende che lo hanno visto coinvolto, si scopriranno più che mai giustizialisti e compiaciuti della cosa.
A prescindere da quello che possono sapere (poco o nulla).
Non sono contraddizioni; semmai la conferma come certi principi tanto sbandierati per alcuni siano la foglia di fico di altri sentimenti, molto meno nobili.
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Anm, via la trincea anti Berlusconi

Messaggioda franz il 22/01/2012, 10:36

In tempi di tragedia della Costa e di scontri sulle liberalizzazioni non può non passare in secondo piano una tripletta di notizie. Nell’ordine: cambia il vertice dell’Anm, il sindacato dei magistrati. L’Anm espelle Alfonso Papa. Il sindaco di Napoli De Magistris finisce sotto processo a Roma. È un caso che tutto accada nello stesso giorno, ma un filo lega i tre fatti e segna un’epoca. Vediamo perché.

La guida dell’Anm. Lasciano figure storiche di Magistratura democratica come il segretario Giuseppe Cascini, pm a Roma, e Nello Rossi, procuratore aggiunto della Capitale. Per anni, ogni due o tre sabati, li ho incontrati al sesto piano di piazza Cavour, nel “palazzaccio”, dove facevano argine nel difendere le toghe dagli attacchi della destra politica (e non solo). Ma dopo otto anni, per il codice interno, non possono più candidarsi.

C’è però chi potrebbe ancora farlo, ma ha deciso di farsi da parte. È Luca Palamara, il presidente dell’Anm, la toga che negli ultimi tre anni ha legato la sua immagine a un contrasto duro al governo Berlusconi. Sono ormai settimane che Palamara dice a chi glielo chiede “non mi ricandido”. Il perché sta in due ragioni. Palamara, anche lui pm a Roma, non si è risparmiato, ha subito attacchi da chi lo avrebbe voluto ancora più polemico, paziente ha spiegato che alla prepotenza distruttiva di Berlusconi verso le istituzioni non era opportuno rispondere con eguale estremismo. Un atteggiamento risultato vincente. Se la blocca processi, le intercettazioni, i processi brevi e lunghi sono stati fermati, lo si deve anche a Palamara. Vedremo, a metà febbraio, chi raccoglierà la sua pesante eredità.

Questa Anm si avvia a uscire di scena dopo aver preso un’ultima decisione pesante e importante: l’espulsione di Alfonso Papa, l’ex magistrato ed ex sottosegretario alla Giustizia per cui la Camera ha autorizzato l’arresto, negandolo poi sia per Milanese che per Cosentino, malgrado su entrambi pendessero accuse più gravi (e qui dovremmo scrivere più di un blog per ragionare sul perché…). Va da sé che la permanenza di Papa nell’Anm, di cui pure è stato dirigente a Napoli, non era possibile. Ma la decisione della giunta Palamara, come quella dei probiviri della stessa Anm nei confronti dell’ex capo degli ispettori di via Arenula Arcibaldo Miller, non può passare inosservata. Essa testimonia un cambio di passo, il segnale che le ambiguità non sono più consentite.

Giusto mentre la giunta era riunita, intorno alle 13, ecco la notizia su De Magistris. L’avvenuto rinvio a giudizio per aver gestito con evidenti smagliature i tabulati telefonici dei parlamentari nell’inchiesta Why not. L’ex pm contesta la decisione, ma nel crinale delicato dei rapporti tra magistratura e politica, e nel rispetto delle regole su come comportarsi nei confronti dei parlamentari, De Magistris non sembra avere tutte le carte a posto. Lo dirà il processo, ma un punto va sottolineato: la decisione del gip di Roma dimostra che la magistratura non ha i paraocchi, come la destra ha sempre sostenuto e vorrebbe far credere, ma anzi è pronta ad affrontare un processo impopolare come quello all’attuale sindaco di Napoli, se in ballo c’è il rispetto delle regole.

Liana Milella
http://milella.blogautore.repubblica.it ... ef=HREC1-4
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Il porto delle nebbie

Messaggioda flaviomob il 24/01/2012, 1:24

Homepage > BLOG di Marco Travaglio
di Marco Travaglio | 22 gennaio 2012

Lesa impunità

Avete presente la Procura di Roma? A parte pochi pm che non guardano in faccia nessuno, è la Procura che in questi anni è riuscita a far archiviare i reati di qualunque politico le capitasse a tiro. Soprattutto uno: B. Archiviato perché scarrozzava sugli aerei di Stato menestrelli e mignotte, nani e ballerine. Archiviato perché mobbizzava il marito della sua amante Virginia Sanjust. Archiviato perché raccomandava le papi girls a Raifiction. Archiviato perché comprava senatori dell’Unione. Archiviato perché minacciava il suo uomo all’Agcom per far chiudere Annozero. Archiviato sempre, a prescindere.

Avantieri però un politico è riuscita a farlo rinviare a giudizio: Luigi De Magistris, che va a processo con il suo ex consulente Gioacchino Genchi per abuso d’ufficio. Che han fatto i due manigoldi? Abusato di voli di Stato, raccomandato favorite, perseguitato mariti di amanti, comprato senatori, minacciato authority perché violassero i loro doveri istituzionali? No, molto peggio: nel 2007, quando seguivano a Catanzaro l’inchiesta “Why Not”, acquisirono dalle compagnie telefoniche i dati sui tabulati telefonici di 8 parlamentari (Prodi, Mastella, Rutelli, Pisanu, Gozi, Minniti, Gentile, Pittelli) senz’aver chiesto il permesso al Parlamento, violandone l’immunità.

Un ingenuo domanderà: come fai a sapere che questo o quel numero telefonico è di un parlamentare? Prima acquisisci i dati dalla compagnia e poi, se scopri che l’intestatario è un eletto, chiedi alle Camere l’autorizzazione a usarlo. Invece i pm e i gip di Roma devono essere dei medium: appena vedono un numero, intuiscono subito che appartiene a un parlamentare. Dunque non si spiegano perché De Magistris e Genchi chiedessero a Tim o Vodafone o Wind di chi fosse un numero: dovevano saperlo prima, per scienza infusa. In caso contrario, è abuso d’ufficio.

Ora, dal 1997 l’abuso non è più reato, a meno che non produca un vantaggio patrimoniale o un danno a qualcuno. Ma il pm Caperna e il gup Callari il danno l’han trovato: i parlamentari avrebbero subìto “un danno ingiusto consistente nella conoscibilità di dati esterni di traffico relativi alle loro comunicazioni”. Cioè: si è saputo a chi telefonavano. Il solito ingenuo obietterà: ma il danno, ammesso che esista, i parlamentari se lo sono procurato da soli, visto che nessuno li obbligava a chiamare persone così poco raccomandabili da danneggiarli una volta emerse.

Se non fosse un processo, ci sarebbe da ridere. Anche perché sugli eventuali reati dei pm di Catanzaro è competente la Procura di Salerno, non di Roma. E qui le risate raddoppiano: perché l’inchiesta romana la aprì Achille Toro, già in rapporti con personaggi emersi in “Why Not”, poi costretto a lasciare la magistratura per lo scandalo della cricca; e perché dall’accusa di abuso d’ufficio per i tabulati di Mastella, De Magistris era già stato inquisito a Salerno, ben prima di Roma, e archiviato. Ora verrà riprocessato a Roma per lo stesso reato.

I giudici della Capitale hanno affermato la propria competenza con argomenti vari e variabili.
1) Fra le parti offese, ci sarebbe il Parlamento (ma poi si sono scordati di citare all’udienza i presidenti delle Camere).
2) Il primo tabulato incriminato arrivò da Wind con sede a Roma (falso: arrivò da Vodafone con sede a Pozzuoli).
3) Siccome i dati le compagnie li trasmettono criptati, non si sa se Genchi li decrittò nel suo ufficio a Palermo o da qualche altra parte. Dunque, nel dubbio, è competente il pm che ha aperto la prima inchiesta. Dunque Salerno? In teoria sì, però per Salerno il reato non c’è. Dunque si ritenta a Roma: vedi mai che almeno lì si trovi un giudice disposto a condannare.

Ultima chicca: fra le vittime del presunto abuso di De Magistris e Genchi c’è anche Pisanu, il quale però ha già detto a verbale che il tabulato che lo riguarda non è suo, ma della moglie (non parlamentare, dunque non immune). Ma che sarà mai. Vorrà dire che Pisanu è vittima ma non lo sa. E sua moglie è attratta dall’immunità del marito, per contagio. Un’immunità extralarge, formato famiglia.

Il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2012


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Re: Il porto delle nebbie

Messaggioda franz il 24/01/2012, 10:38

Travaglio ha scritto:Un ingenuo domanderà: come fai a sapere che questo o quel numero telefonico è di un parlamentare? Prima acquisisci i dati dalla compagnia e poi, se scopri che l’intestatario è un eletto, chiedi alle Camere l’autorizzazione a usarlo.

Infatti, solo un ingenuo lo farebbe. Non un professionista serio come un magistrato deve essere.
Se vuole conoscere il traffico telefonico di Romano Prodi, prima chiede l'autorizzazione del Parlamento e poi, ottenuta questa, chiede ed ottiene i tabulati dalla compagnia. Se invece parte da un numero telefonico di cui non si conosce a chi è intestato, prima chiede alla compagnia a chi è intestato quel numero e poi, saputo che è intestato ad un parlamentare, chiede al Parlamento ed eventualmente ottiene l'autorizzazione a richiedere i tabulati. Ed è evidente che visto che De Magistris non stava indagando sui furti di merendine nell'asilo sotto casa ma su una presunta loggia massonica coperta (e quindi sul rapporto tra affari e politica) doveva sapere che alcuni dei numeri sui cui indagava e voleva ragguagli potevano essere di parlamentari.

In ogni caso credo che sia interessante che sia riaperta questa oscura vicenda (l'inchiesta Why Not), che ricordiamo porto' alla fine prematura del governo Prodi.
Puo' essere interessante rinfrescare la memoria: http://it.wikipedia.org/wiki/Inchiesta_Why_Not
e poi leggere questo testo:

Why Not. La storia di una delle più strane inchieste nella storia giudiziaria italiana
http://italiantimes.info/index.php?opti ... &showall=1
L’inchiesta Why Not può essere individuata quale termine di paragone di come non dovrebbe funzionare la giustizia in un Paese democratico ed in uno Stato che si ama definire “di diritto”. Un’inchiesta nata su impulso quasi esclusivo di alcuni mezzi di informazione e che poi altri mass-media hanno trasformato in un clamoroso caso di interesse nazionale.
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Re: De Magistris primo nei consensi.

Messaggioda Iafran il 24/01/2012, 11:38

flaviomob ha scritto:di Marco Travaglio | 22 gennaio 2012

Lesa impunità

Mi sembra che fra la Magistratura ed il mondo "politico" (ad esclusione di Prodi e degli altri con il senso dello Stato) ci sia più un tiro alla fune che non la consapevolezza reciproca di essere due istituzioni che dovrebbero salvaguardare la legalità e perseguire il bene comune.
Se c'è questo speciale rapporto la colpa non è da ricercare nella classe che non manifesta alcun conflitto d'interessi e che non evade il compito a cui è preposta e che fa di tutto per sgomberare il minimo dubbio sul proprio operato ...
I cittadini dovrebbero avere gli occhi più aperti e la memoria più lunga!
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