La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda franz il 15/01/2012, 16:39

flaviomob ha scritto:Repubblica riporta che le prime segnalazioni arrivate alle forze dell'ordine della terraferma erano telefonate private di turisti presenti sulla nave! Nessun SOS lanciato dagli ufficiali per quasi un'ora! Ma dove cazzo siamo?

Ottima domanda, Fravio, ma è retorica per cui non ti rispondo. ;)

Ma aggiungo ora (21:00) che a quanto pare il mayday non è mai stato lanciato ufficialmente.
http://firenze.repubblica.it/cronaca/20 ... -28144252/
In fondo pero' a cosa serviva, visto che tutti potevano vedere dove era la nave ed in che condizione era messa.
E forse c'è un perché a questa mancanza di may day, legato al codice marittimo che stabilisce che in caso di richiesta di soccorso chi arriva per primo e comunque concorre al salvataggio ha particolari premi o diritti di proprietà sulla nave o sul suo relitto.
http://www.fog.it/convenzioni/inglese/londra-1989.htm
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Ma dove c... l'hanno trovato?

Messaggioda flaviomob il 16/01/2012, 0:20

dal Fatto

Concordia, comandante nega l’avaria e fugge


E a lanciare il mayday è una passeggera La Procura di Grosseto accusa Francesco Schettino, capitano della Concordia, di avere abbandonato la nave molto prima che i passeggeri fossero tratti in salvo. Ilfattoquotidiano.it è in grado di ricostruire i movimenti e i contatti del comandante in fuga: "Lo chiamò la Capitaneria intimandogli di tornare a bordo, ma non ne volle sapere"Il comandante Francesco Schettino Si porterà per sempre appresso due nomi la tragedia dell’isola del Giglio: uno è Concordia, il nome della nave, l’altro è Schettino, nome di battesimo Francesco, campano, l’uomo fermato dai magistrati e ritenuto il responsabile numero uno di quanto accaduto venerdì notte: è stato lui, secondo la Procura, a dirottare la nave verso la costa, lui che si è avvicinato troppo, lui che ha abbandonato i passeggeri e l’equipaggio al loro destino.

Il fattoquotidiano.it è in grado di ricostruire tutto quanto avvenuto quella maledetta sera che, fino a oggi, ha restituito cinque cadaveri e un milione di incertezze.

Il mayday mai dato. “Costa Concordia, tutto ok?”. “Sì, Compamare Livorno, solo un guasto tecnico”. “Costa Concordia, siete sicuri che è un guasto tecnico. Sappiamo che a bordo ci sono i passeggeri con i giubbotti salvagente”. “Compamare, confermiamo: è un guasto tecnico”. E’ andata più o meno così, secondo le testimonianze raccolte dal Fatto.it e secondo le prime ricostruzioni della Guardia costiera, la conversazione tra la plancia di comando della Costa Concordia e la sala operativa della Capitaneria. Anzi, bisogna dire piuttosto tra la Capitaneria e la Concordia, visto che sono stati i militari della guardia costiera a chiamare la nave. Chissà quanto avrebbero atteso ancora a chiedere aiuto, se non fosse stato per una signora pratese a bordo.

L’allarme? Lanciato dalla passaggera. Atterrita, ha chiamato la figlia a casa, dicendo di trovarsi all’interno della nave, che si stava già inclinando, in un locale in cui era buio pesto e con addosso il giubbotto salvagente. La figlia ha chiamato la Capitaneria di Savona perché la madre aveva detto che era nel tratto tra Civitavecchia e il porto ligure, ma la sala operativa non sapeva niente. Così la telefonata successiva è stata ai carabinieri di Prato che hanno contattato i colleghi di Livorno. E hanno coinvolto la Capitaneria di Livorno che si è messa “a caccia” della nave Costa grazie al cosiddetto ‘Ais’ (Automatic Identification System), il sistema tecnologico di identificazione navale.

“Solo un guasto”. Dalla sala operativa livornese hanno dunque chiamato a bordo del Concordia. “Problemi?”, hanno chiesto. Dall’altra parte hanno risposto che era solo un guasto tecnico (e siamo già alle 22 passate, almeno un quarto d’ora dopo la collisione contro gli scogli secondo gli orari della Procura). Ma il militare della Capitaneria è vispo, sente che qualcosa non torna: un guasto tecnico e i passeggeri hanno il salvagente? Meglio chiarire: scusate, Concordia, ma allora perché i passeggeri hanno il giubbetto? Dall’altra parte, di nuovo la stessa risposta: confermiamo, guasto tecnico. Una risposta che hanno sentito anche i finanzieri della prima motovedetta arrivata in assoluto sul posto, appartenente al Reparto aeronavale delle fiamme gialle di Livorno. “All’inizio dalla nave hanno detto che si trattava di un guasto tecnico, senza specificare la natura – racconta il tenente colonnello Italo Spalvieri, comandante del reparto – Successivamente hanno chiesto all’equipaggio della motovedetta di poter agganciare un cavo in modo da essere trainati, ma era come chiedere a una formica di spostare un elefante”. Dopo circa 20 minuti, spiega Spalvieri, hanno dato l’ ‘abbandono nave’, il segnale per l’evacuazione.

La fuga. Schettino è tra i primi ad arrivare al Giglio, sulle banchine del porto. Lui e moltissimi membri dell’equipaggio. A bordo resta praticamente solo il primo commissario di bordo quello che, al contrario degli altri, farà il suo lavoro, verrà trasformato in eroe. Lui resta e aiuta i passeggeri a trasferirsi sulle scialuppe, ma gran parte del resto dell’equipaggio è già sulla terra ferma, in salvo. Il bar, l’unico del porto, il Caffè Ferraro, riapre la saracinesca per aiutare i naufraghi.

Schettino sale su un taxi. Tra le persone gigliesi, così si chiamano gli abitanti dell’isola, arriva sul molo anche un tassista. E’ a lui che il comandante, in abito bianco pronto per la cena di gala, si rivolge. “Mi porti lontano da qui”. “Comandante”, risponde il tassista, “io la posso portare a casa mia, questa d’inverno è un’isola deserta”. Così il tassista porta a casa il capitano e gli prepara un caffè.

Le telefonate dalla Capitaneria di porto di Livorno. Schettino, che è frastornato, ma non sotto choc, riceve tre telefonate in serie. E’ sempre la Capitaneria di porto di Livorno che lo chiama. L”ufficiale in servizio alla sala operativa non riesce a capire. “Come capitano, lei non è sulla nave?”. “No, non sono sulla nave e non ci torno”. Un’altra telefonata. “Capitano”, dice il funzionario di turno, “ordini superiori mi riferiscono di dire che lei deve tornare sulla sua nave”. “Non ci torno”. La terza telefonata, racconta il tassista, è concitata. Urlano da Livorno, urla Schettino. Sempre con le stesse ragioni. Il comandante a quel punto si fa accompagnare sulla banchina, ma sale sulla prima barca che lo porta a Porto Santo Stefano. Sulla nave non ci tornerà.

L’inchiesta e la disperata difesa. Il giorno successivo al naufragio, Schettino viene trattenuto nella caserma dei carabinieri di Orbetello. Quando il Procuratore riesce a ricostruire quello che è accaduto, senza neppure interrogarlo, ordina lo stato di fermo. Schettino viene trasferito nel carcere di Grosseto. Schettino (dopo la fuga appare improprio chiamarlo ancora comandante) continua a ripetere che la sua manovra è stata regolare, che gli scogli non erano segnalati da nessuna carta, che lui doveva passare da lì, a 100 metri dall’Isola del Giglio, distanza di sicurezza a malapena consentita per un pedalò.

Naufragio colposo, omicidio plurimo colposo, abbandono della nave. Ma secondo le fonti inquirenti, non è neppure la bontà delle sue intenzioni dal timone, anche se l’ordine di avvicinarsi all’isola lo ha dato lui in persona, per il consueto saluto di sirene: il punto è che Schettino ha abbandonato la nave a un’ora dall’incidente, lasciando a bordo i passeggeri e i suoi membri dell’equipaggio, in balia di un’organizzazione che alla fine, infatti, non c’è stata. Doveva essere lui – secondo il codice della navigazione e quello penale – a coordinare le operazioni di soccorso. Non poteva sparire nel nulla, pensare a salvarsi e lasciarsi alle spalle quel bestione di 282 metri che la compagnia di navigazione gli aveva affidato.

Le dichiarazioni del procuratore. E questo il nodo centrale dell’inchiesta. Il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio dice che “il comandante ha abbandonato la nave quando c’erano ancora molti passeggeri da portare in salvo”, e “le operazioni di soccorso non sono state coordinate dal comandante”, ha detto. Un delitto imperdonabile per chi comanda una nave. “A questo punto - dice il procuratore capo – vogliamo capire chi si è assunto poi il compito di dirigere le operazioni di salvataggio, perché il comandante ha abbandonato la nave molte ore prima che si concludessero”. Sul numero di vittime il procuratore inizia a essere pessimista: “I morti per ora accertati sono cinque a questo punto, due turisti francesi e un membro dell’equipaggio peruviano oltre ai due anziani individuati nel pomeriggio”, ma “abbiamo gravi sospetti per altre cinque o sei persone. All’appello ne mancano una trentina – ha aggiunto – stiamo spuntando i loro nomi uno per uno dagli elenchi”, ma “non è facile dire con precisione quanti manchino all’appello”. Indiscrezioni, provenienti da fonti della Prefettura di Grosseto parlerebbero di 36 persone, delle quali 10 membri dell’equipaggio di nazionalità cinese e filippina, e 26 passeggeri. Ma anche questo dato è parziali. Fonti della Capitaneria ripetono che la lista definitiva non esiste. Esiste una lista, ma non è possibile sapere fino a questo momento quante fossero i membri dell’equipaggio, quelli che svolgono i lavori più umili, la lavanderia e la pulizia delle cucine e della nave. Filippini, molti, e cinesi.

La compagnia Costa dice che non ci sono lavori appaltati ad aziende esterne, fonti vicine agli inquirenti continuano a ripetere che invece è una possibilità che viene valutata.

Perché avvicinarsi all’isola? Il magistrato è riuscito a capirlo, alla fine. Schettino si è avvicinato al Giglio perché voleva salutare l’isola. Un codice campano, procidese per essere precisi, che impone l’inchino quando si passa dalle parti di un’isola. Una consuetudine, forse neppure così strana. Ma Schettino, venerdì, ha sbagliato i calcoli o fose si è abbandonato alla distrazione.

L’ordine di negare. Nei momenti successivi all’incidente l’ordine di Schettino è negare. Negare con i passeggeri e, come abbiamo visto, con la Capitaneria di porto: “Nessun incidente, solo un guasto tecnico”.

Le scatole nere. Ciò che è successo tra la comunicazione del presunto guasto tecnico e l’annuncio dell’abbandono nave verrà accertato con l’analisi delle scatole nere, già in Procura a Grosseto, che per le navi si chiamano ‘Voyage data recorder’ (che registra tutto cio’ che ‘fa’ la nave, compresi i movimenti prima e dopo l’impatto con lo scoglio) e ‘Voyage voice recorder’, che oltre a registrare le comunicazioni radio recupera anche le conversazioni all’interno della plancia di comando, una sorta di intercettazioni ambientali. “E qui – sorride un investigatore – se ne sentiranno delle belle”.

L’assicurazione sulla nave. Cinquecento milioni di dollari, secondo un broker genovese, è probabilmente il valore assicurativo di Costa Concordia. L’assicuratore è il gruppo statunitense Aon, leader mondiale nel settore del risk management e nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. Ma i 500 milioni di dollari riguardano soltanto la copertura della nave, scafo e macchina. Per la copertura assicurativa delle responsabilità dell’armatore, che comprendono risarcimenti ai passeggeri e all’equipaggio, eventuali danni all’ambiente, e rimozione del relitto, interviene il club inglese Protection&Indemnity Club, nel mondo dello shipping comunemente indicato come P&I. Nel caso di Costa Concordia interverrà la Standard. La nave, secondo gli esperti del settore, è totalmente irrecuperabile. Costa Crociere dovrà quindi fare eseguire la rimozione del relitto. Per asportare il carburante è stata ingaggiato l’olandese Smit International Group che, in Italia, lavora con l’azienda Neri di Livorno. I rappresentanti dei due gruppi sono già al Giglio in attesa di disposizioni della magistratura per poter operare. Non si sa quando. “Sicuramente”, spiegano, “sarà una corsa contro il tempo. Un cambiamento climatico e la nave, che ora è appoggiata su un fondale basso, potrebbe inabissarsi”. A pochi metri, infatti, il fondale scende fino a 70 metri: se dovesse alzarsi il venti di scirocco, come le previsioni dicono, la situazione potrebbe diventare irrecuperabile. E il danno ambientale di proporzioni senza precedenti.

di Emiliano Liuzzi, Diego Pretini e Antonio Massari


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda pianogrande il 16/01/2012, 1:51

Pretenderei che la Costa spiegasse a chi di dovere come fa a selezionare, addestrare, valutare, gestire i suoi uomini.
Già sotto questo aspetto vedo responsabilità gravissime.
La prima imperizia causa di questo incidete dovrebbe essere proprio questa.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda franz il 16/01/2012, 9:02

pianogrande ha scritto:Pretenderei che la Costa spiegasse a chi di dovere come fa a selezionare, addestrare, valutare, gestire i suoi uomini.
Già sotto questo aspetto vedo responsabilità gravissime.
La prima imperizia causa di questo incidete dovrebbe essere proprio questa.

Lo ha fatto, con il solito comunicato per cui tutto è perfetto ed in regola (addetramento dell'equipaggio, aderenza alle norme) ed in cui contemporaneamente scarica la responsabilità sul comandante, il cui curriculum prima era di tutto rispetto, a quanto pare.

Noto che sta iniziando una sorta di scaricabarile tra passeggeri ed equipaggio.
I primi si lamentano che l'equipaggio non era preparato e che pensavano solo salvarsi.
I secondi invece dicono che si sono prodigati per salvane tanti e mentre lo facevano erano ripresi con telecamere e telefonini

Proabilmente sono un po' vere entrambe le cose.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda pianogrande il 16/01/2012, 12:02

Noto che sta iniziando una sorta di scaricabarile tra passeggeri ed equipaggio.
I primi si lamentano che l'equipaggio non era preparato e che pensavano solo salvarsi.
I secondi invece dicono che si sono prodigati per salvane tanti e mentre lo facevano erano ripresi con telecamere e telefonini

Proabilmente sono un po' vere entrambe le cose.

Franz
Saranno sicuramente vere entrambe le cose ma è sacrosanta anche la differenza di ruoli.
Altrimenti, la Costa, prima di accettare un passeggero a bordo, dovrebbe esaminarne il curriculum professionale, fargli un test di idoneità seguito da un corso di addestramento con successivi esami psico - fisico - attitudinali e quindi, assegnargli un ruolo ed una responsabilità ben precisi e documentati nell'ambito della attività di navigazione.
Dopodiché, però, non dovrebbe farsi pagare il biglietto ma, regolarmente, stipendiarlo perché lo ha arruolato nell'equipaggio.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda Iafran il 17/01/2012, 0:16

(OT?)

Tutte le volte che sul ponte di comando c'è qualcuno pieno di sola vanagloria ... la "barca" non può che essere ... alla deriva ... finché va.
Ma i mari non sono sempre tranquilli e liberi di scogli e gli onori delle serate di gala e i riconoscimenti ufficiali delle parate vengono messi sempre alla prova.
Le situazioni più critiche, però, sono quelle che spingono l'incapace, l'inaffidabile e l'irresponsabile "numero uno" ad abbandonare la nave a se stessa senza nemmeno gridare agli occupanti "Si salvi chi può!" ... e, magari, a figurare nell'elenco ... dei dispersi in mare (con tanto di "medaglia al valore civile")!
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda franz il 17/01/2012, 9:11

È anche una storia di "inchini" e tradizioni marinaresche decisamente fuori posto nel nuovo millennio.

Leggo che "Ieri i carabinieri del nucleo sommozzatori di Genova si sono immersi dal promontorio sotto casa Tievoli [Il cuoco di bordo, NDR]. Cercavano il punto preciso dell'impatto. Lo hanno trovato a 8 metri di profondità, nell'allargamento sottomarino della Scola piccola, lo scoglio esterno. C'erano anche due pezzi di lamiera della nave, prova definitiva della violenza dell'urto, di una nave fuori controllo. Hanno misurato la distanza dall'ultima propaggine del litorale, e il risultato è come una sentenza. Tra 92 e 96 metri, quella bestia da 114mila tonnellate era in zona balneabile.
Immagino sappiate cosa succede se un semplice gommone si avvicina a motore acceso a 300 metri dalla riva.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda pianogrande il 17/01/2012, 10:55

Immagino sappiate cosa succede se un semplice gommone si avvicina a motore acceso a 300 metri dalla riva.
Franz
Purtroppo lo so.
Non ho mai visto intervenire su un caso del genere che si verifica abbastanza spesso.
E' sopratutto, normalissimo accendere il motore anche a pochi metri dalla riva (tra l'altro, diffondendo una puzza notevole).
Adesso non mi chiedete di fare nomi e cognomi, credetemi sulla parola.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda Iafran il 17/01/2012, 12:52

http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 40112.html

"Il comandante aveva bevuto". Ubriaco mentre la nave affondava

. . . .

Una "bella" notizia di italianità insieme alle "altre" del berlusca ... al mondo intero.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Naufragio al Giglio, tra misteri e polemiche

Messaggioda Stefano'62 il 17/01/2012, 14:01

pianogrande ha scritto:Immagino sappiate cosa succede se un semplice gommone si avvicina a motore acceso a 300 metri dalla riva.
Franz
Purtroppo lo so.
Non ho mai visto intervenire su un caso del genere che si verifica abbastanza spesso.

Io tra le altre cose faccio salvataggio in mare.
Quando capita nella mia zona mi dirigo col mio moscone verso il "malcapitato" (è il caso di dirlo perchè divento ferocissimo) e se non fugge via lo blocco e lo ammonisco oppure aspettiamo insieme la capitaneria,diversamente prendo il walkie Talkie e spingo il pulsantino che mi mette in contatto diretto con la pattuglia mobile acquatica della Polizia (moto d'acqua),segnalo la situazione e nel giro di un paio di minuti vengo raggiunto sul posto dalla pattuglia,alla quale comunico i dati per identificarlo,ottenuti con il mio binocolo,e la direzione presa;poi loro si mettono in contatto radiofonico anche con le altre unità in mare (capitaneria,finanza,etc) e 90 volte su 100 fermano l'imbarcazione e fanno un bel verbale salato.
E se la scena si verifica sotto ai miei occhi,poi mi avvicino al verbalizzato e chiedo "vi hanno fatto la multa ?" e dopo la sconfortata risposta affermativa dall'alto del panfilo,ribatto con ostentata soddisfazione dal basso del mio moscone e mostrando il binocolo e la radio da 700 euro che abbiamo in dotazione:"li ho chiamati io".
Le leggi ci sono,e chi consegue una patente nautica deve conoscerle,e i metri dalla riva non sono 300 (che è il limite consentito per la balneazione,perciò c'è l'obbligo dei motori spenti) bensì 500,e tra i 300 e i 500 è consentito navigare solo in perpendicolare alla riva (uscita o rientro) e ad una velocità massima di 3 nodi.
Non solo : ulteriore limitazione,tra i 500 e i 1000 metri la velocità massima consentita sono 10 nodi.

Tornando in tema,io non vorrei che ora l'enorme meschinità del comportamento di quel pusillanime offuschi le responsabilità accessorie di tanti altri,facendo da unico capro espiatorio.
Faccio notare infatti un paio di cose:
1)
Ha portato la Concordia sotto costa ?
Tutte le navi sulle quali si paga un biglietto,grandi o piccole che siano,passano sottocosta ogni volta che possono e con gran fracasso e sfavillio,si chiama pubblicità.
Questa cosa non è solo tacitamente approvata,ma probabilmente è un precisa direttiva ufficiosa di ogni armatore ai propri comandanti,che si indaghi su questo e la si faccia pagare a chi sta comodamente seduto nei propri uffici.
2)
Quello che oggi nei giornali è definito come un grande comandante,quello cui erano dedicati gli inchini,era il superiore di quell'inetto che ha causato il disastro,e non credo che sia venerato come grande lupo di mare solo perchè traghettava la gente di qua e di là come tantissimi altri taxisti;anzi probabilmente è proprio colui che insegnò al suo sottoposto a fare certe manovre sulla pelle dei suoi passeggeri lasciandolo a bocca aperta come un bimbino,che oggi cercava semplicemente di emularlo e surclassarlo con manovre ardite al solo scopo di alimentare la propria leggenda futura.
Infatti non era la prima volta che con manovre ardite cercava di impressionare i suoi sottoposti.

Ed è questa la colpa primaria del comandante ma non si creda che sia l'unico,anzi sono certo che tra molti comandanti ci sia una specie di gara a chi mette più mattoncini nella costruzione della propria memoria.
Quello della Concordia è solo l'unico cui è andata male,finora.
Che si indaghi su questa cosa e si lascino senza comando i pirla psicologicamente deboli,e senza passeggeri da mettere in pericolo.

La seconda colpa è stata anteporre alla sicurezza dei passeggeri la preoccupazione personale per il proprio posto di lavoro,cercando di evitare il più possibile l'ammissione della tragedia.
Ma in questo son complici anche i vertici della sua società,cui ha telefonato invece che attivare i soccorsi,e che non possono davvero avere pensato che un loro comandante chiami di notte per una questione "sotto controllo".
Nemmeno è verosimile che il comandante abbia minimizzato per tenerli all'oscuro......allora cosa ha chiamato a fare ?
faceva prima non telefonare.
Non mi convince,il comandante li ha chiamati,gli ha detto tutto e hanno cercato di trovare insieme una soluzione silenziona fino a che hanno potuto.
Tutti complici e responsabili,non solo il comandante.
Che si indaghi su questo.

La terza colpa è stata abbandonare la nave.
Cosa incredibile che da sola basta a metterlo in gabbia per un bel pò di anni.
Pusillanime indecente,di una meschinità fuori dal comune,altro che leggenda del mare,lui e le sue manovre.
Ho sempre pensato che le persone che più si affannano per la costruzione della loro immagine,sono esattamente quelle che sanno di non avere nessuna immagine decente da proporre,anzi ne hanno una peggiore da nascondere.

La quarta cosa sono i meccanismi e gli standard di reazione all'emergenza,che pare non siano stati tanto elevati,e che l'unica cosa che ha evitato un disastro peggiore sia l'eroismo di tantissime singole persone dell'equipaggio.
Eccelso esempio di come (non solo) in Italia i veri uomini con le palle non stanno mai ai vertici,e bisogna cominciare a riflettere seriamente su questo e sulla adeguatezza dei sistemi di formazione delle gerarchie.
Che si indaghi per stabilire se tale inefficienza fu dovuta alla fuga di chi avrebbe dovuto coordinarli,o a vere deficienze a monte (qualità e finalità delle esercitazioni e delle dotazioni).

Comandante vergognoso,ma che non sia l'unico a subire indagini,e soprattutto che lo si isoli in modo che non possa comunicare con la società che lo stipendiava,e che potrebbe essere tentata di pagare profumatamente qualche silenzio o qualche annetto di galera in più.
Stefano'62
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1814
Iscritto il: 20/12/2008, 14:36

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 37 ospiti