cardif ha scritto:L'etichetta di populista si può appioppare a chiunque si rivolge al popolo per avere consenso. Perché a chi si e a chi no?
Sono populisti tutti coloro che promettono al popolo qualcosa in cambio del voto, o meglio del riconoscimento del potere da parte della piazza; lo sono stati tutti i dittatori.
E' pure vero che ormai il termine 'populista', eccessivamente abusato, ha assunto 'un’accezione fondamentalmente priva di significato', per cui può essere appioppato più o meno a chiunque si rivolga al popolo, in qualunque termine lo faccia (e quindi a qualunque politico in particolare).
In effetti il termine è vago e buono per mille usi, ma non direi che si definisce populista chi si rivolge al popolo per avere consenso ma piuttosto chi insegue il popolo fin nelle sue piu' basse espressioni di pancia, pur di avere consenso. Mi semba chiaro che si puo' essere populisti solo quando il popolo è fondamentalmente ignorante o lo è in misura sufficente per alimentare partiti populisti. I paesi poveri possono avere leader populisti (l'argentina di peron e seguenti, il venezuela di chavez) mentre è difficile ipotizzare movimenti populisti in Svezia e Danimarca. L'italia è a metà strada e quindi il populismo ha uno spazio di manovra che puo' dare dei premi elettorali. Poi ci sono periodi di forte crisi, in cui si cerca il capro espiatorio (elite finanziarie, casta politica, stranieri che "rubano" il lavoro). Qui i populisti alzano la testa. E non solo in Italia.
Mi pare interessante la scheda di wilipedia, che conferma la vaghezza deltermine ma focalizza alcuni elementi comuni del suo utilizzo
http://it.wikipedia.org/wiki/Populismohttp://it.wikipedia.org/wiki/Populismo ha scritto:nel loro volume Twenty-First Century Populism: The Spectre of Western European Democracy, Daniele Albertazzi e Duncan McDonnell hanno definito il populismo come: ‘una ideologia secondo la quale al ‘popolo’ (concepito come virtuoso e omogeneo) si contrappongono delle ‘elite’ e una serie di nemici i quali attentano ai diritti, i valori, i beni, l’identità e la possibilità di esprimersi del ‘popolo sovrano’ ....
Un’altra accezione di populismo [...] è quella che lo rende un “contenitore” per movimenti politici [....] abbiano però in comune alcuni elementi per quanto riguarda la retorica utilizzata. Per esempio, essi attaccano le oligarchie politiche ed economiche ed esaltano le virtù naturali del popolo (anch’esso mai definito con precisione, e forse indefinibile), quali la saggezza, l’operosità e la pazienza. Il populismo guadagna perciò consensi nei momenti di crisi della fiducia nella "classe politica".
Il populismo, come termine e pratica, si accompaga spesso alla demagogia
Pratica politica mirante a ottenere il consenso popolare, facendo mostra di condividere i malumori e le rivendicazioni, anche irragionevoli, della maggioranza e di battersi per dare ad essi una risposta positiva: fare della d.
2 Regime politico basato su tale pratica di governo, tradizionalmente e generalmente considerato come la degenerazione della democrazia
Vedere anche
http://it.wikipedia.org/wiki/DemagogiaDemagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e ago, "condurre, trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso la retorica e false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio".
Personalmente non ritengo DP un populista e un demagogo puro al 100% ma un politico che usa (credo istintivamente, per motivi culturali) questi strumenti in moltissimi sui discorsi e atteggiamenti.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)