franz ha scritto:infatti non nego che l'istruzione sia un fattore di successo per stipendi più alti e occupazione maggiore.
Bene
affermo (in linea con l'OCSE) che sia un fattore per qualsiasi individuo, sia uomo o donna. indipendente dal genere.
Benissimo
e proprio per questo ritengo che cercare di spiegare il basso tasso di occupazione femminile con il livello di istruzione serva a poco.
e qui proprio non lo capisco.
Il basso tasso di occupazione FEMMINILE ITALIANO è spiegabile con il basso, anzi bassissimo, livello di istruzione delle media delle lavoratrici. Anche dei lavoratori maschi, in verità, ma loro in una società maschlista si arrangiano.
al contrario un sistema di welfare che permetta di conciliare lavoro e famiglia e alleggerire il lavoro di cura favorisce l'occupazione femminile.
Non nego che favorirebbe quel 50% di donne che studiano e possono presentarsi nel mercato del lavoro con le carte in regola. Non farorirebbe (ed è ininfluente) per quell'altro 50% che NON studia, che poi è la caratteristica che ci distingue dalla media OECD.
Mi pare che sia una caratteristica quasi genetico-culturale della sinistra tendere a favorire i piu' forti (in questo caso quelle che hanno studiato ma che faticano a trovare lavoro per l'assenza di welfare) rispetto ai piu' deboli (quel 50% che non ha studiato e che nemmeno con un buon welfare avrebbe chance occupazionali.
Il secondo caso raggiunge quasi il 50% della popolazione in età lavorativa ed è la fetta piu' debole della popolazione stessa. Come politica attiva per risolvere il problema (anche di sinistra, ma il colore non mi interessa) proporrei politiche massicce di formazione per gli adulti (maschi e femmine) che non hanno una formazione adeguata. Se avessi 100 li investirei tutti qui. Non certo per dare un welfare di sostegno a chi ha già una buona formazione ma stenta a risolvere la sua occupabilità per problemi logistici privati. Quando la produttività media salirà, e con esso la base imponibile, allora risolveremo anche quei problemi.
le donne in generale e le lavoratrici (occupate), in particolare, sono più istruite degli uomini.
eppure hanno tassi di occupazione decisamente più bassi.
Non solo, molto più spesso sono sottoutilizzate: il 23% svolge una lavoro che richiede una qualifica più bassa di quella posseduta (il 40% tra le laureate contro il 31% degli uomini) indipendentemente dalla fascia di età.
proprio una donna con bassa qualifica avrebbe maggiori chance occupazionali con un buon welfare . i problemi per le donne nel rimanere sul mercato del lavoro iniziano quando cominciano ad avere figli. in questo caso un buon welfare pubblico aiuta proprio le donne a bassa qualifica e a basso reddito.
in Italia per es. il 15% delle donne è costretta a lasciare il lavoro per la nascita di un figlio, un elemento che è sostanzialmente costante nel tempo. una scelta che nella metà dei casi non è volontaria. donne, anche a bassa qualifica, che prima lavoravano vengono espulse dal mercato del lavoro. donne per cui rientrare non sempre è semplice in quanto più che donne sono madri, con le necessità che da ciò deriva.
una massiccia formazione della forza lavoro meno qualificata è sicuramente auspicabile, ma quando hai il 40% delle laureate e il 31% dei laureati che è sottoutilizzato, c'è da chiedersi se al sistema economico italiano tutta questa formazione gli serve. o se forse non bisogna anche cominciare ad interrogarsi sul fatto che per impiegare personale qualificato bisogna anche cominciare a creare posti qualificati e a pagarli adeguatamente.