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In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda franz il 27/10/2011, 16:51

trilogy ha scritto:Roma - Le 'baby pensioni' costano allo Stato 163,5 miliardi. Una sorta di 'tassa' pari a 6.630 euro a carico di ciascuno dei 24.658.000 lavoratori italiani.
...
Il 78,6% di queste pensioni sono erogate dall'Inpdap, l'ente di previdenza del pubblico impiego, che registra 424.802 pensioni a dipendenti pubblici ritirati dal lavoro ad una età inferiore a 50 anni: di queste il 56,5% sono erogate a donne. Il costo di queste pensioni pubbliche ammonta a 7,43 miliardi.

I conti non mi tornano. Ho cercato senza esito il documento originale, trovando solo centinaia di copia&incolla dello stesso articolo ovunque. Secondo me quel costo è un accumulo. Un poco come la differenza tra debito e deficit.
163 miliardi sono troppi, se annuali. E poi il 56,5% del 78,6% di 163,5 miliardi fa 72 miliardi, non 7,43. Ecco, forse la cifra sparata ad effetto dei 163,5 miliardi è il costo in 10 anni delle pensioni date a chi ha meno di 50 anni. Nello stesso periodo le pensioni di anzianità (<65) dovrebbero aver gravato per 550 miliardi per cui il dato calcolato dalla Confartigianato ci stà. Le baby pensioni (<50) darebbero il 29,7% del totale anzianità (<65) , .... verosimile.
Se qualcuno trovasse lo studio, si puo' verificare.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 18:30

franz ha scritto:Magari ho piu' volte precisato "a regime" e "se 15 anni fa lo avessimo fatto ..."



No, non l'hai ne l'avevi precisato. Tant'è che hai parlato di 50 miliardi di euro all'anno: Io continuo intanto a vedere che oggi le pensioni di anzianità (che con quella entità esistono solo in grecia, bell'esempio!) costano 40.8 miliardi solo per il fondo dei dipendenti. E che se non ci fossero comporterebbero 40 miliardi di risparmi: in 23 anni si dimezzerebbe il debito pubblico, portandolo dal 120 attuale al 60%, in linea con le regole di Maastrict, solo per fare un esempio volumetrico.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda franz il 27/10/2011, 19:00

ranvit ha scritto:
franz ha scritto:Magari ho piu' volte precisato "a regime" e "se 15 anni fa lo avessimo fatto ..."



No, non l'hai ne l'avevi precisato. Tant'è che hai parlato di 50 miliardi di euro all'anno: Io continuo intanto a vedere che oggi le pensioni di anzianità (che con quella entità esistono solo in grecia, bell'esempio!) costano 40.8 miliardi solo per il fondo dei dipendenti. E che se non ci fossero comporterebbero 40 miliardi di risparmi: in 23 anni si dimezzerebbe il debito pubblico, portandolo dal 120 attuale al 60%, in linea con le regole di Maastrict, solo per fare un esempio volumetrico.

"se non ci fossero" non implica forzatamente il tempo presente, infatti è un discorso ipotetico.
Come "se fossero state abolite 15 anni fa" o se fossero abolite oggi e la riforma andasse a regime tra 10 o 15 anni".
Sono segnali per i mercati.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 21:36

:D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda Stefano'62 il 31/10/2011, 13:39

In pensione a 67 anni ????
Ma sì,va ! perchè già che ci siamo non facciamo a 90 così ci togliamo il pensiero ?

No no,per risanare ed eliminare gli sprechi (quelli veri) qui ci sono solo un paio di semplicissime cose serie da fare:

Primo:
basta con le mille casse autogestite per questo e per quello (e con i mille approfittatori che maneggiano torte e poi si leccano le briciole,soldi nostri,rimaste attaccate alle dita).
Che lo Stato faccia i conti su cosa deve spendere tra scuola,salute,pensioni,infrastrutture,stipendi pubblici e via di questo passo,e poi finanzi il fabbisogno con tasse o simili.
Una cassa unica in cui entri tutto e da cui esca tutto.
Dunque basta INPS e calcoli tra contributi in entrata e uscite per pensioni,e poi frignare che non si fanno più bambini e i conti non quadrano.
Epperforza poi che in futuro avremo ancora più problemi da risolvere,o con ancora più bambini (follia),oppure abbassando le pensioni (truffa),oppure eliminando fisicamente il pensionato (alzare l'età pensionabile per diminuire le uscite).
Che paghi l'unica cassa dello Stato e si finanzi con l'Irpef !!

Secondo:
basta con il sistema contributivo !!!
Che serve solo a mantenere le differenze di status sociale e di censo tra i cittadini anche nella terza età,quando invece la natura stessa dice che vanno livellate (prostata e pannoloni).
Basta dunque con un sistema che restituisce dieci a chi ha dato dieci,e invece mille a chi ha avuto la fortuna di poter dare cento.
Lo Stato ci perde con questo sistema.
Epperforza che poi non quadrano i conti.
Quanti poveri sfigati devono pagare contributi per finanziare una sola pensione d'oro ?
Basta con l'idea della pensione come fondo di investimento.
Lo Stato non deve dare nemmeno un soldo di "aiuto" (assurdo) a chi magari ha già i milioni da parte.
Che lo facciano le banche.
Se uno vuole una pensione d'oro,che vada lì a bussare e si faccia un fondo di investimento privato,invece che gravare sullo Stato sociale.

Terzo:
Introdurre al suo posto il concetto di pensione come sostegno per sopravvenuta (ed effettiva) impossibilità a produrre un reddito sufficiente a mantenersi.
Basta con la pensione a chi invece dispone di altri redditi cospicui o a chi ha milioni in banca.
Non gli serve,non gliela diamo.

Quarto:
Basta dunque con l'idea che la pensione debba servire a mantenere il tenore di vita precedente.
Le necessità giornaliere insindacabili di un anziano ex operaio,sono le stesse di un anziano ex deputato o ex manager o ex altro.
Che lo Stato stabilisca quali sono e poi una volta individuato chi ne ha bisogno,istituisca una pensione minima (molto maggiore di quella attuale) e una massima (infinitamente inferiore a quelle attuali),da erogare sulla base di un calcolo ponderato che prenda in considerazione la situazione attuale del pensionato,il volume effettivo di giorni lavorati (e non invece di quanto veniva pagato) e la difficoltà oggettiva di quel lavoro.

Quinto:
Che lo Stato faccia il conto del numero dei pensionati e del fabbisogno totale e lo finanzi come finanzia ogni altra spesa statale,dalla sanità ai parlamentari.
Poi se risultasse possibile,alleggerisca o abolisca contestualmente il peso contributivo ai settori produttivi,ripartendo le eventuali risorse liberate tra le aziende o i salari dei lavoratori o in competitività.

Ebbasta con le pensioni a chi non ha mai fatto un c***o,ebbasta con le pensioni ai parlamentari o ai riccastri,ebbasta fare andare il povero cristo in pensione solo quando è in odore di ictus o infarto.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda franz il 31/10/2011, 14:48

Stefano'62 ha scritto:Secondo:
basta con il sistema contributivo !!!
Che serve solo a mantenere le differenze di status sociale e di censo tra i cittadini anche nella terza età,quando invece la natura stessa dice che vanno livellate (prostata e pannoloni).

Qui da un lato non sono d'accordo ma un altro lato del mio essere bifronte mi dice che hai ragione.
E la soluzione è stata trovata in altri paesi.
Due pensioni.
La prima uguale per tutti Ricchi e poveri), che offre il minimo vitale a chi ha lavorato, con un importo che è in qualche modo commisurato agli anni di versamento (altrimenti 7 miliardi di abitanti farebbero a gara a trasferirsi in Italia due anni prima della pensione per ricevere la minima).
La seconda invece commisurata ai versamenti realmente versati (contributivo) come è giusto che sia, se sono realmente contributi versati e non simulazioni buone per i furbi.
Per il resto sono piu' o meno d'accordo.
Punto uno=OK! Una sola cassa per tutti, non le mille dello stato fascio-corporativo.
Per il terzo punto, vedi il precedente. Se uno accumula di suo (contributivo vero), tu cosa hai da dire?
Per il quarto è corretto solo per la pensione uguale per tutti. Per il contribitovo ero, non sono fatti dello stato cosa uno paga, cosa acumula e cosa riceverà.
per il quinto, l'idea che la pensione uguale per tutti sia finanziata con le imposte non è male ma rimane da stabilire l'età di pensionamento e la sostenibilità economica. In pensiona a 90 anni? Forse tra 40, se la vita si saràa llungata (ma noi non cisaremo, credo). Ricorda che non esistono pasti gratis.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda Stefano'62 il 31/10/2011, 16:36

franz ha scritto:Per il terzo punto, vedi il precedente. Se uno accumula di suo (contributivo vero), tu cosa hai da dire?

Che se non c'è più il sistema contributivo non ha versato un euro più delgi altri.
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda franz il 31/10/2011, 16:45

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:Per il terzo punto, vedi il precedente. Se uno accumula di suo (contributivo vero), tu cosa hai da dire?

Che se non c'è più il sistema contributivo non ha versato un euro più delgi altri.

Mah, al miliardario sicuramente delle tua proposta non gliene puo' fregà de meno (ha i miliardi per cui la sua pejsione è assicurata) ma al ceto medio, ad uno che guadagna 80'000 euro allanno, della sola pensione sociale, uguale per tutti non sa cosa farsene. Quindi vorrebbe un piano previdenziale suo, contributivo a capitalizzazione. Visto che siamo in libertà e non in un regime dittatoriale, tu potresti/vorreti impedirglielo?
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda Stefano'62 il 01/11/2011, 0:28

Certo che no,ma per quel genere di esigenze ci sono i fondi di investimento privati,non c'è bisogno che lo faccia lo Stato.
Uno se lo fa e addio al bisogno di condizionare o gravare su un sistema che deve avere altre finalità.

Però anche il sistema a due pensioni che hai portato ad esempio va bene.
Con un canale lo Stato garantisce un futuro dignitoso a chiunque,come riconoscenza dopo una vita passata a produrre.
Con quell'altro si fornisce ai più previdenti e risparmiatori un servizio per aiutarli ad accantonare per il futuro parte dei loro risparmi.
Però se li dovrebbero pagare di tasca loro sottraendoli ai loro redditi da lavoro.
Le imprese cioè non dovrebbero versare niente altro oltre ai contributi per la pensione primaria (e che non devono essere legati a redditi corrisposti),ma solo pagare gli stipendi.
Altrimenti siamo daccapo e verrebbe meno il vantaggio per il settore produttivo (e per i salari) e tornerebbe la confusione e i buchi al bilancio.

In pratica il sistema che ho in mente sarebbe che le imprese anticipano da parte del lavoratore un contributo fisso,a prescindere dallo stipendio erogato,che copra parte del fabbisogno (il resto lo si finanzia con le tasse).
E fine delle lamentele (giustissime) del settore produttivo.
E fine delle assurde differenze tra le pensioni.
Maggiore competitività,migliori profitti e maggiori redditi da lavoro dipendente.
Poi uno col suo reddito ci fa quello che gli pare,se li tiene,oppure ne reinveste una parte per il futuro,e se avrà un futuro radioso sarà un pò più merito suo e un pò meno un assurdo favoritismo di un Ente che non dovrebbe farne.
Poi che sia lo Stato o le banche a dargli il servizio,non mi pare tanto importante.

Ciao
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Re: In pensione a 67 anni, abolite le pensioni di anzianità

Messaggioda franz il 01/11/2011, 9:36

Stefano'62 ha scritto:Però anche il sistema a due pensioni che hai portato ad esempio va bene.
...
Però se li dovrebbero pagare di tasca loro sottraendoli ai loro redditi da lavoro.
Le imprese cioè non dovrebbero versare niente altro oltre ai contributi per la pensione primaria (e che non devono essere legati a redditi corrisposti),ma solo pagare gli stipendi.

Il sistema a due pilastri (anzi tre) è ormai avviato da tempo nell'europa centrale, tranne l'Italia. Devo controllare epr gli altri PIGS. Considerando che i fondi investono a loro volta in immobili, azioni, obbligazioni, alle aziende non importa versare anche una loro quota al dipendente (di solito la metà) perché i soldi tornano come investimenti e diventa un vantaggio per il lavoratore e quindi un modo per cercare di attirare lavoratori in quell'azienda. Anzi ci sono aziende che versano nel fondo pensione del dipendente una quota superiore, per invogliare le assunzioni. Visto che questo avviene praticamente ovunque nel mondo occidentale, la cosa non costituisce uno svantaggio e se ci fosse è largamente compensato dal fatto che poi il lavoratore in pensione sarà - con due pensioni - un buon consumatore.
Piuttosto, quello che "ho portato" come esempio è prassi da metà degli anni 70 in alcuni paesi pionieri e praticamente regola dagli anni 80. Come mai se ne parla tanto e non si fa anche da noi? Perché si è aspettato troppo e la pensione primaria è cresciuta a dismisura. Oggi in Italia l'aliquota di equlibrio è il 33% mentre dove ci sono i sistemi a due pilastri è attorno al 26% (10% per la primaria, 16% per il secondo pilastro). Il 33% è dovuto all'età di pensionamento, al sistema di calcolo, alle pensioni di anzianità e prepensionamenti passati. Se non si toccano questi nodi (almeno quelli toccabili) non si potrà mai passare da un sistema a un pilastro a uno a due pilastri.
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